Fjodor Dostojevskij
Fjodor Dostojevskij (1821-1881) di Mosca, ebbe un adolescenza difficile ed una vita piena di difficoltà e di travagli. Ancora giovane si dedicò alla letteratura; tradusse in russo Eugenia Grandet di Balzac a soli 25 anni con il suo primo romanzo raggiunse la notorietà. Tre anni dopo, per aver aderito a un gruppo rivoluzionario, fu arrestato e condannato a morte ; la condanna con diusmana perfidia fu sospesa quando si trovava già davanti al plotone di esecuzione e commutata in quattro anni di carcere duro in Siberia. Queste esperienze incisero profondamente sulle sue condizioni fisiche e spirituali.
Il suo primo lavoro Delitto e Castigo (1866), storia dello studente Raskonikov che in nome dell'assoluta libertà dell'uomo superiore nei confronti delle comuni norme morali uccide una vecchia usuraia e la sorella, ma, tormentato dal sentimento di isolamento e di distacco dall'umanità provato dopo il delitto, si costituisce alla giustizia per riscattare la colpa attraverso la sofferenza. Dopo un decennio penosissimo per difficoltà e dolori di ogni genere, tornato in patria da un breve periodo trascorso in Germania, Francia, Svizzera e Italia e ritrovata una certa serenità materiale e spirituale, Dostojevskij si dedicò interamente alla sua opera più impegnativa I fratelli Karamazov ( 1879-80) complessa storia di una famiglia nella quale ha qualche rilievo lo scavo psicologico delle contrastanti personalità dei personaggi sconvolti da tremende passioni e da insostenibili tensioni spirituali che li porteranno al delitto o alla pazzia ; l'unico a salvarsi è l'ingenuo e puro Alesa un'anima candidamente e sinceramente religiosa, ma anch'egli deve essere considerato un fallito non essendo riuscito a evitare la rovina della famiglia.
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