il romanticismo
il romanticismo è un complesso movimento culturale che ha le sue origini nell'opera di rinnovamento spirituale e di liberazione civile e politica iniziata nel settecento con l'illuminismo e la rivoluzione francese, e che si diffuse in Europa nell'ottocento caratterizzandone tutti gli aspetti della vita e dell'arte. I romantici, esaltando l'impeto della passionalità e la forza irresistibile del sentimento si oppongono alla freddezza astratta della ragione celebrata dall'illuminismo; ma in effetti il romanticismo deve essere considerato il naturale sviluppa di quel movimento culturale che aveva messo in crisi le strutture spirituali e politiche della vecchi Europa assolutista e aveva trovato compimento e diffusione nella rivoluzione francese.
In nome dell'autenticità del sentimento romantico si oppose alle regole e ai modelli del classicismo aveva imposto alla letteratura e all'arte: alla lirica dei poeti dotti e raffinati si preferisce la poesia ingenua e schietta delle leggende e dell'epica popolare, ai miti classici le storie fantastiche e le eroiche vicende medievali. Ma quel ritorno nostalgico al mondo classico che fu chiamato neoclassicismo e che rappresentò il gusto dell'Europa al tempo di Napoleone, in realtà contiene molte anticipazioni del nascente gusto romantico, come il dramma interiore che sconvolge l'anima e l'ansia di un'impossibile serenità e pace spirituale che il mito dell'Ellade sembrava offrire a che vi si abbandonasse in un sogno a ritroso nel tempo evadendo dalla dolorosa realtà del presente.
Le prime manifestazioni della nascente sensibilità romantica, anticipata in tutta Europa da atteggiamenti e motivi che rientrano nel così detto preromanticismo settecentesco, si ebbero in Germania verso la fine del settecento con l'esaltazione della libertà nel senso più vasto del termine e con la ribellione contro ogni sorta di vincolo o di soggezione materiale o spirituale. Affinità di esigenze intellettuali, di sensibilità e di condizioni civili e politiche estesero questo movimento agli altri paesi europei e fecero dell'età del romanticismo non solo l'età dei drammi interiori oscillanti tra passione e languore, ma anche l'età dei vari risorgimenti nazionali, delle lotte per la libertà dei popoli e per l'affrancamento dell'uomo da quanto lo schiaccia e lo umilia. L'uomo vive e lotta per gli ideali: e la sua è una tensione eroica che non conosce ostacoli né difficoltà. La vita è lotta e sacrificio e gli ideali acquistano maggior forza e significato dalla fede in essi e dallo spirito con cui si affrontano le difficoltà che ne impediscono la realizzazione. Naturalmente la passione d'amore in questa drammatica concezione della vita ha una grande parte, ma anch'essa è continuamente sottoposta all'usura di ostacoli d'ogni genere che si trasforma in sogno irrealizzabile. Infine il senso della morte così vivo in tante pagine romantiche, è in un certo senso dedizione senza riserve a ciò che anima il sentimento e riempie il cuore e la mente caratterizzano la civiltà romantica; e sullo sfondo di tutti i motivi poetici campeggia la natura nella quale l'uomo riflette e ritrova se stesso. Spirito impetuoso di rivolta contro ogni forma di limite o di costrizione ed esasperato individualismo si ritrovano tnato nei poeti quanto nei protagonisti delle loro opere: si tratta sempre di figure di eccezione, di anime belle dall'esistenza turbinosa e affascinante o tormentose vicende.
Sconfitti dalla vita, si levano su di essa per ricchezza spirituale e intensità di motivazioni ideali.
L'eroico e purissimo fremito di libertà che ciascun individuo vive nel proprio intimo trova il suo compimento nella società che pur lo limita e nella nazione di cui si sente parte integrante come uomo e come cittadino identificandosi con la storia e con i sentimenti del popolo cui apparitene: in questo modo la libertà che egli ama in astratto diventa un ideale concerto e gli dà la dimensione della società civile, della nazione, della patria, dell'umanità facendogli superare le inevitabili angustie dell'individualismo.
L'ardore di libertà e il rifiuto di ogni costrizione e limite si esprimono anche con l'anelito dell'infinito che riflette l'infinità dello spirito, a cui la realtà limitata e opaca dà un senso di soffocamento e di grigiore.
La contemplazione della natura libera e sconfinata fa sentire all'uomo il limite angusto e mortificante della realtà e lo invita con il suo fascino misterioso a lasciarsi immergere e annegare nell''infinito di cui essa è vivente e vivificante immagine. Uomo e natura sono per così dire due aspetti di una stessa realtà spirituale e perciò nella natura l'uomo si rispecchia e si effonde confinandole dolori e ansie e ricevendone comprensione e conforto, in un colloquio muto e intenso.
Il dramma dell'uomo e il suo mortificato e inappagato anelito alla realizzazione degli ideali e alla felicità trovano eco e si riflettono nella natura sconvolta e tormentata, i cui aspetti dolci e sereni possono invece appagare e acquietare ansie dissidi dell'anima.
Inoltre la contemplazione di spettacoli naturali tempestosi e cupi spesso suggerisce il senso della caducità, della morte, della solitudine, del tempo che trascorre verso il nulla. Nel vuoto dell'anima il culmine della tristezza e dell'angoscia sprofonda l'uomo nella noia e nella coscienza che utto è vano e che solo il nulla esiste : sono momenti più desolati della sensibilità romantica, quando si percepisce solo la voce della disperazione, senza possibilità di conforto.
Il dissidio tra ideali e realtà, che resta comunque il motivo centrale del dramma romantico, si risolve sempre con l'affermazione diretta o indiretta del valore assoluto degli ideali che trascendono la realtà e non ne patiscono l'angoscia limitatezza.
La condanna della realtà si manifesta col rifiuto del presente e la fuga nel desiderio nel sogno, nell'irreale, nel mistero, nel fantastico, nell'incorrotta natura, oppure nel passato, cioè in un tempo che come il medioevo conobbe gentilezza e libertà, amore e gioia, ardore eroico e senso dell'onore; ma la più singolare evasione dalla realtà deludente e oppressiva si ebbe, riprendendo motivi e climi del neoclassicismo col ritorno al mito di Ellade e alla sua serena civiltà di luminosa bellezza e di interiore armonia. In questo modo anche nel romanticismo fu possibile il recupero dei valori della classicità di cui qualche poeta come Goethe, uno dei più grandi e significativi riuscì a operare una sintesi con i problemi e la sensibilità del mondo romantico. La civiltà nel suo trascorrere non cancella mai il passato ma lo supera e lo rivive da una nuova prospettiva di valori e atteggiamenti
Nessun commento:
Posta un commento