Il decadentismo in Italia
Dato il provincialismo imperante nella nostra cultura di fine ottocento e la mancanza nella nostra letteratura di un'esperienza romantica complessa come quella di altri paesi europei, il Decadentismo ebbe in Italia un'affermazione lenta e contrastata e una risonanza meno profonda che in altri paesi. Se ne trovano tracce nella Scapigliatura, in poeti come Arturo Graf e Domenico Gnoli, nella reazione antipositivistica e nella sensibilità inquieta di Antonio Fogazzaro. Solo nel D'Annunzio e nel Pascoli esso si afferma in forme meglio definite. Nel primo però ne vediamo spesso gli aspetti più superficiali, orecchiati con una capacità di assimilazione vasta ma poco profonda, nel secondo appare più in maniera intuitiva che come adesione piana e consapevole. In entrambi, tuttavia vie ancora l'influsso umanistico di colui che, almeno inizialmente, considerarono come un maestro, il Carducci, e l'intenzione di essere educatori e vati della nuova Italia, che li apparenta ancora all'Ottocento romantico. La loro giusta collocazione sul piano culturale corrisponde a quella cronologica sono scrittore tra due secoli
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