La mula - Luigi Capuana
Il racconto risale al 1881 e fa parte delle Paesane, l'opera dove si descrivono usi, costumi, passioni, superstizioni, vizi, mentalità del popolo siciliano.
Per gli scrittori naturalisti e veristi nell'uomo no c'è spazio per I sentimenti, perché il suo comportamento è legato alle condizioni ambientali ed economiche della situazione in cui vive. Così' è per don Michele per il quale conta solo la proprietà : la mula che vale 40 onze è perciò più importante della moglie e la sua malattia lo mette giustamente in angosciosa costernazione.
Invece la malattia della moglie non lo angustia anzi per lui non esiste da un punto di vista affettivo; è solo un accidente che gli si aggiunge con la minaccia di rovinarlo completamente perché se la moglie muore egli dovrà restituirne la dote ai famigliari.
Don Michele non è un uomo, non ha sentimenti ne passioni, non ha neanche l'amore per la roba del verghiano Mazzarò, non ha cuore; Capuana ha costruito un personaggio che vive soltanto perché sollecitato da una molla del tutto esteriore che annulla in lui ogni elemento sentimentale e umano. La conclusione ha qualcosa di grottesco e una sfumatura ironica : lo scrittore esce improvvisamente allo scoperto abbandonando la tradizionale impossibilità e ci lascia scorgere per un attimo solo la sua sdegnata condanna
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mercoledì 15 aprile 2020
lunedì 13 aprile 2020
Luigi Capuana
Luigi Capuana
Luigi Capuana siciliano (1839-1915) di Mineo presso Catania fu scrittore critico insegnante universitario, ma soprattutto amò la sua terra che descrisse e fece conoscere in tutto il paese.
Si appassionò ai principi dei naturalisti francesi, li sostenne, li divulgò e li applicò nella sua opera letteraria. Scrisse due importanti romanzi Giacinta (1879) il marchese di Roccaverdina (1901) e parecchi libri di novelle tra cui eccellono Le paesane ( 1894). Compose anche opere teatrali in dialetto e libri di narrativa per l'infanzia (Scurpiddu).
Luigi Capuana siciliano (1839-1915) di Mineo presso Catania fu scrittore critico insegnante universitario, ma soprattutto amò la sua terra che descrisse e fece conoscere in tutto il paese.
Si appassionò ai principi dei naturalisti francesi, li sostenne, li divulgò e li applicò nella sua opera letteraria. Scrisse due importanti romanzi Giacinta (1879) il marchese di Roccaverdina (1901) e parecchi libri di novelle tra cui eccellono Le paesane ( 1894). Compose anche opere teatrali in dialetto e libri di narrativa per l'infanzia (Scurpiddu).
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