la roba - Giovanni Verga
il titolo della novella (tratta dalle novelle rusticane) ne mette in evidenza il motivo centrale : il dramma di chi passa tutta la vita nell'ansia di ammassar roba e alla fine si ritrova solo e sconfitto di fronte alla morte
La roba è un mito che affascina e distrugge senza dare mai né pace né gioia. Il povero Mazzarò non ha goduto nulla della vita : ha sempore faticato come una bestia senza un attimo di riposo senza neppure il tempo o la possibilità di gioire per la nuova roba ammucchiata, tanto era grande la bramosia di nuovi possessi e la paura di vedersene in qualche modo derubato.
E' stato disumano e crudele con se stesso e con gli altri, è vissuto sempre e soltanto di lavoro, di sacrifici e di stenti e amaro constrasto in totale e continua povertà senza agi né riposo. Ha così finito per invidiare se non addirittura odiare quanto c'è di più bello nella vita la gioventù insultando sofferenza e miseria. Il pensiero della morte a un tratto diventa un incubo angoscioso che non dà tregua : Mazzarò vinto dalla roba non saprà pacificarsi con la vita e con gli uomini e morirà dispettoso e grottesco ma pur degno di compassione. La sua vita è stata un fallimento e egli ne esce amareggiato e sconfitto.
Mazzarò anticipa la figura di Mastro Don Gesualdo e ben rappresenta l'amara concezione verghiana dell'esistenza
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