il testamento dell'orbo da Rettorgole - Fogazzaro
dalla raccolta di novelle Racconti brevi ('94) abbiamo tratta una delle pagine più realistiche di Fogazzaro per mostrare l'influenza che il verismo seppe proiettare anche in scrittori di diversa sensibilità umana e poetica
Un notaio viene chiamato per redigere un testamento nella campagna vicentina e scopre un mondo fatto di egoismi e di grettezze che rimandano indietro di secoli. Le dure difficoltà dell'esistenza contadina possono solo in parte spiegare una mentalità così arida e chiusa di fonte alla quale Fogazzaro ormai al di là dei canoni naturalistici di impassibilità , non riesce a non essere toccato e a non farcelo capire.
L'uso del dialetto contribuisce al realismo della descrizione; ma è un realismo che, rispetto a quello di Verga, sembra restare al di fuori della vera sostanza umana della realtà. Verga vive il mondo dei suoi personaggi dall'interno, Fogazzaro lo guarda dal di fuori , ne resta come sconcertato e allibito e lo condanna in nome dei principi cristiani o più semplicemente, dei più elementari sentimenti umani.
Con Verga il centro della realtà è il mondo ch'egli descrive con Fogazzaro il centro ritorna ad esser il mondo dei valori dello scrittore, il suo punto di vista, il suo giudizio o I suoi turbamenti con I quali la rialto esterna è messa a confronto
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