A Luigia Pallavicini caduta da cavallo è un'ode amorosa si articola in 18 strofe ciascuna di sei settenari (versi di sette sillabe) di cui il secondo e il quarto verso sdruccioli

Nelle strofe iniziali nel momento della caduta e del ferimento della nobildonna genovese cont
inui sono i richiami mitologici le Grazie Citerea (Venere) Adone Apollo (Dio della medicina)
Nelle strofe che seguono c'è un misto di romantiche visioni (la danza e la grazia della Pallavicini ) e di mitologia (Pallade che esce dal bagno ) per una similitudine forse poeticamente poco riuscita, come del resto tutta la rimanente parte dell'ode, nella quale il poeta rimprovera alla "diva" di avere trascurato le occupazioni femminili per dedicarsi a sport virili come l'equitazione
Invece si salvano bene le ultime strofe dell'Ode anche se ancora cariche di richiami mitologici nelle quali il poeta augura alla Pallavicini (che in realtà rimase deturpata da una cicatrice sul volto)
di diventare più bella di prima
La seconda Ode all'amica risata è formata da sedici strofe di sei versi ciascuna i primi cinque sono settenari il sesto è endecasillabo
Essa è dedicata alla contessa Antonietta Fagnani Arese
Il motivo dell'esaltazione della bellezza che non solo trasfigura i mortali ma li rende anche eterni
l'amica guarita nell'immaginazione del poeta da una lunga malattia ora abbandonati i farmaci è ritornata alle danze e alla musica con fascinosa grazi destando gelosia nella dame sue amiche per i sentimenti d'ammirazione e d'amore che ispira nei loro mariti
il poeta consapevole della funzione eternatrice e divinizzatrice della poesia le dedica quest'ode perché anch'essa possa essere un giorno venerata e quindi venerate Bellona e Venere la prima dea della guerra e la seconda dea della bellezza
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