Friedrich Schiller
Nacque a Marbach (1759-1805) da un chirurgo che lo avviò contro voglia alla medicina; nel 1787 si recò a Weimar dove conobbe Goethe con il quale strinse una lunga e fruttuosa amicizia. Schiller sentì particolarmente l'influenza dello Sturm Und Drang, della sua intensa particolarità e dell'acuto spirito di rivolta contro ogni forma di costrizione; si interessò alla storia, di problemi estetici e filosofici, di poesia, ma soprattutto si dedicò al teatro, che gli sembrava lo strumento più adatto a rappresentare la volontà popolare e il sentimento della nazione tedesca.
Nei suoi drammi esaltò l'innato spirito di libertà e di ribellione all'oppressione alla corruzione all'ingiustizia e al sopruso della società e dei tiranno.
Le sue opere più importanti sono i Masnadieri (1781), intenso e drammatico scavo piscologico dello sfondo delle imprese di una banda che nelle foreste della Boemia ruba ai ricchi per dare ai poveri; Don Carlos e il padre Filippo II di Spagna e testimonianza della vana battaglia di uno spirito nobile e generoso contro il dispotismo dello stato assoluto e della Chiesa; la trilogia tragica Wallstein(1792) dedicata al grande condottiero della Guerra dei Trent'anni assassinato per aver tentato di tradire il proprio sovrano e rappresentato come simbolo del patriota che invano si sforza di comporre i dissidi politici e religiosi della Germania; Guglielmo Tell (1804) commossa celebrazione della lotta combattuta dai cantoni svizzeri agli inizi del '300 per la propria libertà.
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mercoledì 17 ottobre 2018
giovedì 11 ottobre 2018
Faust
Faust
il poema drammatico che è considerato per complessità e profondità spirituale ed artistica il capolavoro non solo di Goethe ma dell'intera letteratura tedesca ha una storia piuttosto complessa. La prima stesura risale al 1773 -75 ed è designata con il nome di Urfaust (Faust originario ); il lavoro è ripreso nel 1797 e nel 1808 è pubblicata la pria parte del nuovo Faust; la seconda parte ,a cui il poeta lavorò negli ultimi anni di vita (1825-31) uscì nello stesso anno della sua morte, nel 1832. La vicenda non è un invenzione goetiana si richiama infatti ad una leggenda nota fin dal medioevo, ma è goetiano lo spirito che l'anima. La materia dell'opera è talmente vasta e complessa che se ne può fare solo un rapidissimo cenno. Il vecchio dott. Faust ha studiano invano per tanti anni il mistero dell'esistenza affidandosi sia alla filosofia e alle scienze naturali sia alle scienze occulte e alla negromanzia ed ora rimpiange il tempo perduto e al rinuncia alle gioie della vita per l'irrealizzabile sogno di raggiungere la sapienza. All'improvviso gli appare il demonio Mefistofele che gli promette la felicità e il possesso di tutti i beni terreni in cambio dell'anima : Faust accetta ma a patto che il diavolo avrà la sua anima solo quando egli sarà talmente soddisfatto da fermare l'attimo fuggente dalla raggiunta felicità. Mefistofele conduce Faust attraverso una serie di avventure e il godimento dei beni terreni rappresentati dal sesso, dal denaro, dall'amore e dalla potenza; ma l'appagamento di Faust porterà dovunque dolore e desolazione. Il diavolo tuttavia non avrà la sua anima perché Faust sognando la possibilità di contemplare una libera gente vivere operosa e serena in una terra libera, afferma che di fronte a tale spettacolo potrebbe dire all'attimo fuggente :"fermati sei bello !".
La frase è al condizionale perché è un desiderio e non di una realtà di un'aspirazione umana e non di un dono del demonio.
l'essenza dell'opera risiede nello spirito che caratterizza e anima il protagonista cioè la legge immanente nell'uomo, la sua tensione naturale a superare continuamente se stesso, a non accontentarsi mai della conquiste e delle mete raggiunte. L'interiore scontento e la perpetua insoddisfazione sono il segno positivo di una personalità che non si adagia su se stessa, ma anela a espandersi al di fuori dei propri limiti e si sforza di operare per realizzare pienamente tutta la propria potenziale vitalità.
per la salvezza è fondamentale l'importanza dell'umana tensione per i ben dello spirito : solo chi si arresta e cede alle passioni terrene cade vittima del demonio e Dio non lo aiuaterà.
il poema drammatico che è considerato per complessità e profondità spirituale ed artistica il capolavoro non solo di Goethe ma dell'intera letteratura tedesca ha una storia piuttosto complessa. La prima stesura risale al 1773 -75 ed è designata con il nome di Urfaust (Faust originario ); il lavoro è ripreso nel 1797 e nel 1808 è pubblicata la pria parte del nuovo Faust; la seconda parte ,a cui il poeta lavorò negli ultimi anni di vita (1825-31) uscì nello stesso anno della sua morte, nel 1832. La vicenda non è un invenzione goetiana si richiama infatti ad una leggenda nota fin dal medioevo, ma è goetiano lo spirito che l'anima. La materia dell'opera è talmente vasta e complessa che se ne può fare solo un rapidissimo cenno. Il vecchio dott. Faust ha studiano invano per tanti anni il mistero dell'esistenza affidandosi sia alla filosofia e alle scienze naturali sia alle scienze occulte e alla negromanzia ed ora rimpiange il tempo perduto e al rinuncia alle gioie della vita per l'irrealizzabile sogno di raggiungere la sapienza. All'improvviso gli appare il demonio Mefistofele che gli promette la felicità e il possesso di tutti i beni terreni in cambio dell'anima : Faust accetta ma a patto che il diavolo avrà la sua anima solo quando egli sarà talmente soddisfatto da fermare l'attimo fuggente dalla raggiunta felicità. Mefistofele conduce Faust attraverso una serie di avventure e il godimento dei beni terreni rappresentati dal sesso, dal denaro, dall'amore e dalla potenza; ma l'appagamento di Faust porterà dovunque dolore e desolazione. Il diavolo tuttavia non avrà la sua anima perché Faust sognando la possibilità di contemplare una libera gente vivere operosa e serena in una terra libera, afferma che di fronte a tale spettacolo potrebbe dire all'attimo fuggente :"fermati sei bello !".
La frase è al condizionale perché è un desiderio e non di una realtà di un'aspirazione umana e non di un dono del demonio.
l'essenza dell'opera risiede nello spirito che caratterizza e anima il protagonista cioè la legge immanente nell'uomo, la sua tensione naturale a superare continuamente se stesso, a non accontentarsi mai della conquiste e delle mete raggiunte. L'interiore scontento e la perpetua insoddisfazione sono il segno positivo di una personalità che non si adagia su se stessa, ma anela a espandersi al di fuori dei propri limiti e si sforza di operare per realizzare pienamente tutta la propria potenziale vitalità.
per la salvezza è fondamentale l'importanza dell'umana tensione per i ben dello spirito : solo chi si arresta e cede alle passioni terrene cade vittima del demonio e Dio non lo aiuaterà.
lunedì 8 ottobre 2018
Goethe
Goethe
Wolfang Goethe (1749- 1832) è la figura più rappresentativa del romanticismo tedesco. Ebbe una vita povera di avvenimenti che trascorse quasi interamente a Weimar alla corte di Carlo Augusto di Sassonia. In questi anni Weimar diventò un centro di straordinaria importanza per al vita artistica, teatrale, musicale, letteraria e culturale del tempo : accanto a Goethe vissero e operarono il poeta Wieland, il filosofo Herder e soprattutto Federico Schiller, che dal 1799 vi si stabilì definitivamente e allacciò con Goethe un sodalizio che fu determinante per la così detta età classica di Weimar (1786-1805). Sotto l'influsso del pensiero dello Herder, entusiasta esaltatore della poesia che esprime con genuinità e immediatezza lo spirito popolare, e dell'appassionato movimento preromantico dello Sturm und Drang, Goethe compose la tragedia Go"tz von Berlichingen (1771-'73) il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther (1774) e varie liriche d'ispirazione popolareggiante. Nel 1786 fece un viaggio in Italia (quarant'anni dopo ne scrisse la cronaca Viaggio in Italia) ed ebbe la rivelazione del mondo classico e del culto della Bellezza, che è insieme armonia e verità. Rimastone affascinato, superò il giovanile individualismo titanico e fremente e tese a un olimpico distacco dalle passioni, realizzando una sorta di superiore equilibrio tra romanticismo e classicismo. Delle opere della maturità artistica e spirituale di Goethe ricordiamo : le Elegie romane (1789) , il dramma Ifigenia in Tauride ('86), i romanzi Gli anni di noviziato di Guglielmo Meister ('97) rifacimento del giovanile La missione teatrale di Guglielmo Meister('77-'85) e Le affinità elettive (1809) e il Faust.
Gli interessi di Goethe svariarono in moltissimi campi dalla letteratura alle scienze naturali : la sua personalità riassume la sensibilità e i problemi di un periodo che vide la nascita, lo sviluppo e la crisi del romanticismo . La sua vita e la sua opera lasciano un alto documento di come un 'uomo attraverso l'educazione e il perfezionamento delle proprie facoltà a contatto con l'esperienza, possa maturare pienamente la propria umanità e realizzare l'armonia fra aspirazioni e bisogni individuali e le leggi naturali e universali mantenendo nel contempo inalterati il rispetto e la tolleranza degli altri.
Questa forma di superiore equilibrio documenta la sintesi che Goethe seppe operare tra classicismo e romanticismo.
Wolfang Goethe (1749- 1832) è la figura più rappresentativa del romanticismo tedesco. Ebbe una vita povera di avvenimenti che trascorse quasi interamente a Weimar alla corte di Carlo Augusto di Sassonia. In questi anni Weimar diventò un centro di straordinaria importanza per al vita artistica, teatrale, musicale, letteraria e culturale del tempo : accanto a Goethe vissero e operarono il poeta Wieland, il filosofo Herder e soprattutto Federico Schiller, che dal 1799 vi si stabilì definitivamente e allacciò con Goethe un sodalizio che fu determinante per la così detta età classica di Weimar (1786-1805). Sotto l'influsso del pensiero dello Herder, entusiasta esaltatore della poesia che esprime con genuinità e immediatezza lo spirito popolare, e dell'appassionato movimento preromantico dello Sturm und Drang, Goethe compose la tragedia Go"tz von Berlichingen (1771-'73) il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther (1774) e varie liriche d'ispirazione popolareggiante. Nel 1786 fece un viaggio in Italia (quarant'anni dopo ne scrisse la cronaca Viaggio in Italia) ed ebbe la rivelazione del mondo classico e del culto della Bellezza, che è insieme armonia e verità. Rimastone affascinato, superò il giovanile individualismo titanico e fremente e tese a un olimpico distacco dalle passioni, realizzando una sorta di superiore equilibrio tra romanticismo e classicismo. Delle opere della maturità artistica e spirituale di Goethe ricordiamo : le Elegie romane (1789) , il dramma Ifigenia in Tauride ('86), i romanzi Gli anni di noviziato di Guglielmo Meister ('97) rifacimento del giovanile La missione teatrale di Guglielmo Meister('77-'85) e Le affinità elettive (1809) e il Faust.
Gli interessi di Goethe svariarono in moltissimi campi dalla letteratura alle scienze naturali : la sua personalità riassume la sensibilità e i problemi di un periodo che vide la nascita, lo sviluppo e la crisi del romanticismo . La sua vita e la sua opera lasciano un alto documento di come un 'uomo attraverso l'educazione e il perfezionamento delle proprie facoltà a contatto con l'esperienza, possa maturare pienamente la propria umanità e realizzare l'armonia fra aspirazioni e bisogni individuali e le leggi naturali e universali mantenendo nel contempo inalterati il rispetto e la tolleranza degli altri.
Questa forma di superiore equilibrio documenta la sintesi che Goethe seppe operare tra classicismo e romanticismo.
mercoledì 3 ottobre 2018
sturm und drang
Surm und drang
Tra il 1770 e 1780, e cioè negli anni che vedono la rivoluzione americana e preparano la rivoluzione francese, si sviluppò in Germania un movimento che dal titolo di un dramma di Max Klinger prese il nome di Sturm un Drang (tempesta e assalto) e raccolse un gruppo di poeti nati intorno al 1750, appassionati lettori di Rousseau, da cui appresero l'esaltazione della spontaneità naturale, del sentimento e della passione contro la fredda razionalità dell'illuminismo: la loro rivolta in nome della libertà e in odio alla tirannia fu un'esasperata manifestazione di individualismo irrazionale e di ribellione titanica. Allo Sturm un Drang appartengono le opere giovanili di Goethe e di Schiller.
Il circolo di Weimar (1786 1805 ) animato dalle prestigiose figure di Goethe e di Schiller rappresenta il passaggio tra le generazione pre-rivoluzionarie e post rivoluzionarie : l'empito e la passionalità proprie dello spirito romantico si placano in una visione più pacata e serena, di derivazione classica. Però, mentre il classicismo goetiano deve essere considerato un superamento del romanticismo, il mito ellenico che rivive nell'opera di Ho"ldering è una particolarissima espressione dell'anelito romantico verso l'assoluto e il divino che permeano misticamente il tutto e animano la stessa storia dell'umanità.
Il romanticismo vero e proprio si sviluppò a Jena tra il 1797 e il 1805 attorno alla rivista Athenaum ed ebbe carattere prevalentemente teorico e critico; ad essa è collegata la poesia di Novalis.
La seconda scuola romantica (1805-1815) ebbe come centri Heidelberg e Berlino e può annoverare tra i suoi rappresentanti la figura singolare come Chamisso.
La scuola sveva segna la fine del sentimentalismo romantico e corrisponde all'età della restaurazione : a questo gruppo può esser considerato vicino ad Heine, che interpreta e conclude gli aspetti estremi del romanticismo tedesco.
Tra il 1770 e 1780, e cioè negli anni che vedono la rivoluzione americana e preparano la rivoluzione francese, si sviluppò in Germania un movimento che dal titolo di un dramma di Max Klinger prese il nome di Sturm un Drang (tempesta e assalto) e raccolse un gruppo di poeti nati intorno al 1750, appassionati lettori di Rousseau, da cui appresero l'esaltazione della spontaneità naturale, del sentimento e della passione contro la fredda razionalità dell'illuminismo: la loro rivolta in nome della libertà e in odio alla tirannia fu un'esasperata manifestazione di individualismo irrazionale e di ribellione titanica. Allo Sturm un Drang appartengono le opere giovanili di Goethe e di Schiller.
Il circolo di Weimar (1786 1805 ) animato dalle prestigiose figure di Goethe e di Schiller rappresenta il passaggio tra le generazione pre-rivoluzionarie e post rivoluzionarie : l'empito e la passionalità proprie dello spirito romantico si placano in una visione più pacata e serena, di derivazione classica. Però, mentre il classicismo goetiano deve essere considerato un superamento del romanticismo, il mito ellenico che rivive nell'opera di Ho"ldering è una particolarissima espressione dell'anelito romantico verso l'assoluto e il divino che permeano misticamente il tutto e animano la stessa storia dell'umanità.
Il romanticismo vero e proprio si sviluppò a Jena tra il 1797 e il 1805 attorno alla rivista Athenaum ed ebbe carattere prevalentemente teorico e critico; ad essa è collegata la poesia di Novalis.
La seconda scuola romantica (1805-1815) ebbe come centri Heidelberg e Berlino e può annoverare tra i suoi rappresentanti la figura singolare come Chamisso.
La scuola sveva segna la fine del sentimentalismo romantico e corrisponde all'età della restaurazione : a questo gruppo può esser considerato vicino ad Heine, che interpreta e conclude gli aspetti estremi del romanticismo tedesco.
martedì 2 ottobre 2018
il romanticismo
il romanticismo
il romanticismo è un complesso movimento culturale che ha le sue origini nell'opera di rinnovamento spirituale e di liberazione civile e politica iniziata nel settecento con l'illuminismo e la rivoluzione francese, e che si diffuse in Europa nell'ottocento caratterizzandone tutti gli aspetti della vita e dell'arte. I romantici, esaltando l'impeto della passionalità e la forza irresistibile del sentimento si oppongono alla freddezza astratta della ragione celebrata dall'illuminismo; ma in effetti il romanticismo deve essere considerato il naturale sviluppa di quel movimento culturale che aveva messo in crisi le strutture spirituali e politiche della vecchi Europa assolutista e aveva trovato compimento e diffusione nella rivoluzione francese.
In nome dell'autenticità del sentimento romantico si oppose alle regole e ai modelli del classicismo aveva imposto alla letteratura e all'arte: alla lirica dei poeti dotti e raffinati si preferisce la poesia ingenua e schietta delle leggende e dell'epica popolare, ai miti classici le storie fantastiche e le eroiche vicende medievali. Ma quel ritorno nostalgico al mondo classico che fu chiamato neoclassicismo e che rappresentò il gusto dell'Europa al tempo di Napoleone, in realtà contiene molte anticipazioni del nascente gusto romantico, come il dramma interiore che sconvolge l'anima e l'ansia di un'impossibile serenità e pace spirituale che il mito dell'Ellade sembrava offrire a che vi si abbandonasse in un sogno a ritroso nel tempo evadendo dalla dolorosa realtà del presente.
Le prime manifestazioni della nascente sensibilità romantica, anticipata in tutta Europa da atteggiamenti e motivi che rientrano nel così detto preromanticismo settecentesco, si ebbero in Germania verso la fine del settecento con l'esaltazione della libertà nel senso più vasto del termine e con la ribellione contro ogni sorta di vincolo o di soggezione materiale o spirituale. Affinità di esigenze intellettuali, di sensibilità e di condizioni civili e politiche estesero questo movimento agli altri paesi europei e fecero dell'età del romanticismo non solo l'età dei drammi interiori oscillanti tra passione e languore, ma anche l'età dei vari risorgimenti nazionali, delle lotte per la libertà dei popoli e per l'affrancamento dell'uomo da quanto lo schiaccia e lo umilia. L'uomo vive e lotta per gli ideali: e la sua è una tensione eroica che non conosce ostacoli né difficoltà. La vita è lotta e sacrificio e gli ideali acquistano maggior forza e significato dalla fede in essi e dallo spirito con cui si affrontano le difficoltà che ne impediscono la realizzazione. Naturalmente la passione d'amore in questa drammatica concezione della vita ha una grande parte, ma anch'essa è continuamente sottoposta all'usura di ostacoli d'ogni genere che si trasforma in sogno irrealizzabile. Infine il senso della morte così vivo in tante pagine romantiche, è in un certo senso dedizione senza riserve a ciò che anima il sentimento e riempie il cuore e la mente caratterizzano la civiltà romantica; e sullo sfondo di tutti i motivi poetici campeggia la natura nella quale l'uomo riflette e ritrova se stesso. Spirito impetuoso di rivolta contro ogni forma di limite o di costrizione ed esasperato individualismo si ritrovano tnato nei poeti quanto nei protagonisti delle loro opere: si tratta sempre di figure di eccezione, di anime belle dall'esistenza turbinosa e affascinante o tormentose vicende.
Sconfitti dalla vita, si levano su di essa per ricchezza spirituale e intensità di motivazioni ideali.
L'eroico e purissimo fremito di libertà che ciascun individuo vive nel proprio intimo trova il suo compimento nella società che pur lo limita e nella nazione di cui si sente parte integrante come uomo e come cittadino identificandosi con la storia e con i sentimenti del popolo cui apparitene: in questo modo la libertà che egli ama in astratto diventa un ideale concerto e gli dà la dimensione della società civile, della nazione, della patria, dell'umanità facendogli superare le inevitabili angustie dell'individualismo.
L'ardore di libertà e il rifiuto di ogni costrizione e limite si esprimono anche con l'anelito dell'infinito che riflette l'infinità dello spirito, a cui la realtà limitata e opaca dà un senso di soffocamento e di grigiore.
La contemplazione della natura libera e sconfinata fa sentire all'uomo il limite angusto e mortificante della realtà e lo invita con il suo fascino misterioso a lasciarsi immergere e annegare nell''infinito di cui essa è vivente e vivificante immagine. Uomo e natura sono per così dire due aspetti di una stessa realtà spirituale e perciò nella natura l'uomo si rispecchia e si effonde confinandole dolori e ansie e ricevendone comprensione e conforto, in un colloquio muto e intenso.
Il dramma dell'uomo e il suo mortificato e inappagato anelito alla realizzazione degli ideali e alla felicità trovano eco e si riflettono nella natura sconvolta e tormentata, i cui aspetti dolci e sereni possono invece appagare e acquietare ansie dissidi dell'anima.
Inoltre la contemplazione di spettacoli naturali tempestosi e cupi spesso suggerisce il senso della caducità, della morte, della solitudine, del tempo che trascorre verso il nulla. Nel vuoto dell'anima il culmine della tristezza e dell'angoscia sprofonda l'uomo nella noia e nella coscienza che utto è vano e che solo il nulla esiste : sono momenti più desolati della sensibilità romantica, quando si percepisce solo la voce della disperazione, senza possibilità di conforto.
Il dissidio tra ideali e realtà, che resta comunque il motivo centrale del dramma romantico, si risolve sempre con l'affermazione diretta o indiretta del valore assoluto degli ideali che trascendono la realtà e non ne patiscono l'angoscia limitatezza.
La condanna della realtà si manifesta col rifiuto del presente e la fuga nel desiderio nel sogno, nell'irreale, nel mistero, nel fantastico, nell'incorrotta natura, oppure nel passato, cioè in un tempo che come il medioevo conobbe gentilezza e libertà, amore e gioia, ardore eroico e senso dell'onore; ma la più singolare evasione dalla realtà deludente e oppressiva si ebbe, riprendendo motivi e climi del neoclassicismo col ritorno al mito di Ellade e alla sua serena civiltà di luminosa bellezza e di interiore armonia. In questo modo anche nel romanticismo fu possibile il recupero dei valori della classicità di cui qualche poeta come Goethe, uno dei più grandi e significativi riuscì a operare una sintesi con i problemi e la sensibilità del mondo romantico. La civiltà nel suo trascorrere non cancella mai il passato ma lo supera e lo rivive da una nuova prospettiva di valori e atteggiamenti
il romanticismo è un complesso movimento culturale che ha le sue origini nell'opera di rinnovamento spirituale e di liberazione civile e politica iniziata nel settecento con l'illuminismo e la rivoluzione francese, e che si diffuse in Europa nell'ottocento caratterizzandone tutti gli aspetti della vita e dell'arte. I romantici, esaltando l'impeto della passionalità e la forza irresistibile del sentimento si oppongono alla freddezza astratta della ragione celebrata dall'illuminismo; ma in effetti il romanticismo deve essere considerato il naturale sviluppa di quel movimento culturale che aveva messo in crisi le strutture spirituali e politiche della vecchi Europa assolutista e aveva trovato compimento e diffusione nella rivoluzione francese.
In nome dell'autenticità del sentimento romantico si oppose alle regole e ai modelli del classicismo aveva imposto alla letteratura e all'arte: alla lirica dei poeti dotti e raffinati si preferisce la poesia ingenua e schietta delle leggende e dell'epica popolare, ai miti classici le storie fantastiche e le eroiche vicende medievali. Ma quel ritorno nostalgico al mondo classico che fu chiamato neoclassicismo e che rappresentò il gusto dell'Europa al tempo di Napoleone, in realtà contiene molte anticipazioni del nascente gusto romantico, come il dramma interiore che sconvolge l'anima e l'ansia di un'impossibile serenità e pace spirituale che il mito dell'Ellade sembrava offrire a che vi si abbandonasse in un sogno a ritroso nel tempo evadendo dalla dolorosa realtà del presente.
Le prime manifestazioni della nascente sensibilità romantica, anticipata in tutta Europa da atteggiamenti e motivi che rientrano nel così detto preromanticismo settecentesco, si ebbero in Germania verso la fine del settecento con l'esaltazione della libertà nel senso più vasto del termine e con la ribellione contro ogni sorta di vincolo o di soggezione materiale o spirituale. Affinità di esigenze intellettuali, di sensibilità e di condizioni civili e politiche estesero questo movimento agli altri paesi europei e fecero dell'età del romanticismo non solo l'età dei drammi interiori oscillanti tra passione e languore, ma anche l'età dei vari risorgimenti nazionali, delle lotte per la libertà dei popoli e per l'affrancamento dell'uomo da quanto lo schiaccia e lo umilia. L'uomo vive e lotta per gli ideali: e la sua è una tensione eroica che non conosce ostacoli né difficoltà. La vita è lotta e sacrificio e gli ideali acquistano maggior forza e significato dalla fede in essi e dallo spirito con cui si affrontano le difficoltà che ne impediscono la realizzazione. Naturalmente la passione d'amore in questa drammatica concezione della vita ha una grande parte, ma anch'essa è continuamente sottoposta all'usura di ostacoli d'ogni genere che si trasforma in sogno irrealizzabile. Infine il senso della morte così vivo in tante pagine romantiche, è in un certo senso dedizione senza riserve a ciò che anima il sentimento e riempie il cuore e la mente caratterizzano la civiltà romantica; e sullo sfondo di tutti i motivi poetici campeggia la natura nella quale l'uomo riflette e ritrova se stesso. Spirito impetuoso di rivolta contro ogni forma di limite o di costrizione ed esasperato individualismo si ritrovano tnato nei poeti quanto nei protagonisti delle loro opere: si tratta sempre di figure di eccezione, di anime belle dall'esistenza turbinosa e affascinante o tormentose vicende.
Sconfitti dalla vita, si levano su di essa per ricchezza spirituale e intensità di motivazioni ideali.
L'eroico e purissimo fremito di libertà che ciascun individuo vive nel proprio intimo trova il suo compimento nella società che pur lo limita e nella nazione di cui si sente parte integrante come uomo e come cittadino identificandosi con la storia e con i sentimenti del popolo cui apparitene: in questo modo la libertà che egli ama in astratto diventa un ideale concerto e gli dà la dimensione della società civile, della nazione, della patria, dell'umanità facendogli superare le inevitabili angustie dell'individualismo.
L'ardore di libertà e il rifiuto di ogni costrizione e limite si esprimono anche con l'anelito dell'infinito che riflette l'infinità dello spirito, a cui la realtà limitata e opaca dà un senso di soffocamento e di grigiore.
La contemplazione della natura libera e sconfinata fa sentire all'uomo il limite angusto e mortificante della realtà e lo invita con il suo fascino misterioso a lasciarsi immergere e annegare nell''infinito di cui essa è vivente e vivificante immagine. Uomo e natura sono per così dire due aspetti di una stessa realtà spirituale e perciò nella natura l'uomo si rispecchia e si effonde confinandole dolori e ansie e ricevendone comprensione e conforto, in un colloquio muto e intenso.
Il dramma dell'uomo e il suo mortificato e inappagato anelito alla realizzazione degli ideali e alla felicità trovano eco e si riflettono nella natura sconvolta e tormentata, i cui aspetti dolci e sereni possono invece appagare e acquietare ansie dissidi dell'anima.
Inoltre la contemplazione di spettacoli naturali tempestosi e cupi spesso suggerisce il senso della caducità, della morte, della solitudine, del tempo che trascorre verso il nulla. Nel vuoto dell'anima il culmine della tristezza e dell'angoscia sprofonda l'uomo nella noia e nella coscienza che utto è vano e che solo il nulla esiste : sono momenti più desolati della sensibilità romantica, quando si percepisce solo la voce della disperazione, senza possibilità di conforto.
Il dissidio tra ideali e realtà, che resta comunque il motivo centrale del dramma romantico, si risolve sempre con l'affermazione diretta o indiretta del valore assoluto degli ideali che trascendono la realtà e non ne patiscono l'angoscia limitatezza.
La condanna della realtà si manifesta col rifiuto del presente e la fuga nel desiderio nel sogno, nell'irreale, nel mistero, nel fantastico, nell'incorrotta natura, oppure nel passato, cioè in un tempo che come il medioevo conobbe gentilezza e libertà, amore e gioia, ardore eroico e senso dell'onore; ma la più singolare evasione dalla realtà deludente e oppressiva si ebbe, riprendendo motivi e climi del neoclassicismo col ritorno al mito di Ellade e alla sua serena civiltà di luminosa bellezza e di interiore armonia. In questo modo anche nel romanticismo fu possibile il recupero dei valori della classicità di cui qualche poeta come Goethe, uno dei più grandi e significativi riuscì a operare una sintesi con i problemi e la sensibilità del mondo romantico. La civiltà nel suo trascorrere non cancella mai il passato ma lo supera e lo rivive da una nuova prospettiva di valori e atteggiamenti
lunedì 1 ottobre 2018
stendhal
Stendhal
Stendhal pseudonimo di Henri Beyle (1783-1842) , nato a Grenoble seguì con entusiasmo l'armata napoleonica in Italia che poi elesse a sua patria di elezione: qui infatti, a Milano, rimase alla caduta dell'imperatore, avendo contatti con i circoli romantici e con i gruppi carbonari. Dopo l'accento di Luigi Filippo fu nominato console francese a Civitavecchia. Morì a Parigi. Cronologicamente e culturalmente egli appartiene al romanticismo, ma il suo è un romanticismo fortemente storicistico e progressivo di derivazione apertamente illuministica. Stendhal è considerato il fondatore del moderno realismo: infatti rappresenta l'uomo all'interno della società che ne condiziona le idee e le passioni. Affascinato dal periodo eroico della rivoluzione e dell'impero sdegnò i meschini interessi e i giochi di potere del periodo successivo, che condannò apertamente. I suoi romanzi più famosi sono Il rosso e il nero (1830) e La Certosa di Parma.
L'atteggiamento realistico di fronte alla realtà si manifesta nel linguaggio che rifiuta il lirismo e ma magniloquenza del romanticismo alla Chateaubriand e alla Hugo per attenersi a una singolare sobrietà e imparzialità nella descrizione delle vicende e dei sentimenti: ne deriva una sorta di esattezza impersonale, di tipo cronachistico da codice civile come egli paradossalmente definì il proprio stile.
Per questo motivo Stendhal ai suoi tempi non fu compreso ma influenzò grandi scrittori realistici come Balzac e Tolstoj possiamo dunque collocarlo a metà strada tra romanticismo e realismo.
Stendhal pseudonimo di Henri Beyle (1783-1842) , nato a Grenoble seguì con entusiasmo l'armata napoleonica in Italia che poi elesse a sua patria di elezione: qui infatti, a Milano, rimase alla caduta dell'imperatore, avendo contatti con i circoli romantici e con i gruppi carbonari. Dopo l'accento di Luigi Filippo fu nominato console francese a Civitavecchia. Morì a Parigi. Cronologicamente e culturalmente egli appartiene al romanticismo, ma il suo è un romanticismo fortemente storicistico e progressivo di derivazione apertamente illuministica. Stendhal è considerato il fondatore del moderno realismo: infatti rappresenta l'uomo all'interno della società che ne condiziona le idee e le passioni. Affascinato dal periodo eroico della rivoluzione e dell'impero sdegnò i meschini interessi e i giochi di potere del periodo successivo, che condannò apertamente. I suoi romanzi più famosi sono Il rosso e il nero (1830) e La Certosa di Parma.
L'atteggiamento realistico di fronte alla realtà si manifesta nel linguaggio che rifiuta il lirismo e ma magniloquenza del romanticismo alla Chateaubriand e alla Hugo per attenersi a una singolare sobrietà e imparzialità nella descrizione delle vicende e dei sentimenti: ne deriva una sorta di esattezza impersonale, di tipo cronachistico da codice civile come egli paradossalmente definì il proprio stile.
Per questo motivo Stendhal ai suoi tempi non fu compreso ma influenzò grandi scrittori realistici come Balzac e Tolstoj possiamo dunque collocarlo a metà strada tra romanticismo e realismo.
venerdì 28 settembre 2018
il mito di Napoleone nell'età della restaurazione
il mito di Napoleone nell'età della restaurazione
I giovani nati al tempo della rivoluzione o di Napoleone furono gli spiriti che maggiormente patirono l'età della restaurazione : per loro l'Imperatore restava un mito abbagliante di cui si dovevano accontentare di ricevere una luce riflessa attraverso i ricordi e i racconti dei genitori. Una luminosa stagione di gloria li aveva sfiorati, ma non raggiunti, e perciò più grande era la delusione che provavano e insieme l'insoddisfazione che li angosciava. Il presente ai loro occhi si presentava piatto e mortificante, non aveva per i loro cuori nessuna attrattiva non offriva né ideali né sogni né speranze gettandoli nel vuoto opaco della malinconia e della noia : la malattia romantica comincia a insinuarsi negli spiriti più sensibili e a tormentarli. Ma l'assenza degli ideali può spingere gli spiriti desiderosi di affermarsi ad agire senza scrupoli adattandosi al mutamento dei tempi in una società avida di successo e di guadagni.
Stendhal e De Musset ci hanno lasciato pagine indimenticabili in cui si riflette lo stato d'animo con cui il mito di Napoleone è rivissuto nel periodo della restaurazione : ma mentre Stendhal nato nel 1783 aveva preso parte alle campagne d'Italia e di Russia, il più giovane De Musset del 1810, appartiene per formazione ed esperienza diretta ad un periodo culturale e politico successivo. Di qui il diverso atteggiamento dei due scrittori.
I giovani nati al tempo della rivoluzione o di Napoleone furono gli spiriti che maggiormente patirono l'età della restaurazione : per loro l'Imperatore restava un mito abbagliante di cui si dovevano accontentare di ricevere una luce riflessa attraverso i ricordi e i racconti dei genitori. Una luminosa stagione di gloria li aveva sfiorati, ma non raggiunti, e perciò più grande era la delusione che provavano e insieme l'insoddisfazione che li angosciava. Il presente ai loro occhi si presentava piatto e mortificante, non aveva per i loro cuori nessuna attrattiva non offriva né ideali né sogni né speranze gettandoli nel vuoto opaco della malinconia e della noia : la malattia romantica comincia a insinuarsi negli spiriti più sensibili e a tormentarli. Ma l'assenza degli ideali può spingere gli spiriti desiderosi di affermarsi ad agire senza scrupoli adattandosi al mutamento dei tempi in una società avida di successo e di guadagni.
Stendhal e De Musset ci hanno lasciato pagine indimenticabili in cui si riflette lo stato d'animo con cui il mito di Napoleone è rivissuto nel periodo della restaurazione : ma mentre Stendhal nato nel 1783 aveva preso parte alle campagne d'Italia e di Russia, il più giovane De Musset del 1810, appartiene per formazione ed esperienza diretta ad un periodo culturale e politico successivo. Di qui il diverso atteggiamento dei due scrittori.
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