
Il Pindemonte però non approvò gli eccessi rivoluzionari anzi li respinse gli provocarono una chiusura psicologica che si tradusse in uno scetticismo pensoso
la sua più altra e fervida aspirazione fu la ricostruzione politica unitaria della patria alla cui supremazia in arte si augurava che si aggiungesse la gloria delle armi
Avversò il dispotismo napoleonico e si potè a giusta ragione ventare di non aver mai tratto dalla sua lira "voce servile "
Profonda tristezza gli provocò l'infausto trattato di Campoformio con cui Napoleone cedette Venezia all?Austria nel 1797
Visse gli ultimi anni in disparte accudendo con zelo alle pratiche religiose e agli studi
il 18 novembre 1828 morì a Vienna
Il giudizio critico più genuino della poetica di Pindemonte venne espresso con acume e con straordinario gusto estetico
Foscolo fu un suo amico sincero e lo ricorda nei Sepolcri
La poesia di Pindemonte fu infatti caratterizzata da dolce e pacata malinconia e da sublimità soave e in pieno Neoclassicismo anticipava già, con felice precorrimento la sensibilità romantica
Il suo amore per la natura e la solitudine gli suscitò versi, dai quali traspare un'atmosfera fantastica mista a momenti psicologici di profonda meditazione sulle miserie della vita umana e sulla caducità delle cose
Nessun commento:
Posta un commento