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giovedì 12 novembre 2020

Giovanni Pascoli - la vita

 Giovanni Pascoli 

la vita 

Nacque a San Mauro di Romagna nel 1855, e della sua terra, scenario di meditazioni sconfinate e d'un muto, continuo colloquio con la natura. portò sempre vivo il ricordo. Nel '62 entrò nel collegio dei Padri Scolopi, a Urbino, rimanendovi fino al '71. Il  10 agosto de '67 accadde l'evento capitale della sua vita : il padre, agente dei principi Torlonia, fu assassinato da ignoti. Fu l'inizio, per la famiglia, d'un periodo di sventure l'anno seguente morì la sorella, poi, di seguito la madre e, più tardi i due fratelli. Questa precoce esperienza di morte rimase per il  poeta una ferita non chiusa che segnò il tramonto del mondo infantile d'innocenza serena e si venne progressivamente risolvendo sempre più nel senso sgomento dell'inesplicabilità del destino umano.

La prima reazione all'assassinio, rimasto impunito e coperto di omertà di chi seppe ma non volle dire, fu un senso di ribellione contro l'ingiustizia. Nel '73 il poeta vinse una borsa di studio all'Università di Bologna ( giudice della prova d'esame fu il Carducci)  dove s'iscrisse alla Facoltà di lettere, che frequentò per due anni con grande impegno. Ma nel '76 la morte del fratello Giacomo lo gettò in una cupa prostrazione. Abbandonò gli studi, perdendo così l'assegno concessogli dai Torlonia, e conobbe la povertà. In questi anni strinse amicizia con Andrea Costa, capo dell'anarchismo romagnolo e s'iscrisse all'Internazionale, partecipando ai primi moti socialisti. Nel '79, in seguito a dimostrazioni connesse all'attentato dell'anarchico Passannante contro Umberto I , subì alcuni mesi di carcere preventivo. Ne uscì assolto e con animo mutato, non più disposto a impegnarsi nella politica attiva, ma rafforzato nel suo umanitarismo e convinto che soltanto l'amore fra gli uomini potesse essere un conforto al loro oscuro destino. Nello stesso tempo nasceva in lui l'ideale di ricostruire il focolare domestico con le due sorelle Ida e Maria, di ritrovare al quiete e nell'intimità degli affetti nella fragile pace.

Riprese l'università e si laureò nell'82 e intraprese la carriera dell'insegnamento. Fu professore di latino e greco nei licei di Matera, Massa, Livorno, poi, dal 1898 al 1902, di letteratura latina all'Università di Messina dal 1903 a 1905 di grammatica greca e latina a Pisa, e infine, dal 190, successore di Carducci nella cattedra di letteratura italiana dell'Università di Bologna. Morì nel 1912 a Bologna e fu sepolto a Castelvecchio di Barga, dove aveva abitato dal'95 in una villa di campagna di Maria, la sorella fedelissima