POESIA DIDASCALICA
la fortuna del genere didascalico dall'antichità alla fine del secolo XVIII è da collegare alla particolare funzione attribuita alla poesia in molte epoche di "educare dilettando.La poesia fu quindi chiamata a rivestire di belle forme i concetti e i princìpi della scienza o della vita sociale religiosa morale: poemetti dedicati ad illustrare le tecniche della coltivazione dei campi ( " Le Opere e i giorni di Esiodo o le Georgiche di Virgilio) oppure a divulgare nozioni filosofiche ( La Natura di Lucrezio). Proprio del genere è sempre stato il dichiarato proposito di insegnare e l'assunzione quindi di un tono didattiche che trova la sua espressione metrica in versi ampi e adatti ad una funzione esplicativa come l'esametro grecolatino o l'endecasillabo per la nostra poesia.
In realtà, nei secoli della sua fortuna il genere didascalico fu concepito soprattutto in un funzione di una minoranza colta e raffinata a cu il contenuto precettistico interessava di solito assai meno delle forme letterarie da cui da cui era avvolto.
Una particolare forma di poesia didascalica è da considerare il poema allegorico che ebbe grande fortuna nel Medio Evo fino all'altissima espressione della Divina Commedia.
Allegoria è come vedremo la raffigurazione in figure concrete di concetti astratti della vita morale: una tecnica espressiva particolarmente diffusa in epoche portate ad interpretare in chiave simbolica gli aspetti della realtà.
Al genere didascalico si possono collegare il poema satirico, che ebbe grande fortuna specie nel 1700 ( l'esempio più illustre fu "Il Giorno" del Parini, il metro di solito l'endecasillabo sciolto), e la favola animalistica, che da Esopo a Fedro a La Fontaine alle forme più recenti (ricordiamo per tutte le poesie romanesche di Trilussa) tende a far agire gli animali secondi schemi di ragionamento e di comportamento propri della società umana.