Giosuè Carducci
Giosuè Carducci nacque nel 1835 a Valdicastello in Versilia. Qui e successivamente a Bolgheri e a Castagneto in Maremma, trascorse gli anni della fanciullezza, in un paesaggio aspre e selvaggio che spesso ritorna con nostalgia nei suoi versi.
Il padre lo educò al culto della libertà delle cui limitazione si soffrì in Toscana particolarmente nel decennio della restaurazione granducale ('49 - 59), mentre Carducci compiva gli studi prima a Firenze e poi all'università di Pisa.
Dopo un brevissimo periodo di insegnamento medo e privato trascorso in ristrettezze economiche che gli impedirono di partecipare volontariamente, come avrebbe voluto, alla guerra del '59, a soli venticinque anni fu nominato professore di letteratura italiana all'Università di Bologna, dove rimase fino alla morte nel 1907.
La sua vita fu tutta dedita agli studi alla poesia e alle battaglie politiche: la copiosa attività di critico letterario e l'opera di poeta gli valsero nel 1906 il premio Nobel; l'impegno politico lo portò a polemizzare contro le debolezze e le incertezze del governo incapace di compiere l'unità del paese con lo spirito generoso ed eroico del primo Risorgimento , di cui gli sembravano ancora animati solo Mazzini e Garibaldi. Con la stessa irruenza si scagliò contro il romanticismo fiacco e piagnucoloso dei suoi tempi e propugnò un ritorno al classicismo perché gli sembrava che nell'antica Roma ci fosse un senso della vita più alto e dignitoso.
Malgrado le sue intenzioni e la forma di talune liriche in cui il mondo classico rivive anche nelle forme metriche (Odi Barbare) il suo spirito fu sostanzialmente erede del romanticismo, da cui riprese l'amore della libertà la fede pugnace negli ideali, l'esaltazione della gloriosa storia medievale, la contemplazione commossa e nostalgica della natura, il rimpianto dei sogni giovanili, la penosa meditazione sul destino umano e sulla morte.
La grandezza di Carducci consiste nella robusta coscienza civile e morale che ebbe ed espresse in versi talora un po' troppo polemici e retorici; ma talune liriche più delicate e intime in cui si piega con sincerità dentro il proprio animo cogliendo il senso della sua e dell'altrui esistenza con una malinconia dolce e virile nello stesso tempo lo collocano al confine tra la sensibilità dell'800 e quella del '900: punto di partenza e sbocco della riflessione e dei sentimenti è sempre la realtà nei suoi aspetti quotidiani nelle occasione che si presentano al cuore e alla mente e muovono ricordi sogni immaginazioni meditazione sulla vita e sul destino dell'uomo
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giovedì 30 gennaio 2020
venerdì 24 gennaio 2020
il realismo in Italia
IL verismo in Italia
la letteratura realistica in Italia nasce dalla sollecitazione del naturalismo francese che si innesta sulla tendenza all'osservazione della realtà e alla considerazione delle tristi condizioni di vita dei ceti più poveri della società derivata dal romanzo del Manzoni . Si aggiunga dopo il raggiungimento dell'unità nazionale il bisogno di ogni regione di far conoscere i propri usi, costumi, atteggiamenti peculiari, bisogni e questo vale soprattutto per quelle meridionali, le meno note di tutte e , per motivi social e politici ( la così detta questione meridionale).
La figura più importante della narrativa di questo periodo è Giovanni Verga, in senso assoluto uno dei nostri più grandi scrittori, innovatore della nostra prosa per la novità del linguaggio, il rigore dello stile, la profondità umana e poetica con cui guarda al mondo della Sicilia. IL movimento che da lui prende esempio si chiama verismo e produce una letteratura di carattere regionalistico. L'interesse alla letteratura regionale accumuna esigenze veriste e tradizione manzoniana e, al limite m si estende anche a scrittori che respirano già il clima del nascente decadentismo (D'Annunzio , Fogazzaro, la Deledda).
L'esigenza del realismo anima anche la poesia che si volge agli strati più miseri del popolo, con uno spirito che va dalla commiserazione alla denuncia, dalla condanna alla rivolta.
Naturalmente una poesia di questo genere no si sviluppa improvvisamente ma nasce gradualmente dallo stesso romanticismo, proseguendone taluni temi e modificandone dall'interno le prospettive e gli interessi.
In Carducci, il nostro più rappresentativo poeta del periodo, perdurano I temi romantici del paesaggio del ripiegamento sentimentale, della ricostruzione storica, dell'amor di patria e della libertà in toni spesso un po' troppo retorici e celebrativi, ma talora il senso della realtà si fa più corposo e concreto e certe cupe angosce di desolazione e di abbandono sembrano addirittura anticipare motivi del decadentismo.
L'attenzione alla triste realtà del nostro paese è chiaramente visibile in poeti forse meno grandi di Carducci, ma portati più che alla celebrazione delle glorie passate all'osservazione dei fatti di ogni giorno e alla denuncia delle ingiustizie delle sofferenze e dei lutti della povera gente
la letteratura realistica in Italia nasce dalla sollecitazione del naturalismo francese che si innesta sulla tendenza all'osservazione della realtà e alla considerazione delle tristi condizioni di vita dei ceti più poveri della società derivata dal romanzo del Manzoni . Si aggiunga dopo il raggiungimento dell'unità nazionale il bisogno di ogni regione di far conoscere i propri usi, costumi, atteggiamenti peculiari, bisogni e questo vale soprattutto per quelle meridionali, le meno note di tutte e , per motivi social e politici ( la così detta questione meridionale).
La figura più importante della narrativa di questo periodo è Giovanni Verga, in senso assoluto uno dei nostri più grandi scrittori, innovatore della nostra prosa per la novità del linguaggio, il rigore dello stile, la profondità umana e poetica con cui guarda al mondo della Sicilia. IL movimento che da lui prende esempio si chiama verismo e produce una letteratura di carattere regionalistico. L'interesse alla letteratura regionale accumuna esigenze veriste e tradizione manzoniana e, al limite m si estende anche a scrittori che respirano già il clima del nascente decadentismo (D'Annunzio , Fogazzaro, la Deledda).
L'esigenza del realismo anima anche la poesia che si volge agli strati più miseri del popolo, con uno spirito che va dalla commiserazione alla denuncia, dalla condanna alla rivolta.
Naturalmente una poesia di questo genere no si sviluppa improvvisamente ma nasce gradualmente dallo stesso romanticismo, proseguendone taluni temi e modificandone dall'interno le prospettive e gli interessi.
In Carducci, il nostro più rappresentativo poeta del periodo, perdurano I temi romantici del paesaggio del ripiegamento sentimentale, della ricostruzione storica, dell'amor di patria e della libertà in toni spesso un po' troppo retorici e celebrativi, ma talora il senso della realtà si fa più corposo e concreto e certe cupe angosce di desolazione e di abbandono sembrano addirittura anticipare motivi del decadentismo.
L'attenzione alla triste realtà del nostro paese è chiaramente visibile in poeti forse meno grandi di Carducci, ma portati più che alla celebrazione delle glorie passate all'osservazione dei fatti di ogni giorno e alla denuncia delle ingiustizie delle sofferenze e dei lutti della povera gente
domenica 19 gennaio 2020
il teatro - eta' del realismo
il teatro - eta' del realismo
I problemi, I temi, le esigenze della letteratura realistica influenzano ovviamente anche il teatro che conobbe, soprattutto in Francia un grande rilancio aprendosi a un pubblico assi pi\ vasto che nel periodo precedente. Il teatro di questo periodo sul esser chiamato teatro borghese e tende a rappresentare oggettivamente la societa' borghese contemporanea, discutendone spesso I problemi piu' scottanti e dibattuti . Un posto a se' va riservato all-opera del russo Cecov uno spirito sottile e acuto un osservatore attento alle sfumature dell-animo e dei sentimenti, in tutta la sua produzione la realta' e' resa attraverso l'atmosfera in cui si muovono I personaggi di una vicenda sostanzialmente statica
Dal teatro di questo periodo si sviluppera' il teatro moderno che affrontera' piu' consapevolmente e co rinnovati mezzi espressivi e anche ardite soluzioni tecniche situazioni e problemi spirituali della societa' e dell'uomo del nostro tempo
I problemi, I temi, le esigenze della letteratura realistica influenzano ovviamente anche il teatro che conobbe, soprattutto in Francia un grande rilancio aprendosi a un pubblico assi pi\ vasto che nel periodo precedente. Il teatro di questo periodo sul esser chiamato teatro borghese e tende a rappresentare oggettivamente la societa' borghese contemporanea, discutendone spesso I problemi piu' scottanti e dibattuti . Un posto a se' va riservato all-opera del russo Cecov uno spirito sottile e acuto un osservatore attento alle sfumature dell-animo e dei sentimenti, in tutta la sua produzione la realta' e' resa attraverso l'atmosfera in cui si muovono I personaggi di una vicenda sostanzialmente statica
Dal teatro di questo periodo si sviluppera' il teatro moderno che affrontera' piu' consapevolmente e co rinnovati mezzi espressivi e anche ardite soluzioni tecniche situazioni e problemi spirituali della societa' e dell'uomo del nostro tempo
venerdì 17 gennaio 2020
Anton Cecov
Anton Cecov
Anton Cecov (1860-1904) nipote di un servo della gleba che con I guadagni del commercio aveva potuto riscattarsi, nacque in Ucraina , studiò medicina a Mosca, ma sin da giovane cominciò a scrivere racconti preferendo la letteratura alla professione di medico che no esercitò se non saltuariamente e occasionalmente a vantaggio di contadini e di deportati. Della sua vita , abbastanza tranquilla ma non felice, basterò ricordare I viaggi in Siberia e a Nizza, la malattia e l'improvvisa morte nel pieno della maturità artistica. Ci ha lasciato meravigliosi racconti e drammi ancor oggi rappresentati per la loro toccante bellezze. La sua arte dà il senso della realtà e della vita con umanità e piena di aderenza a tutte le sfumature dell'animo . I suoi racconti sono pervasi da una sottile vena di ironia, che è il suo modo di guardare gli uomini e ale cose nascondendo la profonda amarezza che gli viene dai vizi e dalle debolezze umane ma soprattutto dalla decadenza della società russa nella quale l'assenza di volontà e la noia prendono gradualmente il sopravvento. Questa atmosfera um poco stanca caratterizza le opere teatrali nelle quali apparentemente non capita nulla perché lo spirito e della coscienza : della vita non è fatta di grandi cose ma di sentimenti e di stati d'animo che risuonano nell0intrimo e danno il senso della realtà di ogni giorno e di sempre . E' una realtà amara grigia e senza conforto ; e perciò la visione di Cecov è sconsolata e dolente di un'angoscia sottile e disperata.
Oltre ai racconti (1889 - 1900) ricordiamo I drammi più famosi il gabbiano ( '95) Zio vania ('96 ) le tre sorelle (1900 e il giardino dei ciliegi (1903 = che possiamo considerare la prima testimonianza del teatro del '900
Anton Cecov (1860-1904) nipote di un servo della gleba che con I guadagni del commercio aveva potuto riscattarsi, nacque in Ucraina , studiò medicina a Mosca, ma sin da giovane cominciò a scrivere racconti preferendo la letteratura alla professione di medico che no esercitò se non saltuariamente e occasionalmente a vantaggio di contadini e di deportati. Della sua vita , abbastanza tranquilla ma non felice, basterò ricordare I viaggi in Siberia e a Nizza, la malattia e l'improvvisa morte nel pieno della maturità artistica. Ci ha lasciato meravigliosi racconti e drammi ancor oggi rappresentati per la loro toccante bellezze. La sua arte dà il senso della realtà e della vita con umanità e piena di aderenza a tutte le sfumature dell'animo . I suoi racconti sono pervasi da una sottile vena di ironia, che è il suo modo di guardare gli uomini e ale cose nascondendo la profonda amarezza che gli viene dai vizi e dalle debolezze umane ma soprattutto dalla decadenza della società russa nella quale l'assenza di volontà e la noia prendono gradualmente il sopravvento. Questa atmosfera um poco stanca caratterizza le opere teatrali nelle quali apparentemente non capita nulla perché lo spirito e della coscienza : della vita non è fatta di grandi cose ma di sentimenti e di stati d'animo che risuonano nell0intrimo e danno il senso della realtà di ogni giorno e di sempre . E' una realtà amara grigia e senza conforto ; e perciò la visione di Cecov è sconsolata e dolente di un'angoscia sottile e disperata.
Oltre ai racconti (1889 - 1900) ricordiamo I drammi più famosi il gabbiano ( '95) Zio vania ('96 ) le tre sorelle (1900 e il giardino dei ciliegi (1903 = che possiamo considerare la prima testimonianza del teatro del '900
lunedì 13 gennaio 2020
Fjodor Dostojevskij
Fjodor Dostojevskij
Fjodor Dostojevskij (1821-1881) di Mosca, ebbe un adolescenza difficile ed una vita piena di difficoltà e di travagli. Ancora giovane si dedicò alla letteratura; tradusse in russo Eugenia Grandet di Balzac a soli 25 anni con il suo primo romanzo raggiunse la notorietà. Tre anni dopo, per aver aderito a un gruppo rivoluzionario, fu arrestato e condannato a morte ; la condanna con diusmana perfidia fu sospesa quando si trovava già davanti al plotone di esecuzione e commutata in quattro anni di carcere duro in Siberia. Queste esperienze incisero profondamente sulle sue condizioni fisiche e spirituali.
Il suo primo lavoro Delitto e Castigo (1866), storia dello studente Raskonikov che in nome dell'assoluta libertà dell'uomo superiore nei confronti delle comuni norme morali uccide una vecchia usuraia e la sorella, ma, tormentato dal sentimento di isolamento e di distacco dall'umanità provato dopo il delitto, si costituisce alla giustizia per riscattare la colpa attraverso la sofferenza. Dopo un decennio penosissimo per difficoltà e dolori di ogni genere, tornato in patria da un breve periodo trascorso in Germania, Francia, Svizzera e Italia e ritrovata una certa serenità materiale e spirituale, Dostojevskij si dedicò interamente alla sua opera più impegnativa I fratelli Karamazov ( 1879-80) complessa storia di una famiglia nella quale ha qualche rilievo lo scavo psicologico delle contrastanti personalità dei personaggi sconvolti da tremende passioni e da insostenibili tensioni spirituali che li porteranno al delitto o alla pazzia ; l'unico a salvarsi è l'ingenuo e puro Alesa un'anima candidamente e sinceramente religiosa, ma anch'egli deve essere considerato un fallito non essendo riuscito a evitare la rovina della famiglia.
Fjodor Dostojevskij (1821-1881) di Mosca, ebbe un adolescenza difficile ed una vita piena di difficoltà e di travagli. Ancora giovane si dedicò alla letteratura; tradusse in russo Eugenia Grandet di Balzac a soli 25 anni con il suo primo romanzo raggiunse la notorietà. Tre anni dopo, per aver aderito a un gruppo rivoluzionario, fu arrestato e condannato a morte ; la condanna con diusmana perfidia fu sospesa quando si trovava già davanti al plotone di esecuzione e commutata in quattro anni di carcere duro in Siberia. Queste esperienze incisero profondamente sulle sue condizioni fisiche e spirituali.
Il suo primo lavoro Delitto e Castigo (1866), storia dello studente Raskonikov che in nome dell'assoluta libertà dell'uomo superiore nei confronti delle comuni norme morali uccide una vecchia usuraia e la sorella, ma, tormentato dal sentimento di isolamento e di distacco dall'umanità provato dopo il delitto, si costituisce alla giustizia per riscattare la colpa attraverso la sofferenza. Dopo un decennio penosissimo per difficoltà e dolori di ogni genere, tornato in patria da un breve periodo trascorso in Germania, Francia, Svizzera e Italia e ritrovata una certa serenità materiale e spirituale, Dostojevskij si dedicò interamente alla sua opera più impegnativa I fratelli Karamazov ( 1879-80) complessa storia di una famiglia nella quale ha qualche rilievo lo scavo psicologico delle contrastanti personalità dei personaggi sconvolti da tremende passioni e da insostenibili tensioni spirituali che li porteranno al delitto o alla pazzia ; l'unico a salvarsi è l'ingenuo e puro Alesa un'anima candidamente e sinceramente religiosa, ma anch'egli deve essere considerato un fallito non essendo riuscito a evitare la rovina della famiglia.
giovedì 9 gennaio 2020
Lev Tolstoj
Lev Tolstoj
Lev Tolstoj (1828 - 1910) nacque da una antica e nobile famiglia nella tenuta di Jasnaja Poliana nella Russia centrale. Dopo gli studi passò qualche anno di vita mondana a Mosca e a Pietroburgo e viaggiò per l'Europa arricchendo la conoscenza delle contemporanee letterature inglese e francese. Nel 1861 con l'abolizione della servitù della gleba si dedicò all'educazione dei figli dei contadini ai quali secondo I principi di Rousseau lasciava la più completa libertà nell'apprendimento. L'anno seguente si sposò e ritornò alla letteratura scrivendo I due capolavori Guerra e Pace e Anna Karenina che ne consacrarono la fama di grande scrittore. Il profondo impegno morale e sociale che aveva caratterizzato l'opera e l'esistenza di Tolstoj si sviluppò in chiave religiosa e determinò una crisi interiore che lo portò a un radicale mutamento di vita per l'affermazione di una dottrina etico-religiosa fondata sulla non violenza, sulla condanna della guerra e delle differenze sociali, sull'amore evangelico del prossimo ; coerentemente rinunciò a tutti i piaceri terreni, si applicò a lavori manuali progettò la distribuzione delle sue terre ai contadini. Ma questa attività messianica e riformatrice trovò contrasti dappertutto: presso le autorità zariste la chiesa gli stessi contadini e la famiglia. Intanto continuava a scrivere; compose il terzo grande romanzo Resurrezione ('99); ma il suo dramma non trovava pace. Mentre vagava per la pianura russa in pieno inverno a più di ottant'anni durante una crisi di sconforto, morì per gli strapazzi subiti nella sperduta stazione ferroviaria di Astàpovo. Ai funerali partecipò una folla immensa malgrado il divieto delle autorità.
Guerra e Pace è un romanzo epopea che, attraverso la descrizione della società russa e la narrazione della vittoriosa resistenza all'invasione napoleonica da una parte illustra e celebra il significato e il peso che hanno le grandi masse popolari nella storia dall'altra indaga I drammi e I conflitti le speranze e le delusioni l'ansia religiosa e I problemi eterni che vivono nell'intimo della coscienza di ogni personaggio, sollevando così la vicenda storica ai grandi temi spirituali della vita umana.
Anna Karenina è la storia di un adulterio naturato nell'ambiente aristocratico e perciò la rappresentazione è caratterizzata da un realismo più immediato per la diretta conoscenza, da parte dello scrittore, del mondo descritto. I conflitti spirituali dei protagonisti si risolvono nella condanna dell'ipocrisia che regge la società aristocratica e nella consapevolezza che solo l'espiazione redime la colpa.
Resurrezione si concentra su due personaggi, un nobile e una giovane prostituta che egli ha sedotto e che dopo dieci anni ritrova ingiustamente accusata di omicidio; ritenendosi moralmente colpevole la vuole sposare e salvare dalla condanna. Ma la donna rifiuta il matrimonio offerto per riparazione e scontando colpe non commesse risorgerà spiritualmente contribuendo col suo esempio al rinnovamento interior del nobile che l'ha seguita in Siberia.
La grandezza di Tolstoj è universalmente riconosciuta. La sua arte è indubbiamente realistica per il linguaggio preso direttamente dal mondo rappresentato per l'aderenza dei sentimenti e alla psicologia dei personaggi per la partecipazione ai problemi del tempo. Pochi scrittori hanno saputo come lui dominare una folla di personaggi dando contemporaneamente il profilo interiore di ciascuno e la visione d'insieme della società e del tempo in cui sono collocati. I grandi temi affrontanti appartengono storicamente alla sue età e alla Russia ma sono sollevati dal contingente all'eterno per toccare gli eterni problemi dell'uomo legato al destino terreno e anelante alla divinità : per questo motivo Tolstoj deve essere considerato non solo un grande scrittore ma anche una delle grandi coscienze morali e religiose dell'umanità
Lev Tolstoj (1828 - 1910) nacque da una antica e nobile famiglia nella tenuta di Jasnaja Poliana nella Russia centrale. Dopo gli studi passò qualche anno di vita mondana a Mosca e a Pietroburgo e viaggiò per l'Europa arricchendo la conoscenza delle contemporanee letterature inglese e francese. Nel 1861 con l'abolizione della servitù della gleba si dedicò all'educazione dei figli dei contadini ai quali secondo I principi di Rousseau lasciava la più completa libertà nell'apprendimento. L'anno seguente si sposò e ritornò alla letteratura scrivendo I due capolavori Guerra e Pace e Anna Karenina che ne consacrarono la fama di grande scrittore. Il profondo impegno morale e sociale che aveva caratterizzato l'opera e l'esistenza di Tolstoj si sviluppò in chiave religiosa e determinò una crisi interiore che lo portò a un radicale mutamento di vita per l'affermazione di una dottrina etico-religiosa fondata sulla non violenza, sulla condanna della guerra e delle differenze sociali, sull'amore evangelico del prossimo ; coerentemente rinunciò a tutti i piaceri terreni, si applicò a lavori manuali progettò la distribuzione delle sue terre ai contadini. Ma questa attività messianica e riformatrice trovò contrasti dappertutto: presso le autorità zariste la chiesa gli stessi contadini e la famiglia. Intanto continuava a scrivere; compose il terzo grande romanzo Resurrezione ('99); ma il suo dramma non trovava pace. Mentre vagava per la pianura russa in pieno inverno a più di ottant'anni durante una crisi di sconforto, morì per gli strapazzi subiti nella sperduta stazione ferroviaria di Astàpovo. Ai funerali partecipò una folla immensa malgrado il divieto delle autorità.
Guerra e Pace è un romanzo epopea che, attraverso la descrizione della società russa e la narrazione della vittoriosa resistenza all'invasione napoleonica da una parte illustra e celebra il significato e il peso che hanno le grandi masse popolari nella storia dall'altra indaga I drammi e I conflitti le speranze e le delusioni l'ansia religiosa e I problemi eterni che vivono nell'intimo della coscienza di ogni personaggio, sollevando così la vicenda storica ai grandi temi spirituali della vita umana.
Anna Karenina è la storia di un adulterio naturato nell'ambiente aristocratico e perciò la rappresentazione è caratterizzata da un realismo più immediato per la diretta conoscenza, da parte dello scrittore, del mondo descritto. I conflitti spirituali dei protagonisti si risolvono nella condanna dell'ipocrisia che regge la società aristocratica e nella consapevolezza che solo l'espiazione redime la colpa.
Resurrezione si concentra su due personaggi, un nobile e una giovane prostituta che egli ha sedotto e che dopo dieci anni ritrova ingiustamente accusata di omicidio; ritenendosi moralmente colpevole la vuole sposare e salvare dalla condanna. Ma la donna rifiuta il matrimonio offerto per riparazione e scontando colpe non commesse risorgerà spiritualmente contribuendo col suo esempio al rinnovamento interior del nobile che l'ha seguita in Siberia.
La grandezza di Tolstoj è universalmente riconosciuta. La sua arte è indubbiamente realistica per il linguaggio preso direttamente dal mondo rappresentato per l'aderenza dei sentimenti e alla psicologia dei personaggi per la partecipazione ai problemi del tempo. Pochi scrittori hanno saputo come lui dominare una folla di personaggi dando contemporaneamente il profilo interiore di ciascuno e la visione d'insieme della società e del tempo in cui sono collocati. I grandi temi affrontanti appartengono storicamente alla sue età e alla Russia ma sono sollevati dal contingente all'eterno per toccare gli eterni problemi dell'uomo legato al destino terreno e anelante alla divinità : per questo motivo Tolstoj deve essere considerato non solo un grande scrittore ma anche una delle grandi coscienze morali e religiose dell'umanità
l'oblomovismo
l'oblomovismo
nel romanzo Oblomov un angosciato pessimismo trova la sua forma tipica. Originato dal convincimento di quanto di apatico e inerte è nell'anima russa, questo pessimismo si dilata sino ad acquistare l'aspetto di una mistica disperata : l'uomo si inebria della sua incapacità stessa, ha quasi l'orgoglio delle possibilità destinate ad annichilirsi in lui. Già in Gogol, in Turgheniev, in Lermontov e in non pochi altri grandi scrittori russi aveva trovato forma il sentimento, squisitamente russo dell'uomo buono e indolente che non si può mai salvare, neppure se innamorato, dalla triste inerzia che lo affligge e lo opprime; e questo gruppo di scrittori tra il 1840 e l'80 avevano tutti offerto materia ad attacchi, per la loro tendenza a considerare la letteratura come strumento di critica sociale che come libero fatto creativo.
Anche di Gonciarov si può affermare lo stesso; ma la potenza rappresentativa del suo quadro disperato è tale da assorbire ogni precedente, ed esaurirlo in quello che fece creare dal critico Dobroliubov un termine nuovo , l'oblomovismo l'incarnazione stessa della pigrizia e della noncuranza russa
nel romanzo Oblomov un angosciato pessimismo trova la sua forma tipica. Originato dal convincimento di quanto di apatico e inerte è nell'anima russa, questo pessimismo si dilata sino ad acquistare l'aspetto di una mistica disperata : l'uomo si inebria della sua incapacità stessa, ha quasi l'orgoglio delle possibilità destinate ad annichilirsi in lui. Già in Gogol, in Turgheniev, in Lermontov e in non pochi altri grandi scrittori russi aveva trovato forma il sentimento, squisitamente russo dell'uomo buono e indolente che non si può mai salvare, neppure se innamorato, dalla triste inerzia che lo affligge e lo opprime; e questo gruppo di scrittori tra il 1840 e l'80 avevano tutti offerto materia ad attacchi, per la loro tendenza a considerare la letteratura come strumento di critica sociale che come libero fatto creativo.
Anche di Gonciarov si può affermare lo stesso; ma la potenza rappresentativa del suo quadro disperato è tale da assorbire ogni precedente, ed esaurirlo in quello che fece creare dal critico Dobroliubov un termine nuovo , l'oblomovismo l'incarnazione stessa della pigrizia e della noncuranza russa
mercoledì 8 gennaio 2020
Ivan Alexandrovic Gonciarov
Ivan Alexandrovic Gonciarov
Ivan Alexandrovic Gonciarov (1812- 1891) figlio di un ricco mercante, fu funzionario statale e visse una vita tranquilla e monotona.
Autore di pochissimi libri, ha lasciato un capolavoro Oblomov (1859), la storia di un personaggio viziato dall'indolenza, dall'immobilità fisica e mentale. In lui si è visto l'emblema del popolo russo e da lui è derivato il termine oblomovismo per indicare la fatalistica remissività di fronte alla realtà ritenuta immutabile, tipica dello spirito russo, abituato ad essere circondato da chi non ha altro compito che pensare ed agire per lui. Oblomov è il simbolo di ciò che la servitù della gleba poteva fare di un uomo pur dotato per natura di aspirazioni nobili e desideroso di realizzare con la propria attività sogni grandiosi di redenzione
Ivan Alexandrovic Gonciarov (1812- 1891) figlio di un ricco mercante, fu funzionario statale e visse una vita tranquilla e monotona.
Autore di pochissimi libri, ha lasciato un capolavoro Oblomov (1859), la storia di un personaggio viziato dall'indolenza, dall'immobilità fisica e mentale. In lui si è visto l'emblema del popolo russo e da lui è derivato il termine oblomovismo per indicare la fatalistica remissività di fronte alla realtà ritenuta immutabile, tipica dello spirito russo, abituato ad essere circondato da chi non ha altro compito che pensare ed agire per lui. Oblomov è il simbolo di ciò che la servitù della gleba poteva fare di un uomo pur dotato per natura di aspirazioni nobili e desideroso di realizzare con la propria attività sogni grandiosi di redenzione
sabato 4 gennaio 2020
italiano - proposizioni interrogative indirette
italiano - proposizioni interrogative indirette
LA PROPOSIZIONE INTERROGATIVA INDIRETTA SI ESPRIME IN FORMA ESPLICITA ED E' INTRODOTTA DA PRONOMI, AGGETTIVI, AVVERBI, CONGIUNZIONI INTERROGATIVI E DIPENDE
- DA UN VERBO ESPRIME UNA DOMANDA (CHIEDERE DOMANDARE.....)
MI DOMANDO' CHI ERA L'UOMO
- DA UN VERBO IN FORMA NEGATIVA (NON SAPERE NON CAPIRE ..........)
NON SO CHE COSA PENSI DI ME
- DA UN VERBO DI DUBBIO (ESSERE INCERTO DUBITARE....)
SONO INDUBBIO SE VENIRE O NO
- DA DIRE NARRARE RACCONTARE
DIMMI CHI E'VENUTO
LE PROPOSIZIONI INTERROGATIVE INDIRETTE SI DICONO SEMPLICI SE SONO FORMATE DA UNA SOLA DOMANDA
DIMMI DOVE VAI
SIDICONO DOPPIE SE SONO FROMATE DA UNA DOMANDA CHE SI ARTICOLA IN PIU' TERMINI CHE SI ESCLUDONO A VICENDA
DESIDERO SAPERE SE ESCI O STAI ACASA
PER RICONOSCERE UNA PROPOSIZIONE INTERROGATIVA INDIRETTA
E' INTRODOTTA DA UN PRONOME AGGETTIVO O AVVERBIO RELATIVO
DA "SE" SE RETTA DA UN VERBO DI INCERTEZZA
SE SI PUO' TRASFORMARE IN INTERROGATIVA DIRETTA
TI CHIEDO DA DOVE VIENI--------------------- "DA DOVE VIENI ?"
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