Giuseppe Parini
Giuseppe Parini (1729-1799) è la figura più importante della cultura milanese della seconda metà del Settecento. Di umili origini, fu avviato alla carriera ecclesiastica più per il bisogno che per vocazione : secondo l'usanza del tempo fece il precettore presso una famiglia di nobili, i fuchi Serbelloni, che abbandonò dopo aver preso le difese di una cameriera schiaffeggiata dalla duchessa. Visse i dignitosa povertà dando prova di non comune dirittura morale e libertà spirituale, che gli procurarono incarichi pubblici tanto dal governo austriaco di Maria Teresa, la sovrana "illuminata" della Lombardia, quanto dalla nuova municipalità insediatasi dopo l'arrivo dei Francesi di Napoleone a Milan. Nella sua personalità moralmente integerrima convivono principi cristiani e gli ideali illuministici e rivoluzionari che informarono la sua vita facendone un esempio di serietà morale e di impegno civile e sociale. L'origine contadina e il contatto con la classe nobiliare prima e con le esasperazioni e le intransigenze dei rivoluzionari poi gli fecero sognare una forma di società in cui non ci fossero più ingiustizie ne soprusi, dove il rispetto e la tolleranza si fondessero con l'amore del prossimo e la ricerca della verità, del bene e dell'utile per tutti e dove su tutto dominassero comprensione e senso del dovere, moderazione ed equilibrio.
La sua opera principale è Il Giorno, un poemetto in quattro parti ( le prime due uscirono rispettivamente nel '63 e nel '65 e le ultime nel 1801, postume), nel quale il poeta si prefigge lo scopo di correggere i difetti e i vizi dell'aristocrazia a lui ben noti per conoscenza personale; ma invece di combatterli apertamente e direttamente egli usa l'arma più sottile dell'ironia : spesso il sorriso tempera la durezza della condanna e non suscita mai l'odio o la violenza che caratterizzano invece la rivoluzione francese.
In lui i principi illuministici e rivoluzionari furono infatti temperati dallo spirito di carità proprio del cristianesimo.
Fingendosi precettore di un "giovin signore" lo accompagna attraverso le sue futili e frivole attività : la descrizione della giornata oziosa e vuota dell'aggraziato bellimbusto richiama alla mente per contrapposto la dura fatica del contadino e dell'artigiano : implicitamente il poeta traccia una netta demarcazione tra due forme antitetiche di vita separando nettamente i due mondi opposti dell'aggraziata ma parassitaria nobiltà del popolo condannato a una disumana fatica. Ne emerge l'ideale di una società più giusta dove l'uguaglianza proclamata dagli illuministi si fonde con l'amore predicato dal cristianesimo.
Il ridicolo accompagna costantemente il giovin signore e suscita di riflesso la reazione morale del lettore; nei momenti di più grave tensione l'ironia si inasprisce nei toni più duri del sarcasmo e dell'aperta condanna.
Al mondo aristocratico satireggiato nel Giorno fa da contrappeso la celebrazione dei valori che dovrebbero informare la nuova società e che il poeta illustra nelle Odi (1757-70), dove sono ripresi liricamente i programmi di rinnovamento materiale e spirituale per i quali Parini si batté.
La poesia del Parini formalmente rientra nel clima della cultura classicistica del tempo. L'armonia che caratterizza lo stile classicheggiante e ne informa le strutture del discorso esprime compiutamente l'equilibrio interiore he anima la personalità e il programma civile e sociale del Parini; e nello stesso tempo l'aulicità preziosa e solenne del linguaggio usata per descrivere un mondo così vuoto e misero pur nella sua grandiosità esteriore si rivela la forma più adatta a sottolinearne, accentuandola la pochezza interiore.
Il Giorno rientra negli schemi classicistici dei generi letterari per il suo contenuto didascalico e per il suo carattere satirico può essere considerato un poema didascalico-satirico in quanto il poeta, sotto le vesti di un precettore, finge di dare ai giovani nobili gli insegnamenti necessari per muoversi nel bel mondo aristocratico mentre in effetti investe quel mondo con la sua ironia satireggiandolo e condannandolo senza riserve, soprattutto, come si è già detto, attraverso l'uso sapiente del linguaggio aulico e altisonante della tradizione classica.
Usando questa particolare forma di espressione il poeta evidenzia il suo atteggiamento spirituale : con la sua diversità di tono serio nella prima parte ironico nella seconda il Parini contrappone il mondo della gente comune al mondo aristocratico sottolineandone le differenze materiale e spirituali e riversando tutta la sua simpatia sugli umili.