Giuseppe Mazzini - morirò credente e infelice
In questa lettera del 7 marzo 1839 inviata dall'esilio londinese a un vecchio compagno di scuola e di congiure, Giuseppe Elia Benza, Mazzini descrive quella che, in uno scritto famoso, chiamò la tempesta del dubbio, da cui fu assalito in Svizzera dopo il fallimento dei primi moti e il suicidio dell'amico fraterno Jacopo Ruffini : ora il tremendo momento di sconforto è stato superato e il suo animo è come rinato, sostenuto da una incrollabile certezza e da una risorta fede nel dovere da compiersi, Mazzini scava nel proprio intimo denudando il suo spirito e rivelandone I sentimenti I contrasti I drammatici tormenti e la conclusione, tipicamente romantica, "morirò credente e infelice" : la fede negli ideali e l'avversa realtà sono ancora destinati a contrapporsi, condannando l'uomo all'infelicità.
Vale la pena di notare come gli atteggiamenti spirituali che nelle pagine degli scrittori si traducono in personaggi e vicende prodotti solo dalla fantasia, qui invece nascono dalla concreta realtà della vita e della situazione politica italiana.
Nessun commento:
Posta un commento