il giovine eroe - Foscolo
L'entusiasmo di Foscolo per Napoleone venne meno dopo il trattato di Campoformio. Nel 1799 il poeta ripubblicò l'ode Bonaparte liberatore premettendole una lettera nella quale esortava Napoleone a non dimenticarsi la libertà che aveva portato ai popoli e a meditare che, se l'avesse tradita per diventare un tiranno, il suo nome sarebbe infamato per l'eternità.
Il tormento per la passione politica delusa, anima, come si è visto le Ultime lettere di Jacopo Ortis : in esse si può leggere la pagina ferocemente antinapoleonica che riproduciamo.
Nella lettera del 17 marzo 1798 Jacopo sfoga con asprezza il suo sdegno contro Napoleone. Molti si fidano ancora di lui, ma non Jacopo, cioè Foscolo, il quale non può non diffidare di chi ha rivelato animo volgare e crudele, ha deluso con vile astuzia le speranze dei patrioti , ha sottoscritto una costituzione democratica per Venezia pur avendo già ceduto la città agli Austriaci. Le leggi egoistiche della politica hanno ormai abituato gli uomini ai vergognosi trattati che vendono i popoli come se fossero branchi di pecore, ma questo pensiero non può consolare che ha preso la patria e ne piange il turpe tradimento. Non si dica che Napoleone è italiano di origine e quindi un giorno aiuterà la sua terra : Napoleone è un tiranno e i tiranni non hanno patria.
E' una pagina ferma e polemicamente efficace, ispirata da una sincera passione politica, da un dolente amor patrio e da un profondo risentimento morale.
"Moltissimi intanto si fidano nel Giovin Eroe nato di sangue italiano; nato dove si parla il nostro idioma. Io da un animo basso e crudele, non m'aspetterò mai cosa utile ed alta per noi. Che importa ch'abbia il vigore e il fremito del leone, se ha la mente volpina, e se ne compiace ? Sì basso e crudele - né gli epiteti sono esagerati. A che non ha egli venduto Venezia con aperta generosa ferocia ? Selim I che fece scannare sul Nilo trenta mila guerrieri Circassi arresisi alla sua fede, e Nadir Schah che nel nostro secolo trucidò trecento mila indiani, sono più atroci bensì meno spregevoli. Vidi con gli occhi miei una costituzione democratica postillata dal Giovin Eroe, postillata di mano sua, e mandata da Passeriano a Venezia perché l'accettasse; e il trattato di Campoformio era già più giorni firmato e Venezia era trafficata, e la fiducia che l'Eroe nutriva in noi tutti ha riempito l'Italia di proscrizioni, d'emigrazioni e d'esili. - Non accuso la ragion di stato che vende, come branchi di pecore, le nazioni : così fu sempre, e così sarà : piango la patria mia,
che mi fu tolta e il modo ancor m'offende
- Nasce italiano, e soccorrerà un giorno alla patria : altri sel creda; io risposi e risponderò sempre :
- la Natura lo ha creato tiranno: e il tiranno non guarda a patria; e non l'ha.
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giovedì 27 settembre 2018
mercoledì 26 settembre 2018
Bonaparte liberatore - Foscolo
Bona parte liberatore - Foscolo
I versi di Foscolo tratti dall'ode Bonaparte liberatore scritta nel maggio del 1797 e stampata a pubbliche spese per decreto della Giunta di difesa generale della Repubblica cispadana come ricorda l'autore, nell'atmosfera ardente di entusiasmo suscitato dalle strepitose vittorie di Napoleone che con la sua prima campagna in Italia sbaragliò l'esercito sardo costrinse alla resa l'imperatore e dette vita alla Cispadana e ad altre repubbliche democratiche a imitazione della repubblica francese.
In questo periodo e in questa lirica Napoleone appare il campione della libertà contro la tirannide. L'ode esaltazione nello stesso tempo della libertà e di Napoleone ha una struttura nel gusto neoclassico del tempo e riflette la formazione letteraria del poeta.
Dall'ode piuttosto lunga e pesante riportiamo pochi versi quelli nei quali la raffigurazione di Napoleone, malgrado l'apparato retorico completamente estraneo al nostro gusto e alla nostra sensibilità, rivela pienamente l'entusiasmo e l'adesione del giovane Foscolo fremente di sincero ardore di libertà per essa come sappiamo ha già dovuto esulare dall'amata Venezia e allontanarsi dalla adorata madre e dagli amici. Per comprendere meglio il testo si ricordi che nell'ode il poeta si rivolge direttamente alla libertà.
BONAPARTE LIBERATORE
[...]
E guerrier veggo di fiorente alloro
Cinto le bionde chiome
Su cui purpuree tremolando vanno
Candide azzurre piume; egli al tuo nome
Suo brando snuda e abbatte, arde, devasta;
Senno de' suoi corsier governa il morso
Ardir li 'ncalza e de' marziali il coro
Genj lo irraggia, e dietro lui si stanno
In aer librate con perpetuo corso
Sorte, Vittoria, e Fama.
[...]
Deh ! mira, come flagellata a terra
Italia serva immobilmente giace
Per disperazion fatta secura :
E furor matto e improvida paura
Le movi intorno di rapace guerra ? [...]
Ma tu, feroce Dea, non badi e passi
E a tuon de' bronzi e al fuminar tremendo
E a l'ululo guerrier perndonsi i carmi.
Cede Sabaudia, e in alto orribilmente
Del tuo giovin Campion splende la lancia;
Tutto trema e si prostra anzi i suoi passi,
E l'Aquila real fugge stridendo
Ferita ne le penne e ne la pancia.
Gallia intuona e diffonde
Di libertade il nome
E mare e cielo Libertà risponde :
l'Angel di morte per le imbelli chiome
Squassa ed ostende coronata la testa :
Liberà ! grida a le provincie dome.
I versi di Foscolo tratti dall'ode Bonaparte liberatore scritta nel maggio del 1797 e stampata a pubbliche spese per decreto della Giunta di difesa generale della Repubblica cispadana come ricorda l'autore, nell'atmosfera ardente di entusiasmo suscitato dalle strepitose vittorie di Napoleone che con la sua prima campagna in Italia sbaragliò l'esercito sardo costrinse alla resa l'imperatore e dette vita alla Cispadana e ad altre repubbliche democratiche a imitazione della repubblica francese.
In questo periodo e in questa lirica Napoleone appare il campione della libertà contro la tirannide. L'ode esaltazione nello stesso tempo della libertà e di Napoleone ha una struttura nel gusto neoclassico del tempo e riflette la formazione letteraria del poeta.
Dall'ode piuttosto lunga e pesante riportiamo pochi versi quelli nei quali la raffigurazione di Napoleone, malgrado l'apparato retorico completamente estraneo al nostro gusto e alla nostra sensibilità, rivela pienamente l'entusiasmo e l'adesione del giovane Foscolo fremente di sincero ardore di libertà per essa come sappiamo ha già dovuto esulare dall'amata Venezia e allontanarsi dalla adorata madre e dagli amici. Per comprendere meglio il testo si ricordi che nell'ode il poeta si rivolge direttamente alla libertà.
BONAPARTE LIBERATORE
[...]
E guerrier veggo di fiorente alloro
Cinto le bionde chiome
Su cui purpuree tremolando vanno
Candide azzurre piume; egli al tuo nome
Suo brando snuda e abbatte, arde, devasta;
Senno de' suoi corsier governa il morso
Ardir li 'ncalza e de' marziali il coro
Genj lo irraggia, e dietro lui si stanno
In aer librate con perpetuo corso
Sorte, Vittoria, e Fama.
[...]
Deh ! mira, come flagellata a terra
Italia serva immobilmente giace
Per disperazion fatta secura :
E furor matto e improvida paura
Le movi intorno di rapace guerra ? [...]
Ma tu, feroce Dea, non badi e passi
E a tuon de' bronzi e al fuminar tremendo
E a l'ululo guerrier perndonsi i carmi.
Cede Sabaudia, e in alto orribilmente
Del tuo giovin Campion splende la lancia;
Tutto trema e si prostra anzi i suoi passi,
E l'Aquila real fugge stridendo
Ferita ne le penne e ne la pancia.
Gallia intuona e diffonde
Di libertade il nome
E mare e cielo Libertà risponde :
l'Angel di morte per le imbelli chiome
Squassa ed ostende coronata la testa :
Liberà ! grida a le provincie dome.
venerdì 14 settembre 2018
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo (1778-1827) possono essere considerate il primo romanzo italiano moderno. Furono scritte negli ultimi anni del '700 e pubblicate nel 1802 durante l'esilio londinese ebbero la revisione definitiva. Opera sostanzialmente autobiografica redatta in forma epistolare secondo l'uso del tempo, nasconde le passioni e le delusioni di Foscolo sotto la figura del giovane Jacopo Ortis, uno studente che dopo il trattato di Campoformio deve abbandonare Venezia perché sospetto aglio Austriaci per le sue idee liberali e si rifugia su colli Euganei dove conosce Teresa, infelicemente fidanzata per opportunità familiari se ne innamora e ne è ricambiato; però come ha dovuto rinunciare al sogno di libertà per la patria, così deve rinunciare al sogno d'amore, e non potendo vivere in schiavitù e senza Teresa dopo aver peregrinato per città e regioni italiane ove il ricordo del passato e la situazione presente alimentando soprattutto la delusione politica alla notizia delle nozze di Teresa si uccide. le lettere sono indirizzate ad un amico Lorenzo Alderani che dopo la morte di Jacopo le pubblicherà per eternare i ricordo dell'infelice giovane.
Alla mente di Foscolo fu certo presente la tragica vicenda di Werther, ma l'ispirazione delle due opere è profondamente diversa : infatti Werther si uccide solo per disperazione d'amore mentre Jacopo, erede spirituale di Alfieri e fremente dell'ardore di libertà, rinuncia alla vita perché incapace di sopravvivere alla duplice delusione politica e sentimentale. Il motivo politico caratterizza, come vedremo, sin dall'inizio l'opera e ad esso è congiunto il tema della morte : per vivere da liberi e da forti bisogna imparare a poter liberamente e fortemente morire; l'amore di Teresa dapprima dà al giovane la forza di resistere all'obbrobrio della servitù e della viltà degli italiani, ma in seguito , quand'anch'esso con le nozze di Teresa appare definitivamente irrealizzabile, riconferma in Jacopo la convinzione che la vita non ha più senso per che la considera ormai senza valore. Come dice lo stesso Foscolo commentando i proprio romanzo, nell'Ortis il vero contrasto sta tra la disperazione delle passioni e il naturale amore per la vita : i sentimenti, eccitati in lui dalla giovane che desidera e che non potrà mai sposare e dalla patria che ha perduto e che inutilmente anela di vendicare, forniscono nuove armi ala disperazione superando il normale orrore per la morte. Il suicidio è già scontato sin dalla prima lettera e non giunge perciò inatteso : come forma di protesta alfieriana e romantica ha un profondo valore spirituale perché nella evidenza della voluta esasperazione dei sentimenti e dei gesti simboleggia una condizione altamente virile e eroica : la vita è bella e amata dagli uomini a patto però che sia vissuta intensamente e in nome di nobili e generosi ideali, perché in caso contrario non è degna di essere chiamata vita.
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo (1778-1827) possono essere considerate il primo romanzo italiano moderno. Furono scritte negli ultimi anni del '700 e pubblicate nel 1802 durante l'esilio londinese ebbero la revisione definitiva. Opera sostanzialmente autobiografica redatta in forma epistolare secondo l'uso del tempo, nasconde le passioni e le delusioni di Foscolo sotto la figura del giovane Jacopo Ortis, uno studente che dopo il trattato di Campoformio deve abbandonare Venezia perché sospetto aglio Austriaci per le sue idee liberali e si rifugia su colli Euganei dove conosce Teresa, infelicemente fidanzata per opportunità familiari se ne innamora e ne è ricambiato; però come ha dovuto rinunciare al sogno di libertà per la patria, così deve rinunciare al sogno d'amore, e non potendo vivere in schiavitù e senza Teresa dopo aver peregrinato per città e regioni italiane ove il ricordo del passato e la situazione presente alimentando soprattutto la delusione politica alla notizia delle nozze di Teresa si uccide. le lettere sono indirizzate ad un amico Lorenzo Alderani che dopo la morte di Jacopo le pubblicherà per eternare i ricordo dell'infelice giovane.
Alla mente di Foscolo fu certo presente la tragica vicenda di Werther, ma l'ispirazione delle due opere è profondamente diversa : infatti Werther si uccide solo per disperazione d'amore mentre Jacopo, erede spirituale di Alfieri e fremente dell'ardore di libertà, rinuncia alla vita perché incapace di sopravvivere alla duplice delusione politica e sentimentale. Il motivo politico caratterizza, come vedremo, sin dall'inizio l'opera e ad esso è congiunto il tema della morte : per vivere da liberi e da forti bisogna imparare a poter liberamente e fortemente morire; l'amore di Teresa dapprima dà al giovane la forza di resistere all'obbrobrio della servitù e della viltà degli italiani, ma in seguito , quand'anch'esso con le nozze di Teresa appare definitivamente irrealizzabile, riconferma in Jacopo la convinzione che la vita non ha più senso per che la considera ormai senza valore. Come dice lo stesso Foscolo commentando i proprio romanzo, nell'Ortis il vero contrasto sta tra la disperazione delle passioni e il naturale amore per la vita : i sentimenti, eccitati in lui dalla giovane che desidera e che non potrà mai sposare e dalla patria che ha perduto e che inutilmente anela di vendicare, forniscono nuove armi ala disperazione superando il normale orrore per la morte. Il suicidio è già scontato sin dalla prima lettera e non giunge perciò inatteso : come forma di protesta alfieriana e romantica ha un profondo valore spirituale perché nella evidenza della voluta esasperazione dei sentimenti e dei gesti simboleggia una condizione altamente virile e eroica : la vita è bella e amata dagli uomini a patto però che sia vissuta intensamente e in nome di nobili e generosi ideali, perché in caso contrario non è degna di essere chiamata vita.
sabato 5 settembre 2015
esercizi e questionari su Ugo foscolo
Che cosa si può dire delle poetica del Foscolo ?
la poetica del Foscolo ha una evidente matrice classica ma si evolve nell'iter del pensiero e dello stile dell'autore in motivi di schietta arte romantica
per meglio rendere il significato della poetica foscoliana si può aggiungere che in essa convivono in perfetta armonia la forma classica e la concezione e la sensibilità romantica
Foscolo può definirsi romantico ?
definire Foscolo romantico dando al termine uno stretto significato cronologico non è del tutto possibile
Il romanticismo come corrente letteraria ufficiale in Italia inizia con la pubblicazione della lettera semiseria di Berchet nel 1816
a questa data il Foscolo ha già composto e pubblicato opere di ispirazione romantica (l'Ortis i Sonetti i Sepolcri
Il romanticismo foscoliano quindi affonda le sue origini nella concezione Vichiana della storia e della vita nel vasto movimento romantico europeo particolarmente occidentale (inglese e francese)
i sepolcri hanno un contenuto patriottico ?
Il carme dei Sepolcri trova la sua causa occasionale nell'editto napoleonico di Saint Cloud del 12 giugno 1804 contro cui è stato scritto dal Foscolo
Napoleone cantato dal poeta come liberatore (ode a Napoleone liberatore) viene riconosciuto e additato come tiranno oppressore e predatore alla generazione risorgimentale del nostro paese
In questo senso il Liberal Carme assume un significato di un canto patriottico che si potrebbe definire persino risorgimentale
c'è in esso chiaro incitamento agli italiani del tempo a compiere egregie cose
si potrebbe parlare di continuità a proposito della poesia foscoliana ?
La continuità della poesia foscoliana è agevolmente dimostrabile se si tiene conto che tutte le sue opere sono pervase da pessimismo dal senso eroico della vita dall'amore e dall'esaltazione della bellezza dal costante sentimento di morte dalla passione patria dall'ammirazione per la donna dalla celebrazione delle virtù e dei valori umani
Che cosa si può dire sul pessimismo foscoliano ?
IL pessimismo foscoliano è di una realtà innegabile
egli cioè non fa il pessimista non canta il dolore perché vuole diventare un poeta alla moda è realmente un pessimista come dimostra con tutta la chiarezza tutta la sua produzione poetica dall'Ortis alla Grazie
tutta la sua vita dalla fanciullezza alla morte è la causa del suo pessimismo e ad essa si aggiunge la sua formazione culturale umana attraverso i classici latini e greci la cui visione se non completamente pessimistica non fu intonata all'ottimismo
la poetica del Foscolo ha una evidente matrice classica ma si evolve nell'iter del pensiero e dello stile dell'autore in motivi di schietta arte romantica
per meglio rendere il significato della poetica foscoliana si può aggiungere che in essa convivono in perfetta armonia la forma classica e la concezione e la sensibilità romantica
Foscolo può definirsi romantico ?
definire Foscolo romantico dando al termine uno stretto significato cronologico non è del tutto possibile
Il romanticismo come corrente letteraria ufficiale in Italia inizia con la pubblicazione della lettera semiseria di Berchet nel 1816
a questa data il Foscolo ha già composto e pubblicato opere di ispirazione romantica (l'Ortis i Sonetti i Sepolcri
Il romanticismo foscoliano quindi affonda le sue origini nella concezione Vichiana della storia e della vita nel vasto movimento romantico europeo particolarmente occidentale (inglese e francese)
i sepolcri hanno un contenuto patriottico ?
Il carme dei Sepolcri trova la sua causa occasionale nell'editto napoleonico di Saint Cloud del 12 giugno 1804 contro cui è stato scritto dal Foscolo
Napoleone cantato dal poeta come liberatore (ode a Napoleone liberatore) viene riconosciuto e additato come tiranno oppressore e predatore alla generazione risorgimentale del nostro paese
In questo senso il Liberal Carme assume un significato di un canto patriottico che si potrebbe definire persino risorgimentale
c'è in esso chiaro incitamento agli italiani del tempo a compiere egregie cose
si potrebbe parlare di continuità a proposito della poesia foscoliana ?
La continuità della poesia foscoliana è agevolmente dimostrabile se si tiene conto che tutte le sue opere sono pervase da pessimismo dal senso eroico della vita dall'amore e dall'esaltazione della bellezza dal costante sentimento di morte dalla passione patria dall'ammirazione per la donna dalla celebrazione delle virtù e dei valori umani
Che cosa si può dire sul pessimismo foscoliano ?
IL pessimismo foscoliano è di una realtà innegabile
egli cioè non fa il pessimista non canta il dolore perché vuole diventare un poeta alla moda è realmente un pessimista come dimostra con tutta la chiarezza tutta la sua produzione poetica dall'Ortis alla Grazie
tutta la sua vita dalla fanciullezza alla morte è la causa del suo pessimismo e ad essa si aggiunge la sua formazione culturale umana attraverso i classici latini e greci la cui visione se non completamente pessimistica non fu intonata all'ottimismo
mercoledì 2 settembre 2015
FOSCOLO - LE GRAZIE
Dovevano essere un poema nell'ideazione del Foscolo e sono nella realizzazione soltanto tre inni
a Venere (sentita lucreziamente cioè come simbolo della natura generatrice dea della fecondità e della bellezza)
a Vesta ( dea dell'intelligenza)
a Pallade (della virtù)
Nel primo inno il poeta canta come per virtù di bellezza e di amore gli uomini passino dallo stato di ferinità al consorzio civile la scena si svolge in Grecia
Nel secondo inno descrive il passaggio delle Grazie dalla Grecia all'Italia ed esalta la musica la poesia e la danza
Tre bellissime donne in veste di sacerdotesse Eleonora Nencini Cornelia Martinetti e Maddalena Bignami che simboleggiano la musica la poesia e la danza sono guidate dal poeta all'altare delle Grazie
Nel terzo inno il poeta celebra l'arte che libera l'anima umana dalle passioni ed infonde serenità La scena è collocata nella favolosa Atlantide qui la dea Pallade fa tessere da diverse dee un velo che proteggerà le Grazie dalle passioni
Il motivo che ispira il poemetto del "Le Grazie" frammentario e incompleto è l'esaltazione della Bellezza che sola riesce ad offrire ristoro ai mortali nati a vaneggiare
E bellezza vuol dire forme perfette ed atteggiamenti armonici di una bella donna ma anche forme suggestive di paesaggi naturali ed artificiali
Le Grazie sono insomma il poema della Bellezza intesa come armonia che consola e rende gentile la vita
a Venere (sentita lucreziamente cioè come simbolo della natura generatrice dea della fecondità e della bellezza)
a Vesta ( dea dell'intelligenza)
a Pallade (della virtù)
Nel primo inno il poeta canta come per virtù di bellezza e di amore gli uomini passino dallo stato di ferinità al consorzio civile la scena si svolge in Grecia
Nel secondo inno descrive il passaggio delle Grazie dalla Grecia all'Italia ed esalta la musica la poesia e la danza
Tre bellissime donne in veste di sacerdotesse Eleonora Nencini Cornelia Martinetti e Maddalena Bignami che simboleggiano la musica la poesia e la danza sono guidate dal poeta all'altare delle Grazie
Nel terzo inno il poeta celebra l'arte che libera l'anima umana dalle passioni ed infonde serenità La scena è collocata nella favolosa Atlantide qui la dea Pallade fa tessere da diverse dee un velo che proteggerà le Grazie dalle passioni
Il motivo che ispira il poemetto del "Le Grazie" frammentario e incompleto è l'esaltazione della Bellezza che sola riesce ad offrire ristoro ai mortali nati a vaneggiare
E bellezza vuol dire forme perfette ed atteggiamenti armonici di una bella donna ma anche forme suggestive di paesaggi naturali ed artificiali
Le Grazie sono insomma il poema della Bellezza intesa come armonia che consola e rende gentile la vita
lunedì 31 agosto 2015
foscolo - i sepolcri
si accentua nel carme (epistola poetica dedicata al poeta Ippolito Pindemonte autore dei Cimiteri) il concetto della poesia eternatrice ed inoltre si introduce il mito della storia che vince il tempo per cui l'opera dell'uomo non solo no è inutile ma rappresenta la perenne tradizione di gloria e di civiltà delle stirpi
Più largo posto occupano i grandi miti (o illusioni9 dell'Amore che è conforto all'umana sventura terrena della Poesia della Patria della Libertà e dell'Immortalità dello spirito
il carme è caratterizzato da una intima disciplina classica è insieme solenne eloquenza e solitaria meditazione passione accesa ed incontenibile e contemplazione statica e distaccata
I carme racchiude tutti i motivi già accennati nell'Ortis elaborati ed avvertiti in una nuova concezione spirituale ed umana che è andata maturandosi nel poeta negli anni che precedettero immediatamente la composizione del Carme
Il tema principale è la lotta dell'uomo contro la materia che caratterizza e domina l'universo
tutto trasforma il tempo ed in questa incessante ed universale trasformazione la materia trona ad essere materia quindi anche l'uomo considerato nella sua essenza corporea materiale si trasforma e finisce per essere quello che era stato prima
Ma la vita dell'uomo non cessa con la morte fisica la vita rimane viva nel ricordo dei viventi specialmente quella degli uomini grandi di coloro che si sono meritati la stima per avere compiuto opere straordinariamente insigni perciò le loro azioni ed essi stessi vengono resi immortali dalla poesia
Il carme deve perciò essere considerato un canto di fede dei valori spirituali del'operositù degli uomini
si può affermare con fermezza che i Sepolcri rappresentano una vittoria dello spirito sulla materia della storia sul tempo dell'universale sul contingente della libertà sulla tirannide
Il carme ha un rilevante contenuto patriottico se le gesta dell'uomo non vengono dimenticate con la sua morte no è senza utilità la vita sulla terra e non è vano sacrificare la vita per la patria
Un esempio di valore e di eroismo un sacrificio nobile e generoso saranno di spone e di sollecitazione sempre all'azione del singolo cittadino e di tutto il popolo In questo senso il Foscolo con il Carme i Sepolcri si colloca tra i poeti del Risorgimento nazionale
Protagonista del Carme è lo stesso Foscolo che in più di un passo parla in prima persona
Figure dominanti sono quelle di Parini (simbolo della perfetto condotta morale ) dell'Alfieri (simbolo dell'amore per la patria) di Omero (simbolo sublime della poesia)
Il carme è antinapoleonico e si svolge con una palese connotazione liberale
Il tono è malinconico in generale ma qualche volta assume tinte pessimistiche : l'uomo vive nel ricordo dei viventi è eternato dalla poesia ma è destinato lo stesso a morire
Ad eternarlo c'è la poesia questa è la grand
e illusione foscoliana illusione che gli consentì di superare la concezione meccanicistica dell'Illuminismo che tuttavia è presente nel Carme
Più largo posto occupano i grandi miti (o illusioni9 dell'Amore che è conforto all'umana sventura terrena della Poesia della Patria della Libertà e dell'Immortalità dello spirito
il carme è caratterizzato da una intima disciplina classica è insieme solenne eloquenza e solitaria meditazione passione accesa ed incontenibile e contemplazione statica e distaccata
I carme racchiude tutti i motivi già accennati nell'Ortis elaborati ed avvertiti in una nuova concezione spirituale ed umana che è andata maturandosi nel poeta negli anni che precedettero immediatamente la composizione del Carme
Il tema principale è la lotta dell'uomo contro la materia che caratterizza e domina l'universo
tutto trasforma il tempo ed in questa incessante ed universale trasformazione la materia trona ad essere materia quindi anche l'uomo considerato nella sua essenza corporea materiale si trasforma e finisce per essere quello che era stato prima
Ma la vita dell'uomo non cessa con la morte fisica la vita rimane viva nel ricordo dei viventi specialmente quella degli uomini grandi di coloro che si sono meritati la stima per avere compiuto opere straordinariamente insigni perciò le loro azioni ed essi stessi vengono resi immortali dalla poesia
Il carme deve perciò essere considerato un canto di fede dei valori spirituali del'operositù degli uomini
si può affermare con fermezza che i Sepolcri rappresentano una vittoria dello spirito sulla materia della storia sul tempo dell'universale sul contingente della libertà sulla tirannide
Il carme ha un rilevante contenuto patriottico se le gesta dell'uomo non vengono dimenticate con la sua morte no è senza utilità la vita sulla terra e non è vano sacrificare la vita per la patria
Un esempio di valore e di eroismo un sacrificio nobile e generoso saranno di spone e di sollecitazione sempre all'azione del singolo cittadino e di tutto il popolo In questo senso il Foscolo con il Carme i Sepolcri si colloca tra i poeti del Risorgimento nazionale
Protagonista del Carme è lo stesso Foscolo che in più di un passo parla in prima persona
Figure dominanti sono quelle di Parini (simbolo della perfetto condotta morale ) dell'Alfieri (simbolo dell'amore per la patria) di Omero (simbolo sublime della poesia)
Il carme è antinapoleonico e si svolge con una palese connotazione liberale
Il tono è malinconico in generale ma qualche volta assume tinte pessimistiche : l'uomo vive nel ricordo dei viventi è eternato dalla poesia ma è destinato lo stesso a morire
Ad eternarlo c'è la poesia questa è la grand
e illusione foscoliana illusione che gli consentì di superare la concezione meccanicistica dell'Illuminismo che tuttavia è presente nel Carme
giovedì 27 agosto 2015
FOSCOLO -I SONETTI
Possono definirsi la continuazione e lo sviluppo delle ""Ultime lettere di Jacopo Ortis"
i migliori per contenuto e per stile universalmente riconosciuti sono :
Alla sera in cui il poeta contempla il paesaggio su cui arrivano le tenebre e quindi canta alla sera come momento di serenità forse perché essa è l'immagine della morte
malinconia che gradualmente si traduce in una pena d'essere tutta romantica
In morte al fratello Giovanni tutto intriso di dolore questo sonetto riflette interamente la personalità e la fisionomia psicologica del poeta che mentre piange sul cenere muto del fratello corre col pensiero alla madre che soffre e si strugge per Giovanni morto e per Ugo lontano
Chiude il sonetto "sento gli avversi numi delle secrete cure che al viver tuo furon tempesta e prego anch'io nel tuo porto (la morte) quiete"
ed appello alle "straniere genti l'ossa mia rendete allora al petto della madre mesta "
A Zacinto dove si riverbera il ricordo del poeta che si rivede fanciulletto nella sua isola natale bagnata dal quel mare Ionio dalle cui acque nacque intatta Venere che con il suo sorriso rendeva feconde le isole ionie tutte per cui il verso insigne a Omero esaltò il paesaggio dello sventurato Ulisse e che alla fine baciò la sua petrosa Itaca anche questo sonetto si chiude con con un tono doloroso
I sonetti mentre vibrano di intenso sentimento e quindi son un magnifico esempio di poesia romantica most
rano stile classico
i migliori per contenuto e per stile universalmente riconosciuti sono :
Alla sera in cui il poeta contempla il paesaggio su cui arrivano le tenebre e quindi canta alla sera come momento di serenità forse perché essa è l'immagine della morte
malinconia che gradualmente si traduce in una pena d'essere tutta romantica
In morte al fratello Giovanni tutto intriso di dolore questo sonetto riflette interamente la personalità e la fisionomia psicologica del poeta che mentre piange sul cenere muto del fratello corre col pensiero alla madre che soffre e si strugge per Giovanni morto e per Ugo lontano
Chiude il sonetto "sento gli avversi numi delle secrete cure che al viver tuo furon tempesta e prego anch'io nel tuo porto (la morte) quiete"
ed appello alle "straniere genti l'ossa mia rendete allora al petto della madre mesta "
A Zacinto dove si riverbera il ricordo del poeta che si rivede fanciulletto nella sua isola natale bagnata dal quel mare Ionio dalle cui acque nacque intatta Venere che con il suo sorriso rendeva feconde le isole ionie tutte per cui il verso insigne a Omero esaltò il paesaggio dello sventurato Ulisse e che alla fine baciò la sua petrosa Itaca anche questo sonetto si chiude con con un tono doloroso
I sonetti mentre vibrano di intenso sentimento e quindi son un magnifico esempio di poesia romantica most
rano stile classico
mercoledì 26 agosto 2015
FOSCOLO - le Odi
Sono particolarmente due le più note (all'amica risanata e A Luigia Pallavicini caduta da cavallo) che manifestano il superamento da parte del poeta della crisi spirituale in cui si dibatte sono i grandi miti della bellezza serenatrice e della poesia eternatrice che aiutano il poeta a vincere con se stesso la dura e difficile lotta interiore appare chiara nelle Odi la necessità avvertita dal poeta di temperare l'esuberanza romantica del suo animo nella misura e armonia classica e di cantarla in contemplazione
A Luigia Pallavicini caduta da cavallo è un'ode amorosa si articola in 18 strofe ciascuna di sei settenari (versi di sette sillabe) di cui il secondo e il quarto verso sdruccioli
la prima edizione comparve in un Omaggio a Luigia Pallavicini contenente cinque poesie di autori diversi di queste la quarta in ordine di disposizione è l'Ode del Foscolo
Nelle strofe iniziali nel momento della caduta e del ferimento della nobildonna genovese cont
inui sono i richiami mitologici le Grazie Citerea (Venere) Adone Apollo (Dio della medicina)
Nelle strofe che seguono c'è un misto di romantiche visioni (la danza e la grazia della Pallavicini ) e di mitologia (Pallade che esce dal bagno ) per una similitudine forse poeticamente poco riuscita, come del resto tutta la rimanente parte dell'ode, nella quale il poeta rimprovera alla "diva" di avere trascurato le occupazioni femminili per dedicarsi a sport virili come l'equitazione
Invece si salvano bene le ultime strofe dell'Ode anche se ancora cariche di richiami mitologici nelle quali il poeta augura alla Pallavicini (che in realtà rimase deturpata da una cicatrice sul volto)
di diventare più bella di prima
La seconda Ode all'amica risata è formata da sedici strofe di sei versi ciascuna i primi cinque sono settenari il sesto è endecasillabo
Essa è dedicata alla contessa Antonietta Fagnani Arese
Il motivo dell'esaltazione della bellezza che non solo trasfigura i mortali ma li rende anche eterni
l'amica guarita nell'immaginazione del poeta da una lunga malattia ora abbandonati i farmaci è ritornata alle danze e alla musica con fascinosa grazi destando gelosia nella dame sue amiche per i sentimenti d'ammirazione e d'amore che ispira nei loro mariti
il poeta consapevole della funzione eternatrice e divinizzatrice della poesia le dedica quest'ode perché anch'essa possa essere un giorno venerata e quindi venerate Bellona e Venere la prima dea della guerra e la seconda dea della bellezza
A Luigia Pallavicini caduta da cavallo è un'ode amorosa si articola in 18 strofe ciascuna di sei settenari (versi di sette sillabe) di cui il secondo e il quarto verso sdruccioli
la prima edizione comparve in un Omaggio a Luigia Pallavicini contenente cinque poesie di autori diversi di queste la quarta in ordine di disposizione è l'Ode del Foscolo
Nelle strofe iniziali nel momento della caduta e del ferimento della nobildonna genovese cont
inui sono i richiami mitologici le Grazie Citerea (Venere) Adone Apollo (Dio della medicina)
Nelle strofe che seguono c'è un misto di romantiche visioni (la danza e la grazia della Pallavicini ) e di mitologia (Pallade che esce dal bagno ) per una similitudine forse poeticamente poco riuscita, come del resto tutta la rimanente parte dell'ode, nella quale il poeta rimprovera alla "diva" di avere trascurato le occupazioni femminili per dedicarsi a sport virili come l'equitazione
Invece si salvano bene le ultime strofe dell'Ode anche se ancora cariche di richiami mitologici nelle quali il poeta augura alla Pallavicini (che in realtà rimase deturpata da una cicatrice sul volto)
di diventare più bella di prima
La seconda Ode all'amica risata è formata da sedici strofe di sei versi ciascuna i primi cinque sono settenari il sesto è endecasillabo
Essa è dedicata alla contessa Antonietta Fagnani Arese
Il motivo dell'esaltazione della bellezza che non solo trasfigura i mortali ma li rende anche eterni
l'amica guarita nell'immaginazione del poeta da una lunga malattia ora abbandonati i farmaci è ritornata alle danze e alla musica con fascinosa grazi destando gelosia nella dame sue amiche per i sentimenti d'ammirazione e d'amore che ispira nei loro mariti
il poeta consapevole della funzione eternatrice e divinizzatrice della poesia le dedica quest'ode perché anch'essa possa essere un giorno venerata e quindi venerate Bellona e Venere la prima dea della guerra e la seconda dea della bellezza
sabato 22 agosto 2015
FOSCOLO : le ultime lettere di Jacopo Ortis
Il poeta descrive tutto il suo sconforto conseguente alla caduta di tutte le illusioni illuministiche e l'ansiosa speranza di risolvere spiritualmente in se stesso la crisi psicologica che lo tormenta
il romanzo è scritto sotto forma epistolare il Foscolo che assume il nome di Jacopo Ortis indirizza delle lettere che parlano d'amore di Patria di morte all'amico Lorenzo Alderani
Lo stile è ampolloso e talvolta persino fumoso ribollente di un pessimismo non domato
il tono è pessimistico
I morivi dominanti dell'opera sono : la fierezza di patriota e di uomo, l'esilio, gli affetti domestici, il desiderio di libertà spirituale e di indipendenza politica della patrio il concetto di poeta educatore di virtù patrie e custode di memorie la concezione della morte come ultimo riposo e della tomba lacrimata, la consapevolezza dell'alterna onnipotenza delle umane sorti e l'accenno alla divinizzazione della bellezza confortatrice e serenatrice
Altri motivi : le figure dell'Alfieri e del Parini il primo considerato ideale di amore di patria il secondo esempio sublime di saggezza e di nobilità
C'è nell'opera un sicuro passaggio dalla frantumazione illuministica alla costruzione nuova del Romanticismo
Il Foscolo nella sua adesione al Romanticismo nella cui spiritualità vive ed opera non è da considerarsi un romantico di scuola o di maniera (si ricordi che Ortis è stato iniziato nel 1797 mentre il Romanticismo italiano di derivazione germanica e francese iniziò nel 1816 undici anni prima della morte di Foscolo)
Egli come romantico è contemporaneo di Lessing, Schiller, Rousseau, Goethe, Alfieri e non Brechet Pellico ed in genere degli autori della letteratura patriottica
Il romanzo può definirsi autobiografico (mi sono dipinto fedelmente con tutte le mie follie nell'Ortis diceva Foscolo)
Suggestive sono alcune pagine di questo romanzo quelle che descrivono il paesaggio
Per quanto attiene allo stile c'è da notare che l'oratoria e l'esaltazione di sentimenti sono le caratteristiche dell'opera
il romanzo è scritto sotto forma epistolare il Foscolo che assume il nome di Jacopo Ortis indirizza delle lettere che parlano d'amore di Patria di morte all'amico Lorenzo Alderani
Lo stile è ampolloso e talvolta persino fumoso ribollente di un pessimismo non domato
il tono è pessimistico
I morivi dominanti dell'opera sono : la fierezza di patriota e di uomo, l'esilio, gli affetti domestici, il desiderio di libertà spirituale e di indipendenza politica della patrio il concetto di poeta educatore di virtù patrie e custode di memorie la concezione della morte come ultimo riposo e della tomba lacrimata, la consapevolezza dell'alterna onnipotenza delle umane sorti e l'accenno alla divinizzazione della bellezza confortatrice e serenatrice
Altri motivi : le figure dell'Alfieri e del Parini il primo considerato ideale di amore di patria il secondo esempio sublime di saggezza e di nobilità
C'è nell'opera un sicuro passaggio dalla frantumazione illuministica alla costruzione nuova del Romanticismo
Il Foscolo nella sua adesione al Romanticismo nella cui spiritualità vive ed opera non è da considerarsi un romantico di scuola o di maniera (si ricordi che Ortis è stato iniziato nel 1797 mentre il Romanticismo italiano di derivazione germanica e francese iniziò nel 1816 undici anni prima della morte di Foscolo)
Egli come romantico è contemporaneo di Lessing, Schiller, Rousseau, Goethe, Alfieri e non Brechet Pellico ed in genere degli autori della letteratura patriottica
Il romanzo può definirsi autobiografico (mi sono dipinto fedelmente con tutte le mie follie nell'Ortis diceva Foscolo)
Suggestive sono alcune pagine di questo romanzo quelle che descrivono il paesaggio
Per quanto attiene allo stile c'è da notare che l'oratoria e l'esaltazione di sentimenti sono le caratteristiche dell'opera
giovedì 20 agosto 2015
Cenni biografici - UGO FOSCOLO
Niccolò Ugo Foscolo nacque a Zante (Zacinto ) nelle isole Ioni il 6 febbraio 1778 primogenito di quattro figlio (Rubinia, Giovanni Dionigi, Angelo Giulio) da padre veneziano Andrea Foscolo medico e da madre greca Diamantina Spathis
Studiò da fanciullo a Spalato dove aveva preso dimora la famiglia seguendo il padre nominato Direttore dell'ospedale di quella città e quindi a Zante
Alla morte di Andrea Foscolo (1787) la moglie si era rifugiata a Venezia e Ugo la raggiunse
A Venezia si attuò la prima formazione nel periodo 1792-1796
Il giovane Foscolo studiò con serietà e impegno i classici latini e greci gli scrittori italiani antichi e quelli più vicini al suo tempo gli ideologi e i filosofi del secolo XVIII e la medesima passione si dedicò alla conoscenza delle lingue e delle letterature francese e inglese
Suoi autori prediletti furono Dante e Alfieri Omero Shakespeare Swift e Cervantes Hobbes e Rousseau Gray e Gessner
La sua cultura può dirsi perciò classicamente radicata vivificata però da interessi e impegni straordinariamente moderni talvolta contemporanei al poeta
Tra le opere giovanili sono degne di mensioen: l'ode "a Dante" (1795) l'ode "la verità" i quattro sonetti in morte del padre (1795) "le ricordanze " il poemetto "la Giustizia e la Pietà" (1797) gli sciolti "al sole" (1797) e la tragedia "Il Trieste" di netta ispirazione alfieriana
Nel 1796 con la prima discesa di Napoleone in Italia il Foscolo assunse apertamente atteggiamenti liberali auspicando la formazione di una repubblica democratica al posto delle istituzioni politiche veneziane antiquate e perciò non più rispondenti alle esigenze di cittadini del suo tempo
Ma cadde in sospetto del governo e fu costretto a rifugiarsi a Teolo su colli Euganei dove iniziò in una breve stesure il romanzo epistolare "le ultime lettere di Jacopo Ortis"
Nel 1797 a Bologna si arruolò con i gradi di tenente del corpo dei Cacciatori a cavallo e scrisse l'ode "a Bonaparte il liberatore"
Dal 1797 al 1815 Foscolo seguì la carriera militare nella convinzione di difendere le istituzioni democratiche e liberali nonostante la soggezione di una potenza straniera
Nel 1797 il poeta potè ritornare a Venezia dove era stato instaurato il regime democratico che rispondeva alle sue esigenze in campo politico
Ma la delusione doveva venire di lì a poco nello stesso anno infatti il 17/10/1797 Napoleone con il contratto di Campoformio cedette Venezia all'Austria e i Foscolo ne fu oltremodo amareggiato
Deluso si trasferì a Milano dove conobbe Parini e Monti
Quale ufficiale dell'esercito napoleonico combatté contro l'esercito austro-russo la campagna del 1799-ò1800 prese parte all'assedio di Genova ed infine fu in Francia dal 1804-1806 con l'esercito che secondo il piano napoleonico avrebbe dovuto sbarcare in Inghilterra
Tornato a Milano compose "i Sepolcri" nel 1806 che pubblicò l'anno successivo a Brescia
Poi nominato docente de eloquenza presso l'Università di Pavia vi tenne alcune lezioni introdotte da una importante ed appassionata prolusione "sull'origine e l'ufficio della letteratura"
Ma la cattedra nel 1809 fu soppressa come quella di eloquenza in tutte le università del regno italico napoleonico
Nel 1811 alla Scala di Milano fu rappresentata la tragedia "l'Aiace" che fu subito proibita perché vi scorsero delle allusioni satiriche contro Napoleone
Dal 1809 inizia per il Foscolo un periodo difficile e particolarmente duro dominato dalle persistenti ristrettezze economiche da turbinose vicende erotiche più che amorose con donne talvolta non degne e caratterizzato dalla violenta rottura dei suoi rapporti di amicizia con il poeta e letterato Vincenzo Monti
Ma più di tutto amareggiarono il Foscolo le calunnie degli avversari ai quali non risparmiò epigrammi e satire infuocate d'ira e di disprezzo
Furono appunto i suoi avversari con le loro illazioni malvage a far cadere alla Scala nel 1811 la tragedia l'Aiace
I poeta allora passò a Bologna e poi a Firenze dove diede inizio al poemetto "le Grazie " e alla tragedia "la Ricciarda" rappresentata nel 1813 quando il poeta era tornato a Bologna
L'esito fu assolutamente mediocre
In quel tempo frequentava il salotto della contessa di Albany dove corteggiò varie donne ma le sue maggiori attenzioni furono rivolte a Quirina Mocenni Magiotti che poi gli rimase fedele compagna durante l'esilio e passò clandestinamente in Svizzera e per la rimanente parte della vita
Nel 1815 Napoleone veniva definitivamente sconfitto a Waterloo dopo vane speranze nella possibilità di una salvezza dal naufragio generale della costruzione politico amministrativa di Napoleone del regno italico
La notte del 31 marzo del 1815 Foscolo prese la via dell'esilio e passò clandestinamente in Svizzera dove si fermò fin quasi tutto il 1816 tra insostenibili ristrettezze economiche seppure aiutato dalla Mocenni Magiotti m a pur sempre invischiato in amori
qui accudì alla continuazione del poema "le Grazie" portò avanti la traduzione dell'Iliade ristampò il romanzo Ortis pubblicò "lHypercalypsis" operetta satirico polemica scritta in latino contro i suoi avversari degli ambienti letterari di Milano
Si trasferì poi a Londra e visse in una continua altalena i speranze e sconforto di miseria e di effimero lusso
Ma il poeta la cui caratteristica fondamentale era la sregolatezza e la dissipazione non riuscì a fruire della tranquillità economica
nel 1822 ritrovò la figlia Floriana nata dalla sua illecita unione con una suddita inglese
Gli ultimi tempi il poeta li visse da un rifugio all'altro per sottrarsi alla ricerca di creditori vivendo di stenti e di lavoro modesto ed avvilente
morì il 10/9 1827 confortato dalla figlia e dagli amici nel villaggio Turnham Green presso Londra le sue ossa furono portate a Firenze nella chiesa di S:Croce nel 1871
Studiò da fanciullo a Spalato dove aveva preso dimora la famiglia seguendo il padre nominato Direttore dell'ospedale di quella città e quindi a Zante
Alla morte di Andrea Foscolo (1787) la moglie si era rifugiata a Venezia e Ugo la raggiunse
A Venezia si attuò la prima formazione nel periodo 1792-1796
Il giovane Foscolo studiò con serietà e impegno i classici latini e greci gli scrittori italiani antichi e quelli più vicini al suo tempo gli ideologi e i filosofi del secolo XVIII e la medesima passione si dedicò alla conoscenza delle lingue e delle letterature francese e inglese
Suoi autori prediletti furono Dante e Alfieri Omero Shakespeare Swift e Cervantes Hobbes e Rousseau Gray e Gessner
La sua cultura può dirsi perciò classicamente radicata vivificata però da interessi e impegni straordinariamente moderni talvolta contemporanei al poeta
Tra le opere giovanili sono degne di mensioen: l'ode "a Dante" (1795) l'ode "la verità" i quattro sonetti in morte del padre (1795) "le ricordanze " il poemetto "la Giustizia e la Pietà" (1797) gli sciolti "al sole" (1797) e la tragedia "Il Trieste" di netta ispirazione alfieriana
Nel 1796 con la prima discesa di Napoleone in Italia il Foscolo assunse apertamente atteggiamenti liberali auspicando la formazione di una repubblica democratica al posto delle istituzioni politiche veneziane antiquate e perciò non più rispondenti alle esigenze di cittadini del suo tempo
Ma cadde in sospetto del governo e fu costretto a rifugiarsi a Teolo su colli Euganei dove iniziò in una breve stesure il romanzo epistolare "le ultime lettere di Jacopo Ortis"
Nel 1797 a Bologna si arruolò con i gradi di tenente del corpo dei Cacciatori a cavallo e scrisse l'ode "a Bonaparte il liberatore"
Dal 1797 al 1815 Foscolo seguì la carriera militare nella convinzione di difendere le istituzioni democratiche e liberali nonostante la soggezione di una potenza straniera
Nel 1797 il poeta potè ritornare a Venezia dove era stato instaurato il regime democratico che rispondeva alle sue esigenze in campo politico
Ma la delusione doveva venire di lì a poco nello stesso anno infatti il 17/10/1797 Napoleone con il contratto di Campoformio cedette Venezia all'Austria e i Foscolo ne fu oltremodo amareggiato
Deluso si trasferì a Milano dove conobbe Parini e Monti
Quale ufficiale dell'esercito napoleonico combatté contro l'esercito austro-russo la campagna del 1799-ò1800 prese parte all'assedio di Genova ed infine fu in Francia dal 1804-1806 con l'esercito che secondo il piano napoleonico avrebbe dovuto sbarcare in Inghilterra
Tornato a Milano compose "i Sepolcri" nel 1806 che pubblicò l'anno successivo a Brescia
Poi nominato docente de eloquenza presso l'Università di Pavia vi tenne alcune lezioni introdotte da una importante ed appassionata prolusione "sull'origine e l'ufficio della letteratura"
Ma la cattedra nel 1809 fu soppressa come quella di eloquenza in tutte le università del regno italico napoleonico
Nel 1811 alla Scala di Milano fu rappresentata la tragedia "l'Aiace" che fu subito proibita perché vi scorsero delle allusioni satiriche contro Napoleone
Dal 1809 inizia per il Foscolo un periodo difficile e particolarmente duro dominato dalle persistenti ristrettezze economiche da turbinose vicende erotiche più che amorose con donne talvolta non degne e caratterizzato dalla violenta rottura dei suoi rapporti di amicizia con il poeta e letterato Vincenzo Monti
Ma più di tutto amareggiarono il Foscolo le calunnie degli avversari ai quali non risparmiò epigrammi e satire infuocate d'ira e di disprezzo
Furono appunto i suoi avversari con le loro illazioni malvage a far cadere alla Scala nel 1811 la tragedia l'Aiace
I poeta allora passò a Bologna e poi a Firenze dove diede inizio al poemetto "le Grazie " e alla tragedia "la Ricciarda" rappresentata nel 1813 quando il poeta era tornato a Bologna
L'esito fu assolutamente mediocre
In quel tempo frequentava il salotto della contessa di Albany dove corteggiò varie donne ma le sue maggiori attenzioni furono rivolte a Quirina Mocenni Magiotti che poi gli rimase fedele compagna durante l'esilio e passò clandestinamente in Svizzera e per la rimanente parte della vita
Nel 1815 Napoleone veniva definitivamente sconfitto a Waterloo dopo vane speranze nella possibilità di una salvezza dal naufragio generale della costruzione politico amministrativa di Napoleone del regno italico
La notte del 31 marzo del 1815 Foscolo prese la via dell'esilio e passò clandestinamente in Svizzera dove si fermò fin quasi tutto il 1816 tra insostenibili ristrettezze economiche seppure aiutato dalla Mocenni Magiotti m a pur sempre invischiato in amori
qui accudì alla continuazione del poema "le Grazie" portò avanti la traduzione dell'Iliade ristampò il romanzo Ortis pubblicò "lHypercalypsis" operetta satirico polemica scritta in latino contro i suoi avversari degli ambienti letterari di Milano
Si trasferì poi a Londra e visse in una continua altalena i speranze e sconforto di miseria e di effimero lusso
Ma il poeta la cui caratteristica fondamentale era la sregolatezza e la dissipazione non riuscì a fruire della tranquillità economica
nel 1822 ritrovò la figlia Floriana nata dalla sua illecita unione con una suddita inglese
Gli ultimi tempi il poeta li visse da un rifugio all'altro per sottrarsi alla ricerca di creditori vivendo di stenti e di lavoro modesto ed avvilente
morì il 10/9 1827 confortato dalla figlia e dagli amici nel villaggio Turnham Green presso Londra le sue ossa furono portate a Firenze nella chiesa di S:Croce nel 1871
venerdì 7 agosto 2015
UGO FOSCOLO - PRESENTAZIONE
nell'800 la nostra letteratura è dominata da due correnti
la classica e la romantica
la prima ha come connotato una tradizione di forme e di contenuto assi sviluppato
la seconda invece trova le sue basi nel sentimento tra cui domina l'amore per la Patria nonché per la donna
Con un rapido sguardo ci è possibile esaminare le donne amate e cantate dai nostri poeti a cominciare dalla Scuola poetica siciliana e finendo con gli ottocentisti
Da questo esame risulterà assai chiaro i fatto che la domma prima indifferenziata nei suoi caratteri somatici ma principalmente amorfa nei suoi connotati spirituali va man mano spiritualizzandosi con i dolcestilnovisti e via via umanizzandosi con la poesia rinascimentale per diventare in ultima analisi non compagna spirituale dell'uomo con il preciso compito di redimere ma per costituire oggetto di ispirazione di ammirazione e soprattutto essere vivo che vive la vita dei poeti nei suoi aspetti morali e materiai
li ottocentisti fra i quali Foscolo ammirano ed esaltano quelle donne che alla graziosa femminilità accomunano la bellezza fisica la grazia e la gaia spensieratezza della gioventù
Il Foscolo in particolare ammira la bellezza ("Le Grazie" e "Le Lodi") e di fronte al bello il suo atteggiamento diventa perplesso ma non tanto da rendere il poeta timido anzi il suo spirito si esalta e la sua poesia eterna più per le forme della donna che per la psicologia della stessa
Per questa particolare caratteristica il Foscolo si inserisce nella corrente dei romantici tale affermazione apparirà ancora più evidente se si tiene presente l'atteggiamento del Foscolo relativamente alle condizioni di soggezione in cui è tenuta la Patria e l'auspicio da lui formulato per una riscossa che possa liberare le varie classi sociali italiane dai loro Sepolcri rappresentati dalle corti dei principi stranieri
Il Foscolo però è anche un ammiratore del mondo classico di quel mondo pagano che fece cantare con melodiosa armonia i poeti greci prima e quelli romani poi
Da loro egli prende principalmente la bellezza delle forme la veridicità delle situazioni e la spigliatezza dei sentimenti
Appunto per questo il Foscolo ci appare ed è i più completo dei poeti
Egli sa amare la patria sa celebrare una donna e sa con una visione quasi mistica esaltare i Bello
Talvolta però i suo atteggiamento è scettico; questo scetticismo è suggerito principalmente dalla impossibilità di poter fare nell'immediato presente qualcosa di veramente rilevante che possa riscattare la Patria in cui eventi generali si ripercuotono sulla sua vita costringendolo ad esulare e a morire in esilio
La maggior parte dei suoi canti sono un inno costante alle bellezze naturali della penisola all'altezza irraggiungibile della sua civiltà al genio dei suoi uomini insuperati in arte in letterature e nel campo scientifico e soprattutto alle tradizioni di sublime eroismo
attraverso lo studio della sua produzione poetica ci è stato agevole vedere questi aspetti spirituali del compositore dei Sepolcri carme che proietterà "finchè il sole risplenderà sulle sciagure umane"per dirla col Foscolo stesso, la fama del suo canto non solo "per terre abbraccia il grande padre oceano" ma per innumerevoli serie di secoli
non sarà superfluo ricordare che la poesia sepolcrale esisteva anteriormente e attualmente all'epoca di Foscolo questa poesia indubbiamente servì da fonte (solo da fonte non da modello) perché nessuno prima del Foscolo aveva saputo fare con essa un carme che potesse dar visione completa di un forte tono politico civile e sociale
"all'ombra de' cipressi e dentro l'urne /confortate di pianto è forse il sonno /della morte men duro ?"
con questo interrogativo il Foscolo volutamente ci immette nel regno della morte ma lo fa con un magistero inarrivabile
ma se il sonno della morte non sarà meno duro all'ombra dei cipressi quale allora sarà il valore di una tomba di un sasso che possa distinguere le ossa del grande Parini da quelle di colui che lasciò sul patibolo i suoi giorni
Ei Foscolo afferma che solo attraverso quel sepolcro si stabilisce una corrispondenza di amorosi sensi in virtù della quale noi viviamo con l'estinto e l'estino vive con noi
visione veramente poetica questa cioè irreale
abolire la tomba significherebbe togliere agli uomini quella meravigliosa illusione in virtù della quale ci si conforta con il ricordo di quanti cari verranno a inumidire con le loro lacrime la terra su cui si elevano i cipressi
Foscolo è sicuro che nessuna domma innamorata si recherà presso la sua tomba a spargere lacirme e quindi i cipressi per mancanza del pianto non diverranno mai alti
concludendo affermiamo che il sentimento che domina nei Sepolcri è la celebrazione di questa Italia che tante volte vinta e umiliata risorge per una missione di civiltà che le è stata assegnata fina dal suo nascere per vivere in mezzo a tutti i popoli che solo da essa hanno appreso i canoni della imperitura civiltà latino-cristiana
la classica e la romantica
la prima ha come connotato una tradizione di forme e di contenuto assi sviluppato
la seconda invece trova le sue basi nel sentimento tra cui domina l'amore per la Patria nonché per la donna
Con un rapido sguardo ci è possibile esaminare le donne amate e cantate dai nostri poeti a cominciare dalla Scuola poetica siciliana e finendo con gli ottocentisti
Da questo esame risulterà assai chiaro i fatto che la domma prima indifferenziata nei suoi caratteri somatici ma principalmente amorfa nei suoi connotati spirituali va man mano spiritualizzandosi con i dolcestilnovisti e via via umanizzandosi con la poesia rinascimentale per diventare in ultima analisi non compagna spirituale dell'uomo con il preciso compito di redimere ma per costituire oggetto di ispirazione di ammirazione e soprattutto essere vivo che vive la vita dei poeti nei suoi aspetti morali e materiai
li ottocentisti fra i quali Foscolo ammirano ed esaltano quelle donne che alla graziosa femminilità accomunano la bellezza fisica la grazia e la gaia spensieratezza della gioventù
Il Foscolo in particolare ammira la bellezza ("Le Grazie" e "Le Lodi") e di fronte al bello il suo atteggiamento diventa perplesso ma non tanto da rendere il poeta timido anzi il suo spirito si esalta e la sua poesia eterna più per le forme della donna che per la psicologia della stessa
Per questa particolare caratteristica il Foscolo si inserisce nella corrente dei romantici tale affermazione apparirà ancora più evidente se si tiene presente l'atteggiamento del Foscolo relativamente alle condizioni di soggezione in cui è tenuta la Patria e l'auspicio da lui formulato per una riscossa che possa liberare le varie classi sociali italiane dai loro Sepolcri rappresentati dalle corti dei principi stranieri
Il Foscolo però è anche un ammiratore del mondo classico di quel mondo pagano che fece cantare con melodiosa armonia i poeti greci prima e quelli romani poi
Da loro egli prende principalmente la bellezza delle forme la veridicità delle situazioni e la spigliatezza dei sentimenti
Appunto per questo il Foscolo ci appare ed è i più completo dei poeti
Egli sa amare la patria sa celebrare una donna e sa con una visione quasi mistica esaltare i Bello
Talvolta però i suo atteggiamento è scettico; questo scetticismo è suggerito principalmente dalla impossibilità di poter fare nell'immediato presente qualcosa di veramente rilevante che possa riscattare la Patria in cui eventi generali si ripercuotono sulla sua vita costringendolo ad esulare e a morire in esilio
La maggior parte dei suoi canti sono un inno costante alle bellezze naturali della penisola all'altezza irraggiungibile della sua civiltà al genio dei suoi uomini insuperati in arte in letterature e nel campo scientifico e soprattutto alle tradizioni di sublime eroismo
attraverso lo studio della sua produzione poetica ci è stato agevole vedere questi aspetti spirituali del compositore dei Sepolcri carme che proietterà "finchè il sole risplenderà sulle sciagure umane"per dirla col Foscolo stesso, la fama del suo canto non solo "per terre abbraccia il grande padre oceano" ma per innumerevoli serie di secoli
non sarà superfluo ricordare che la poesia sepolcrale esisteva anteriormente e attualmente all'epoca di Foscolo questa poesia indubbiamente servì da fonte (solo da fonte non da modello) perché nessuno prima del Foscolo aveva saputo fare con essa un carme che potesse dar visione completa di un forte tono politico civile e sociale
"all'ombra de' cipressi e dentro l'urne /confortate di pianto è forse il sonno /della morte men duro ?"
con questo interrogativo il Foscolo volutamente ci immette nel regno della morte ma lo fa con un magistero inarrivabile
ma se il sonno della morte non sarà meno duro all'ombra dei cipressi quale allora sarà il valore di una tomba di un sasso che possa distinguere le ossa del grande Parini da quelle di colui che lasciò sul patibolo i suoi giorni
Ei Foscolo afferma che solo attraverso quel sepolcro si stabilisce una corrispondenza di amorosi sensi in virtù della quale noi viviamo con l'estinto e l'estino vive con noi
visione veramente poetica questa cioè irreale
abolire la tomba significherebbe togliere agli uomini quella meravigliosa illusione in virtù della quale ci si conforta con il ricordo di quanti cari verranno a inumidire con le loro lacrime la terra su cui si elevano i cipressi
Foscolo è sicuro che nessuna domma innamorata si recherà presso la sua tomba a spargere lacirme e quindi i cipressi per mancanza del pianto non diverranno mai alti
concludendo affermiamo che il sentimento che domina nei Sepolcri è la celebrazione di questa Italia che tante volte vinta e umiliata risorge per una missione di civiltà che le è stata assegnata fina dal suo nascere per vivere in mezzo a tutti i popoli che solo da essa hanno appreso i canoni della imperitura civiltà latino-cristiana
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