Il nucleo centrale della sua poesia è rappresentato dal mondo classico dai miti del periodo della classicità che nella produzione montiana svolgono la funzione di materiale di riempimento là dove manca la vera ispirazione poetica
tutte le opere del Monti tranne evidentemente le "Odi " sono incomplete e rivelatrici della mancanza di vera ispirazione il Monti canta sempre temi storico-politici della sua età ma non li sente e quindi ricorre ai miti che fanno da succedanei o interrompe le opere
Il giudizio critico della poesia del Monti risente ancora oggi della valutazione che nello "Zibaldone" ne diede il Leopardi "poeta dell'orecchio e dell'immagine del cuore in nessun modo "
Il duro giudizio leopardiano non sempre però resiste se confrontato con quello immediato del lettore che si fermi soprattutto sulla "valutazione dell'Iliade " (1812) e sulla celebre canzone "Nel giorno onomastico della sua donna"(1826) o "sul sonetto alla figlia" ispirato da un ritratto del pittore Agricola
E non si può estendere il giudizio leopardiano al poemetto in terzine "Bellezza dell'universo" scritto dal Monti in occasione delle nozze del duca Luigi Braschi Onesti con Costanza Falconieri e nemmeno ai "Pensieri d'amore"e ai "Versi sciolti del Principe Sigismondo Ghigi"
In tutte queste opere c'è armonia e musicalità raramente penetrazione sentimentale o partecipazione psicologica
Ed il lettore lo sente; sente che il poeta è presente con tutta la sua arte e forse più con la tecnica ma non con la sua anima
Queste insieme alla Basvilliana poemetto in terzine dantesche informato ad un conservatorismo politico e sociale e, quindi antirivoluzionario (Hugo di Basville viene ucciso a Roma mentre propaganda la rivoluzione francese) sono opere del periodo romano (1778-1797) ammantate tutte di decorativa esteriore e prive di sentimento
A questo periodo appartengono anche la "Ferioniade" e le tragedie "Aristodemo" "Galeotto Manfredi "Caio Gracco d'inspirazione alfieriana e l'ode "al signor di Montgolfier " in cui il Monti canta con tono celebrativo il primo volo effettuato in Francia con l'aerostato nel 1783 da Stefano Montgolfier
Le opere del periodo napoleonico (1997-1\815)
Il Monti ne 1797 lascia Roma e si rifugia prima a Bologna poi a Milano si converte alle idee rivoluzionarie rinnega il suo passato e assiste in una piazza di Milano alla distruzione per incendio di una copia della Basvilliana
Ma a Milano giungono gli Austro-Russi ed egli passa in Francia dove traduce la "Pucelle d'Orleans"
e compone un poemetto la "Mascheroniana " nel quale immagina che lo scienziato Lorenzo Mascheroni morto da poco incontri nell'al di là il Parini il Verri il Beccaria e si fermi a meditare con loro sulla misera situazione politica e morale dell'Italia che solo Napoleone può migliorare
Fa questo momento il Monti diventa cantore di Napoleone si ricordano "Bardo della Selva Nera" (1806); "La spada di Federico II (1806 ) scritta in occasione delle vittorie di Prussia; " Il beneficio"(1805) per l'incoronazione dell'Imperatore; La Polingenesi politica ; le api panacridi in Alvisopoli " (1811) per celebrare la nascita del re di Roma
Anche queste opere il Monti si rivela un autore pieno di immaginazione e ricchezza quasi barocca ma scarso di sentimento
le ultime opere
Al ritorno degli austriaci a Milano volendo continuare ad essere "il segretari dell'opinione pubblica dominante " (De Sanctis) li canta nelle opere "Ritorno di Astrea " (1816) "Mistico Maggio" (1815) tutte prive di ispirazione e di genuinità
Come poeta mancò di ispirazione originale e potente ; ebbe vivissimo il culto delle belle forme per le belle immagini compose dei versi di suggestiva musicalità ma non inviò un vero messaggio né ai contemporanei né ai posteri con la sua abbondantissima produzione
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sabato 27 giugno 2015
venerdì 26 giugno 2015
VINCENZO MONTI - LA VITA
studiò nel seminario di faenza dove riuscì a formarsi una solida cultura classica
Iscrittosi in seguito all'università di Ferrara frequentò contro voglia prima la Facoltà di Giurisprudenza e poi quella di medicina mentre attendeva a comporre versi e affascinato dalla grandiosità biblica imitava con successo le "Visioni" del poeta ferrarese Alfonso Varano in un' opera "Vione di Ezechiello" Attirò così l'attenzione del Cardinale Scipione Borghese che gli offrì la possibilità di imboccare la via di Roma dove il Monti si recò nel 1778 tre anni più tardi (1781) divenne Segretario del duca Luigi Braschi Onesti, nipote di papa Pio VI
iniziò così il "periodo romano" della sua vita
A poco a poco il Monti , che ne 1791 aveva sposato Tesera Pikler dalla quale ebbe la figlia Costanza diventò per le sue adulazioni al pontefice e per avere interpretato "La Basvilliana" poemetto in terzine la generale condanna della rivoluzione francese, il poeta ufficiale della curia vaticana:
ma improvvisamente nel 1797 partì da Roma nella carrozza del colonnello francese Marmont e si trasferì a Milano in mano ai rivoluzionari dai quali fu tutt'altro che ben accolto
ottenne qualche incarico modesto ma finì con l'essere soggetto di persecuzione nonostante la sua ostentazione di acceso estremismo politico del tutto contrario alla sua natura
Per colpirlo fu votata con chiaro riferimento a lui una legge che escludeva dai pubblici uffici chiunque avesse scritto contro la Rivoluzione dopo il 1792
Fu questo il "periodo milanese o rivoluzionario" del Monti in cui il poeta fu difeso contro i persecutori dal Foscolo
Mel 1799 quando Napoleone si trovava in Egitto calarono in Itali a gli Austro-Russi e il Monti fuggì a Parigi dove gli eccessi rivoluzionari avevano ceduto il posto a tendenze più moderate
Gli eventi a Parigi erano maturati per la dittatura napoleonica
Dopo Marengo nel 1801 il Monti tornò in Italia e cominciò a celebrare nei suoi versi l'astro napoleonico che gli concesse in cambio onori e prebende
E' questo fu "il periodo napoleonico" della vita del Monti
Fu così professore titolare della cattedra di Eloquenza all'università di Pavia poi poeta del governo della Repubblica italiana poi Assessore per le lettere le belle arti e infine storiografo del Regno italico
Alla caduta di Napoleone (1815) e al conseguente arrivo in Italia degli Austriaci il Monti fattosi ancora una volta interprete ed esponente della pubblica opinione fu prodigo di lodi ed encomi ai nuovi dominatori e di oltraggi ai padroni caduti "periodo rivoluzionario"
Gli ultimi anni della sua vita li trascorse nella tristezza delle difficoltà economiche di velenose polemiche (si ricordi quella con il Foscolo) e di dispiaceri familiari morì a Milano il 13 ottobre 1828 per paralisi progressiva
Le sue ossa furono sepolte nel Cimitero di San Gregorio Il suo cuore chiuso in un'urna di ebano e donato dalla figlia Costanza alla città di Ferrara
Iscrittosi in seguito all'università di Ferrara frequentò contro voglia prima la Facoltà di Giurisprudenza e poi quella di medicina mentre attendeva a comporre versi e affascinato dalla grandiosità biblica imitava con successo le "Visioni" del poeta ferrarese Alfonso Varano in un' opera "Vione di Ezechiello" Attirò così l'attenzione del Cardinale Scipione Borghese che gli offrì la possibilità di imboccare la via di Roma dove il Monti si recò nel 1778 tre anni più tardi (1781) divenne Segretario del duca Luigi Braschi Onesti, nipote di papa Pio VI
iniziò così il "periodo romano" della sua vita
A poco a poco il Monti , che ne 1791 aveva sposato Tesera Pikler dalla quale ebbe la figlia Costanza diventò per le sue adulazioni al pontefice e per avere interpretato "La Basvilliana" poemetto in terzine la generale condanna della rivoluzione francese, il poeta ufficiale della curia vaticana:
ma improvvisamente nel 1797 partì da Roma nella carrozza del colonnello francese Marmont e si trasferì a Milano in mano ai rivoluzionari dai quali fu tutt'altro che ben accolto
ottenne qualche incarico modesto ma finì con l'essere soggetto di persecuzione nonostante la sua ostentazione di acceso estremismo politico del tutto contrario alla sua natura
Per colpirlo fu votata con chiaro riferimento a lui una legge che escludeva dai pubblici uffici chiunque avesse scritto contro la Rivoluzione dopo il 1792
Fu questo il "periodo milanese o rivoluzionario" del Monti in cui il poeta fu difeso contro i persecutori dal Foscolo
Mel 1799 quando Napoleone si trovava in Egitto calarono in Itali a gli Austro-Russi e il Monti fuggì a Parigi dove gli eccessi rivoluzionari avevano ceduto il posto a tendenze più moderate
Gli eventi a Parigi erano maturati per la dittatura napoleonica
Dopo Marengo nel 1801 il Monti tornò in Italia e cominciò a celebrare nei suoi versi l'astro napoleonico che gli concesse in cambio onori e prebende
E' questo fu "il periodo napoleonico" della vita del Monti
Fu così professore titolare della cattedra di Eloquenza all'università di Pavia poi poeta del governo della Repubblica italiana poi Assessore per le lettere le belle arti e infine storiografo del Regno italico
Alla caduta di Napoleone (1815) e al conseguente arrivo in Italia degli Austriaci il Monti fattosi ancora una volta interprete ed esponente della pubblica opinione fu prodigo di lodi ed encomi ai nuovi dominatori e di oltraggi ai padroni caduti "periodo rivoluzionario"
Gli ultimi anni della sua vita li trascorse nella tristezza delle difficoltà economiche di velenose polemiche (si ricordi quella con il Foscolo) e di dispiaceri familiari morì a Milano il 13 ottobre 1828 per paralisi progressiva
Le sue ossa furono sepolte nel Cimitero di San Gregorio Il suo cuore chiuso in un'urna di ebano e donato dalla figlia Costanza alla città di Ferrara
martedì 23 giugno 2015
ESERCIZI - QUESTIONARI SUGLI SCRITTORI DELL'OTTOCENTO
quale importanza hanno nello sviluppo delle lettere gli minori della I metà dell'Ottocento ?
l'importanza e il ruolo che rivestono gli autori minori in genere e quelli della I metà dell'Ottocento in particolare possono riassumersi nell'apporto sostanziale che essi danno alla migliore e che essi danno alla migliore e talvolta più profonda conoscenza del costume delle tendenze e delle attese della generazione alla quale appartengono
Gli scrittori minori della I metà dell'Ottocento danno ad esempio la dimensione esatta della radicalizzazione della polemica tra Neoclassicismo e Romanticismo
quali poeti minori si potrebbero citare per meglio testimoniare la contrapposizione tra le due correnti letterarie della I metà dell'Ottocento ?
la citazione potrebbe limitarsi soprattutto a tre poeti : Berchet Pindemonte e Giordani il primo e il terzo come sostenitori delle opposte posizioni e il secondo come elemento di mediazione
In che senso il Pindemonte può definirsi elemento mediatore tra il Neoclassicismo e il Romanticismo ?
soprattutto la lettura delle "Poesie campestri" e delle "prose" ha indotto il Sapegno ad assegnarlo alla temperie neoclassica e il Binni a ricondurlo ad "trapasso di stagioni letterarie dall'ultimo canto di Arcadia dal brio del sensismo e dalla precisione scientifica illuministica a chiare tenerezze preromantiche a candori neoclassici ad irrobustimento di situazione romantica
quali caratteri neoclassici presenta la produzione letteraria del Giordani ?
Il carattere più spiccatamente neoclassico può essere testimoniato nella varia produzione letteraria del Giordani dal purismo della lingua che volle non solo per lui, rappresentare un'affermazione di italianità contro il linguaggio francesizzante dei prosatori del Settecento
Questa tesi fu sostenuta dal maestro dal maestro del Purismo Antonio Cesari (dissertazioni sopra lo stato presente della lingua Italiana")
Come si possono sintetizzare gli elementi essenziali della storiografia di Vincenzo Cuoco ?
Il Cuoco si inquadra nella storiografia neoclassica insieme con Carlo Botta (Storia d'Italia dal 1789 1814) e con Pietro Colletta (Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825 )
IL Cuoco nel "Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 manifesta gli essenziali della sua storiografia
realismo storico
ricerca delle cause che determinarono i fallimenti della rivoluzione napoletana
accoglimento e divulgazione dei principi storici teorizzati dal Macchiavelli dal dal Vico e dal Gravina
Quali nuovi concetti introduce il Botta nella sua storia ?
pur partendo dal metodo storiografico umanistico il Botta con la sua opera storica introduce un caldo sentimento di amor patrio un desiderio ardente di libertà e l'aspirazione ad una situazione politica di indipendenza e di unità nazionale
In che cosa consiste il classicismo di Vincenzo Cuoco ?
IL classicismo del Cuoco consiste nel suo realismo storico derivato dai principi politico-filosofici del Macchiavelli che si rifaceva al più grande storico latino Tito Livio e del Vico che aveva studiato con impegno continuo e totale la civiltà greca in genere e quella omerica in particolare
l'importanza e il ruolo che rivestono gli autori minori in genere e quelli della I metà dell'Ottocento in particolare possono riassumersi nell'apporto sostanziale che essi danno alla migliore e che essi danno alla migliore e talvolta più profonda conoscenza del costume delle tendenze e delle attese della generazione alla quale appartengono
Gli scrittori minori della I metà dell'Ottocento danno ad esempio la dimensione esatta della radicalizzazione della polemica tra Neoclassicismo e Romanticismo
quali poeti minori si potrebbero citare per meglio testimoniare la contrapposizione tra le due correnti letterarie della I metà dell'Ottocento ?
la citazione potrebbe limitarsi soprattutto a tre poeti : Berchet Pindemonte e Giordani il primo e il terzo come sostenitori delle opposte posizioni e il secondo come elemento di mediazione
In che senso il Pindemonte può definirsi elemento mediatore tra il Neoclassicismo e il Romanticismo ?
soprattutto la lettura delle "Poesie campestri" e delle "prose" ha indotto il Sapegno ad assegnarlo alla temperie neoclassica e il Binni a ricondurlo ad "trapasso di stagioni letterarie dall'ultimo canto di Arcadia dal brio del sensismo e dalla precisione scientifica illuministica a chiare tenerezze preromantiche a candori neoclassici ad irrobustimento di situazione romantica
quali caratteri neoclassici presenta la produzione letteraria del Giordani ?
Il carattere più spiccatamente neoclassico può essere testimoniato nella varia produzione letteraria del Giordani dal purismo della lingua che volle non solo per lui, rappresentare un'affermazione di italianità contro il linguaggio francesizzante dei prosatori del Settecento
Questa tesi fu sostenuta dal maestro dal maestro del Purismo Antonio Cesari (dissertazioni sopra lo stato presente della lingua Italiana")
Come si possono sintetizzare gli elementi essenziali della storiografia di Vincenzo Cuoco ?
Il Cuoco si inquadra nella storiografia neoclassica insieme con Carlo Botta (Storia d'Italia dal 1789 1814) e con Pietro Colletta (Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825 )
IL Cuoco nel "Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 manifesta gli essenziali della sua storiografia
realismo storico
ricerca delle cause che determinarono i fallimenti della rivoluzione napoletana
accoglimento e divulgazione dei principi storici teorizzati dal Macchiavelli dal dal Vico e dal Gravina
Quali nuovi concetti introduce il Botta nella sua storia ?
pur partendo dal metodo storiografico umanistico il Botta con la sua opera storica introduce un caldo sentimento di amor patrio un desiderio ardente di libertà e l'aspirazione ad una situazione politica di indipendenza e di unità nazionale
In che cosa consiste il classicismo di Vincenzo Cuoco ?
IL classicismo del Cuoco consiste nel suo realismo storico derivato dai principi politico-filosofici del Macchiavelli che si rifaceva al più grande storico latino Tito Livio e del Vico che aveva studiato con impegno continuo e totale la civiltà greca in genere e quella omerica in particolare
domenica 21 giugno 2015
GLI STORICI DEL PERIODO NEOCLASSICO
anche la storiografia in un certo senso sente l'influsso neoclassico del primo Ottocento gli storici si uniformano alla perfezione formale nonostante in essi sia vivissimo l'interesse morale e politico e spiccato il sentimento patriottico
Notevole si rivela la letteratura dei loro scritti il proposito di contribuire alla formazione della coscienza rinascimentale
Gli storici di questo periodo degni di menzioni sono
Carlo Botta "storia della guerra di indipendenza degli Stati Uniti d'America" 2Storia d'Italia dal 1789 al 1814 " "Proposizione ai longobardi di una maniera di governo libero" "storia naturale e medica dell'isola di Corfù"
Pietro Colletta "storia del reame di Napoli dal 1734 al 1825"
ma il più grande storico del primo Ottocento fu :
Vincenzo Cuoco che si riallacciò al Macchiavelli e al Vico narrando con assoluta imparzialità i fatti storici di cui era stato testimone ed esprimendo sinceri sentimenti di amor patrio sul problema politico del Risorgimento nazionale italiano
Lo storico napoletano come viene denominato sebbene nato nel Molise a Civitacampomarano, professò come uomo politico e come scrittore idee liberali; fu antiborbonico come rivela la letteratura dei suoi "frammenti di lettere a Vincenzo Russo" di cui traccia le linee del progetto di costituzione della Repubblica Napoletana preparato da Mario Pagano , sul modello di quella francese dell'anno III
La sua più importante opera fu il "Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del '99 (pubblicato nel 1801)
Il suo credo di storiografo fu la verità che come egli scrisse deve esser sempre cara a chiunque ama la patria
Sostenne il Cuoco nella sua opera che la causa del fallimento della rivoluzione napoletana del '99 è da ricercarsi e rinvenirsi nel fatto che essa non era nata dal di dentro (cioè dal popolo) ma era stata imposta da fuori
Di straordinario interesse storico e culturale sono le pagine in cui sono descritte le condizioni politiche e economiche del Regno di Napoli dal principio della Rivoluzione francese alla fuga di re Ferdinando di Borbone
E' da ricordare inoltre che il Cuoco collaborò al "Redattore Cisalpino" e diresse il Giornale Italiano e fu l'autore di "Platone in Italia romanzo filosofico archeologico dove immagina che un suo avo scavando presso l'antica eraclea abbia trovato e tradotto un manoscritto greco in cui si narra il viaggio che Platone fece in Italia nel 406 anno di Roma visitando la Magna Grecia osservando le condizioni e i costumi
Nel 1806 fondò il Corriere di Napoli e ne 1809 preparò il "Progetto di decreto per l'organizzazione della pubblica istruzione nel Regno di Napoli " nel quale sostenne l'universalità dell'istruzione nel senso che essa deve comprendere tutte le scienze e tutte le arti la pubblicità e la socialità dell'istruzione stessa nel senso che ciascun cittadino deve essere istruito secondo le proprie necessità con un'uniformità assicurata e controllata dallo Stato
L'educazione e l'istruzione secondo il Cuoco deve tradursi in educazione civica deve cioè formare buoni cittadini i quali si hanno soltanto con la quotidiana pratica della virtù politica
Pietro Giordano
un ceno alla fine della completezza storico-letteraria merita uno studioso e letterato la cui fama in verità è andata col tempo sempre diminuendo
questo scrittore viene ricordato principalmente per la sua amicizia con Leopardi
attentissimo ai valori formali il Giordani non riuscì a scrivere un'opera organica di una certa ampiezza troppi ed eccessivi furono i suoi interessi stilistici per potere creare opere grandi e di durata Si fermava insomma più sulle idee accessorie che su quelle principali
La parola nei suoi scritti appare troppo guardinga di se stessa
La sua formula artistica fu "stile greco e lingua del trecento in questo senso si colloca fra i puristi
Laureato in legge e benedettino e quindi titolare di cariche amministrative in vari comuni dell'Italia centro-settentrionale fu tra i cantori di Napoleone (panegirico allo Imperator Napoleone)
Nei suoi pellegrinaggi giunse anche a Firenze dove conobbe letterati e poeti tra cui il Leopardi
Prima di morire (14 settembre 1848) salutò con gioia la prima guerra di indipendenza
tra le molte opere
La storia della spirito pubblico d'Italia per 600 anni considerata nelle vicende della lingua
della religione in Italia
Istruzione di un giovane italiano per l'arte di scrivere
la carcerazione di Pietro Giordani
Notevole si rivela la letteratura dei loro scritti il proposito di contribuire alla formazione della coscienza rinascimentale
Gli storici di questo periodo degni di menzioni sono
Carlo Botta "storia della guerra di indipendenza degli Stati Uniti d'America" 2Storia d'Italia dal 1789 al 1814 " "Proposizione ai longobardi di una maniera di governo libero" "storia naturale e medica dell'isola di Corfù"
Pietro Colletta "storia del reame di Napoli dal 1734 al 1825"
ma il più grande storico del primo Ottocento fu :
Vincenzo Cuoco che si riallacciò al Macchiavelli e al Vico narrando con assoluta imparzialità i fatti storici di cui era stato testimone ed esprimendo sinceri sentimenti di amor patrio sul problema politico del Risorgimento nazionale italiano
Lo storico napoletano come viene denominato sebbene nato nel Molise a Civitacampomarano, professò come uomo politico e come scrittore idee liberali; fu antiborbonico come rivela la letteratura dei suoi "frammenti di lettere a Vincenzo Russo" di cui traccia le linee del progetto di costituzione della Repubblica Napoletana preparato da Mario Pagano , sul modello di quella francese dell'anno III
La sua più importante opera fu il "Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del '99 (pubblicato nel 1801)
Il suo credo di storiografo fu la verità che come egli scrisse deve esser sempre cara a chiunque ama la patria
Sostenne il Cuoco nella sua opera che la causa del fallimento della rivoluzione napoletana del '99 è da ricercarsi e rinvenirsi nel fatto che essa non era nata dal di dentro (cioè dal popolo) ma era stata imposta da fuori
Di straordinario interesse storico e culturale sono le pagine in cui sono descritte le condizioni politiche e economiche del Regno di Napoli dal principio della Rivoluzione francese alla fuga di re Ferdinando di Borbone
E' da ricordare inoltre che il Cuoco collaborò al "Redattore Cisalpino" e diresse il Giornale Italiano e fu l'autore di "Platone in Italia romanzo filosofico archeologico dove immagina che un suo avo scavando presso l'antica eraclea abbia trovato e tradotto un manoscritto greco in cui si narra il viaggio che Platone fece in Italia nel 406 anno di Roma visitando la Magna Grecia osservando le condizioni e i costumi
Nel 1806 fondò il Corriere di Napoli e ne 1809 preparò il "Progetto di decreto per l'organizzazione della pubblica istruzione nel Regno di Napoli " nel quale sostenne l'universalità dell'istruzione nel senso che essa deve comprendere tutte le scienze e tutte le arti la pubblicità e la socialità dell'istruzione stessa nel senso che ciascun cittadino deve essere istruito secondo le proprie necessità con un'uniformità assicurata e controllata dallo Stato
L'educazione e l'istruzione secondo il Cuoco deve tradursi in educazione civica deve cioè formare buoni cittadini i quali si hanno soltanto con la quotidiana pratica della virtù politica
Pietro Giordano
un ceno alla fine della completezza storico-letteraria merita uno studioso e letterato la cui fama in verità è andata col tempo sempre diminuendo
questo scrittore viene ricordato principalmente per la sua amicizia con Leopardi
attentissimo ai valori formali il Giordani non riuscì a scrivere un'opera organica di una certa ampiezza troppi ed eccessivi furono i suoi interessi stilistici per potere creare opere grandi e di durata Si fermava insomma più sulle idee accessorie che su quelle principali
La parola nei suoi scritti appare troppo guardinga di se stessa
La sua formula artistica fu "stile greco e lingua del trecento in questo senso si colloca fra i puristi
Laureato in legge e benedettino e quindi titolare di cariche amministrative in vari comuni dell'Italia centro-settentrionale fu tra i cantori di Napoleone (panegirico allo Imperator Napoleone)
Nei suoi pellegrinaggi giunse anche a Firenze dove conobbe letterati e poeti tra cui il Leopardi
Prima di morire (14 settembre 1848) salutò con gioia la prima guerra di indipendenza
tra le molte opere
La storia della spirito pubblico d'Italia per 600 anni considerata nelle vicende della lingua
della religione in Italia
Istruzione di un giovane italiano per l'arte di scrivere
la carcerazione di Pietro Giordani
martedì 16 giugno 2015
LETTERATURA ITALIANA LE OPERE DI IPPOLITO PINDEMONTE
L'opera principale è "Poesie campestri " (1788) il cui pricipio animatore è blando e languido sentimentalismo che rivela genuinamente il mondo interiore del Pindemonte
le altre opere :
in lode dell'oscurità della poesia
sermone ironico i sui rivela un certo gusto ermetico che tra i poeti di quel tempo cominciava ad essere di moda
I Cimiteri
di cui scrisse solo il primo Canto l'interruzione deve esser spiegata con il fatto che il Pindemonte abbandonò l'idea di comporre un poema in ottave quando ebbe notizia dell'imminente pubblicazione dei Sepolcri di Foscolo
12 Epistole in versi
di argomento descrittivo e moraleggiante
il colpo di martello del campanile di San Marco a Venezia
dove il poeta esprime tristezza e malinconia per la fugacità del tempo e profondo dolore al pensiero della morte
Elogi di letterati italiani
Clementina
novelle
pregevolissima è la sua traduzione dell'Odissea in endecasillabi sciolti dove trasfuse tutta la sua anima e il culto dell'antichità ritratto nei suoi fondamentali valori che si sintetizzano nel culto della patria e della famiglia
le altre opere :
in lode dell'oscurità della poesia
sermone ironico i sui rivela un certo gusto ermetico che tra i poeti di quel tempo cominciava ad essere di moda
I Cimiteri
di cui scrisse solo il primo Canto l'interruzione deve esser spiegata con il fatto che il Pindemonte abbandonò l'idea di comporre un poema in ottave quando ebbe notizia dell'imminente pubblicazione dei Sepolcri di Foscolo
12 Epistole in versi
di argomento descrittivo e moraleggiante
il colpo di martello del campanile di San Marco a Venezia
dove il poeta esprime tristezza e malinconia per la fugacità del tempo e profondo dolore al pensiero della morte
Elogi di letterati italiani
Clementina
novelle
pregevolissima è la sua traduzione dell'Odissea in endecasillabi sciolti dove trasfuse tutta la sua anima e il culto dell'antichità ritratto nei suoi fondamentali valori che si sintetizzano nel culto della patria e della famiglia
LETTERATURA ITALIANA - IPPOLITO PINDEMONTE
VITA
troppi mediocri furono i poeti minori dell'Ottocento pertanto pochi sono degni di menzioni e tra questi Ippolito Pindemonte nato a Verona da nobile famiglia che per lunga tradizione coltivava le lettere compì i suoi studi al collegio San Carlo di Modena insieme al fratello Giovanni Per desiderio di conoscenza e per dovizia di mezzi viaggiò molto sia in Italia che all'estero si trovava a Parigi nel 1789 allo scoppio della rivoluzione, l'entusiasmo popolare, dal quale fu particolarmente attratto gli suggerì la composizione di un poemetto in versi sciolti "La Francia" nel quale concludeva augurando che anche in Italia germogliasse presto l'albero della libertà
Il Pindemonte però non approvò gli eccessi rivoluzionari anzi li respinse gli provocarono una chiusura psicologica che si tradusse in uno scetticismo pensoso
la sua più altra e fervida aspirazione fu la ricostruzione politica unitaria della patria alla cui supremazia in arte si augurava che si aggiungesse la gloria delle armi
Avversò il dispotismo napoleonico e si potè a giusta ragione ventare di non aver mai tratto dalla sua lira "voce servile "
Profonda tristezza gli provocò l'infausto trattato di Campoformio con cui Napoleone cedette Venezia all?Austria nel 1797
Visse gli ultimi anni in disparte accudendo con zelo alle pratiche religiose e agli studi
il 18 novembre 1828 morì a Vienna
Il giudizio critico più genuino della poetica di Pindemonte venne espresso con acume e con straordinario gusto estetico
Foscolo fu un suo amico sincero e lo ricorda nei Sepolcri
La poesia di Pindemonte fu infatti caratterizzata da dolce e pacata malinconia e da sublimità soave e in pieno Neoclassicismo anticipava già, con felice precorrimento la sensibilità romantica
Il suo amore per la natura e la solitudine gli suscitò versi, dai quali traspare un'atmosfera fantastica mista a momenti psicologici di profonda meditazione sulle miserie della vita umana e sulla caducità delle cose
troppi mediocri furono i poeti minori dell'Ottocento pertanto pochi sono degni di menzioni e tra questi Ippolito Pindemonte nato a Verona da nobile famiglia che per lunga tradizione coltivava le lettere compì i suoi studi al collegio San Carlo di Modena insieme al fratello Giovanni Per desiderio di conoscenza e per dovizia di mezzi viaggiò molto sia in Italia che all'estero si trovava a Parigi nel 1789 allo scoppio della rivoluzione, l'entusiasmo popolare, dal quale fu particolarmente attratto gli suggerì la composizione di un poemetto in versi sciolti "La Francia" nel quale concludeva augurando che anche in Italia germogliasse presto l'albero della libertà
Il Pindemonte però non approvò gli eccessi rivoluzionari anzi li respinse gli provocarono una chiusura psicologica che si tradusse in uno scetticismo pensoso
la sua più altra e fervida aspirazione fu la ricostruzione politica unitaria della patria alla cui supremazia in arte si augurava che si aggiungesse la gloria delle armi
Avversò il dispotismo napoleonico e si potè a giusta ragione ventare di non aver mai tratto dalla sua lira "voce servile "
Profonda tristezza gli provocò l'infausto trattato di Campoformio con cui Napoleone cedette Venezia all?Austria nel 1797
Visse gli ultimi anni in disparte accudendo con zelo alle pratiche religiose e agli studi
il 18 novembre 1828 morì a Vienna
Il giudizio critico più genuino della poetica di Pindemonte venne espresso con acume e con straordinario gusto estetico
Foscolo fu un suo amico sincero e lo ricorda nei Sepolcri
La poesia di Pindemonte fu infatti caratterizzata da dolce e pacata malinconia e da sublimità soave e in pieno Neoclassicismo anticipava già, con felice precorrimento la sensibilità romantica
Il suo amore per la natura e la solitudine gli suscitò versi, dai quali traspare un'atmosfera fantastica mista a momenti psicologici di profonda meditazione sulle miserie della vita umana e sulla caducità delle cose
sabato 13 giugno 2015
letteratura della prima metà dell'ottocento I NEOCLASSICI
l'ottocento si apre con il dominio di Napoleone I soffocatore di ogni speranza di libertà e con i Congresso di Vienna (1815) che segna il ritorno all'assolutismo dispotico per effetto dei principi della Restaurazione
La politica repressiva dell'assolutismo affretta i tempi di quell'aspirazione dei popoli alla libertà
Infatti fin dal 1820 in Spagna prima e in Italia subito dopo e quindi in Grecia si attuano i primi moti liberali d'indipendenza nazionale repressi anche sanguinosamente ma mai sopiti del tutto
I moti iniziati nel 1820 in Italia continuano con sempre maggiore partecipazione con le sortite mazziniane quindi con le ormai organizzaste insurrezioni popolari de 1848 ed infine con le guerre di indipendenza nazionale fino alla realizzazione nel 1861 dell' Unità di Italia dopo l'epopea garibaldina del'6
tutta l'azione risorgimentale è da considerarsi il meraviglioso risultato di una sensibilità romantica ispiratrice di tutto il nostro Ottocento e leva del risorgimento nazionale e della nuova realtà politica economica e sociale dell'Italia fino all'unificazione ed anche dopo fino alla completa liberazione dell'intera penisola dallo straniero
Non si può tuttavia non tenere conto, in una linea di svolgimento storico della letteratura italiana del Neoclassicismo, cioè un modo particolare di intendere la classicità, che si sviluppa tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800
Il neoclassicismo è un ritorno al mondo classico attraverso la lettura la traduzione e soprattutto l'interpretazione della cultura e della civiltà classica non più secondo i canoni e i modi umanistici che vollero riesumare non solo lo spirito ma anche la lingua dei classici greci e latini
Infatti questo nuovo classicismo a cavallo tra i due secoli XVIII e XIX si allontana e si differenzia spiccatamente da quello del quattrocentesco e cinquecentesco umanistico- rinascimentale in quanto tende a rappresentare l'idealizzazione della classicità
Esso trova le sue sollecitazione nelle ricerche e conseguenti scoperte archeologiche dagli studi sull'antichità condotti fondamentalmente dal Lessing (Laocoonte) e da Winckelmann che lavorò da archeologo per lungo tempo a Pompei
In Italia si distinguono negli studi sull'antichità Ennio Quirino Visconti, nelle arti figurative e plastiche l'Appiani e i canova alla cui opera Gruppo delle grazie) si inspirerà il Foscolo per il suo poemetto frammentario "Le Grazie"
La politica repressiva dell'assolutismo affretta i tempi di quell'aspirazione dei popoli alla libertà
Infatti fin dal 1820 in Spagna prima e in Italia subito dopo e quindi in Grecia si attuano i primi moti liberali d'indipendenza nazionale repressi anche sanguinosamente ma mai sopiti del tutto
I moti iniziati nel 1820 in Italia continuano con sempre maggiore partecipazione con le sortite mazziniane quindi con le ormai organizzaste insurrezioni popolari de 1848 ed infine con le guerre di indipendenza nazionale fino alla realizzazione nel 1861 dell' Unità di Italia dopo l'epopea garibaldina del'6
tutta l'azione risorgimentale è da considerarsi il meraviglioso risultato di una sensibilità romantica ispiratrice di tutto il nostro Ottocento e leva del risorgimento nazionale e della nuova realtà politica economica e sociale dell'Italia fino all'unificazione ed anche dopo fino alla completa liberazione dell'intera penisola dallo straniero
Non si può tuttavia non tenere conto, in una linea di svolgimento storico della letteratura italiana del Neoclassicismo, cioè un modo particolare di intendere la classicità, che si sviluppa tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800
Il neoclassicismo è un ritorno al mondo classico attraverso la lettura la traduzione e soprattutto l'interpretazione della cultura e della civiltà classica non più secondo i canoni e i modi umanistici che vollero riesumare non solo lo spirito ma anche la lingua dei classici greci e latini
Infatti questo nuovo classicismo a cavallo tra i due secoli XVIII e XIX si allontana e si differenzia spiccatamente da quello del quattrocentesco e cinquecentesco umanistico- rinascimentale in quanto tende a rappresentare l'idealizzazione della classicità
Esso trova le sue sollecitazione nelle ricerche e conseguenti scoperte archeologiche dagli studi sull'antichità condotti fondamentalmente dal Lessing (Laocoonte) e da Winckelmann che lavorò da archeologo per lungo tempo a Pompei
In Italia si distinguono negli studi sull'antichità Ennio Quirino Visconti, nelle arti figurative e plastiche l'Appiani e i canova alla cui opera Gruppo delle grazie) si inspirerà il Foscolo per il suo poemetto frammentario "Le Grazie"
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