letteratura - il romanzo filosofico
Il conte philosophique o racconto filosofico è un genere letterario che si adatta perfettamente alla mentalità e al gusto razionalistico dell'illuminismo. L'invenzione fantastica, sempre lucida e controllata, riesce a smontare una tesi filosofica o a illuminare gli aspetti oscuri o contraddittori di una situazione politica, sociale o, più semplicemente, umana, trascinando il lettore attraverso l'evidenza, la vivacità e la chiarezza del racconto ad accogliere la verità che lo scrittore-filosofo gli vuole mostrare. Lo spirito del conte philosophique è lo spirito polemico del pamphlet, del libello satirico che alterna il sorriso all'accusa violenta e spregiudicata.
Maestro nel pamphlet fu l'inglese Swift, del quale bisognerebbe leggere la "proposta ragionevole per evitare che i bambini degli irlandesi siano peso ai loro genitori ed al paese, e per renderli uniti al pubblico" : per denunciare in modo più vigoroso e incisivo la politica inglese responsabile della morte per stenti di tanti poveri bambini irlandesi lo scrittore sostiene sarcasticamente la proposta di allevare i bimbi irlandesi per venderli ai nobili e ai ricchi inglesi che con le loro tenere carni si preparino piatti prelibati per i loro pranzi succulenti.
Maestri nel conte philosophique furono i francesi : di Voltaire ricordiamo oltre a Candido o l'ottimismo, Zadig o il destino ( Zadig, virtuoso e saggio siccome il destino gli si accanisce contro togliendogli quando si è conquistato con i suoi meriti, dubita che il destino aiuti solo i malvagi a danno dei buoni, finchè un eremita gli dimostra che sulla terra i caso non esiste ma tutto è prova ovvero punizione o ricompensa o previdenza)e Micromegas( il protagonista un abitante della stella Sirio, deride la vecchia credenza che l'uomo sia il centro e il fine dell'universo), e di Diderot La religiosa (l'opera condanna la forzata vita calustrale e può essere utilmente confrontata con le pagine dei Promessi Sposi relative alla monaca di Monza), Il nipote di Rameau ( denunzia della morale esclusivamente utilitaristica) e Giacomo il fatalista( polemica contro la filosofia deterministica, secondo la quale quanto accade all'uomo sulla terra deriva non dalla sua volontà, ma da Dio o dal caso).
Ripreso da Italo Calvino nei tre romanzi allegorici riuniti sotto il titolo I nostri antenati, scritti tra il '52 e il '59 più per passatempo, come rivela l'autore, che per approfondimento filosofico, bisogno semmai maturato durante la stesura delle tre singolari storie : si tratta del Conte Dimezzato ( l'uomo è spiritualmente dimezzato, mutilato, incompleto, nemico a se stesso), del Barone rampante (per sentirsi veramente con gli altri bisogna essere separati dagli altri, perché solo chi sa contenere e disciplinare le sue esigenze e i propri desideri si realizza pienamente) ed Cavaliere inesistente (il problema più angoscioso del mostro tempo no è ormai più la perdita di una parte di se stessi ma il non esserci per nulla). Le tre operette mostrano dunque al di là dell'interesse per la bizzarria e la vivacità della narrazione, un fondo amaro di riflessione.
Ai contes philosophique si ispira anche Leonardo Sciascia particolarmente sensibile ai problemi della società e animato da un severo impegno civile : i suoi romanzi e le sule ricostruzioni storiche che riflettono sul fenomeno della mafia e sulla decomposizione della società civile ( Il giorno della civetta, A ciascuno il suo, Morte dell'inquisitore, Il contesto, Toto modo) fanno pensare ai pamphlet illuministici, ai quali direttamente rimanda il Candido ( del '77), un apologo contro gli intellettuali progressisti che vorrebbero confondere tra loro le esigenza del cattolicesimo e del comunismo
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