il mito troiano - Ugo Foscolo
Negli ultimi versi del carme conclude il discorso poetico e celebra il valore civile della poesia in quanto questa si sostituisce, perpetuandone la memoria e la funzione ai sepolcri quando saranno consumati dal tempo. Il ricordo delle imprese gloriose degli antenati in questo modo non scompare perchè resta affidato alla poesia, la cui voce dura in eterno : il mito troiano ne é una prova.
Attraverso la rievocazione del mito troiano e della figura di Omero il poeta ribadisce, come si è detto, l'alto valore umano e civile della poesia che, conservando I valori del passato, ispira le conquiste spirituali presenti e future della civiltà.
Infatti per Foscolo la civiltà dipende dalla poesia che ne consente lo sviluppo e l'arricchimento perché, rendendo immortali glorie e sventure, eroismi e sacrifici, impedisce che il tempo cancelli quanto l'umanità ha fatto lottando per i propri ideali. E su questi valori e su questi ideali si fonda appunto la civiltà e il suo significato di perfezionamento interiore degli uomini e dei popoli.
Dove un giorno fu la città di Troia ora non c'è più nulla, eppure quel luogo è eternamente famoso, proprio in grazia della poesia. Quando la ninfa Elettra, amata da Giove, si sentì prossima alla morte, lo pregò di rendere immortale il suo ricordo e ne ottenne l'immortalità per la propria tomb. In quella tomba furono sepolti I suoi discendenti, fondatori di Troia ed essa diventò sacrario della città.
Ivi Cassandra profetizzò la caduta e la rovina della patria, annunziando, a consolazione delle divinità protettrici le quali sarebbero rimaste tra le rovine, che un giorno sarebbe venuto tra le macerie un poeta cieco : ascoltata la tragica vicenda di Troia, egli avrebbe immortalato I Greci vincitori ma anche il glorioso sacrificio di Ettore e dei suoi
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