
La poesia di Shelley è animata da un afflato mistico per la natura nella quale panteisticamente egli penetra per coglierne la forza cosmica e la gamma inesauribile delle voci dal silenzio dell'immensità al delicato stormire delle foreste dall'impeto possente del vento allo scrosciare improvviso delle acqua nel mutevole atteggiarsi della luce nella trascolorante varietà dei colori.
La voce della natura è la voce stessa dell'uomo che in essa ritrova la ricchissima gamma dei sentimenti e delle passioni che lo travolgono dall'estatico rapimento d'amore nell'empito fremente della libertà e della rivolta.
Tra le sue opere più belle ricordiamo il dramma lirico Prometeo liberato la tragedia dei Cenci e soprattutto le liriche delle quali non è possibile non citare almeno l'Ode al vento di ponente La Nuvola A un'allodola La sensitiva tra le più alte del romanticismo europeo
La particolare lunghezza e complessità delle liriche maggiori ci consiglia di ripiegare su poesie più brevi certamente minori ma non meno ricche di fascino e di suggestione