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lunedì 5 febbraio 2024

Il Dolce stil novo - 1274-1294

 Il Dolce stil novo -1274-1294


In breve

Il Dolce stil novo è un movimento che nasce a Bologna grazie a Guidi Guinizelli, si diffonde poi in Toscana. Insieme a Guido Guinizzelli i maggiori poeti sono Dante Alighieri, Guido Cavalcanti e Lapo Gianni.

I temi del Dolce Stil novo sono: amore e cuor gentile; la nobiltà è gentilezza d'animo; al donna è vista come un angelo per avvicinare l'uomo a Dio, e l'amore ha una dimensione spirituale, un perfezionamento morale.

La donna non è più tentatrice, anzi aiuta l'uomo a recuperare la fede. perfetta che libera l'uomo dalla miseria terrena. Questo movimento risente delle trasformazioni politiche e sociali del tempo.

I protagonisti fanno parte della borghesia, che si sta affermando, sostituendo la nobiltà tradizionale, basando la nobiltà non sul sangue ma su meriti personali. Anche lo stile è nuovo e originale, un linguaggio dolce, elegante e armonioso senza complicazioni sintattiche.




martedì 22 agosto 2023

poesia - struttura

poesia - struttura



 Il termine poesia deriva dal verbo greco poièo che significa , produrre e infatti è l’arte di produrre composizioni.

Le caratteristiche della poesia

METRICA relativa al ritmo e la struttura

RITMO  è la successione dei suoni quelli accentati e quelli non accentati

VERSO  la parola significa andare a capo ed è l'unità principale del testo

SILLABA  la sillaba serve come unità di misura del verso a seconda del numero delle sillabe si determina la lunghezza del verso 

le figure metriche


  •  SINERESI La sineresi è una figura metrica per cui due sillabe vicine formate da due vocali vengono contate come se fossero una sola.
  •  DIERESI le vocali che compongono un dittongo vengono conteggiate con una sola sillaba. E' quindi il contrario della sineresi. 
  • SINAFELE due vocali che appartengono a due parole diverse ma contigue vengono conteggiate come un'unica sillaba. 
  • DIALESI la vocale finale di una parola e quella iniziale della successiva rimangono separate nel computo metrico. 
  • ACCENTO RITMICO si utilizza per conferire ritmo al verso
  • EMISCHIO  è un mezzo verso 

  • VERSO SDRUCCIOLO l'accento cade nella terzultima sillaba e quando si contano le sillabe se ne toglie una
  • VERSO PIANO  l'accento cade nella penultima sillaba
  • VERSO TRONCO  l'accento cade nell'ultima sillaba e perciò si conta una sillaba in più
  •  CESURA  ha lo scopo di creare una pausa e che deriva dal termine latino caedo che significa taglio.
  •       La sua collocazione sta più o meno a metà verso, ma non è sempre regolare e spesso coincide con una pausa sintattica come una virgola o una pausa logica, la quale indica un cambiamento di discorso.

    La cesura si utilizza quando si vuole mettere in evidenza una parola chiave come un particolare aggettivo o sostantivo, che per il poeta è interpretata fondamentale per capire il contenuto della sua poesia.

    L'ENJAMBEMENT SI  utilizza per arricchire il suo testo. Letteralmente deriva dal termine francese enjamber che vuol dire “oltrepassare, andare oltre” la misura del verso e infatti significa “scavalcatura e inarcamento”.

    Nella poesia il poeta adotta una seria di regole che gli permettono di scegliere quando andare a capo e quando le unità metriche e le unità sintattiche, cioè la frase e il verso devono coincidere.

    Scavalcatura, la frase sconfina nel verso successivo e ciò significa che si può trovare in versi diversi le parti sintattiche di una frase.

    Separando le parti sintattiche meno importanti si può rallegrare utilizzando l’enjambement per accelerare la poesia, se invece si vuole dare un impressione di malinconia si usa per rallentare.

    RIMA il suono della parte finale di due parole è uguale a partire da quella accentata senza rima si chiamano versi sciolti spesso le parole  vengono scelte compagne di rima parole che siano sinonime o opposte.

    le rime.

    • BACIATA     AABBCCDD. Effetto vivace delle filastrocche.
    • ALTERNATA   ABABCDCD
    •  INCROCIATA    ABBACDDC
    • INCATENATA   ABABCBCDC

    RIMA AL MEZZO  cade nella parte finale dell’emistichio nelle sue prossimità, in cui cade la cesura e fa rima con l’ultima o con un’altra in mezzo di un verso successivo

    RIMA INTERNA.  cade in qualunque altra posizione che sia interna al verso.

    TERZA RIMA   è una struttura metrica creata da Dante Alighieri  nella Divina Commedia e portata alla fama in tale opera.

    Una composizione in terza rima presenta una sequenza di tre endecasillabi a rima incatenata: ABA BCB CDC.

     OTTAVA RIMA  è una forma metrica che fu usata soprattutto da Boccaccio, composta da strofe di otto versi di cui sei endecasillabi a rima incatenata e due endecasillabi a rima baciata.

    Lo schema metrico ABABABCC sono state usate dai poemi epici del 1500.

    La rima secondo il rapporto di significato:

     RIMA PERFETTO suono identico a partire dalla vocale accentata e per cui corrisponde alla rima baciata.

    RIMA IMPERFETTA suono uguale parzialmente a partire dalla vocale tematica data dal fatto che la parola è condizionata dall’assonanza (consonanti diverse e vocali uguali) e dalla consonanza (consonanti uguali tranne la vocale tonica invece per altri è l’esatto contrario dell’assonanza).

    RIMA EQUIVOCA due parole sono identiche foneticamente ma hanno un significato diverso.

    RIMA IPERMETRA : l'ultima sillaba di un verso supera la misura del verso e dal punto metrico fa parte di quello successivo

    RIMA RICCA : identità di suono o di fonema precedente alla vocale tonica.

    LE STROFE 

    Le strofe raggruppano più versi e si definiscono in base al numero, disposizione dello schema delle rime e dal tipo di rime 

    forme metriche o metro : combinazione di strofe con certi tipi di versi o rime medievale, rinascimentale o della modernità

    COMPONIMENTI POETICI 


    SONETTO : Il sonetto è la forma metrica maggiormente usata e la più antica nasce nella scuola siciliana ed è formato da due quartine seguite da due terzine (14 versi). Di solito le quartine sono a rima incrociata o altrernata ABBA- ABAB, e le terzine sono a rima alternata CDC DCD oppure invertita CDE EDC.

    CANZONE : La canzone era un tempo accompagnata da musica più avanti utilizzata dal Petrarca ed è una forma metrica varia formata al  massimo da 10 strofe e un minimo di 5, con versi endecasillabi e settenari, ance le rime sono varie.

    CANZONE LIBERA :Ha una forma metrica più libera e moderna, venne utilizzata da Giacomo Leopardi. Ha versi sciolti.

    BALLATA : Una volta accompagnata da musica e danza, ha un ritornello identico fino alla fine della strofa.

    MADRIGALE : Il madrigale nasce nel '300 e prende il nome dalla musica che lo accompagna, composto da 2 o 5 terzine chiuso da uno o due distici con versi endecasillabi.

    ODE : utilizzata spesso da Giuseppe Parini con versi misti o unici più corti, possono essere quinari o settenari oppure ottonari e quaternari. Ha contenuti religiosi o politici e vari schemi metrici.

    mercoledì 11 gennaio 2023

    Giovanni Pascoli riassunto

     Giovanni Pascoli riassunto 



    Giovanni Pascoli nacque a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855 da una famiglia piccolo borghese di buone condizioni economiche.

    L'infanzia è stata funestata dalla morte del padre che è stato assassinato senza motivo, il delitto è rimasto impunito, Questo ha comportato il peggioramento della situazione economica aumentando le difficoltà della famiglia.

    Ha avuto anche altri lutti, la madre, due sorelle e i fratelli rendendolo una persona insicura 

    Nel 1873 si iscrive alla facoltà di Lettere a Bologna grazie a una borsa di studio, è allievo di Carducci. Ma ben presto perde la borsa di studio per aver partecipato a una manifestazione contro il Ministro della Pubblica istruzione. Viene arrestato per aver partecipato ad una manifestazione socialista. Si laurea ne 1882 in letteratura greca. Diventa insegnante di liceo 

    Nel 1891 inizia la pubblicazione della prima raccolta poetica Myricae  nel 1897 i poemetti, nel 1903 i Canti di Castelvecchio.

    Senza nessuna relazione andò a vivere con le sorelle per ricostruire il nucleo familiare di origine.

    Nel novembre 1911 con un discorso ka grande proletaria si è mossa fa una dichiarazione a favore dell'impresa coloniale in Libia, passando dal  socialismo al populismo conservatore.

    Muore a Bologna il 6 aprile 1912.

    IL DECADENTISMO

    Dal 1876 l'economia si bloccò e iniziò così una grande crisi economica che influenzò la cultura e si diffuse un grande pessimismo. iniziò quindi il Decadentismo, nato in Francia esaltava l'irrazionalità e la sfiducia verso la scienza. Gli scrittori che vivevano in sregolatezza da rifiutando tutte le regole della società vennero chiamati poeti maledetti che per sfuggire alla realtà ricorsero a droghe e alcool. I decadentisti scrivono di esperienze oltre la realtà e l'esaltazione dei sentimenti. Nel linguaggio poetico conta non solo il significato ma anche il suono. I poeti vengono chiamati simbolisti, le sensazioni spiegate attraverso simboli, si allontanavano dalla realtà creando luoghi artificiali.  Anche Pascoli si rifugiava nel nido domestico attraverso l'idea di fanciullino scappando dalla realtà di tutti i giorni.

    IL FANCIULLINO 

    Il fanciullino fu un racconto in prosa su come fosse la sua poetica e secondo lui il poeta è un fanciullino, che è quella parte infantile che rimane anche se nascosta a causa della ragione ma che i poeti fanno venire a galla  quando scrivono.

    Il fanciullino guarda la realtà con occhi diversi da un adulto, in questo modo può scoprire ciò che c'è nascosto dietro ogni cosa, cioè verità nascoste.

    IL SIMBOLISMO 

    Le verità nascoste si vedono grazie al simbolismo, Pascoli rappresenta i particolari che non sono realistici che nascondono sempre una realtà nascosta e segreta. Tutto ciò che descrive ha un significato profondo che passa oltre l'oggettività.

    LE OPERE 

    Le poesie sono racchiuse in raccolte.

    Myricae il cui nome viene preso da Virgilio nel testo la quarta bucolica e significa tamerici, cioè piante umili perchè le piccole cose per Pascoli sono molto importanti.

    Questa raccolta contiene poesie scritte in un periodo piuttosto lungo quindi le poesie sono lontane nel tempo e nel significato,

    Sono collegate dai soggetti che riguardano tutti  la natura, paesaggi che però hanno un significato simbolico.

    I poemetti sono testi narrativi lunghi in cui la vita campestre è protagonista. Sono scritti in terzine, con molti termini presi dal dialetto anche americanizzato.

    I canti di Castelvecchio  una raccolta di poesie musicali con nuove metriche in cui si possono trovare sia la natura che la famiglia.

    LINGUAGGIO 

    Pascoli vuole fondere la tradizione con nuove tecniche, utilizza un linguaggio semplice ma aggiungendo un tocco di bellezza tipico dell'estetismo decadente.

    Con il suo linguaggio vuole sottolineare il simbolismo, utilizzando moltissimo onomatopee, e analogie, rompe legami logici ma anche di sintassi.

    Pascoli  aumenta il vocabolario utilizzato anche con termini tecnici e prova nuove metriche.








    martedì 10 gennaio 2023

    il trattino nella grammatica italiana

     il trattino nella grammatica italiana 


    Spesso ci si chiede quando mettere il trattino 

    Possiamo affermare che i composti tra due sostantivi, verbi o aggettivi richiedono il trattino se la parola non è ancora entrata stabilmente nella lingua italiana.

    Il trattino è un segno moderno diffuso da quando sono state introdotte  parole composte di lingua inglese che usano il trattino, ma anche presente in composti del tipo greco-latino.

    Normalmente i composti con sostantivo + sostantivo   vengono scritti con il  trattino.

    ecco delle regole vengono scritti con il trattino

    • I nomi propri  Emilia-Romagna oppure i punti cardinali Nord-Ovest
    • I nomi composti che hanno tra di loro una relazione madre-figlio 
    • I composti aggettivo + aggettivo  italo-americano / tosco-emiliano quando il primo termine viene accorciato ma quando rientrano stabilmente nella lingua italiana perdono il trattino sociosanitario
    • i prefissi anti-, auto-, pre-, vice- non vogliono il trattino vicepreside ma se derivano dall'inglese mettono il trattino anti-doping
    • Sono aumentati i composti con non, esempio non metallo, ma non-belligerante, non-fumatorecon post- , esempio post-sovietico, post-bellico





    giovedì 1 settembre 2022

    fabula e intreccio - letteratura

     fabula e intreccio 


    La narrazione viene spesso descritta da due termini  che sono fabula e intreccio.

    La fabula è ciò che avviene in una narrazione in modo ordinato in ordine cronologico degli avvenimenti, segue la sequenza solita con situazione iniziale poi c'è una rottura dell'equilibrio, evoluzione, si risolve la rottura poi si arriva alla situazione finale. Non se ne parla solo in letteratura ma anche nel cinema. La caratteristica principale è che segue un ordine cronologico o logico.


    L'intreccio invece non prevede una successione cronologica ma gli eventi vengono presentati secondo la volontà dell'autore, seguendo esigenze estetiche. L'autore in questo caso decide di fare salti temporali in avanti o indietro ma anche eliminare delle sequenze, cambiando la durata reale dei fatti alla durata narrativa .




    martedì 12 luglio 2022

    italiano - appunti sui promessi sposi

     italiano - appunti sui promessi sposi 


    I promessi sposi sono un romanzo storico e romantico. l'idea del  Manzoni nasce dalle grida sui Bravi, infatti vuole raccontare le condizioni di un popolo, all'inizio non fu molto apprezzato e considerato un genere letterario minore  e popolare.

    Qui troviamo un'analisi storica, psicologica con insegnamenti etico-religiosi.

    L'autore vuole rivolgersi ad un ampio pubblico usando una lingua e uno stile semplice. Non vuole sottostare a regole e si vede la libertà dello scrittore.

    La storia è mischiata alla realtà ma il Manzone ci tiene a non produrre confusione tra le due cose, le distingue raccontandole in capitoli diversi.

    La prima stesura fu intitolata Fermo e Lucia poi modificata sia per le sequenze narrative che i personaggi, i nomi. Nel '27 il titolo è "I promessi sposi" ma in seguito viene modificata anche la linguistica e stilistica.

    La critica maggiore viene fatta al moralismo del romanzo che viene cambiato in ironia; troviamo  le concezioni della vita, del male  e del dolore, della provvidenza. La chiesa protegge i protagonisti contro il potere.

    La forza che aiuterà i personaggi è il cristianesimo, si noti il dualismo tra dolore e felicità ma anche diritto e crimine oppure peccato e redenzione, carità e indifferenza.

    Nonostante il pessimismo storico del Manzoni che emerge nel romanzo, non è fatalista me crede nella fede nella provvidenza e nella responsabilità dell'uomo nella scelta tra il bene e il male 

    Racconta della dominazione spagnola in Italia, ma crede che serva un solido potere centrale statale che freni i soprusi dei potenti. una giustizia giusta ed efficiente, una politica oculata da stimolare i ceti medi all'iniziativa privata, gli aristocratici devono distribuire le loro ricchezze per carità cristiana.  

    Tra i personaggi ci sono tre livelli sociali 

    Don Rodrigo e Geltrude che appartengono all'aristocrazia e sono negativi, l'Innominato si converte 

    nei ceti medi Don Abbondio e Azzeccagarbugli sono negativi mentre fra Cristoforo prima negativo si converte e diventa  positivo 

    nei ceti poveri i personaggi negativi sono gli abitanti di Milano in rivolta, Lucia è un personaggio positivo crede in Dio e nella Provvidenza, Renzo è sia positivo che negativo.

    Il romanzo parte da una vita onesta che viene interrotta da un sopruso per un puntiglio di Don Rodrigo che vuole separare i due innamorati, nonostante vengano aiutati da fra' Cristoforo ci sarà il rapimento di Lucia con l'aiuto di Geltrude e il coinvolgimento di Renzo nei tumulti per il pane costretto a scappare e vede le conseguenze della peste. Tutto ciò interrotto dal pentimento dell'Innominato che non aiuta più Don Rodrigo, sono superati anche la peste, il voto di Lucia. Dopo la morte di Don Rodrigo tutto torna in equilibrio. Lasciando però in Lucia e Renzo consapevoli che il male può capitare in ogni momento anche senza colpa.

    Accanto alla storia romantica di Renzo e Lucia si legge della guerra dei Trent'anni, la peste, il dramma dell'Italia sotto il dominio degli spagnoli.

    Descrive tutti i ceti sociali e tocca temi religiosi e morali, studia i rapporti tra l'individuo e la società.

    Le vicende portano a maturazione dei protagonisti Renzo imparerà a controllare la violenza e il desiderio di farsi giustizia da solo pensando alla volontà divina, si rende conto che nonostante gli sforzi la giustizia non esiste. Lucia riesce a maturare perdendo la sua ingenuità e la fiducia, vede il male del mondo.

    Il narratore è presente e interviene spesso a commentare definendo la verità eliminando l'ambiguità E' importante anche la sua ironia che diventa protagonista, giustifica gli errori dei personaggi spesso condannandoli in modo bonario.







     





    giovedì 10 febbraio 2022

    Francesco Petrarca

     Francesco Petrarca 


    LA VITA 

    Francesco Petrarca nacque ad Arezzo ne 1304 da Ser Petracco notaio fiorentino esiliato da Firenze nel 1302 perché guelfo di parte bianca come Dante e da Elena Canigiani. Dopo aver dimorato all'Incisa e a Pisa, il padre si trasferì ad Avignone (1312 avendo trovato colà occupazione presso la corte pontificia, collocando la moglie e i figli nella vicina Carpentras, dove Francesco compì i suoi primi studi sotto al guida di Convenevole da Prato, Avviato col fratello Gherardo, agli studi giuridici, si traferì prima a Montpellier (1316), poi Bologna, dove visse dal 1320 al 1326. Ritornato ad Avignone, probabilmente in seguito alla morte del padre, frequentò col fratello il mondo elegante della città; qui, il 6 aprile 1327, nella chiesa di Santa Chiara, vide per la prima volta Laura, la donna che amò lungamente invano, anche dopo la morte di lei, e che fu l'ispiratrice della sua poesia più grande, ma anche la causa d'un lungo tormento interiore. E' di questi anni l'inizio della sua attività di poeta d'amore; gli studi giuridici, apprezzati nel loro aspetto storico, ma ben presto ripudiato come scala a una professione, servirono soprattutto a metterlo in contatto con l'ammirato mondo dell'antica Roma.

    Verso il '30, costretto a cercare una sistemazione, lo stato ecclesiastico, prendendo gli ordini minori, dato che questa carriera, intesa fuori d'ogni reale impegno pastorale consentiva di godere una certa rendita e di porsi al seguito di dignitari di corte papale. Nell'autunno del '30 fu infatti assunto nel proprio seguito dal cardinale Giacomo Colonna e divenne poi cappellano del di lui fratello Giovanni; nel '35 ottenne un canonicato nella cattedrale di Lombez.

    Nel '33 viaggiò a lungo in Francia nelle Fiandre, in Germania, spinto da irrequietezza, dal bisogno di vedere cose nuove. Alla fine del ' 36 fu a Roma, ospite di Giacomo Colonna, e ammirò reverente e commosso i monumenti dell'antichità classica e cristiana; qui forse si rafforzò in lui  l'intenzione di approfondire sistematicamente lo studio degli Antichi e di dedicarsi alla prosa e alla poesia in latino.

    Ritornato ad Avignone, si ritirò in una casa acquistata a Valchiusa, a poche miglia dalla città e su nel venerdì Santo del 1338 (o '39)  concepì un poema epico in latino, l'Africa, dedicato alla glorificazione di Scipione l'Africano, e ne incominciò la stesura.

    La ricerca d'un rifugio solitari, lontano dalla folla, dal clamore, dalle risse cittadine, dove vivere una vita raccolta e pensosa, dedica agli studi, alla poesia e a un costante colloquio con il proprio  animo perturbato, è un motivo ricorrente nella vita del Petrarca. All'ideale di una vita integralmente cristiana si contrapponevano in lui il desiderio di onori , la brama smodato di gloria, l'amore insoddisfatto e tormentato per Laura, l'ardore delle passione(ebbe due figli naturali : Giovanni nel '37, Francesca nel'43), il suo stesso amore per la poesia. Valchiusa e, più tardi , in Italia, Selvapiana e Arquà sono le tappe dell'ideale pellegrinaggio del poeta alla ricerca d'un equilibrio spirituale sempre sfuggente; ma anche i luoghi della sua libertà dal servizio dei potenti, ove dedicarsi alla professione delle lettere, che egli sentì come scopo fondamentale della sua vita.

    Nel settembre del 1340 gli giunse contemporaneamente da Parigi e da Roma l'offerta della corona poetica. Scelse Roma, dove fu solennemente incoronato in Campidogli, dopo essersi fatto esaminare per tre giorni a Napoli, da re Roberto d'Angiò, sovrano di vasta cultura. Si ritirò poi per quasi un anno nella solitudine di Selvapiana ,presso Parma, ospite dei Correggio, signori della città, e terminò  la prima stesura dell'Africa, il poema al quale riteneva affidata la sua gloria. Nella primavera del'42 era di nuovo ad Avignone, e si accentuava anche la sua crisi spirituale, soprattutto  nel '43 quando  gli nacque la figlia e il fratello Gherardo si fece monaco presso la Certosa di Montrieux.

    Dal '42 al '53 mantenne la propria dimora in Valchiusa, ma compì numerosi viaggi in Italia . Fu a Napoli nel ' 43 , come ambasciatore ,poi visse più di un anno a Parma, dove contava di stabilirsi. Nel '47 si diresse alla volta di Roma, affascinato  dal sogno di Cola di Rienzo  di fare della ricostituita Repubblica romana la promotrice della pacificazione dell'Italia e della resurrezione d'un impero latino e cristiano che portasse alla rigenerazione morale dell'umanità. Ma si fermò a Genova, avuto notizia del fallimento  ormai totale del tentativo, e soggiornò poi in varie città italiane (Verona, Parma, Padova, Mantova), stringendo contatti con intellettuali italiani e portando avanti le numerose opere latine intraprese e le liriche italiane. A Parma nel 1348 gli giunse la notizia della morte di Laura, vittima della terribile peste che desolò, quell'anno, tutta l'Europa:. Questa morte e quella di numerosi amici accrebbero il suo sentimento scorato della labilità d'ogni cosa terrena.

    Nel'50 ritornò a Roma in occasione dell'anno santo, e si fermò , all'andata e al ritorno a Firenze, dove strinse con Boccaccio un'amicizia fervida, fondata sulla comunanza di interessi culturali e letterari. Nel'51 il Boccaccio lo raggiunse a Veronal per offrirgli, a nome del comune di Firenze, una cattedra nello Studio di quella città. Ma il Petrarca declinò l'offerta, come declinò da li a poco , quella rivoltagli dal papa, d'un posto di segretario e del  cardinalato. Aveva , in quegli anni, fieramente criticato la corruzione della corte pontificia, sia  in alcuni sonetti, sia nelle epistole che chiamò Sine nomine, senza il nome, cioè, del destinatario.

    Alla fine del '52 lasciò definitivamente la Provenza e si stabilì in Italia. Dal '53 al '61 fu a Milano presso i Visconti, per i quali compì varie missioni diplomatiche dal ' 61 la '70  visse prima a Padova, presso Francesco Carrara, poi a Venezia, nella casa offertagli dalla Repubblica sulla Riva degli Schiavoni poi di nuovo a Padova. Dal 1370  si ritirò nel suo ultimo rifugio la sua casa di Arquà dove visse lutgi dai tumulti, dai rumori, dalle cure, leggendo continuamente e scrivendo lodando Dio Morì nel 1374