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lunedì 14 ottobre 2019

la casa del signor Grandet - Balzac

la casa del signor Grandet - Balzac

Il più famoso dei romanzi di Balzac é Eugenia Grandet, che narra la vicenda di una giovane vissuta sotto la tirannia di un padre avaro e nel sogno di un amore destinato a deluderla. Le prime pagine del libro caratterizzano subito lo stile dello scrittore. La descrizione della cittadina di Saumur e della strada che porta alla casa del signor Grandet prepara la descrizione del personaggio definendo l'ambiente e la società in cui vive. E' un mondo di mercanti che non badano all'esteriorità, ma alla sostanza, in un clima  chiuso ed egoistico. Ciascuno  pensa ai suoi interessi, ma osserva attentamente  quanto accade intorno : nulla sfugge a quegli occhi avidi e impietosi. Egoismo e invidia circondano al casa Grandet; in essa non c'è fremito di vita, tutto è vecchio e freddo, dovunque  regnano silenzio e malinconia. Dalla descrizione minuziosa e oggettiva poco alla volta emerge il profilo del  gratto e avido padrone di casa e, di contro, la triste e rassegnata esistenza della moglie e della figlia.
Ambiente sociale e personaggio costituiscono per Balzac un'unità inscindibile. L'egoismo , l'avarizia insaziabile, l'insensibilità del signor Grandet sono dunque la conseguenza della società borghese in cui è nato e in cui opera. Attraverso il personaggio del signor Grandet Balzac descrive il mondo della borghesia, la sua mentalità I suoi interessi I suoi limiti.

domenica 13 ottobre 2019

Honoré De Balzac

Honoré De Balzac

Honoré De Balzac (1799-1850) nacque a Tours e trascorse la giovinezza trascura
to dalla madre che gli preferiva un altro figliolo : in un primo tempo fu scrivano presso un notaio, poi passò a lavorare in una casa editrice con scarso successo finanziario, quindi progettò fantastici affari che si risolsero tutti in colossali fallimenti. La sua vita fu però caratterizzata da un'intensa e frenetica attività letteraria, sostenuta da una fervidissima immaginazione e dal bisogno di fronteggiare I debiti, sempre più numerosi. In venti anni scrisse quasi cento libri, tra romanzi e racconti ; I romanzi con più di duemila personaggi, sono raccolti sotto il titolo complessivo di "Commedia umana" e descrivono la Francia contemporanea attraverso quadri di vita privata o ambienti di provincia Parigi, il mondo politico e militare, la campagna.
Balzac ha l'arte di creare personaggi caratteristici di un certo ceto sociale e di una particolare psicologia; essendo  perfettamente inquadrati nel loro ambiente, la loro analisi psicologica si trasforma in analisi della società in cui vivono. L'attenzione dello scrittore  è attratta soprattutto dalla borghesia "laboriosa intrigante egoista, assetata di denaro e di potere" di cui coglie con acutezza la nascita e il declino.
L'opera di Balzac viene solitamente collocata alle soglie del realismo per la capacità di rappresentare la realtà e la vita sociale in tutti gli aspetti

il realismo in Francia

il realismo in Francia

Verso la metà del secolo ci fu in Francia una reazione antiromantica tanto in poesia (Baudelaire) quanto in prosa (il naturalismo)

Stendhal e Balzac nei decenni precedenti erano già usciti dagli schemi della narrativa romantica guardando la realtà in modo disincantato e privo di abbandoni sentimentali; Flaubert aveva lottato contro gli slanci romantici del suo temperamento per soddisfare all'esigenza di un'arte intesa come documento di vita, cercando di restare impassibile e oggettivo di fronte alla materia rappresentata. Ma solo verso il 1880 la tendenza realistica diventa una scuola letteraria vera e propria, il naturalismo  con una teoria ben definita ( I caratteri e le vicende degli uomini dipendono dall'ereditarietà, dall'ambizione e dalle condizioni del momento) con un caposcuola (Zola). Negli scrittori più impegnati  il naturalismo diventa strumento di indagine  e di denuncia sociale, in quelli meno legati ai principi deterministici si limita a descrivere aspetti  e caratteri della provincia  con toni variamente sfumati
L'opera di Flaubert e il naturalismo francese furono modello del nostro verismo

mercoledì 9 ottobre 2019

il Realismo

il Realismo

La seconda metà dell'ottocento può essere considerata l'età del realismo. Il mondo è cambiato : gli ideali, le aspirazioni, le passioni, I sentimenti che avevano caratterizzato la grande stagione romantica lasciano il posto alla fede nella ragione e nella scienza; l'industrializzazione, la diffusione dele ferrovie e della navigazione  a vapore provocano la crisi dell'agricoltura , la concentrazione urbana nelle grandi città industriali  e causano contrasti e conflitti sociali anche all'interno di paesi progrediti.
Le lotte per l'indipendenza nazionale sono  sostituite dalle lotte di classe; la letteratura abbandona gli sfoghi lirici e gli entusiasmi patriottici del romanticismo per guardare alla realtà e ai suoi problemi concreti; dalla poesia si passa alla prosa, e il romanzo è il genere più diffuso anche grazie all'incremento dell'istruzione obbligatoria  e del giornale, diventato nel frattempo  mezzo di informazione per un pubblico sempre più vasto.
L'attenzione ai problemi della società con il fino dichiarato di rappresentare la vita così com'è, trascurando il mondo interiore dello scrittore caro ai romantici, determina la nascita di una letteratura realistica che  ha le formulazioni  teoriche in Francia, ma si sviluppa in tutta Europa, con caratteristiche ovviamente diverse da paese a paese. L0uomo  non è più considerato nella sua complessità spirituale, ma nella sua natura materiale condizionata da leggi biologiche, da esigenze economiche, da strutture sociali : la descrizione del suo rapporto con la società negli aspetti concreti della realtà di ogni giorno ne spiega gli atteggiamenti, il modo di vivere, le stesse vicende.
Nell'opera di Manzoni, Stendhal, Balzac che possono essere considerati i precursori del realismo, la realtà era sì accuratamente descritta, ma nella descrizione erano sempre presenti il giudizio, la concezione della vita, I principi morali dello scrittore : si trattava cioè di una riflessione sulla realtà più che di una descrizione attenta e fedele a ogni particolare. I realisti invece rinunciano alla soggettività della narrazione e si propongono la più assoluto imparzialità e oggettività : la letteratura deve essere una sorta di riproduzione fotografica, di documentazione distaccata senza commenti nè riflessioni.
Questo genere di letteratura, soprattutto il naturalismo francese, ha nel sottofondo l'impronta della mentalità scientifica che tende ala più assoluta oggettività annullando ogni esigenza di tipo oggettivo.
In questa prospettiva  al rappresentazione dell'uomo si completa  con la descrizione della società e lo scrittore non può esimersi dall'impegno di denunciare la deplorevole situazione dei ceti più poveri, le disumane  condizioni di vita e di lavoro del proletariato urbano e rurale, le ingiustizie e I soprusi  di cui sono vittime da sempre I più miseri e I più diseredati in un mondo in cui trionfa l'egoismo e il denaro, che inneggia al progresso e alla civiltà e proclama I diritti degli operai e dei contadini, giustizia sociale e dignità umana per tutti.

La Tirannella di Fratta - Ippolito Nievo

La Tirannella di Fratta - Ippolito Nievo

la pagine più vive e affascinanti del romanzo Confessioni di un italiano  sono le prime, largamente autobiografiche, dove l'infanzia di Carlino è rivissuta con una vena di sottile ironia e di velata nostalgia. Lo scenario è il castello di Fratta, nella bassa friulana, dove sopravvive un piccolo mondo feudale al tramonto con personaggi  più patetici che anacronistici.
Diversa dal tutti gli altri per particolare vivacità e immediatezza è la Pisana, figlia del signor Conte  e cugina di Carlino, che gli sarà vicina per tutta la vita; a un tempo tenera e sdegnosa, affettuosa e crudele ingenua e calcolatrice, già da bambina rivela il carattere della donna e fa gioire e soffrire il povere ragazzo innamorato e sdegnato ma incapace di levarsela dal cuore. Accanto al personaggio della Pisana si noti il fascino della natura in cui pare che l'animo giovanile si effonda più libero e spensierato

lunedì 7 ottobre 2019

Ippolito Nievo

Ippolito Nievo

Ippolito Nievo (1831-61) è il più importante  scrittore della seconda generazione romantica, a metà secolo. Fervente patriota , particolarmente  sensibile alle condizioni di vita delle popolazioni contadine che riteneva indispensabili accanto alla borghesia cittadina, per l'unità materiale e spirituale della patria, seguì Garibaldi dapprima tra I Cacciatori delle Alpi e poi tra I Mille, col grado di colonnello dell'intendenza; durante quell'impresa perì in un naufragio. La sua opera più importante sono Le confessioni di un italiano, scritte di getto tra il '57 e il '58, pur non avendo  avuto l'ultima mano dell'autore  sono il più bel romanzo del risorgimento. Attraverso le immaginarie vicende di Carlo Altoviti Nievo racconta  circa ottant'anni di storia italiana dal 1775 al 1849, mostrando come in quei lunghi e travagliati decenni italiani  siano passati  dal clima feudale di un torbido settecento alla dignità di un popolo che lotta per la libertà e indipendenza

mercoledì 2 ottobre 2019

la poesia dialettale

la poesia dialettale

La poesia dialettale ha una tradizione letteraria che risale ai secoli precedenti ; però non tutta la poesia dialettale può essere considerata poesia popolare perchè fatta appunto dal popolo o diffusa tra il popolo . Infatti  I poeti dialettali spesso furono dei finissimi letterati che scelsero il dialetto lavorando nel solco di un genere letterario con le sue proprie caratteristiche di contenuto, di stile  e di linguaggio ; l'immediatezza, la schiettezza, la semplicità ne sono le note più importanti.
In epoca romantica però la poesia dialettale assume un carattere particolare perché corrisponde all'esigenza di opporsi alla poesia dotta classicistica per volgersi al popolo,  ai suoi sentimenti, alla sua  vita d'ogni giorno. Nel quadro della lirica romantica poeti come Porta e Belli hanno perciò  un posto ben preciso perché corrispondono alle esigenze spirituali e culturali del momento: Naturalmente  ciascuno dei due ha una sua fisionomia personale dovuta alla sensibilità, al periodo storico e al mondo ritratto; in comune hanno quello che è tipico dei dialettali, cioè immediatezza e vivacità e maggiore adesione all'anima semplice e spontanea della gente comune.
La poesia dialettale si ripresenta con rinnovata possibilità di diffusione soprattutto  nei periodi di tendenza realistica. Così accanto a scrittori regionali di forte impronta dialettale come il milanese De Marchi, i toscani Fucini e Pratesi, il genovese Zena  I siciliani Verga e Capuana ecc.