grammatica italiana - figure retoriche
I principali modi di espressione del linguaggio figurato sono i traslati quali la metafora l'allegoria la metonimia la sineddoche l'antonomasia l'ironia il sarcasmo l'iperbole che indicano un trasferimento di significato parole o costrutti piegati ad esprimere qualcosa di diverso da quello che in realtà significano; le figure quali la similitudine la perifrasi l'ipotiposi la personificazione l'antitesi la reticenza l'interrogazione retorica l'eufemismo l'esclamazione l'epifonema l'apostrofe : cioè modi particolari di foggiare il discorso e di disporre le parole in maniera tale che le cose rappresentate acquistino maggiore rilievo.
Per dare maggiore vigore all'espressione e renderla intensa suggestiva il poeta o lo scrittore ricorre spesso alla metafora usa cioè una parola per esprimere una cosa che non è quella da essa propriamente significata ma un'altra la quale con quella ha però un rapporto di somiglianza.
questo luogo è un paradiso
La metafora è un'immagine e l'immagine dà vigore all'arte dello scrivere e particolare colorito. Comunque bisogna usarla con parsimonia e con buon gusto.
Talvolta in qualche circostanza si varia efficacemente il discorso dicendo l'opposto di quello che si vuol significare ma facendolo capire attraverso il tono della voce o un modo particolare di esprimersi e si ha l'ironia :
Avete avuto proprio una bella idea !
e quando essa assume un tono amaro aspro si ha il sarcasmo.
Se invece l'ironia in un primo momento fa sorridere per la sua arguzia ma poi induce a un'amara meditazione sulle debolezze o sui vizi degli uomini si ha l'umorismo.
Altre volte si vuole dare al pensiero un rilievo drammatico tanto da creare in chi legge l'illusione di trovarsi quali nell'azione descritta o che questa si svolga davanti ai suoi occhi si ricorre all'ipotiposi.
Non sempre sembra di essere sufficientemente espressivi nell'esposizione di un pensiero per meglio chiarirlo per renderlo più evidente più intenso nel significato si ricorre alla similitudine si pone a confronto il pensiero espresso con un altro più comune il quale come il primo abbia qualche somiglianza.
i ragazzi lo rincorrevano come un branco di segugi
Alla similitudine si avvicina la personificazione con la quale si dà vita e persona o cosa inanimata.
Per fare risaltare maggiormente una o più idee si possono porre queste riscontro con altre idee opposte dando luogo all'antitesi,
come pure interrompere il discorso in modo da far pensare più di quello che si può esprimere con l e parole e si ha la reticenza
ancora per variare il discorso e dargli movimento si è soliti talvolta ricorrere all'interrogazione retorica si rivolge cioè una domanda a una persona o cosa personificata non per averne una risposta ma per affermarla con più forza e indurre altri al nostro stesso pensiero oppure per manifestare un dubbio che ci tiene sospesi.
Se poi si ritiene necessario per sostenere il tono del discorso significare con un giro ampio di parole senza chiamarla con il suo nome si usa una perifrasi. La quale prende il nome particolare di eufemismo qualora si voglia mitigare un pensiero che riuscirebbe doloroso o spiacevole o volgare se espresso con il suo nome e di litote quando per affermare una cosa si nega il contrario
Una metafora continuata è un'allegoria narrazione o descrizione che non intesa nel suo significato letterale ma interpretata nel significato che si nasconde sotto la lettera. Allegorie sono le favole di Fedro e le parabole tutta un'allegoria è la divina commedia.
Con la metonimia si ottiene una energica abbreviazione del linguaggio. Propriamente essa consiste nell'usare un sostantivo invece di un altro nell'esprimere : un rapporto tra due idee causa effetto oppure un sostantivo astratto al posto di uno concreto e viceversa oppure il nome dell'autore di un'opera al posto dell'opera oppure la materia di una cosa per la cosa composta con quella oppure il contenente per i contenuto oppure ancora l'epoca per le persone che vi vissero.
Quando sempre per dare colorito allo scritto o al parlare si nomina il tutto per una parte e viceversa oppure il genere per la specie oppure il plurale per il singolare e viceversa oppure il numero determinato per l'indeterminato si dà origine alla sineddoche trasposizione del significato di una parola ad un altro con rapporto prevalentemente quantitativo.
Se invece si designa una personaggio famoso per mezzo di un nome comune che può essere costituito dal paronimico (Il Pelide = Achille) dall'aggettivo derivato dal luogo di nascita da una spiccata qualità o si estende a persona o cosa un nome celebre si ha l'antonomasia.
una commozione dell'animo preso dal timore dal dolore o da allegria da meraviglia trova la sua espressione nell'esclamazione o nella epifonema qualora l'esclamazione contenga una sentenza o massima morale.
Si usa l'apostrofe quando nella citazione del discorso o nella commozione dell'animo si rivolge la parola a cose inanimate o a persone assenti.
Qualora si senta il bisogno di snellire l'espressione di donarle maggiore rapidità ed emotività si usano lo zeugma e l'ellissi.
Lo zeugma consiste nel riferire a più complementi un predicato che si adatta invece a uno solo di essi.
L'ellissi consiste nell'omissione di qualche parola che si può facilmente sottintendere senza danneggiare la chiarezza del discorso.
A rendere meno prosastica un'espressione ci soccorrono a volte l'ipallage con la quale si attribuisce ad alcune parole della frase ciò che conviene ad altre della frase stessa e l'anastrofe che consiste nell'invertire l'ordine naturale delle parti del discorso per dare maggiore evidenza ad un altra parte sull'altre
Da evitare e in particolare modo nello scritto alcune figure grammaticali che ricorrono spesso nel linguaggio familiare quali l'anacoluto ed il pleonasmo ridondanza di parole cioè parole inutili
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