Giacomo Leopardi - dialogo di Malambruno e di Farfarello
Il mago Malmbruno chiede a Farfarello un diavolo da lui evocato con al facoltà di poter usare tutte le forze infernali al suo servizio di renderlo felice anche per un solo momento; ma il diavolo non è in grado di soddisfare un tale desiderio, né lo potrebbe lo stesso Belzebù, e gliene dimostra la ragione. L'uomo non solo non può essere felice, ma non può nemmeno non essere mai infelice perché ama sopra ogni cosa se stesso e, di conseguenza, aspira costantemente alla felicità : ma tale aspirazione non può avere limiti dal momento che nessun piacere, essendo limitato, non dà né appagamento né felicità.
Se ne conclude che il non vivere è meglio del vivere e Farfarello se ne torna all'inferno chiedendo sarcasticamente ( ma con quanta amarezza per noi ) se Malambruno vuol morire subito cedendogli anzitempo l'anima da portare laggiù.
Il dialogo tra i più perfetti per struttura compositiva essenzialità di battute stringatezza di argomentazione equilibrata gradualità dei toni, inizia con brevi note comiche che continuano nelle risposte negative di Farfarello alla richiesta di Malmbruno, ma la tragicità di fondo della condizione umana gradualmente emerge e si manifesta nel dialogo veloce e serrato che definisce l'impossibilità dell'esistenza ed è cadenzato da una serie di negazioni; il finale giunge quasi all'improvviso con una battuta comica che però è nella sostanza tragicissima perché indica nella sola morte la soluzione all'infelicità della vita
Nessun commento:
Posta un commento