michail Lermontov
Anche su Michail Lermontov (1814-41) il più grande poeta romantico russo pesò l'ombra di Byron, di cui dopo aver abbracciato la carriera militare, volle imitare gli atteggiamenti sprezzanti nella società mondana di Pietroburgo. Anch'egli conobbe l'esilio ne Caucaso e morì per un duello.
La sua evoluzione poetica ricorda quella dell'ammirato Puskin, dal romanticismo byroniano verso il realismo. Accanto alla produzione lirica più aderente ai tipici temi romantici ricordiamo il romanzo Un eroe del nostro tempo ( del '40) in cui campeggia la figura di un giovane nobile e generoso, ma amareggiato e disincantato, condannato alla solitudine e all'incomprensione per il suo disprezzo verso l'intera umanità.
"Lermontov fu qualcosa di più di un poeta romantico . Col passar degli anni egli comprese sempre meglio che la realtà non è solo un verlo di bruttura steso sull'eternità non solo una schiavitù dello spirito, ma un mondo per viverci e per operarvi. Inizialmente il suo stile fu agli antipodi di quello di Puskin. Vago quanto quello era precipitoso, gonfio quanto quello era scarno e terso, sembrava consistere non di singole parole con distinti significati, ma di masse verbali fuse in una ammasso indistinguibile.
Fu precisamente la sua vaghezza così vicina alla musica che gli permise di raggiungere i suoi più alti effetti romantici. Nei suoi poemi realistici egli riuscì a darsi un nuovo stile con chiarezza concisa degna di Puskin e con una cadenza marziale tipicamente sua " (D.P. Mirskij)
Nessun commento:
Posta un commento