letteratura italiana - le origini
Le lingua italiana deriva dal latino volgare. La lingua latina infatti presentava anticamente due forme una letteraria o scritta ( latino letterario) usata dai dotti e dalle persone di condizione più elevata uan volgare o parlata ( latino volgare) usata dalla plebe e dalle persone meno colte. Il latino volgare veniva indicato anche con il nome di sermo plebeius rusticus militaris cotiduanus ecc. mentre il latino letterario diceva ad esempio equus os ignis edere il volgare diceva caballus bucca focus manducare
I coloni latini esportarono nelle province il latino volgare che subì in tal modo numerose alterazioni a seconda delle lingue parlate dalle popolazioni locali così per esempio tra le popolazioni celtiche della Gallia l'u accentato del latino volgare fu pronunciato in u"
Queste differenze locali si fecero naturalmente più accentuate con la caduta dell'Impero spezzata l'unità politica anche l'unità linguistica andò dal V secolo in poi gradatamente perdendosi; e dal latino volgare sorsero le lingue romanze o neolatine ( cioè romanzate o nuove latine).
Le principali lingue neolatine sono sei : portoghese, spagnolo, francese, o lingua d'oi"l, provenzale o lingua d'oc (da cui l'aggettivo occitanico) rumeno e italiano.
Un'altra unità linguistica neolatina è costituita dai dialetti ladini parlati in tre zone distinte delle Alpi Il Friuli una parte del Trentino il Cantone dei Grigioni.
I mutamenti principali subiti dal latino nella sua trasformazione in volgare furono :
la perdita del neutro
la perdita dei casi o declinazioni sostituiti dalle preposizioni
la scomparsa della forma passiva del verbo
l'aggiunta dell'articolo
l'instaurazione di una nuova forma di futuro (amerò da amare habeo )
Non meno profonda fu la trasformazione subìta dalla metrica antica.
La metrica antica era quantitativa cioè si fondava sulla quantità delle sillabe ( lunghe o brevi ) la metrica volgare è accentuativa cioè si fonda sull'accento delle sillabe.
Vengono inoltre introdotte la rima e la strofa già molto usate nei versi latini della decadenza.
I primi scritti del volgare italiano risalgono al IX secolo e al X secolo per quanto tracce di volgare si incontrino già in parole e frasi fin dal VI secolo. Tra i primi documenti delle lingua italiana si possono ricordare
1) l'indovinello veronese (IX secolo) :
se pareba boves - alba pratalia araba - et albo versorio teneba - et negro semen seminaba - ( Spingeva avanti i buoi arava bianchi prati e teneva un bianco aratro e seminava nero seme ) si tratta di un indovinello che indica l'atto dello scrivere scoperto in un codice della Biblioteca Capitolare di Verona. Si tenga presente che i buoi sono le dita; il campo bianco è il foglio il bianco aratro è la penna d'oca e il nero seme è l'inchiostro.
2) la carta capuana (960) un documento notarile che tratta una questione di proprietà tra l'abate di Montecassino e un certo Rodelgrimo d'Aquino.
Eccone il testo " Sao ko kelle terre per kelle fini que ki contene trenta anni le possette parte sancti Benedicti" (so che quelle terre entro quei confini che qui si descrivono le ha possedute per trenta anni l'amministrazione del monastero di san Benedetto ).
Il documento è in latino ma la formula di giuramento che abbiamo riportato è scritta in una lingua che ormai risolutamente volgare.
Tra i primi documenti della letteratura italiana si possono ricordare
1) Ritmo laurenziano (1150 circa) una cantilena di un giullar toscano in onore di un vescovo di Osimo.
2) ritmo cassinese (fine del sec. XII) un dialogo in versi intorno alla vita celeste e alla vita terrena.
Si tratta di componimenti che dimostrano buona cultura e notevole abilità tecnica.
E' da osservare che tra i vari volgari di ambito regionale (il lombardo l'umbro il siciliano ecc.) prevalse infine per ragioni storiche geografiche e letterarie il fiorentino la lingua di Dante e della Divina Commedia.