letteratura - il verso
Il verso è una successione di sillabe di solito determinata e fissa, regolata da alcune fondamentali norme di continuità e di accento.
La distinzione dei versi avviene secondo il numero delle sillabe metriche che lo compongono, calcolate secondo criteri di lettura.
Accanto al numero di sillabe, l'altro elemento caratteristico è la disposizione degli accenti ritmici soprattutto di quello dell'ultima parola: in corrispondenza a parole terminali piane sdrucciole o tronche, avremo versi piani sdruccioli o tronchi. Per esempio l'endecasillabo il verso fondamentale della nostra metrica, non è ovviamente un insieme di undici sillabe normali, ma una successione di sillabe lette metricamente con l'ultimo accento ritmico sulla decima :
endecasillabo piano : sempre caro mi fu quest'ermo colle
endecasillabo sdrucciolo : a egregie cose il forte animo accendono
endecasillabo tronco : sul verde cupo roseo brillò.
Data la prevalenza di parole piane nella nostra lingua possiamo considerare i versi piani la norma e gli altri due le eccezione, spesso ricercata per particolari effetti di timbro e di cadenza.
Si può inoltre tenere presente una ulteriore differenza tra versi parisillabi e imparisillabi. I primi senari ottonari decasillabi hanno uniformità di ritmo data la collocazione costante degli accenti che può essere ricercata per particolari effetti ripetitivi.
Molto più vari ed usati i versi imparisillabi soprattutto il settenario e l'endecasillabo.
Il settenario è il verso che ha un accento ritmico fisso sulla 6° sillaba ed un altro variabile tra le prime quattro : ma la sua varietà è data soprattutto dalla facilità con cui può essere usato sia nella sua forma piana sia quella sdrucciola o tronca :
"l'ansia di un cor che indòcile (sdrucciola)
serve pensando al règno (piana)
e il giunge, e tiene un prèmio
c'era follia speràr (tronca)
L'endecasillabo è come si è detto il verso principe della nostra letteratura : ciò che lo distingue è anzitutto la presenza dell'ultimo accento ritmico sulla decima sillaba ; ma la varietà di ritmo rispetto a tutto glia altri versi è data dalla diversa collocazione degli accenti ritmici interni e delle pause.
Riguardo all'accento tre sono gli schemi più usuali in cui si presenta :
1) accenti sulla 2° 6° e 10°
Nel mezzo del cammìn di nostra vita
2) accenti sulla 4° 7° e 10°
Zefiro torna e il bel témpo riména
3) accenti sulla 4° 8° e 10°
Fuggendo a piedi e insanguinando il piàno
Riguardo alla pausa interna (cesura ) essa può cadere :
1) dopo le prime sette sillabe (endecasillabo a maiore)
"che speranze, che cori// o Silvia mia";
2) Dopo le prime cinque sillabe (endecasillabo a minore)
"negli occhi tuoi // ridenti e fuggitivi "
La cesura può essere elemento importante per isolare una parola e porla in evidenza al centro della frase poetica.
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