Giovanni pascoli
CENNI BIOGRAFICI
Giovanni Pascoli quarto di dieci frattelli ( Margherita, Ida, Giacomo, Luigi, Raffaele, Carolina, una seconda Ida, Giulio) nacque a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855 quattro minuti prima della fine dell'anno nella casetta materna da Ruggero (amministratore della tenuta Torlonia) e da Caterina Allocatelli Vincenzi.
Il periodo di tempo 1855-1862 segnò gli anni suoi felici dei giochi dei sogni dei primi studi.
Nel 1862 la prima ombra di morte calò sulla sua famiglia serena portando via sua sorella Ida di sette mesi; da allora la morte sembrerà coi suoi funebri colpi battere al ritmo della giovinezza del Pascoli.
Nell'autunno di quell'anno 1862 assieme ai fratelli Luigi, Giacomo e Raffaele fu condotto ad Urbino nel Collegio Raffaello tenuto dai Padri Scolopi. Qui Giovanni compì le scuole elementari e dal 1865 frequentò il Ginnasio. In questo stesso anno un'altra eco di morte risuonò nella sua casa; morì infatti sua sorella Carolina di cinque anni.
Nel 1867 e precisamente il 10 agosto alle ore 18 morì suo padre assassinato mentre tornava a casa su di un calessino tirato da una cavalla storna.
Una scena veramente tragica e di profonda commozione si presentò nei colori più sconsolati alla famigliola che man mano andava assottigliandosi la cavallina storna sul calessino insanguinato riportava a casa il padre di tante creature.
Poco dopo morì la primogenita di 18 anni. Nel 1868 consunta dal dolore morì la madre dell'ormai inconsolabile Giovanni.
Rimasero sette fanciulli con scarsissimi mezzi e senza conforto di affetti. Nel 1871 Giovanni terminata la prima liceale e lasciata Urbino trovò rifugio nella famiglia Tognacci poi a Rimini presso il fratello Giacomo perito agrimensore dove frequentò la secondo liceale . In questo anno morì il fratello Luigi.
Nel 1873 lasciò Firenze dopo aver sostenuto gli esami di licenza liceale fu però rimandato in scienze e si recò a Cesena dove in ottobre per i meriti letterari ottenne la licenza. Vinse la borsa di studio per l'Università.
Nell'anno 1876 morì il fratello Giacomo già padre di due figli. Giovanni così rimase il capo della famiglia ridotta ormai a sole cinque persone.
Miseria e angoscia furono le caratteristiche di questo periodo nel quale non dalla tristezza fu dominata l'anima di Giovanni ma dalla ribellione. Irreligione e spirito di rivolta o meglio di giustizia sociale distinsero in quegli anni la vita di Pascoli.
Dal 1876 al 1880 passò cinque anni di ignavia e di ira. Nel 1879 dopo varie dimostrazioni socialiste per dei compagni condannati fu arrestato e rinchiuso nel carcere di San Giovanni al Monte vi stette dal 7 settembre al 22 dicembre.
Uscì assolto ma ancora la fame lo tormentò fu su punto di uccidersi ma lo distolse la voce ammonitrice della madre morta.
L'ingiusta povertà e l'assassinio furono il fermento per tutto il suo umanissimo pensiero e la poesia futura.
Uscito dal carcere riprese gli studi si laureò e iniziò la sua carriera di insegnante prima nel liceo di Matera 1882 poi in quello di Massa 1884-1887 e quindi in quello di Livorno 1887-1895 in qualità di professore di latino e di greco.
Nel 1895 insegnò da straordinario grammatica greca e latina nell'Università di Bologna quindi senza concorso fu nominato Docente di Letteratura latina nell'Università di Messina dal romagnolo Giovanni Bonghi ministro dell'istruzione.
Nel 1903 si trasferì a Pisa e nel 1907 fu chiamato a succedere al Carducci nella cattedra di letteratura italiana nell'Università di Bologna.
Il 18 febbraio del 1912 già grave fu trasferito dalla sua casetta di Castelvecchio a Bologna dove il 6 aprile alle ore 15.30 morì.
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