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mercoledì 17 ottobre 2018

Friedrich Schiller

Friedrich Schiller

Nacque a Marbach (1759-1805) da un chirurgo  che lo avviò contro voglia alla medicina; nel 1787 si recò a Weimar dove conobbe Goethe  con il quale strinse una lunga e fruttuosa amicizia. Schiller sentì particolarmente l'influenza dello Sturm Und Drang, della sua intensa particolarità e dell'acuto spirito di rivolta contro ogni forma di costrizione; si interessò alla storia, di problemi estetici e filosofici, di poesia, ma soprattutto si dedicò al teatro, che gli sembrava lo strumento più adatto a rappresentare la volontà popolare e il sentimento  della nazione tedesca.
Nei suoi drammi esaltò l'innato spirito di libertà e di ribellione all'oppressione alla corruzione all'ingiustizia e al sopruso  della società e dei tiranno.
Le sue opere più importanti sono i Masnadieri (1781), intenso e drammatico scavo piscologico dello sfondo delle imprese di una banda che nelle foreste della Boemia ruba ai ricchi per dare ai poveri; Don Carlos e il padre Filippo II di Spagna e testimonianza della vana battaglia di uno spirito nobile e generoso contro il dispotismo dello stato assoluto e della Chiesa; la trilogia tragica Wallstein(1792) dedicata al grande condottiero della Guerra dei Trent'anni assassinato  per aver tentato di tradire il proprio sovrano e rappresentato come simbolo del patriota che invano si sforza di comporre i dissidi politici e religiosi della Germania; Guglielmo Tell (1804) commossa celebrazione della lotta combattuta dai cantoni svizzeri agli inizi del '300 per la propria libertà.

domenica 16 settembre 2018

François- René de Chateaubriand

Chateaubriand  - Renato

François-René  de Chateaubriand (1768-1848)  discende da una antica famiglia aristocratica è la personalità più emblematica dei precursori del romanticismo.
Trascorse l'infanzia solitaria e sognante tra lande e brughiere selvagge di fronte ai flutti dell'Atlantico  a Combourg  e a Saint-Malò dove era nato, sulla costa bretone; allo scoppio della Rivoluzione si recò in America, dove per sette mesi visitò le regioni poco conosciute sulla traccia dei grandi esploratori sino alle terre dei grandi laghi. Tornato in patria nel'93 combatté a fianco degli emigrati e fu quindi costretto ad andare in esilio a Londra, dove visse miseramente.
Amnistiato, ritornò in patria, e ricoprì importanti cariche politiche sotto Napoleone e, durante la Restaurazione sotto i Borboni, ma sempre con un certo spirito di indipendenza che lo portò a gesti clamorosi di rifiuto e di rottura  prima con Napoleone e poi con Luigi Filippo, che rientrano nel gusto un po' troppo  esibizionistico dello scrittore sempre pronto a sfruttare ogni occasione per costruire il proprio personaggio  non solo  per i contemporanei, ma anche per i posteri.
Tutte le sue opere sono profondamente permeate da una sensibilità romantica piuttosto estenuata e morbosamente torbida che si riflette in uno stilo troppo spesso enfatico e ridondante : per questa retorica di fondo tanto il personaggio quanto l'opera  in un certo senso anticipano i languori i turbamenti  e l'esasperato  individualismo della sensibilità decadentistica.
Fu sepolto per suo desiderio  su uno scoglio solitario davanti all'Atlantico presso Saint-Malò.

venerdì 14 settembre 2018

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo (1778-1827) possono essere  considerate il primo romanzo italiano moderno. Furono scritte negli ultimi anni del '700 e pubblicate  nel 1802 durante l'esilio londinese ebbero la revisione definitiva. Opera sostanzialmente autobiografica  redatta in forma epistolare secondo l'uso  del tempo, nasconde le passioni e le delusioni di Foscolo sotto la figura del giovane Jacopo Ortis, uno studente che dopo il trattato di Campoformio deve abbandonare Venezia perché sospetto aglio Austriaci per le sue idee liberali e si rifugia su colli Euganei  dove conosce Teresa, infelicemente fidanzata per opportunità familiari se ne innamora e ne è ricambiato; però  come ha dovuto rinunciare al sogno di libertà per la patria, così deve rinunciare al sogno d'amore, e non potendo vivere in schiavitù  e senza Teresa dopo aver peregrinato per città  e regioni italiane  ove il ricordo del passato e la situazione presente alimentando  soprattutto la delusione politica alla notizia delle nozze di Teresa si uccide. le lettere sono indirizzate ad un amico Lorenzo Alderani che dopo la morte  di Jacopo le pubblicherà  per eternare i ricordo dell'infelice giovane.
Alla mente di Foscolo  fu certo presente la tragica vicenda di Werther, ma l'ispirazione delle due opere è profondamente diversa : infatti Werther si uccide solo per disperazione d'amore  mentre Jacopo, erede spirituale di Alfieri  e fremente dell'ardore di libertà, rinuncia alla vita perché incapace di sopravvivere alla duplice delusione politica e sentimentale. Il motivo  politico caratterizza, come vedremo, sin dall'inizio l'opera e ad esso è congiunto il tema della morte : per vivere da liberi e da forti bisogna imparare a poter liberamente e fortemente morire; l'amore di Teresa dapprima dà al giovane la forza di resistere all'obbrobrio della servitù e della viltà degli italiani, ma in seguito , quand'anch'esso con le nozze di Teresa appare definitivamente irrealizzabile, riconferma in Jacopo la convinzione che la vita non ha più senso per che la considera ormai senza valore. Come dice lo stesso Foscolo  commentando i proprio romanzo, nell'Ortis il vero contrasto sta tra la disperazione delle passioni e il naturale amore per la vita : i sentimenti, eccitati in lui dalla giovane che desidera e che non potrà mai sposare  e dalla patria che ha perduto e che inutilmente  anela di vendicare, forniscono  nuove armi ala disperazione superando il normale orrore per la morte. Il suicidio è già scontato  sin dalla prima lettera e non giunge perciò inatteso : come forma di protesta alfieriana e romantica ha un profondo valore spirituale perché nella evidenza della voluta esasperazione dei sentimenti e dei gesti simboleggia una condizione altamente virile e eroica : la vita è bella e amata dagli uomini a patto però che sia vissuta intensamente e in nome di nobili e generosi ideali, perché in caso contrario non è degna di essere chiamata vita.

giovedì 13 settembre 2018

I dolori del giovane Werther

I dolori del giovane Werther

I dolori del giovane Werther riflettono un'esperienza autobiografica di Goethe a ventitré anni: nato a Francoforte sul Meno ne 1749 nel 1772 passò a Wetzlar con l'intenzione, per la verità scarsamente realizzata, di fare pratica presso il tribunale supremo dell'Impero, qui si innamorò della fidanzata di un amico Charlotte Buff alla quale rinunciò con dolore e fatica, trasferendo due anni dopo la storia della propria appassionata e tormentata esperienza nel romanzo che divenne subito famoso. Il romanzo è un romanzo epistolare. La vicenda piuttosto semplice e lineare: Werther ritirandosi  a vivere in campagna, conosce Carlotta, se ne innamora e in seguito viene a sapere che ella è promessa all'onesto, ma arido amico, Alberto  di cui diventerà amico; mentre nel suo cuore cresce la passione anche perché si accorge che il sentimento è ricambiato, Carlotta e Alberto si sposano; vinto dall'impossibilità di realizzare il sogno d'amore e tormentato per il contrasto tra la propria passione e il dovere di non turbare la felicità di Alberto e Carlotta, Werther si uccide.
Werther, secondo le parole dello stesso Goethe, è un giovane dotato di sentimento profondo e puro e di vera penetrazione, facile a smarrirsi  in sogni fantastici e incapace di resistere all'infelice passione che lo travolge: è sostanzialmente un debole che non riesce a trovare la forza di affrontare virilmente la realtà, e solo nella natura prova conforto  e commiserazione ai tormenti del cuore. Erede dello spirito russoviano, sente disgusto per la società e per le sue convenzioni, ma non sa ribellarsi con la decisione e l'empito dei veri rivoluzionari. Il suo stato d'animo di fondo tra gli estremi del luminoso entusiasmo e del cupo abbattimento, un male dello spirito di quelle generazioni che sarà tipico del romanticismo. La descrizione di questo tipo di personalità e al drammatica conclusione del suicidio ( che è da considerarsi una forma di ripiegamento e di rinuncia di fronte alle contraddizioni  e dal dramma dell'esistenza) faranno di Werther un simbolo e in lui si riconosceranno generazioni di giovani.

mercoledì 12 settembre 2018

l'eroe romantico

l'eroe romantico

Il romanticismo, prima ancora di diventare un movimento culturale e letterario, fu uno stato d'animo un sentimento, un modo di atteggiarsi di fronte alla vita e alla società.
Le caratteristiche dell'eroe romantico non presentano grandi variazioni da opera a opera, anche se ciascuno di essi ha una sua nota e un suo motivo particolare : quello che soprattutto li distingue l'uno dall'altro è la peculiarità del linguaggio con cui ciascuno scrittore costruisce il suo personaggio, lo stile con cui gli dà vita e ne determina il profilo e l'atmosfera che lo circonda.
L'eroe romantico è interiormente tormentato da un dramma che spesso non ha nome e che non può trovare soluzione se non nella morte : il tormento interiore lo spinge fuori dalla società nel seno accogliente  della natura, ma la solitudine genera malinconia, noia, vuoto. Dall'avversità del destino, dall'incomprensione  degli altri e dall'innata irrequieta scontentezza derivano spesso uno spirito torvo di ribellione uno stato di acuta sofferenza, un angoscia sorda e mortale, ma il tormento non di rado è accompagnato da una sorta di dolce voluttà del dolore, da un compiacimento morboso per la propria condizione di vittima. Il paesaggio in cui l'eroe romantico lamenta tra le lacrime la sua sorte infelice è selvaggio cupo e tempestoso : una perfetta rispondenza di toni ne fa l'uno lo specchio dell'altro.
Il primo eroe romantico è Werther (1774) nel quale Goethe trascrive trepidamente la tragica vicenda d'amore dal momento idillico della nascente passione al  momento drammatico del distacco. Werther, a cui ispirarono consciamente o inconsciamente tutte le opere successive fu un vero e proprio modello non solo di letteratura  ma anche di vita.
In  Jacopo Ortis (1802) di Foscolo al dramma dell'amore impossibile si aggiunge il dramma più virile eroico della passione politica delusa e mortificata dall'altrui tradimento e dall'ignavia degli italiani.
Renato (1802) di Chateaubriand, sentendosi estraneo al proprio paese e alla civiltà in cui è nato, porta la sua sofferenza e la sua irrequietudine nell'inconsueta atmosfera di lussureggianti paesaggi esotici che meglio rispondono al bisogno di uno spirito sradicato dal mondo.
Più torbido e mosso, Aroldo (1812) di Byron sfoga il disprezzo per gli uomini e la ribellione alla società con la fuga e l'evasione in paesi stranieri; ma il lungo errare non placa la solitudine che gli pesa nell'animo e il tormento che lo travaglia.
A questi eroi, che in parte precedono l'elaborazione delle teorie romantiche e la costituzione di vere e proprie scuole e correnti poetiche nei vari paesi europei, se ne aggiungeranno altri come Adolfo (1816) di Benjamin Constant, Adelchi (1822) di Manzoni, Eugenio Oneghin (1823-31) di Aleksàndr Puskin. Da questi personaggi deriveranno altre figure che però ci sembrano ormai estranee all'area romantica, anche se  ne conservano tratti caratteristici.
Ancora un'osservazione : accanto all'eroe romantico e alla sua languida malattia dell'anima negli stessi anni un'altra figura accese al fantasia e il sentimento : Napoleone, un eroe in più di una generazione di giovani.

giovedì 30 luglio 2015

IL MANIFESTO DEL ROMANTICISMO LA LETTERA SEMISERIA DI CRISOSTOMO G BERCHET

la " lettera semiseria di Crisostomo" è il documento  fondamentale o manifesto del Romanticismo per quanto si riferisce al Romanticismo lombardo- piemontese
La poetica romantica invero come si è detto  nelle pagine  che precedono ha avuto delle origini  assai remote  se tuttavia si vuole rintracciare la fonte più immediata  o meno remota bisogna ritrovarla nella concezione filosofica- letteraria di Gian Battista Vico  che nei "Principi della Scienza Nuova fermò  le più importanti teorie romantiche primitivismo o barbarismo  epoca dell' uomo "bestione" che sente senza avvertire  prima e poi  avverte con animo perturbato e commosso 
In questo turbamento  psicologico  e in questa profonda commozione è da vedersi  l'articolazione  sentimentale dell'uomo  che sta alla base  di tutto il Romanticismo  europeo
Ci fu  quindi in Italia  un romanticismo  autonomo  nato nei confini nazionali  e particolarmente nel napoletano  proprio mentre si sviluppavano e si propagavano i principi basilare dell'Illuminismo nella metà del Settecento
Romantico è il principio secondo cui il popolo trae la sua storia  dalla storia del passato  per effetto  della continuità  perenne  dell'azione  dell'uomo  unico  e vero autore della storia secondo la concezione storico - politica del Macchiavelli e del Vico 
E' questo principio che  anima il carme dei Sepolcri del Foscolo 
Ed è da aggiungere che romantico è pure il principio del vero in arte (Manzoni)  del contenuto sociale dell'arte (I Promessi Sposi)  e della derivazione della lingua dai dialetti
Accanto a questo  Romanticismo  dei maggiori autori  del nostro Ottocento  visse e operò la schiera di romantici (Berchet, Ludovico di Breme, Pietro Borsieri  Giuseppe Nicosini  e Niccolò Tommaseo)

nel 1816 Giovanni Berchet pubblicava  a Milano la "Lettera semiseria  di Crisostomo" sul "Cacciatore feroce " e sulla "Eleonora  di G. A. Burger , lettera che viene anche oggi considerata il manifesto del Romanticismo italiano
E' una lettera dal tono critico che il Berchet  che assume lo pseudonimo di Crisostomo  immagina di  inviare al figlio  come introduzione premessa delle due ballate  dello scrittore tedesco  presentate come modello perfetto della poesia romantica
"La sola vera poesia  - sostiene nella lettera - sia la popolare
La poesia vuole essere specchio di ciò  che commuove  maggiormente l'anima  e l'anima è commossa  al vivo dalle cose  nostre che  ci circondano  tutto dì"

nega quindi il  Berchet che commozione possono suscitare gli avvenimenti antichi  le cose del passato  le vicende degli uomini  delle precedenti generazioni che a noi vengono riportate nei libri di storia
"Traetevi -o generosi italiani - ad esaminare da vicino  voi stessi la natura  e lei imitate 
Rendetevi  coevi  al secolo vostro  e non ai secoli seppelliti  fate di piacere al popolo  vostro  investigate negli animi  di lui e pascetelo  di pensiero  e non di vento  siate uomini  e non cicale"
L'aggettivo semiserio legato alla lettera  trae origine e motivo dal fatto che  verso la fine di essa Berchet  dopo avere validamente sostenuto i principi della  letteratura romantica  assume ad un tratto un tono serio fingendo di aver parlato fino a quel punto per scherzare  sui novatori romantici
In realtà però l'autore deride gli scrittori classici  ed esalta i principi del nuovo movimento

mercoledì 29 luglio 2015

il romanticismo in Italia

I canoni dell'arte romanica nata in Germania come svolgimento  dell'idealismo di Kant interpretata dal non meno idealista Hegel  soprattutto  come reazione alle idee  del sensismo illuministico  e dell'assolutismo non solo  del periodo napoleonico  ma del periodo  della restaurazione  non sono del tutto nuovi  ne campo letterario
La sua estetica infatti  è celebrazione dei sentimenti di esaltazione  tra questi del dolore visione lugubre della vita quotidiana
Caratteri questi già distintivi  delle letterature antiche e relativamente  della nostra letteratura italiana è la continuazione della cultura classica 
In Germania questo movimento letterario  che è espressione  di una coscienza filosofica  e storica nacque col duplice scopo di  opposizione alla politica  assolutista negatrice delle libertà personali e nazionali  e di educazione del popolo  su un piano storico  per la conquista delle libertà  perdute
Il romanticismo quindi ebbe un tempo carattere storico  ed indirizzo popolare mentre esaltò  il valore del sentimento  e la preminenza di questo sulla ragione delle azioni umane  quando dicesi  sentimento però non si deve confondere l'espressione di sentimentalismo  poiché sarà carattere fondamentale  del secondo romanticismo del Prati  e dell'Aleardi  anticipazione del decadentismo  del Fogazzaro e del Pascoli
Indirizzo a sé seguirà invece il Verga che darà inizio  al Verismo in letteratura ereditando uno dei caratteri del romanticismo  il vero infatti nella estetica romantica costituisce il soggetto dell'arte
Il movimento assunse nome dall'aggettivo  romantique; si rifece al periodo delle lingue romanze cioè a quel periodo  che trasformò si a in letteratura che in arte i  caratteri della romanità
per il mondo germanico  era stata necessità storica rifarsi al medio Evo 
Infatti in questo periodo la vita nazionale germanica  fu distinta  da particolare eroismo  per l'azione soprattutto di Sigfrido  considerato nell'800 eroe nazionale  della Germania
il medio evo germanico non ebbe però carattere classico  latino infatti fu  elemento di opposizione a quello romano 
Esaltare il medio evo  per i letterati germanici significò allontanarsi dalla tradizione classica  ed esaltare il sentimento nazionale
la letteratura  ebbe come scopo  l'utile cioè educare  diffondendo la cultura presso il popolo e  incitarlo alla conquista della libertà  perduta
Cos' l'idealismo  filosofico  la massoneria  politica e il romanticismo  letterario ebbero unica causa  e medesimo  effetto 
relativamente alla letteratura nostra sorge spontanea una domanda  i romantici italiani  nel fine furono così come nei mezzi  diversi dai classici ? In altri termini  la scuola manzoniana fu  più patriottica di quella carducciana ?
a queste domande bisogna rispondere negativamente  in quanto i neoclassici  dal Monti al Carducci  non fecero opera di amor patrio  minore di quella dei romantici  dal Pindemonte  all'ultima vera espressione del romanticismo Giovanni Pascoli
La nostra letteratura dell'800 è tutta una fioritura di sentimenti nazionali 
Nessuna particolare  aggettivazione può differenziare  i nostri  maggiori poeti  di questo secolo  perché  tutti in Italia  direttamente o indirettamente  attinsero  al mondo classico  romano i neoclassici  attraverso  la conoscenza diretta degli autori latini  i romantici attraverso l'interpretazione che di questi autori  avevano  dato il Medio  Evo
Gli influssi  delle coeve letterature straniere  alle quali  i  letterati romantici si dedicarono  per suggerimento di Madame de Stael  ci furono  ma il loro apporto  fu assi relativo
Di conseguenza non è difficile riscontrare  caratteri dell'estetica romantica  in scrittori  classici  e caratteri dell'estetica  neoclassica  ini poeti e scrittori romantici
Se per Romanticismo si intende come deve intendersi  quel ton di malinconia e talora di dolore  per situazioni individuali  o condizioni nazionali, il romanticismo  è vivo  ed operante già  in Dante Petrarca e nel Tasso  i quali appaiono contemporaneamente anticipatori  di entrambi  gli avvenimenti  letterari  a seconda che  siano esaminati alla luce dell'estetica  romantica o di quella  classica  così proprio  come accadde  per i grandi dell'800 Foscolo Leopardi  Manzoni Carducci  Pascoli
La distinzione dei caratteri  e quindi delle idee in scuole può farsi  solo nei minori  come Berchet e Pindemonte
I caratteri dell'arte romantica  sono l'affermazione  di quei valori  che l'Illuminismo  aveva negato  religiosità storicismo  amore della libertà  e opposizione alla tirannide (in questo senso  l'Alfieri è preromantico)  verità come  mezzo:
Sono  questi i caratteri che distinguono l'arte del Manzoni  che si fece  cantore del dolore  contro l'ottimismo  illuministico mentre il suo pessimismo nell'ambito  del mondo sensibile
egli infatti  cantò il dolore e seppe dare a questo un nuovo aspetto lo vide come  elemento fondamentale  di redenzione concezione questa che da pessimismo terreno innalza a un misticismo  ottimistico  ultraterreno (dolore catartico)
I mezzo per arrivare a Dio  nella concezione del Manzoni  è il dolore e anzi il riconoscimento  della presenza della divinità nella sofferenza