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venerdì 26 giugno 2015

VINCENZO MONTI - LA VITA

studiò nel seminario di faenza dove riuscì  a formarsi  una solida cultura classica
Iscrittosi  in seguito all'università di Ferrara frequentò  contro voglia  prima la Facoltà di Giurisprudenza e poi quella di medicina  mentre attendeva a comporre versi e affascinato dalla grandiosità  biblica  imitava con successo le "Visioni" del poeta ferrarese  Alfonso Varano  in un' opera "Vione di Ezechiello" Attirò così l'attenzione del Cardinale Scipione  Borghese  che gli offrì la possibilità di imboccare la via di Roma dove il Monti  si recò nel 1778  tre anni  più tardi (1781)  divenne Segretario del duca Luigi Braschi  Onesti, nipote di  papa Pio VI
iniziò così il "periodo romano" della sua vita
A poco a poco il Monti , che ne 1791  aveva sposato Tesera Pikler dalla quale ebbe la figlia Costanza  diventò per le sue adulazioni al pontefice e per avere interpretato  "La Basvilliana" poemetto  in terzine la generale condanna della rivoluzione francese, il poeta ufficiale della curia vaticana:
ma improvvisamente nel 1797  partì da Roma nella carrozza del colonnello francese Marmont e si trasferì a Milano  in mano ai rivoluzionari  dai quali fu tutt'altro che ben accolto
ottenne qualche incarico modesto ma finì con l'essere soggetto di  persecuzione nonostante la sua ostentazione  di acceso estremismo politico del tutto contrario alla sua natura
Per colpirlo fu votata con chiaro riferimento a lui una legge  che escludeva dai pubblici uffici chiunque  avesse scritto contro la Rivoluzione dopo il 1792
Fu questo il  "periodo milanese o rivoluzionario"  del Monti  in cui il poeta fu difeso contro i persecutori dal Foscolo
Mel 1799 quando Napoleone si trovava in Egitto calarono in Itali a gli Austro-Russi  e il Monti fuggì a Parigi dove gli eccessi rivoluzionari avevano ceduto il posto a tendenze più moderate
Gli eventi  a Parigi erano maturati  per la dittatura napoleonica 
Dopo Marengo  nel 1801  il Monti tornò in Italia  e cominciò a celebrare nei suoi versi l'astro napoleonico  che gli concesse  in cambio onori e prebende
E' questo fu "il periodo napoleonico"  della vita del Monti
Fu così professore titolare della cattedra di Eloquenza all'università di Pavia  poi poeta del governo della Repubblica italiana  poi Assessore per le lettere le belle arti  e infine storiografo  del Regno italico
Alla caduta di Napoleone  (1815)  e al conseguente arrivo in Italia degli Austriaci  il Monti fattosi ancora una volta interprete ed esponente della pubblica opinione  fu prodigo di lodi ed encomi ai nuovi dominatori  e di oltraggi ai padroni caduti "periodo rivoluzionario"
Gli ultimi anni  della sua vita li trascorse nella tristezza delle difficoltà economiche  di velenose polemiche (si ricordi quella con il Foscolo) e di dispiaceri familiari morì a Milano  il 13 ottobre 1828 per paralisi progressiva
Le sue ossa furono sepolte  nel Cimitero di San Gregorio   Il suo cuore  chiuso in un'urna di ebano e donato dalla figlia Costanza alla città di Ferrara

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