Sergio Corazzini
Sergio Corazzini nato a Roma nel 1886 moto a 21 anni di tisi rappresenta l'aspetto più malinconico e teso della poesia crepuscolare. Lo differenziano da Gozzano ( i due non si conobbero e probabilmente non lessero l'uno le poesie dell'altro ) l'esperienza di una poesia sempre volta a indagare in sé per ritrovare nel proprio animo un senso di solitudine e di rinuncia, e l'uso del verso libero; l'accomuna a Gozzano ed agli altri crepuscolari la consapevolezza di un'aridità interiore, di un'impossibilità di colloquio con gli altri uomini che lo porta a ripiegarsi sulle piccole cose comuni, specie su quelle che appaiono simbolo di abbandono, di malattia e di morte.
La lirica che desolazione di un povero poeta sentimentale la più nota di Corazzini costituisce il suo testamento spirituale :il poeta sente la sua opera come il riflesso della sua stanchezza interiore, della sua vita che si consuma senza speranza. Per questo la sua poesia malinconica che si conclude con un Silenzio ed alla Morte, una contrapposizione implicitamente contrapposta alla celebrazione della vitalità impersonata da d'Annunzio