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lunedì 21 settembre 2015

poetica di Leopardi

La poetica di Leopardi è caratterizzata da una perfetta continuità lirica che va dal "Saggio sopra gli errori popolari degli antichi " fino al concludersi della sua produzione letteraria.
La rievocazione di miti  e di leggende sul tuono, sul vento, sul terremoto,  sui terrori notturni e sugli astri che tanto spazio occupano  nel "Saggio"  rivelano già nello  scrittore adolescente una fervida immaginazione un'adesione profonda alle belle fole si felici errori di cui echeggiano  spesso i canti della maturità.
Il Leopardi che ritiene di ricercare al fine di scoprire verità scientifiche  in effetti vive fantasie di altri tempi in versi e in prosa e le esprime con tono chiaramente lirico.
Proprio per questo "saggio " si apre l' anima poetica di Leopardi  e nasce la sua poesia, come  documento di un avvertito sentimento d'amore per la donna ma ancora più come rivelazione dei tormenti fisici, che lo invogliano  ad un continuo colloquio con se stesso e lo inducono ad una sempre più profonda  introspezione:
Le sue oper più significative sono i Canti  e le "operette morali "
Attraverso una lettura ed un adeguato commento delle sue opere è possibile cogliere i motivi, le forme  e i valori della poetica di Leopardi .
I documenti che, meglio  e più a fondo, rivelano  il pensiero, il sentimento  e perciò  il mondo interiore del "contino  di Recanati " sono gli "idilli" piccoli e grandi raccolti e pubblicati dal Leopardi  stesso nei "Canti" .
Le composizioni poetiche, in versi  occupano il ventennio  1816-1836  con l'interruzione  di un triennio 1823 - 1826  in cui Leopardi  non sentendosi più incline a scrivere versi, si  diede alla stesura delle "Operette Morali" che comunque anche se scritte in prosa non interrompono la continuità lirica della sua produzione.
E' da ritenere pertanto semplicemente scolastica e forse anche arbitraria la suddivisione in periodi dell'opera poetica del Leopardi uguali sono i grandi temi trattati nei "Canti" e nelle "Operette morali " il dolore umano (individuale, collettivo), il dolore universale, la potenza misteriosa della natura, la natura  matrigna.

sabato 19 settembre 2015

ITALO CALVINO

Italo Calvino  è nato a Santiago di Las Vegas nell'isola di Cuba il 15 ottobre 1923 ha diretto la rivist "il Menabò" si è reso noto per il romanzi e i racconti la cui trama è tra realtà e fantasia, avventura e angoscia  Tra le sue opere si ricordano "il sentiero dei nidi di ragno " "ultimo viene il coro", "il Visconte dimezzato" Gli amori difficili", "Ti con Zeio".
Uno dei più significativi scrittori  dell'Italia di cui ha indagato  momenti e aspetti salienti con la ricerca stilistica  continuamente rinnovata
Nelle opere di Calvino  il neo-realismo  viene arricchito e superato  graze ad un sempre più forte intervento della fantasia e della razionalità  inseparabilmente unite si ispirano all'esperienza dell' epoca fascista  e alla Resistenza 
In seguito ha pubblicato Marcovaldo in cui la fantasia coglie con felice umorismo  le contraddizioni e le deformazioni della nostra società tecnologica
muore il 19 settembre 1985 hanno dichiarato il 2013 come anno di Italo Calvino in occasione del suo 90 compleanno

giovedì 17 settembre 2015

il riassunto dei Malavoglia

Capitolo I: Ad Aci Trezza, un piccolo paesino presso Catania, in Sicilia, vive alla casa del nespolo una famiglia di pescatori, i Toscano, soprannominati da tutti Malavoglia . Capo famiglia è padron Ntoni, ci sono poi il figlio Bastianazzo con la moglie Maruzza, soprannominata Longa, e i figli: ‘Ntoni, il maggiore, di vent’anni, Luca, Mena, soprannominata Sant’Agata perché passa tutto il suo tempo al telaio, Alessi e la piccola Lia. Il quadro familiare è quindi variegato: se pardon ‘Ntoni è il capofamiglia, Bastianazzo ne ha ereditato la forza e la dedizione al lavoro; ‘Ntoni è da subito un giovane buono ma sfaticato. I Malavoglia, dal punto di vista sociale, sono dei “possidenti” poiché, oltre alla casa del nespolo, sono i proprietari della “Provvidenza”, una barca da pesca.
L’ordine della famiglia viene turbato quando ‘Ntoni riceve la chiamata di leva : quest’evento priva la famiglia di una vitale forza-lavoro. Essendo in un periodo di ristrettezze e pensando di fare un affare, padron ‘Ntoni, con la mediazione di Piedipapera, acquista a credito dal ricco zio Crocifisso, l’usuraio del paese, un carico di lupini e manda Bastianazzo con la Provvidenza, a venderli a Riposto. Con lui parte pure Menico.
Capitolo II: Mentre la Provvidenza salpa, vengono presentati gli altri personaggi di Aci Trezza (il farmacista don Franco, il vicario don Gianmaria, il maestro Silvestro, la Zuppidda). Mentre aspetta notizie del carico di lupini, padron ‘Ntoni discute con altri uomini sui gradini della chiesa dell’impresa dei lupini: se l’affare andasse in porto, Mena avrebbe la dote per sposare Brasi Cipolla, anche se lei è innamorato del povero compare Alfio. Alla casa del nespolo, la Longa e le altre vicine discutono della Mena e fanno pettegolezzi su altri paesani.
Capitolo III: Di notte si scatena la tempesta. Tutti al villaggio pensano alla barca con il carico di lupini e, pur criticando i Malavoglia nella bettola di suor Mariangela la Santuzza, poco dopo si ritirano in chiesa a pregare. Zio Crocifisso vuole che padron ‘Ntoni, davanti a testimoni, ammetta che i lupini li ha presi a credito. Nel frattempo tutti i Malavoglia - in particolare la Longa,moglie di Bastianazzo - si disperano. Il naufragio della Provvidenza, che preannuncia la rovina economica della famiglia Toscano, viene raccontato in maniera indiretta, attraverso le voci e le reazioni di questo “” popolare.coro
Capitolo IV: Sono passati tre giorni e ormai è chiaro anche ad Aci Trezza che la barca e il suo carico sono affondati e cheBastianazzo è morto affogato. Alla commemorazione per Bastianazzo tutti si interessano alla sventura dei Malavoglia (per compassione o per ineteresse) e ognuno ha qualcosa da dire sulla loro situazione. Infatti i Malavoglia con la morte di Bastianazzo, il carico di lupini da ripagare a zio Crocifisso e la Mena da maritare, per non parlare dell’infelice annata per colpa dell’assenza di pioggia, si trovano in grandi difficoltà economiche. Nel frattempo, in paese si intersecano le trame tra i personaggi per guadagnarsi un matrimonio vantaggioso.
Capitolo V: Alfio Mosca fa sapere a Mena che ha sentito che i Malavoglia, per far fronte ai problemi economici, vogliono farla sposare a Brasi Cipolla, figlio di padron Fortunato, che possiede barche, chiuse e vigne. Viene nel fratempo ritrovata sulla spiaggia la Provvidenza: la barca è distrutta ma si pensa di ripararla. ‘Ntoni riesce ad ottenere la lettera di congedo e a tornare a casa e il fratello Luca decide di partire per la leva al posto suo.
Capitolo VI: ‘Ntoni, tornato ad Aci Trezza per aiutare economicamente la famiglia, scopre che Sara di comare Tudda, la ragazza che egli amava, si è sposata con un vedovo. Tutti Malavoglia, nel frattempo, si mettono a lavorare per ripagare il debito che viene provvisoriamente rimandato e che lo zio Crocifisso, per non inimicarsi tutto il paese, finge di cedere il credito a Tino Piedipapera. Se i Malavoglia (che lavorano assiduamente per riparare le perdite del naufragio) non ripagheranno il debito, zio Crocifisso potrà prendersi la barca e la casa del nespolo; tuttavia, un avvocato di città cui i Malavoglia si sono rivolti assicura che non devono nulla all’usuraio, dato che non ci sono documenti ufficiali e che la casa costituisce la dote della Longa (quindi non può essere espropriata). Tuttavia, padron ‘Ntoni, per un superiore senso dell’onore, vuole rispettare la parola data. La Longa, convinta dall’ipocrita Don Silvestro (che odia ‘Ntoni per faccende sentimentali), alla fine rinuncia alla dote.
Capitolo VII: Luca Malavoglia parte per il servizio militare. Nel frattempo la Provvidenza è finalmente riparata da compare Zuppiddu e può di nuovo prendere il largo: i Malavoglia sperano quindi di far buona pesca e non dover vendere la casa. Pare anche che Mena possa sposarsi con il ricco Brasi Cipolla. ‘Ntoni, scontratosi violentemente con Piedipapera per il debito da estinguere, chiede di sposare Barbara Zuppidda, ma padron ‘Ntoni gli nega il permesso, sia a causa dei problemi economici sia perché prima deve sposarsi Mena. In paese invece si assiste a una ribellione contro la dirigenza (e in particolare contro Don Silvestro) per l’aumento il prezzo del sale della pece.
Capitolo VIII: Mena sa che manca poco al saldo del debito e poi dovrà sposare Brasi Cipolla, mentre lei ama Alfio Mosca, che, prima di partire per lavorare a Bicocca (dove c’è la malaria) le confessa i propri sentimenti. Gli altri pretendenti di Barbara Zuppidda (cioè il brigadiere don Michele e Vanni Pizzuto) decidono di unirsi contro ‘Ntoni, che è un’effettiva minaccia, infatti i due giovani sognano di poter scappare e sposarsi. I Malavoglia organizzano un incontro tra Mena e Brasi Cipolla, il ragazzo è molto interessato, mentre Mena è visibilmente triste.
Capitolo IX: Mena e Brasi Cipolla si stanno per sposare, ma durante la cerimonia della spartizione dei capelli della sposa giunge la notizia che una nave italiana è affondata durante la battaglia di Lissa. Nei giorni successivi il silenzio di Luca rende evidente che è successo qualcosa: i Malavoglia si recano alla capitaneria e scoprono che effettivamente Luca è morto nella battaglia di Lissa. Padron ‘Ntoni cerca di ritardare ancora il pagamento ma Tino Piedipapera rifiuta: i Malavoglia devono così cedere la casa del nespolo e ritirarsi a vivere in affitto nella casupola di un beccaio. Padron Cipolla rompe il fidanzamento di Mena col figlio e anche ‘Ntoni perde le simpatie di Barbara.
Capitolo X: Una tempesta coglie padron ‘Ntoni e Alessi mentre sono sulla Provvidenza. Naufragano contro gli scogli e padron ‘Ntoni batte la testa, ma dopo giorni di cure riesce a sopravvivere. I Malavoglia lavorano e si impegnano per ripagare il debito e riscattare la casa del nespolo: da un lato, alcuni affari fortunati fanno tornare la speranza, ma dall’altro ‘Ntoni, che passa sempre più tempo all’osteria, comincia ad estraniarsi dalla vita familiare e della “religione della casa” di suo padre.
Capitolo XI: ‘Ntoni desidera partire da Aci Trezza per cercare fortuna, ma le preghiere della Longa riescono a dissuaderlo. A Catania però scoppia un’epidemia di colera che presto arriva anche ad Aci Trezza; vecchia e stanca, la Longa si ammala e muore rapidamtne. Senza più nessuno che lo trattenga, ‘Ntoni decide di partire. La Lia nel frattempo è cresciuta ed è diventata bella.
Capitolo XII: Padron ‘Ntoni decide di vendere la Provvidenza allo zio Crocifisso; lui e il figlio Alessi lavoreranno sulle barche di padron Cipolla. I Malavoglia sono ancora ridotti allo stato di povertà ma fantasticano su come riscattare la casa del nespolo. ‘Ntoni torna, più povero di prima: passa il suo tempo all’osteria, è stanco di lavorare ed è invidioso di chi ha molti soldi e non deve fare nulla.
Capitolo XIII: ‘Ntoni passa il tempo a bere alla bettola della Santuzza, con cui ha una relazione. Padron ‘Ntoni riesce a farlo ragionare e per una settimana il ragazzo torna a lavorare, ma poi riprende a bere. Don Michele corteggia la Lia e spesso passa da casa dei Malavoglia, e qui un giorno informa Mena che il fratello si è lasciato trascinare in un affare di contrabbando. Inoltre ‘Ntoni finisce in mezzo in una brutta rissa all’osteria con il brigadiere Don Michele, che, essendo il precedente amante di Santuzza, le permetteva di svolgere traffici di contrabbando con Rocco Spatu e Cinghialenta. Zio Crocifisso e la Vespa si sposano, e la donna comincia a dilapidare il suo patrimonio
Capitolo XIV: Qualche notte dopo la rissa del capitolo precedente, ‘Ntoni, sopreso dalle guardie, pugnala al petto Don Michele, pur senza ucciderlo. Viene arrestato e padron ‘Ntoni spende ogni risparmio per assicurargli una difesa al processo. Al processo però l’avvocato difensore per minimizzare l’accaduto sostiene che ‘Ntoni non abbia pugnalato Don Michele per questioni di contrabbando ma per difendere l’onre di Lia, dopo una tresca con Don Michele. Padre ‘Ntoni sviene e si dispera, mentre ‘Ntoni viene condannato a cinque anni di carcere e Lia, non resistendo di fronte al disonore, scappa da Aci Trezza. Si darà alla prostituzione a Catania e non tornerà mai più.
Capitolo XV: Padron ‘Ntoni è ormai vecchio e malato, ma Mena e Alessi non vogliono portarlo in ospedale e farlo morire lontano da casa sua. Comprendendo la situazione padron ‘Ntoni chiede ad Alfio Mosca, che è ritornato in paese, di portarlo in ospedale in un momento in cui i due nipoti sono assenti. Alessi si sposa con la Nunziata, che amava sin da ragazzino e riscatta la casa del nespolo, pur a prezzo di durissimi sacrifici. Padron ‘Ntoni muore prima che possano portarlo a casa. Alfio Mosca chiede la mano di Mena ma la ragazza rifiuta perché ormai ha già ventisei anni e la storia di Lia ha fatto sprofondare la famiglia nel disonore. Così Mena si ritira a curare i figli di Alessi e Nunziata. Una notte si presenta a casa ‘Ntoni, da poco uscito dal carcere, Alessi gli propone di restare ma ‘Ntoni sceglie amaramente di andarsene prima del sorgere del sole.

lunedì 14 settembre 2015

Giacomo Leopardi -LA CONVERSIONE POLITICA

Nel 1815 il peta  celebra la vittoria politica degli austriaci sul Murat e dichiara legittimi i governi della Restaurazione nel 1817 invece scrive Pero Giordani con accenti di caldo patriottismo "Mia patria è l'Italia per la quale ardo d'amore" nel 1818 compone le due canzoni patriottiche 
"all'Italia" (per il vero non molto sentita ma solo letterariamente trattata)  e "sopra il monumento di Dante" (più avvertito in questa canzone è il sentimento d'amore per la patria asservita allo straniero  ma tuttavia il linguaggio  è più oratorio che poetico )
si ha così in Leopardi la conversione poetica cioè il passaggio  del poeta dalle idee reazionarie (conservatrici ) all'entusiasmo  per la libertà della patria

martedì 8 settembre 2015

i due periodi della vita di Leopardi

PERIODO  FILOLOGICO
compone una "storia dell'astronomia"( 1813)  "saggio  sopra gli errori  popolari degli antichi"  (1815)  traduce gli "epigrammi di Mosco" (1851)  "il primo libro  dell'Odissea e il secondo dell'Eneide"  (1816)
maggiore diventa il suo raccoglimento  e più frequente ed intimo il colloquio con se stesso 
In questo periodo  diventa amicissimo di Pietro Giordani  con cui ha uno scambio epistolare  (1817)
Le sue condizioni fisiche peggiorano la sua spina dorsale  gli si incurva  la gibbosità lo tormenterà tutta la vita  gli si ammalano gli occhi

PERIODO DELLA CRISI LETTERARIA
dopo tante traduzioni  e attenti commenti si avvede che per  esprimere quanto sente gli occorre  scrivere versi
E' questa la conversazione letteraria del Leopardi
l'abbandono degli studi filologici e l'inizio degli studi di poesia e di letteratura
legge Dante  e Petrarca i cinquecentisti  ma ritorna spesso a Omero e Virgilio dalla cui lettura trae un indescrivibile diletto studia e legge gli autori del Seicento  italiano  e opere di autori contemporanei italiani e stranieri

lunedì 7 settembre 2015

GIACOMO LEOPARDI - LA VITA

Giacomo Leopardi  nacque il 29 giugno del 1798 nel piccolo paese di Recanati arretrato e quieto dove trascorse la fanciullezza  dotato precocemente di acuta introspezione e volto istintivamente alla meditazione venne tratto già negli anni della giovinezza  in un'atmosfera  di isolamento reso più assoluto  dell'atteggiamento  dei suoi genitori il conte Monaldo Leopardi erudito e bibliofilo  fino alla mania  fedelissimo  al regime papale ed avversario  di ogni concezione innovatrice
e la marchesa Adelaide Antici  donna incapace di affetto  tutta dedita alle pratiche religiose  alla custodia della  dignità della famiglia delle convenienze sociali  e soprattutto  presa quasi totalmente dalla preoccupazione di amministrare e riassettare  il patrimonio familiare  quasi completamente  mandato in rovina  dall'ingenuità degli affari  del conte Monaldo
Due sacerdoti Don Giuseppe Torres e Don Sebastiano  Sanchini  accudirono  alla sua prima istruzione
Nel 1812 il poeta compiuto appena il quattordicesimo anno  di età comincia a studiare da solo  nella ricchissima biblioteca paterna 
amantissimo del sapere e della gloria consuma  i giorni e le notti del periodo dell'adolescenza in uno studio disperatissimo  andando  "in traccia dell'indagine  pellegrina e recondita " impegnandosi  più di una volta fino a "notte tardissima" come afferma il fratello Carlo  "in ginocchio davanti al tavolino  per poter scrivere fino all'ultimo lume che si spegneva" apprendere le lingue latina francese greca ed ebraica  e quindi quelle moderne

sabato 5 settembre 2015

esercizi e questionari su Ugo foscolo

Che cosa si può dire delle poetica del Foscolo ?

la poetica del Foscolo  ha una evidente matrice classica  ma si evolve nell'iter del pensiero  e dello stile dell'autore  in motivi di  schietta arte romantica
per  meglio rendere il significato della poetica  foscoliana  si  può aggiungere  che in essa convivono  in perfetta armonia  la forma classica  e la concezione e la sensibilità romantica

Foscolo può definirsi romantico ?

definire Foscolo romantico dando al termine uno stretto significato  cronologico non è del tutto possibile 
Il romanticismo come corrente letteraria ufficiale in Italia inizia con la pubblicazione della lettera semiseria di Berchet nel 1816
a questa data il Foscolo  ha già composto e pubblicato opere di ispirazione romantica (l'Ortis  i Sonetti i Sepolcri
Il romanticismo  foscoliano quindi affonda le sue origini  nella concezione Vichiana  della storia  e della vita nel vasto movimento  romantico europeo  particolarmente occidentale (inglese e francese)

i sepolcri  hanno un contenuto patriottico ?

Il carme  dei Sepolcri  trova la sua causa occasionale nell'editto napoleonico di Saint  Cloud del 12 giugno 1804  contro cui è stato scritto  dal Foscolo
Napoleone  cantato dal poeta come liberatore (ode a Napoleone liberatore)  viene riconosciuto e additato  come tiranno  oppressore e predatore  alla generazione  risorgimentale  del nostro paese
In questo senso  il Liberal Carme assume un significato  di un canto patriottico  che si potrebbe definire  persino risorgimentale
c'è in esso chiaro incitamento  agli italiani  del tempo a compiere egregie cose

si potrebbe parlare di continuità  a proposito della poesia foscoliana ?

La continuità della poesia foscoliana  è agevolmente dimostrabile  se si tiene conto che tutte le sue opere sono pervase da pessimismo dal senso eroico della vita dall'amore  e dall'esaltazione  della bellezza dal costante  sentimento di morte  dalla passione patria  dall'ammirazione per la donna dalla celebrazione delle virtù e dei valori umani

Che cosa si può dire sul pessimismo foscoliano ?

IL pessimismo foscoliano  è di una realtà innegabile
egli cioè  non fa il pessimista non canta il dolore perché  vuole diventare un poeta alla  moda  è realmente  un pessimista  come dimostra con tutta la chiarezza  tutta la sua produzione poetica dall'Ortis alla Grazie
tutta la sua vita  dalla fanciullezza alla morte è la causa del suo pessimismo  e ad essa si aggiunge la sua formazione  culturale umana attraverso i classici latini e greci  la cui visione  se non completamente pessimistica non fu intonata all'ottimismo