Vittorio Alfieri
Vittorio Alfieri (1749-1803) è la personalità più "europea" del settecento italiano. Nato ad Asti da una famiglia nobile, dopo una lunga serie di viaggi attraverso Italia, Francia, Inghilterra, Olanda, Prussia, Danimarca, Svezia, Finlandia, Russia, Spagna e Portogallo, consumati parte da avventure e dissipatezze, parte in contatti umani e culturali e in osservazioni e meditazioni che lasciarono il segno nello spirito inquieto, abbandonò il Piemonte troppo angusto e retrivo per la sua personalità singolarmente vivace e irruente, e si trasferì in Toscana dedicandosi totalmente allo studio e alla letteratura. Scoperta una nativa vocazione per il teatro, compose diciannove tragedie (tra le più note ricordiamo il Saul e La Mirra), che pubblicò a Parigi, dove allora si trovava, nel 1789, l'anno della Rivoluzione. A causa degli eccessi rivoluzionari ne fuggì non senza rischi e difficoltà e ritornò a Firenze, dove più tardi morì e dove fu sepolto nella chiesa di Santa Croce.
Pur vivendo nella seconda metà del Settecento, Alfieri ha una sensibilità già apertamente romantica. Dagli illuministi derivò l'amore per la libertà e l'odio per ogni forma di tirannide, la coscienza della missione civile della letteratura, la polemica contro ogni sopruso e ogni limitazione; ma dell'illuminismo gli mancò soprattutto la fede illimitata nella ragione. Il suo spirito, animato e tormentato da un senso altamente tragico dell'esistenza, fu caratterizzato da intensa e calda passionalità, prorompente e orgogliosa individualità viva commozione di fronte agli spettacoli o grandiosi o orridi della natura, cupo pessimismo amor patrio e coscienza nazionale.
L'ardore di libertà e l'odio per la tirannide fremono in tutte le sue opere, particolarmente nelle tragedie, classiche per la forma ma già romantiche per l'ispirazione, dove questi sentimenti si evidenziano nei personaggi contrapposti della vittima e del tiranno in un clima drammatico teso e concitato : ma ciascuno dei personaggi è intimamente tormentato da un conflitto interiore che ne lacera l'animo e lo chiude in una cupa solitudine. In una produzione alfieriana vive in effetti sempre lo stesso personaggio tragico, che avverte drammaticamente tutte le limitazioni che gli eventi, le situazioni o la società pongono al suo spirito : l'ansia di essere se stesso e il bisogno di libertà fanno sì che egli si ritragga fremente entro se stesso, in una solitudine cupa e scontrosa.
Questo eterno personaggio è anche presente nelle pagine autobiografiche della Vita una autobiografia più del mondo interiore che delle vicende esteriori, da dove abbiamo tratto un breve squarcio significativo, che ci descrive nello stesso tempo un paesaggio inconsueto e grandioso e i sentimenti che esso suscita. Nella distesa ghiacciata del Baltico Alfieri trova una forza ostile che, opponendoglisi con tutta la sua maestosa e solenne imponenza, ne suscita l'ardore pugnace e un titanico empito di lotta. Tra gli uomini e la natura si scatena una sorda e affascinante battaglia in essa lo scrittore ritrova l'energia che anima gli uomini liberi contro i tiranni, e fremente vi si immerge. Anche contro i ghiacci l'unico rimedio sarà un'arma, l'eterna vendicatrice e punitrice di soprusi e violenze, un'ascia che egli brandisce come i suoi personaggi brandiscono un pugnale contro il tiranno.
La prosa alfieriana rivela l'educazione classica e la tormentosa ricerca di uno stile personale ed è caratterizzata da un ritmo rapido senza soste né interruzioni pienamente rispondente alla tensione interiore dello scrittore.
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mercoledì 12 settembre 2018
martedì 11 settembre 2018
Gotthold Ephraim Lessing
Gotthold Ephraim Lessing
La battaglia illuministica contro le forme antiquate del pensiero e le strutture oppressive degli stati assoluti in nome di un totale rinnovamento della vita culturale, politica e sociale trova la forma più alta di espressione e di equilibrio in Gotthold Ephraim Lessing (1729-81) , vissuto a più riprese nella città natale di Berlino al tempo di Federico II, il sovrano illuminato amico e amministratore di Voltaire, in un periodo di grande fervore intellettuale, ma anche di guerre (quella dei sette anni) di contrasti di incomprensioni.
Lessing amò la verità però non come possesso sicuro e immutabile, ma come ricerca ininterrotta, perennemente insoddisfatta. Diceva che se Fio gli avesse offerto la verità chiusa nella mano destra e nella sinistra solo l'esigenza di ricercarla anche a prezzo di continui errori, egli avrebbe scelto il dono della mano sinistra perché la pura verità appartiene solo a Dio . Quello che conta no è dunque il possesso della verità, ma il bisogno di essa, la sincerità e la fede con le quali si va costantemente alla ricerca, e una coerente pratica di vita. In un'età in cui si venerò la ragione, ma ci si comportò spesso con incomprensione e intolleranza nei confronti di avversari e nemici (basterà ricordare la durezza di certe polemiche e gli eccessi del Terrore per altro comprensibili nel clima della Rivoluzione) Lessing predicò la tolleranza e la fiducia nella ragione e nel conseguente progresso della civiltà umana, che si può ottenere se gli uomini hanno la forza di comprendersi e di operare in un clima di reciproco amore e rispetto. Questi principi valgono anche per la religione, che pure aveva diviso spesso anche crudamente nei secoli gli uomini per la differenza delle fedi.
Nel Nathan il saggio Lessing riprende con altro spirito una novella del Boccaccio : il Saladino chiede all'ebreo Nathan quale delle tre religioni l'ebraica, la cristiana e la mussulmana sia vera, e Nathan con una parabola gli dimostra che non è possibile saperlo, mentre è possibile giudicare la validità dei principi dai buoni risultati che ne conseguono nella vita pratica. Ogni religione dunque vale per la morale a cui ha saputo dar vita ed ogni uomo deve essere giudicato no per la religione (o per i principi ) che professa, ma per il suo modo di comportarsi e di operare, con spirito di giustizia e di bontà per tutti. Al di sopra delle confessioni religiose Lessing auspica quella religione terrena e laica, feconda di civiltà e di progresso che è la religione dell'umanità e che soltanto la fede nella ragione e a ricerca della verità possono farci raggiungere. In questo consiste la novità e la perennità del suo insegnamento.
Il teatro di Lessing che fu in particolare nel Nathan il saggio un mezzo efficace per dibattere e diffondere delle idee. Attraverso il dialogo noi assistiamo alla progressiva conquista e affermazione di una verità : infatti i due interlocutori rendono concreto in tutti i suoi aspetti e momenti il procedimento razionale per affrontare il problema della religione. Dal dubbio sulla verità si passa alla scelta della parabola come approccio figurato a giungere alla soluzione superando obiezioni e osservazioni fino al convincimento concretamente espresso dal Saladino.
La battaglia illuministica contro le forme antiquate del pensiero e le strutture oppressive degli stati assoluti in nome di un totale rinnovamento della vita culturale, politica e sociale trova la forma più alta di espressione e di equilibrio in Gotthold Ephraim Lessing (1729-81) , vissuto a più riprese nella città natale di Berlino al tempo di Federico II, il sovrano illuminato amico e amministratore di Voltaire, in un periodo di grande fervore intellettuale, ma anche di guerre (quella dei sette anni) di contrasti di incomprensioni.
Lessing amò la verità però non come possesso sicuro e immutabile, ma come ricerca ininterrotta, perennemente insoddisfatta. Diceva che se Fio gli avesse offerto la verità chiusa nella mano destra e nella sinistra solo l'esigenza di ricercarla anche a prezzo di continui errori, egli avrebbe scelto il dono della mano sinistra perché la pura verità appartiene solo a Dio . Quello che conta no è dunque il possesso della verità, ma il bisogno di essa, la sincerità e la fede con le quali si va costantemente alla ricerca, e una coerente pratica di vita. In un'età in cui si venerò la ragione, ma ci si comportò spesso con incomprensione e intolleranza nei confronti di avversari e nemici (basterà ricordare la durezza di certe polemiche e gli eccessi del Terrore per altro comprensibili nel clima della Rivoluzione) Lessing predicò la tolleranza e la fiducia nella ragione e nel conseguente progresso della civiltà umana, che si può ottenere se gli uomini hanno la forza di comprendersi e di operare in un clima di reciproco amore e rispetto. Questi principi valgono anche per la religione, che pure aveva diviso spesso anche crudamente nei secoli gli uomini per la differenza delle fedi.
Nel Nathan il saggio Lessing riprende con altro spirito una novella del Boccaccio : il Saladino chiede all'ebreo Nathan quale delle tre religioni l'ebraica, la cristiana e la mussulmana sia vera, e Nathan con una parabola gli dimostra che non è possibile saperlo, mentre è possibile giudicare la validità dei principi dai buoni risultati che ne conseguono nella vita pratica. Ogni religione dunque vale per la morale a cui ha saputo dar vita ed ogni uomo deve essere giudicato no per la religione (o per i principi ) che professa, ma per il suo modo di comportarsi e di operare, con spirito di giustizia e di bontà per tutti. Al di sopra delle confessioni religiose Lessing auspica quella religione terrena e laica, feconda di civiltà e di progresso che è la religione dell'umanità e che soltanto la fede nella ragione e a ricerca della verità possono farci raggiungere. In questo consiste la novità e la perennità del suo insegnamento.
Il teatro di Lessing che fu in particolare nel Nathan il saggio un mezzo efficace per dibattere e diffondere delle idee. Attraverso il dialogo noi assistiamo alla progressiva conquista e affermazione di una verità : infatti i due interlocutori rendono concreto in tutti i suoi aspetti e momenti il procedimento razionale per affrontare il problema della religione. Dal dubbio sulla verità si passa alla scelta della parabola come approccio figurato a giungere alla soluzione superando obiezioni e osservazioni fino al convincimento concretamente espresso dal Saladino.
lunedì 10 settembre 2018
Giuseppe Parini
Giuseppe Parini
Giuseppe Parini (1729-1799) è la figura più importante della cultura milanese della seconda metà del Settecento. Di umili origini, fu avviato alla carriera ecclesiastica più per il bisogno che per vocazione : secondo l'usanza del tempo fece il precettore presso una famiglia di nobili, i fuchi Serbelloni, che abbandonò dopo aver preso le difese di una cameriera schiaffeggiata dalla duchessa. Visse i dignitosa povertà dando prova di non comune dirittura morale e libertà spirituale, che gli procurarono incarichi pubblici tanto dal governo austriaco di Maria Teresa, la sovrana "illuminata" della Lombardia, quanto dalla nuova municipalità insediatasi dopo l'arrivo dei Francesi di Napoleone a Milan. Nella sua personalità moralmente integerrima convivono principi cristiani e gli ideali illuministici e rivoluzionari che informarono la sua vita facendone un esempio di serietà morale e di impegno civile e sociale. L'origine contadina e il contatto con la classe nobiliare prima e con le esasperazioni e le intransigenze dei rivoluzionari poi gli fecero sognare una forma di società in cui non ci fossero più ingiustizie ne soprusi, dove il rispetto e la tolleranza si fondessero con l'amore del prossimo e la ricerca della verità, del bene e dell'utile per tutti e dove su tutto dominassero comprensione e senso del dovere, moderazione ed equilibrio.
La sua opera principale è Il Giorno, un poemetto in quattro parti ( le prime due uscirono rispettivamente nel '63 e nel '65 e le ultime nel 1801, postume), nel quale il poeta si prefigge lo scopo di correggere i difetti e i vizi dell'aristocrazia a lui ben noti per conoscenza personale; ma invece di combatterli apertamente e direttamente egli usa l'arma più sottile dell'ironia : spesso il sorriso tempera la durezza della condanna e non suscita mai l'odio o la violenza che caratterizzano invece la rivoluzione francese.
In lui i principi illuministici e rivoluzionari furono infatti temperati dallo spirito di carità proprio del cristianesimo.
Fingendosi precettore di un "giovin signore" lo accompagna attraverso le sue futili e frivole attività : la descrizione della giornata oziosa e vuota dell'aggraziato bellimbusto richiama alla mente per contrapposto la dura fatica del contadino e dell'artigiano : implicitamente il poeta traccia una netta demarcazione tra due forme antitetiche di vita separando nettamente i due mondi opposti dell'aggraziata ma parassitaria nobiltà del popolo condannato a una disumana fatica. Ne emerge l'ideale di una società più giusta dove l'uguaglianza proclamata dagli illuministi si fonde con l'amore predicato dal cristianesimo.
Il ridicolo accompagna costantemente il giovin signore e suscita di riflesso la reazione morale del lettore; nei momenti di più grave tensione l'ironia si inasprisce nei toni più duri del sarcasmo e dell'aperta condanna.
Al mondo aristocratico satireggiato nel Giorno fa da contrappeso la celebrazione dei valori che dovrebbero informare la nuova società e che il poeta illustra nelle Odi (1757-70), dove sono ripresi liricamente i programmi di rinnovamento materiale e spirituale per i quali Parini si batté.
La poesia del Parini formalmente rientra nel clima della cultura classicistica del tempo. L'armonia che caratterizza lo stile classicheggiante e ne informa le strutture del discorso esprime compiutamente l'equilibrio interiore he anima la personalità e il programma civile e sociale del Parini; e nello stesso tempo l'aulicità preziosa e solenne del linguaggio usata per descrivere un mondo così vuoto e misero pur nella sua grandiosità esteriore si rivela la forma più adatta a sottolinearne, accentuandola la pochezza interiore.
Il Giorno rientra negli schemi classicistici dei generi letterari per il suo contenuto didascalico e per il suo carattere satirico può essere considerato un poema didascalico-satirico in quanto il poeta, sotto le vesti di un precettore, finge di dare ai giovani nobili gli insegnamenti necessari per muoversi nel bel mondo aristocratico mentre in effetti investe quel mondo con la sua ironia satireggiandolo e condannandolo senza riserve, soprattutto, come si è già detto, attraverso l'uso sapiente del linguaggio aulico e altisonante della tradizione classica.
Usando questa particolare forma di espressione il poeta evidenzia il suo atteggiamento spirituale : con la sua diversità di tono serio nella prima parte ironico nella seconda il Parini contrappone il mondo della gente comune al mondo aristocratico sottolineandone le differenze materiale e spirituali e riversando tutta la sua simpatia sugli umili.
Giuseppe Parini (1729-1799) è la figura più importante della cultura milanese della seconda metà del Settecento. Di umili origini, fu avviato alla carriera ecclesiastica più per il bisogno che per vocazione : secondo l'usanza del tempo fece il precettore presso una famiglia di nobili, i fuchi Serbelloni, che abbandonò dopo aver preso le difese di una cameriera schiaffeggiata dalla duchessa. Visse i dignitosa povertà dando prova di non comune dirittura morale e libertà spirituale, che gli procurarono incarichi pubblici tanto dal governo austriaco di Maria Teresa, la sovrana "illuminata" della Lombardia, quanto dalla nuova municipalità insediatasi dopo l'arrivo dei Francesi di Napoleone a Milan. Nella sua personalità moralmente integerrima convivono principi cristiani e gli ideali illuministici e rivoluzionari che informarono la sua vita facendone un esempio di serietà morale e di impegno civile e sociale. L'origine contadina e il contatto con la classe nobiliare prima e con le esasperazioni e le intransigenze dei rivoluzionari poi gli fecero sognare una forma di società in cui non ci fossero più ingiustizie ne soprusi, dove il rispetto e la tolleranza si fondessero con l'amore del prossimo e la ricerca della verità, del bene e dell'utile per tutti e dove su tutto dominassero comprensione e senso del dovere, moderazione ed equilibrio.
La sua opera principale è Il Giorno, un poemetto in quattro parti ( le prime due uscirono rispettivamente nel '63 e nel '65 e le ultime nel 1801, postume), nel quale il poeta si prefigge lo scopo di correggere i difetti e i vizi dell'aristocrazia a lui ben noti per conoscenza personale; ma invece di combatterli apertamente e direttamente egli usa l'arma più sottile dell'ironia : spesso il sorriso tempera la durezza della condanna e non suscita mai l'odio o la violenza che caratterizzano invece la rivoluzione francese.
In lui i principi illuministici e rivoluzionari furono infatti temperati dallo spirito di carità proprio del cristianesimo.
Fingendosi precettore di un "giovin signore" lo accompagna attraverso le sue futili e frivole attività : la descrizione della giornata oziosa e vuota dell'aggraziato bellimbusto richiama alla mente per contrapposto la dura fatica del contadino e dell'artigiano : implicitamente il poeta traccia una netta demarcazione tra due forme antitetiche di vita separando nettamente i due mondi opposti dell'aggraziata ma parassitaria nobiltà del popolo condannato a una disumana fatica. Ne emerge l'ideale di una società più giusta dove l'uguaglianza proclamata dagli illuministi si fonde con l'amore predicato dal cristianesimo.
Il ridicolo accompagna costantemente il giovin signore e suscita di riflesso la reazione morale del lettore; nei momenti di più grave tensione l'ironia si inasprisce nei toni più duri del sarcasmo e dell'aperta condanna.
Al mondo aristocratico satireggiato nel Giorno fa da contrappeso la celebrazione dei valori che dovrebbero informare la nuova società e che il poeta illustra nelle Odi (1757-70), dove sono ripresi liricamente i programmi di rinnovamento materiale e spirituale per i quali Parini si batté.
La poesia del Parini formalmente rientra nel clima della cultura classicistica del tempo. L'armonia che caratterizza lo stile classicheggiante e ne informa le strutture del discorso esprime compiutamente l'equilibrio interiore he anima la personalità e il programma civile e sociale del Parini; e nello stesso tempo l'aulicità preziosa e solenne del linguaggio usata per descrivere un mondo così vuoto e misero pur nella sua grandiosità esteriore si rivela la forma più adatta a sottolinearne, accentuandola la pochezza interiore.
Il Giorno rientra negli schemi classicistici dei generi letterari per il suo contenuto didascalico e per il suo carattere satirico può essere considerato un poema didascalico-satirico in quanto il poeta, sotto le vesti di un precettore, finge di dare ai giovani nobili gli insegnamenti necessari per muoversi nel bel mondo aristocratico mentre in effetti investe quel mondo con la sua ironia satireggiandolo e condannandolo senza riserve, soprattutto, come si è già detto, attraverso l'uso sapiente del linguaggio aulico e altisonante della tradizione classica.
Usando questa particolare forma di espressione il poeta evidenzia il suo atteggiamento spirituale : con la sua diversità di tono serio nella prima parte ironico nella seconda il Parini contrappone il mondo della gente comune al mondo aristocratico sottolineandone le differenze materiale e spirituali e riversando tutta la sua simpatia sugli umili.
domenica 9 settembre 2018
letteratura - il romanzo fillosofico
letteratura - il romanzo filosofico
Il conte philosophique o racconto filosofico è un genere letterario che si adatta perfettamente alla mentalità e al gusto razionalistico dell'illuminismo. L'invenzione fantastica, sempre lucida e controllata, riesce a smontare una tesi filosofica o a illuminare gli aspetti oscuri o contraddittori di una situazione politica, sociale o, più semplicemente, umana, trascinando il lettore attraverso l'evidenza, la vivacità e la chiarezza del racconto ad accogliere la verità che lo scrittore-filosofo gli vuole mostrare. Lo spirito del conte philosophique è lo spirito polemico del pamphlet, del libello satirico che alterna il sorriso all'accusa violenta e spregiudicata.
Maestro nel pamphlet fu l'inglese Swift, del quale bisognerebbe leggere la "proposta ragionevole per evitare che i bambini degli irlandesi siano peso ai loro genitori ed al paese, e per renderli uniti al pubblico" : per denunciare in modo più vigoroso e incisivo la politica inglese responsabile della morte per stenti di tanti poveri bambini irlandesi lo scrittore sostiene sarcasticamente la proposta di allevare i bimbi irlandesi per venderli ai nobili e ai ricchi inglesi che con le loro tenere carni si preparino piatti prelibati per i loro pranzi succulenti.
Maestri nel conte philosophique furono i francesi : di Voltaire ricordiamo oltre a Candido o l'ottimismo, Zadig o il destino ( Zadig, virtuoso e saggio siccome il destino gli si accanisce contro togliendogli quando si è conquistato con i suoi meriti, dubita che il destino aiuti solo i malvagi a danno dei buoni, finchè un eremita gli dimostra che sulla terra i caso non esiste ma tutto è prova ovvero punizione o ricompensa o previdenza)e Micromegas( il protagonista un abitante della stella Sirio, deride la vecchia credenza che l'uomo sia il centro e il fine dell'universo), e di Diderot La religiosa (l'opera condanna la forzata vita calustrale e può essere utilmente confrontata con le pagine dei Promessi Sposi relative alla monaca di Monza), Il nipote di Rameau ( denunzia della morale esclusivamente utilitaristica) e Giacomo il fatalista( polemica contro la filosofia deterministica, secondo la quale quanto accade all'uomo sulla terra deriva non dalla sua volontà, ma da Dio o dal caso).
Ripreso da Italo Calvino nei tre romanzi allegorici riuniti sotto il titolo I nostri antenati, scritti tra il '52 e il '59 più per passatempo, come rivela l'autore, che per approfondimento filosofico, bisogno semmai maturato durante la stesura delle tre singolari storie : si tratta del Conte Dimezzato ( l'uomo è spiritualmente dimezzato, mutilato, incompleto, nemico a se stesso), del Barone rampante (per sentirsi veramente con gli altri bisogna essere separati dagli altri, perché solo chi sa contenere e disciplinare le sue esigenze e i propri desideri si realizza pienamente) ed Cavaliere inesistente (il problema più angoscioso del mostro tempo no è ormai più la perdita di una parte di se stessi ma il non esserci per nulla). Le tre operette mostrano dunque al di là dell'interesse per la bizzarria e la vivacità della narrazione, un fondo amaro di riflessione.
Ai contes philosophique si ispira anche Leonardo Sciascia particolarmente sensibile ai problemi della società e animato da un severo impegno civile : i suoi romanzi e le sule ricostruzioni storiche che riflettono sul fenomeno della mafia e sulla decomposizione della società civile ( Il giorno della civetta, A ciascuno il suo, Morte dell'inquisitore, Il contesto, Toto modo) fanno pensare ai pamphlet illuministici, ai quali direttamente rimanda il Candido ( del '77), un apologo contro gli intellettuali progressisti che vorrebbero confondere tra loro le esigenza del cattolicesimo e del comunismo
Il conte philosophique o racconto filosofico è un genere letterario che si adatta perfettamente alla mentalità e al gusto razionalistico dell'illuminismo. L'invenzione fantastica, sempre lucida e controllata, riesce a smontare una tesi filosofica o a illuminare gli aspetti oscuri o contraddittori di una situazione politica, sociale o, più semplicemente, umana, trascinando il lettore attraverso l'evidenza, la vivacità e la chiarezza del racconto ad accogliere la verità che lo scrittore-filosofo gli vuole mostrare. Lo spirito del conte philosophique è lo spirito polemico del pamphlet, del libello satirico che alterna il sorriso all'accusa violenta e spregiudicata.
Maestro nel pamphlet fu l'inglese Swift, del quale bisognerebbe leggere la "proposta ragionevole per evitare che i bambini degli irlandesi siano peso ai loro genitori ed al paese, e per renderli uniti al pubblico" : per denunciare in modo più vigoroso e incisivo la politica inglese responsabile della morte per stenti di tanti poveri bambini irlandesi lo scrittore sostiene sarcasticamente la proposta di allevare i bimbi irlandesi per venderli ai nobili e ai ricchi inglesi che con le loro tenere carni si preparino piatti prelibati per i loro pranzi succulenti.
Maestri nel conte philosophique furono i francesi : di Voltaire ricordiamo oltre a Candido o l'ottimismo, Zadig o il destino ( Zadig, virtuoso e saggio siccome il destino gli si accanisce contro togliendogli quando si è conquistato con i suoi meriti, dubita che il destino aiuti solo i malvagi a danno dei buoni, finchè un eremita gli dimostra che sulla terra i caso non esiste ma tutto è prova ovvero punizione o ricompensa o previdenza)e Micromegas( il protagonista un abitante della stella Sirio, deride la vecchia credenza che l'uomo sia il centro e il fine dell'universo), e di Diderot La religiosa (l'opera condanna la forzata vita calustrale e può essere utilmente confrontata con le pagine dei Promessi Sposi relative alla monaca di Monza), Il nipote di Rameau ( denunzia della morale esclusivamente utilitaristica) e Giacomo il fatalista( polemica contro la filosofia deterministica, secondo la quale quanto accade all'uomo sulla terra deriva non dalla sua volontà, ma da Dio o dal caso).
Ripreso da Italo Calvino nei tre romanzi allegorici riuniti sotto il titolo I nostri antenati, scritti tra il '52 e il '59 più per passatempo, come rivela l'autore, che per approfondimento filosofico, bisogno semmai maturato durante la stesura delle tre singolari storie : si tratta del Conte Dimezzato ( l'uomo è spiritualmente dimezzato, mutilato, incompleto, nemico a se stesso), del Barone rampante (per sentirsi veramente con gli altri bisogna essere separati dagli altri, perché solo chi sa contenere e disciplinare le sue esigenze e i propri desideri si realizza pienamente) ed Cavaliere inesistente (il problema più angoscioso del mostro tempo no è ormai più la perdita di una parte di se stessi ma il non esserci per nulla). Le tre operette mostrano dunque al di là dell'interesse per la bizzarria e la vivacità della narrazione, un fondo amaro di riflessione.
Ai contes philosophique si ispira anche Leonardo Sciascia particolarmente sensibile ai problemi della società e animato da un severo impegno civile : i suoi romanzi e le sule ricostruzioni storiche che riflettono sul fenomeno della mafia e sulla decomposizione della società civile ( Il giorno della civetta, A ciascuno il suo, Morte dell'inquisitore, Il contesto, Toto modo) fanno pensare ai pamphlet illuministici, ai quali direttamente rimanda il Candido ( del '77), un apologo contro gli intellettuali progressisti che vorrebbero confondere tra loro le esigenza del cattolicesimo e del comunismo
giovedì 6 settembre 2018
settecento in Europa
settecento in Europa
Scoperte scientifiche e conseguenti applicazioni tecniche rivoluzionano la vita economica facendola passare da una struttura agricola e artigianale a una struttura capitalistica e industriale; grazie al suo progressivo sviluppo in tutti i campi la borghesia gradualmente scalza dalle posizioni di privilegio sino allora godute il clero e l'aristocrazia su cui si fondava il potere assoluto dei sovrani. L'ascesa dell'intraprendente borghesia intellettuale e mercantile prepara così alla fine dei regimi assoluti : la rivoluzione americana del 1776-83 e la rivoluzione francese del 1789 sono la conclusione di questo lungo processo di trasformazione e l'inizio di una nuova società civile.
L'Inghilterra è il primo paese a conoscere l'esigenza del rinnovamento. La cultura inglese del tempo ha carattere sostanzialmente pratico e razionalistico: per promuovere lo sviluppo della società si rifiuta di accettare come dogma indiscutibile quanto la tradizione e l'autorità continuano a imporre e si affrontano i problemi della vita e della realtà basandosi esclusivamente sulla forza della ragione.
Questa mentalità razionalistica dell'Inghilterra si diffonde nei più importanti paesi europei, dove la situazione politica economica e sociale non presenta grosse diversità e dove la borghesia anela ad emanciparsi dalle classi e dalle strutture tradizionali che inceppano il progresso e mortificano l'individuo nella sua autonoma capacità di pensare e di vivere liberamente.
I paesi dove l'esempio inglese è maggiormente seguito sono la Francia, l'Austria, la Prussia e la Russia, ma con notevoli diversità tra loro.
La Francia darà il maggior contributo al fervore di ricerche e di iniziative che rivoluzionano il modo di pensare e di affrontare problemi economici politici filosofici culturali e pratici di ogni genere e culminano nell'Enciclopedia ( il primo volume è del 1751, l'ultimo del '72), la grandiosa opera destinata a diventare il più importante veicolo di diffusione e di divulgazione delle nuove idee; ma questo grandioso movimento che prende il nome di illuminismo (dalla fiducia nel "lumi" della ragione che permettono all'uovo di vincere le tenebre dell'ignoranza e del pregiudizio e di rinnovare le strutture sociali per un'effettiva liberazione degli individui e un reale progresso della società) corrisponde a una ostinata difesa dei secolari privilegi, e questo atteggiamento negativo provocherà lo scoppio della rivoluzione. Invece in Austria, Prussia e Russia il processo di rinnovamento promosso dall'Illuminismo trova u insperato consenso in sovrani particolarmente "illuminati" ( Maria Teresa e Giuseppe II d'Austria, Federico II di Prussia e Caterina II di Russia) che favoriscono nei propri stati la diffusione dei principi rinnovatori e si fanno essi stessi promotori dei coraggiose riforme economiche e amministrative. Fino allo scoppio della rivoluzione francese i principali paesi europei conoscono un fervore di opere e di iniziative culturali e pratiche di ogni genere un più alacre pulsare di attività intellettuali, una vivace circolazione di idee, di dibattiti, di proposte.
Anche la letteratura assume gli stessi caratteri esprime le stesse esigenze e rivela lo stesso atteggiamento critico nei confronti della società. Inghilterra e Grancia attraversano nel settecento due straordinarie stagioni letterarie di importanza veramente eccezionale. In Inghilterra il fervore del dibattito politico si manifesta non solo nella polemica, nella satira e nell'invettiva, ma anche nella saggistica e nel giornalismo che contribuisce a formare e a diffondere la così' detta pubblica opinione , mentre il romanzo in modo più disteso ma non meno incisivo riflette gli aspetti più significativi della vita e della società criticandone indirettamente gli aspetti negativi. Tutti i più grandi scrittori del tempo da Defoe (autore del Robinson Crusoe ) a Swift ( autore dei Viaggi di Gulliver) si trovano coinvolti nelle polemiche tra i partiti Whigs e tories che dominano la vita politica e furono dei grandi giornalisti: le loro opere narrative anche le più fantastiche ed immaginarie, come le avventure di Robinson Crusoe e di Gulliver, nascono dalla concretezza della vita reale e dei suoi più scottanti problemi , e vanno perciò lette tenendo d'occhio tutti i riferimenti aperti o sottintesi a persone e situazioni del mondo contemporaneo.
In Francia l'illuminismo sposta il centro degli interessi culturali dalla corte ai "salotti" dove i più aperti rappresentanti della nobiltà discutono accanto ai rappresentanti della borghesi a innovatrice. Il " secolo dei lumi " come fu chiamato questo periodo, vide figure di letterati-pensatori di grande spicco : Voltaire, scintillante, arguto e mondano , più di ogni altro contribuì a demolire vecchi miti e a diffondere per tutta l'Europa l'Illuminismo, Diderot diresse L'Enciclopedia, raccogliendo attorno ad essa i più vivaci ingegni contemporanei, Rousseau, campione della democrazia diretta (opposta alla democrazia parlamentare teorizzata da Montesquieu sul modello inglese) celebrò acanto alla fiducia nella ragione, la necessità del ritorno alla natura e al sentimento per riportare l'uomo e al società alle origini e correggere in tal modo i guasti della civiltà. Anche in Francia il romanzo riflette la società e i suoi problemi e, con Voltaire e Diderot, propone un genere nuovo, il così detto conte philosophique o romanzo filosofico che, sotto forma di narrazione fantastica, vuole affrontare e discutere problemi di carattere filosofico.
La diffusione della cultura illuministica francese nelle corti d'Austria, di Prussia e di Russia valorizzata spesso da contatti personali e dall'amministrazione dei sovrani per un Voltaire e un Diderot, contribuì a creare anche in questi paesi un clima favorevole allo sviluppo di personalità di statura veramente europea come Lessing, la cui opera incise non sollo nell'ambito del proprio paese : si può dire che tutta l'Europa respiri la stessa atmosfera culturale, dovuta alla vivacissima circolazione delle idee e alle reciproche influenze degli scrittori. Di questo clima europeo beneficia anche l'Italia soprattutto per ragioni politiche : la Lombardia ad esempio essendo soggetta al governo riformatore austriaco, risentì più di ogni altra regione dell'influsso culturale dell'Austria di Maria Teresa e ne risultò di conseguenza favorita l'opera di personalità vigorose e coraggiose come Parini, il cui linguaggio è il linguaggio dell'uomo nuovo che lavora per la fondazione di una società più giusta e umana. Il fervore del rinnovamento colpisce anche chi è nato in una regione retriva e se ne sente soffocato come il piemontese Alfieri : il suo spirito di rivolta anticipa i tempi della liberazione libertaria e dei cambiamenti radicali .
Lo spirito della ribellione che si agita nel mondo già scosso dalle prospettate riforme illuministiche nasce più dall'impulso del sentimento che dall'analisi rigorosa della ragione: e motivi del romanticismo e della civiltà dell'Ottocento : Rousseau e Alfieri, ad esempio, si muovono in questo clima e dietro di loro già si intravvedono movimenti come lo Sturm und Drang tedesco o figure tormentate e irruenti come il nostro Foscolo.
Dopo la rivoluzione francese l' Europa consocerà la grandiosa avventura napoleonica, la conseguente restaurazione e l'ardore irrefrenabile delle nazionalità anelanti alla libertà e all'indipendenza : il romanticismo rispecchierà vicende e situazioni e darà voce a tutte le esigenze della mente e del cuore.
Scoperte scientifiche e conseguenti applicazioni tecniche rivoluzionano la vita economica facendola passare da una struttura agricola e artigianale a una struttura capitalistica e industriale; grazie al suo progressivo sviluppo in tutti i campi la borghesia gradualmente scalza dalle posizioni di privilegio sino allora godute il clero e l'aristocrazia su cui si fondava il potere assoluto dei sovrani. L'ascesa dell'intraprendente borghesia intellettuale e mercantile prepara così alla fine dei regimi assoluti : la rivoluzione americana del 1776-83 e la rivoluzione francese del 1789 sono la conclusione di questo lungo processo di trasformazione e l'inizio di una nuova società civile.
L'Inghilterra è il primo paese a conoscere l'esigenza del rinnovamento. La cultura inglese del tempo ha carattere sostanzialmente pratico e razionalistico: per promuovere lo sviluppo della società si rifiuta di accettare come dogma indiscutibile quanto la tradizione e l'autorità continuano a imporre e si affrontano i problemi della vita e della realtà basandosi esclusivamente sulla forza della ragione.
Questa mentalità razionalistica dell'Inghilterra si diffonde nei più importanti paesi europei, dove la situazione politica economica e sociale non presenta grosse diversità e dove la borghesia anela ad emanciparsi dalle classi e dalle strutture tradizionali che inceppano il progresso e mortificano l'individuo nella sua autonoma capacità di pensare e di vivere liberamente.
I paesi dove l'esempio inglese è maggiormente seguito sono la Francia, l'Austria, la Prussia e la Russia, ma con notevoli diversità tra loro.
La Francia darà il maggior contributo al fervore di ricerche e di iniziative che rivoluzionano il modo di pensare e di affrontare problemi economici politici filosofici culturali e pratici di ogni genere e culminano nell'Enciclopedia ( il primo volume è del 1751, l'ultimo del '72), la grandiosa opera destinata a diventare il più importante veicolo di diffusione e di divulgazione delle nuove idee; ma questo grandioso movimento che prende il nome di illuminismo (dalla fiducia nel "lumi" della ragione che permettono all'uovo di vincere le tenebre dell'ignoranza e del pregiudizio e di rinnovare le strutture sociali per un'effettiva liberazione degli individui e un reale progresso della società) corrisponde a una ostinata difesa dei secolari privilegi, e questo atteggiamento negativo provocherà lo scoppio della rivoluzione. Invece in Austria, Prussia e Russia il processo di rinnovamento promosso dall'Illuminismo trova u insperato consenso in sovrani particolarmente "illuminati" ( Maria Teresa e Giuseppe II d'Austria, Federico II di Prussia e Caterina II di Russia) che favoriscono nei propri stati la diffusione dei principi rinnovatori e si fanno essi stessi promotori dei coraggiose riforme economiche e amministrative. Fino allo scoppio della rivoluzione francese i principali paesi europei conoscono un fervore di opere e di iniziative culturali e pratiche di ogni genere un più alacre pulsare di attività intellettuali, una vivace circolazione di idee, di dibattiti, di proposte.
Anche la letteratura assume gli stessi caratteri esprime le stesse esigenze e rivela lo stesso atteggiamento critico nei confronti della società. Inghilterra e Grancia attraversano nel settecento due straordinarie stagioni letterarie di importanza veramente eccezionale. In Inghilterra il fervore del dibattito politico si manifesta non solo nella polemica, nella satira e nell'invettiva, ma anche nella saggistica e nel giornalismo che contribuisce a formare e a diffondere la così' detta pubblica opinione , mentre il romanzo in modo più disteso ma non meno incisivo riflette gli aspetti più significativi della vita e della società criticandone indirettamente gli aspetti negativi. Tutti i più grandi scrittori del tempo da Defoe (autore del Robinson Crusoe ) a Swift ( autore dei Viaggi di Gulliver) si trovano coinvolti nelle polemiche tra i partiti Whigs e tories che dominano la vita politica e furono dei grandi giornalisti: le loro opere narrative anche le più fantastiche ed immaginarie, come le avventure di Robinson Crusoe e di Gulliver, nascono dalla concretezza della vita reale e dei suoi più scottanti problemi , e vanno perciò lette tenendo d'occhio tutti i riferimenti aperti o sottintesi a persone e situazioni del mondo contemporaneo.
In Francia l'illuminismo sposta il centro degli interessi culturali dalla corte ai "salotti" dove i più aperti rappresentanti della nobiltà discutono accanto ai rappresentanti della borghesi a innovatrice. Il " secolo dei lumi " come fu chiamato questo periodo, vide figure di letterati-pensatori di grande spicco : Voltaire, scintillante, arguto e mondano , più di ogni altro contribuì a demolire vecchi miti e a diffondere per tutta l'Europa l'Illuminismo, Diderot diresse L'Enciclopedia, raccogliendo attorno ad essa i più vivaci ingegni contemporanei, Rousseau, campione della democrazia diretta (opposta alla democrazia parlamentare teorizzata da Montesquieu sul modello inglese) celebrò acanto alla fiducia nella ragione, la necessità del ritorno alla natura e al sentimento per riportare l'uomo e al società alle origini e correggere in tal modo i guasti della civiltà. Anche in Francia il romanzo riflette la società e i suoi problemi e, con Voltaire e Diderot, propone un genere nuovo, il così detto conte philosophique o romanzo filosofico che, sotto forma di narrazione fantastica, vuole affrontare e discutere problemi di carattere filosofico.
La diffusione della cultura illuministica francese nelle corti d'Austria, di Prussia e di Russia valorizzata spesso da contatti personali e dall'amministrazione dei sovrani per un Voltaire e un Diderot, contribuì a creare anche in questi paesi un clima favorevole allo sviluppo di personalità di statura veramente europea come Lessing, la cui opera incise non sollo nell'ambito del proprio paese : si può dire che tutta l'Europa respiri la stessa atmosfera culturale, dovuta alla vivacissima circolazione delle idee e alle reciproche influenze degli scrittori. Di questo clima europeo beneficia anche l'Italia soprattutto per ragioni politiche : la Lombardia ad esempio essendo soggetta al governo riformatore austriaco, risentì più di ogni altra regione dell'influsso culturale dell'Austria di Maria Teresa e ne risultò di conseguenza favorita l'opera di personalità vigorose e coraggiose come Parini, il cui linguaggio è il linguaggio dell'uomo nuovo che lavora per la fondazione di una società più giusta e umana. Il fervore del rinnovamento colpisce anche chi è nato in una regione retriva e se ne sente soffocato come il piemontese Alfieri : il suo spirito di rivolta anticipa i tempi della liberazione libertaria e dei cambiamenti radicali .
Lo spirito della ribellione che si agita nel mondo già scosso dalle prospettate riforme illuministiche nasce più dall'impulso del sentimento che dall'analisi rigorosa della ragione: e motivi del romanticismo e della civiltà dell'Ottocento : Rousseau e Alfieri, ad esempio, si muovono in questo clima e dietro di loro già si intravvedono movimenti come lo Sturm und Drang tedesco o figure tormentate e irruenti come il nostro Foscolo.
Dopo la rivoluzione francese l' Europa consocerà la grandiosa avventura napoleonica, la conseguente restaurazione e l'ardore irrefrenabile delle nazionalità anelanti alla libertà e all'indipendenza : il romanticismo rispecchierà vicende e situazioni e darà voce a tutte le esigenze della mente e del cuore.
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