Ugo Foscolo
Ugo Foscolo (1778-1827) ebbe la ventura di vivere una vita ricca di esaltanti esperienze e fremente di generose passioni, una vita tipica di un "eroe romantico" con tutti gli slanci e le contraddizioni di quell'età . Nato nell'isola ionia di Zacinto da padre veneziano e da madre greca respirò nell'infanzia i miti e il fascino dell'antica Ellade, che gli lasciò nel cuore la nostalgia di un'età luminosa e irrepetibile di bellezza e di armonia. Alla morte precoce del padre, ancora ragazzo seguì la madre a Venezia, dove conobbe miseria e povertà , ma fervido d'ingegno com'era, studiò profondamente i classici antichi, gli autori contemporanei e gli illuministi facendosi ben presto una vasta cultura letteraria e filosofica e mettendosi anche in luce per una adesione tanto appassionata alle idee rivoluzionarie che lo costrinse all'esilio. Ammiratore entusiasta di Alfieri e di Napoleone, l'uno cantore vigoroso e l'altro campione indiscusso della libertà, partecipò alla vita politica della appena nata repubblica democratica di Venezia finchè il trattato di Campoformio, con cui la città fu ceduta all'Austria, lo prostrò in una profonda e amara delusione nei confronti sia di Napoleone verso il quale, a causa di questo tradimento , da allora guardò sempre con diffidenza, sia degli italiani amanti della libertà a parole ma sostanzialmente vili e spiritualmente schiavi dell'animo . Da quel tragico evento cominciò il suo lungo esilio lontano dalla patria diletta e dalla madre amatissima : passato a Milano e a Bologna, in qualità di ufficiale dell'esercito della Repubblica Cisalpina partecipò gloriosamente alla compagna del 1799-1800 ricevendone encomi e ferite. Dopo un breve soggiorno a Firenze e a Milano - dove pubblicò le sue prime opere : Le ultime lettere di Jacopo Ortis, I sonetti e le odi - nel 1804 seguì l'esercito napoleonico sulle coste della Manica per la progettata ma mai effettuata invasione dell'Inghilterra; incapace di sopportare un lungo periodo di inattività, dopo due anni tornò a Milano , pubblicò i Sepolcri (1807) , tenne per un breve tempo la cattedra di letteratura all'Università di Pavia per passare quindi a Firenze in un clima più libero perchè politicamente meno ossequiente a Napoleone : qui iniziò il poema Le Grazie , lunga e ininterrotta fatica dei suoi ultimi anni, destinato a rimanere incompiuto. Alla caduta di Napoleone si precipitò a Milano , riprese il suo posto nell'esercito, ma quando gli Austriaci ritornati padroni del Lombardo-Veneto pretesero il giuramento di fedeltà da parte degli ufficiali, solennemente rifiutò e preferì andare in esilio : dopo un breve soggiorno in Svizzera, nel 1816 si stabilì definitivamente nella libera Inghilterra dove trascorse a Londra , gli ultimi anni tra crescenti difficoltà, stenti, malattie. Nel 1871 , quando Roma diventò la capitale di quell'Italia che egli aveva sognato rinata alla virtù, alla dignità civile alla libertà, le sue ossa furono traslate dall'oscuro cimitero inglese di Chiswick alla chiesa fiorentina di Santa Croce, che egli aveva celebrato nei Sepolcri come il tempio sacro alle glorie della patria.
Alle vicende che abbiamo appena narrato e che ci hanno mostrato un Foscolo appassionato difensore della libertà e amante della patria, coraggioso, intemerato, incapace di doppiezza e viltà, strenuo lottatore per le proprie idee e per la propria opera di uomo, di soldato e di scrittore, bisogna aggiungere la lunga serie degli amori e delle passioni che travolsero la sua esistenza senza dargli quella pace interiore a cui tormentosamente anelava : delle numerose figure femminili che sconvolsero il suo cuore ricorderemo solo la "donna gentile" Quirina Mocenni Magiotti, che con le sue lettere da lontano lo confortò nell'esilio londinese e fu la donna più spiritualmente vicina alla sua anima generosa , ma perennemente travagliate e inquieta.
La produzione lirica del Foscolo comprende due odi, dodici sonetti il carme I Sepolcri e il poemetto Le Grazie, rimasto incompiuto.
Mentre l'ispirazione e il linguaggio delle Odi e delle Grazie sono classicheggianti ed esaltano la bellezza come l'armonia formale e spirituale, il mondo poetico dei Sonetti nasce da una sensibilità intensamente romantica che richiama le Ultime lettere di Jacopo Ortis : in essi infatti vibrano il tormento della sua anima ribelle, l'angoscia dell'esilio, il senso cupo di un destino avverso che solo con la morte porrà termine alle sofferenze e darà l'agognata pace. La vicenda personale del poeta si allarga alla natura e a tutti gli uomini : con i Sepolcri investe l'intera storia dell'umanità per trovare consolazione e conforto nella poesia
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