Mario Pratesi
Mario Pratesi (1842 - 1921) nato a Santa Fiora sulle pendici dell'Amiata da madre senese e morto a Firenze dopo un'esistenza travagliata soprattutto per il carattere ribelle e insofferente, e conclusa con un quindicennio di laboriosa solitudine.
La sua opera è percorsa da una toscanità ruvida e gagliarda con un fondo tragico e un senso doloroso della vita, ben diversa dalla toscanità più serena e accogliente di un Fucini, ma di essa certo più ricca e profonda. I suoi libri più belli sono I romanzi l'eredità e il mondo di Dolcetta ambientati nel senese nei quali lo scrittore dichiarò di voler ritrarre I costumi della gente toscana, della plebe rurale e civile nel primo, della borghesia e dell'aristocrazia nel secondo con una pittura fedele dei tempi e delle cose di cui era stato spettatore.
In Pratesi si sente la lezione verghiana ma rivissuta in modo personale e autonomo divenuta forse non più di uno stimolo per accostarsi al proprio mondo e riprodurne lo spirito e la vita.
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venerdì 24 aprile 2020
mercoledì 22 aprile 2020
un povero cane - Emilio De Marchi
un povero cane - Emilio De Marchi
la sera di Natale un ricco agricoltore sta banchettando allegramente insieme ai famigliari, ma la festa è disturbata da un cupo lamento di una cane nel silenzio della notte : è l'animale di un povero contadino che quasi impazzito dalla fame e la pellagra si è gettato in un canale.
Per far tacere la voce insistente che pare un'accusa il più duro dei figli, quello che meglio degli altri ha assimilato dal padre l'insensibilità e l'egoismo lo uccide con una fucilata. E' una pagina amara volutamente senza commenti, che apertamente denuncia ingiustizie sociali e ributtante disumanità. L'atmosfera riccamente sfarzosa del banchetto e la cupa dolorosa rievocazione del povero contadino suicida sono realizzate attraverso due tonalità narrative che , contrapponendosi violentemente generano nel lettore un giudizio morale di estrema severità
la sera di Natale un ricco agricoltore sta banchettando allegramente insieme ai famigliari, ma la festa è disturbata da un cupo lamento di una cane nel silenzio della notte : è l'animale di un povero contadino che quasi impazzito dalla fame e la pellagra si è gettato in un canale.
Per far tacere la voce insistente che pare un'accusa il più duro dei figli, quello che meglio degli altri ha assimilato dal padre l'insensibilità e l'egoismo lo uccide con una fucilata. E' una pagina amara volutamente senza commenti, che apertamente denuncia ingiustizie sociali e ributtante disumanità. L'atmosfera riccamente sfarzosa del banchetto e la cupa dolorosa rievocazione del povero contadino suicida sono realizzate attraverso due tonalità narrative che , contrapponendosi violentemente generano nel lettore un giudizio morale di estrema severità
martedì 21 aprile 2020
Emilio De Marchi
Emilio De Marchi
Il milanese Emilio De Marchi (1851-1901) che svolse prevalentemente attività di educatore popolare, può essere considerato l'erede spirituale di Manzoni. Si dedicò agli strati più diseredati della città e, in un periodo di violenti moti sociali, pensò che l'elevazione morale e spirituale degli umili potesse giovare alla reciproca comprensione e alla pacificazione civile. I suoi romanzi (Demetrio Pianelli, '90; Arabella '92, ecc) e le sue novelle (storie d'ogni colore '85 ecc.) ritraggono il popolo e la piccola borghesia della città e della campagna, ne descrivono la miseria e l'umanità con un linguaggio semplice e piano che mira alla celebrazione dei più elementari valori spirituali come il dovere, l'onore la dignità, la dedizione, il sacrificio. I suoi personaggi vivono un'esistenza grigia tra stenti e sofferenze senza mai lamentarsi; le loro vicende sono fuse con il paesaggio che ne costituisce in un certo senso l'atmosfera, il respiro esteriore pur essendo sempre individuato con notazioni precise attente e realistiche
Il milanese Emilio De Marchi (1851-1901) che svolse prevalentemente attività di educatore popolare, può essere considerato l'erede spirituale di Manzoni. Si dedicò agli strati più diseredati della città e, in un periodo di violenti moti sociali, pensò che l'elevazione morale e spirituale degli umili potesse giovare alla reciproca comprensione e alla pacificazione civile. I suoi romanzi (Demetrio Pianelli, '90; Arabella '92, ecc) e le sue novelle (storie d'ogni colore '85 ecc.) ritraggono il popolo e la piccola borghesia della città e della campagna, ne descrivono la miseria e l'umanità con un linguaggio semplice e piano che mira alla celebrazione dei più elementari valori spirituali come il dovere, l'onore la dignità, la dedizione, il sacrificio. I suoi personaggi vivono un'esistenza grigia tra stenti e sofferenze senza mai lamentarsi; le loro vicende sono fuse con il paesaggio che ne costituisce in un certo senso l'atmosfera, il respiro esteriore pur essendo sempre individuato con notazioni precise attente e realistiche
lunedì 20 aprile 2020
lo spaccapietre - Fucini
lo spaccapietre - Fucini
il bozzetto pubblicato per la prima volta su una rivista nel 1881 e poi inserito nelle Vegli di Neri, ha tutte le caratteristiche del mondo e dello stile fuciniani : profonda simpatia umana, commossa partecipazione alla durezza della vita e ai sacrifici della povera gente, concezione seria e operosa dell'esistenza, amore per la propria gente e per la propria terra, da cui deriva la forte patina del linguaggio parlato che caratterizza nello stesso tempo l'ambiente e il personaggio.
Fucini è uno scrittore aperto e scorrevole che sa sbozzare con pochi tocchi sobrii e realisticamente efficaci la figura dello spaccapietre e descriverne con spigliata immediatezza senza mai lasciarsi prendere dalla commozione le fatiche e la dura vita sopportate con forza e serenità : dietro di lui si intravvedono appena accennate le figure minori dei famigliari che per se stesse per le sfumature che gli aggiungono per renderne più completa l'intensità umanità. E' una bella pagina sanamente realistica,invitante e cordiale
il bozzetto pubblicato per la prima volta su una rivista nel 1881 e poi inserito nelle Vegli di Neri, ha tutte le caratteristiche del mondo e dello stile fuciniani : profonda simpatia umana, commossa partecipazione alla durezza della vita e ai sacrifici della povera gente, concezione seria e operosa dell'esistenza, amore per la propria gente e per la propria terra, da cui deriva la forte patina del linguaggio parlato che caratterizza nello stesso tempo l'ambiente e il personaggio.
Fucini è uno scrittore aperto e scorrevole che sa sbozzare con pochi tocchi sobrii e realisticamente efficaci la figura dello spaccapietre e descriverne con spigliata immediatezza senza mai lasciarsi prendere dalla commozione le fatiche e la dura vita sopportate con forza e serenità : dietro di lui si intravvedono appena accennate le figure minori dei famigliari che per se stesse per le sfumature che gli aggiungono per renderne più completa l'intensità umanità. E' una bella pagina sanamente realistica,invitante e cordiale
domenica 19 aprile 2020
Renato Fucini
Renato Fucini
Renato Fucini (1843-1921) nacque e visse in Toscana, per la sua attività di insegnante e di ispettore scolastico conobbe direttamente la gente della sua terra, soprattutto I più umili, di cui descrisse sentimenti, vicende, atteggiamenti. La forma espressiva a lui più congeniale fu il bozzetto: celebri le due raccolte Le Veglie di Neri ('84) e l'aria aperta ('87) due piccoli capolavori di sincerità e schiettezza. La sua prosa ha l'immediatezza della lingua parlate con sfumature dialettali; in dialetto pisano scrisse una raccolta di sonetti, affini per spirito, motivi e vivacità ai racconti
Renato Fucini (1843-1921) nacque e visse in Toscana, per la sua attività di insegnante e di ispettore scolastico conobbe direttamente la gente della sua terra, soprattutto I più umili, di cui descrisse sentimenti, vicende, atteggiamenti. La forma espressiva a lui più congeniale fu il bozzetto: celebri le due raccolte Le Veglie di Neri ('84) e l'aria aperta ('87) due piccoli capolavori di sincerità e schiettezza. La sua prosa ha l'immediatezza della lingua parlate con sfumature dialettali; in dialetto pisano scrisse una raccolta di sonetti, affini per spirito, motivi e vivacità ai racconti
venerdì 17 aprile 2020
come scrivere un tema
introduzione
Breve esame delle fonti da su si possono attingere notizie obiettive
corpo
1 carattere dell'epoca nei vari campi: religioso e morale, filosofico, politico e sociale, culturale e artistico
I principali problemi agitati in ciascuna delle suddette attività le ricerche intraprese e le conquiste raggiunte
2 uomini notevoli loro pregi e loro difetti
3 comportamento della massa nei loro riguardi li assecondò o li osteggiò ? per quali motivi ?
4 Illustrare in particolare quella disciplina, arte attività che è caratteristica dell'epoca
( per esempio il tecnicismo pratico del secolo XX rispetto all'interesse artistico e letterario del secolo precedente tuttavia non generalizzare giacchè in ogni periodo molteplici sono gli aspetti anche se uno è spesso il più appariscente)
5 tracce rimaste e cancellate di tale epoca; affinità e contrasti tra quell'età e la nostra
conclusione
Giudizio sull'interesse o meno destato dallo studio di tale periodo bilancio degli elementi positivi e negativi dei pregi e difetti del progresso e del decadimento dei costumi arti e scienze ecc...
Si può in definitiva tessere un elogio o si deve ammettere con esso una stasi nella evoluzione perpetua della storia ?
mercoledì 15 aprile 2020
la mula - Luigi Capuana
La mula - Luigi Capuana
Il racconto risale al 1881 e fa parte delle Paesane, l'opera dove si descrivono usi, costumi, passioni, superstizioni, vizi, mentalità del popolo siciliano.
Per gli scrittori naturalisti e veristi nell'uomo no c'è spazio per I sentimenti, perché il suo comportamento è legato alle condizioni ambientali ed economiche della situazione in cui vive. Così' è per don Michele per il quale conta solo la proprietà : la mula che vale 40 onze è perciò più importante della moglie e la sua malattia lo mette giustamente in angosciosa costernazione.
Invece la malattia della moglie non lo angustia anzi per lui non esiste da un punto di vista affettivo; è solo un accidente che gli si aggiunge con la minaccia di rovinarlo completamente perché se la moglie muore egli dovrà restituirne la dote ai famigliari.
Don Michele non è un uomo, non ha sentimenti ne passioni, non ha neanche l'amore per la roba del verghiano Mazzarò, non ha cuore; Capuana ha costruito un personaggio che vive soltanto perché sollecitato da una molla del tutto esteriore che annulla in lui ogni elemento sentimentale e umano. La conclusione ha qualcosa di grottesco e una sfumatura ironica : lo scrittore esce improvvisamente allo scoperto abbandonando la tradizionale impossibilità e ci lascia scorgere per un attimo solo la sua sdegnata condanna
Il racconto risale al 1881 e fa parte delle Paesane, l'opera dove si descrivono usi, costumi, passioni, superstizioni, vizi, mentalità del popolo siciliano.
Per gli scrittori naturalisti e veristi nell'uomo no c'è spazio per I sentimenti, perché il suo comportamento è legato alle condizioni ambientali ed economiche della situazione in cui vive. Così' è per don Michele per il quale conta solo la proprietà : la mula che vale 40 onze è perciò più importante della moglie e la sua malattia lo mette giustamente in angosciosa costernazione.
Invece la malattia della moglie non lo angustia anzi per lui non esiste da un punto di vista affettivo; è solo un accidente che gli si aggiunge con la minaccia di rovinarlo completamente perché se la moglie muore egli dovrà restituirne la dote ai famigliari.
Don Michele non è un uomo, non ha sentimenti ne passioni, non ha neanche l'amore per la roba del verghiano Mazzarò, non ha cuore; Capuana ha costruito un personaggio che vive soltanto perché sollecitato da una molla del tutto esteriore che annulla in lui ogni elemento sentimentale e umano. La conclusione ha qualcosa di grottesco e una sfumatura ironica : lo scrittore esce improvvisamente allo scoperto abbandonando la tradizionale impossibilità e ci lascia scorgere per un attimo solo la sua sdegnata condanna
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