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giovedì 30 gennaio 2020

Giosuè Carducci

Giosuè Carducci

Giosuè Carducci nacque nel 1835 a Valdicastello in Versilia. Qui e successivamente a Bolgheri e a Castagneto in Maremma, trascorse gli anni della fanciullezza, in un paesaggio aspre e selvaggio che spesso ritorna con nostalgia nei suoi versi.
Il padre lo educò al culto della libertà delle cui limitazione si soffrì in Toscana  particolarmente nel decennio della restaurazione granducale ('49 - 59), mentre Carducci compiva gli studi prima a Firenze e poi all'università di Pisa.
Dopo un brevissimo periodo di insegnamento medo e privato trascorso in ristrettezze economiche che gli impedirono di partecipare volontariamente, come avrebbe voluto, alla guerra del '59, a soli venticinque anni  fu nominato professore di letteratura italiana all'Università di Bologna, dove rimase fino alla morte nel 1907.
La sua vita fu tutta dedita agli studi alla poesia e alle battaglie politiche: la copiosa attività di critico letterario e l'opera di poeta gli valsero nel 1906 il premio Nobel; l'impegno  politico lo portò a polemizzare contro le debolezze e le incertezze del governo incapace di compiere l'unità del paese con lo spirito generoso ed eroico del primo Risorgimento , di cui gli sembravano ancora animati solo Mazzini e Garibaldi. Con  la stessa irruenza si scagliò contro il romanticismo fiacco e piagnucoloso dei suoi tempi e propugnò  un ritorno al classicismo perché gli sembrava che nell'antica Roma ci fosse un senso della vita più alto e dignitoso.
Malgrado le sue intenzioni e la forma di talune  liriche in cui il mondo classico rivive anche nelle forme metriche  (Odi Barbare)  il suo spirito fu sostanzialmente  erede del romanticismo, da cui  riprese l'amore della libertà  la fede pugnace negli ideali, l'esaltazione  della gloriosa storia medievale, la contemplazione commossa e nostalgica della natura, il rimpianto  dei sogni giovanili, la penosa  meditazione sul destino umano e sulla morte.
La grandezza di Carducci consiste nella robusta coscienza civile e morale che ebbe ed espresse in versi talora un po' troppo polemici e retorici; ma talune liriche più delicate  e intime in cui si piega con sincerità dentro il proprio animo cogliendo il senso della sua e dell'altrui  esistenza con una malinconia dolce e virile  nello stesso tempo lo collocano al confine tra la sensibilità dell'800 e quella del '900: punto di partenza  e sbocco della riflessione e dei sentimenti è sempre la realtà nei suoi aspetti quotidiani  nelle occasione che si presentano al cuore e alla mente e muovono ricordi sogni immaginazioni meditazione sulla vita e sul destino dell'uomo

venerdì 24 gennaio 2020

il realismo in Italia

IL verismo in Italia

la letteratura realistica in Italia nasce dalla sollecitazione del naturalismo francese che si innesta sulla tendenza all'osservazione della realtà e alla considerazione delle tristi condizioni di vita dei ceti più poveri della società derivata dal romanzo del Manzoni . Si aggiunga dopo il raggiungimento dell'unità nazionale il bisogno di ogni regione di far conoscere i propri usi, costumi, atteggiamenti peculiari, bisogni e questo vale soprattutto per quelle meridionali, le meno note di tutte e , per motivi social e politici ( la così detta questione meridionale).
La figura più importante della narrativa di questo periodo è Giovanni Verga, in senso assoluto uno dei nostri più grandi  scrittori, innovatore della nostra prosa per la novità del linguaggio, il rigore  dello stile, la profondità umana e poetica con cui guarda al mondo della Sicilia. IL movimento che da lui prende esempio  si chiama verismo e produce una letteratura di carattere regionalistico. L'interesse alla letteratura regionale  accumuna esigenze veriste e tradizione manzoniana e, al limite m si estende anche a scrittori che respirano già il clima del nascente decadentismo (D'Annunzio , Fogazzaro, la Deledda).
L'esigenza del realismo anima anche la poesia che si volge agli strati più miseri del popolo, con uno spirito  che va dalla commiserazione alla denuncia, dalla condanna alla rivolta.
Naturalmente  una poesia di questo genere no si sviluppa improvvisamente ma nasce gradualmente dallo stesso romanticismo, proseguendone taluni temi e modificandone dall'interno le prospettive e gli interessi.
In Carducci, il nostro più rappresentativo  poeta del periodo, perdurano  I temi romantici del paesaggio  del ripiegamento sentimentale, della ricostruzione storica, dell'amor di patria e della libertà in toni  spesso un po' troppo retorici e celebrativi, ma talora il senso della realtà si fa più corposo e concreto e certe cupe angosce di desolazione e di abbandono sembrano addirittura anticipare motivi del decadentismo.
L'attenzione alla triste realtà del nostro paese è chiaramente visibile in poeti forse meno grandi di Carducci, ma portati più che alla celebrazione delle glorie passate all'osservazione dei fatti di ogni giorno e alla denuncia delle ingiustizie delle sofferenze e dei lutti della povera gente

domenica 19 gennaio 2020

il teatro - eta' del realismo

il teatro - eta' del realismo

I problemi, I temi, le esigenze della letteratura realistica influenzano ovviamente anche il teatro che conobbe, soprattutto in Francia un grande rilancio aprendosi a un pubblico assi pi\ vasto che nel periodo precedente. Il teatro di questo periodo sul esser chiamato teatro borghese  e tende a rappresentare oggettivamente la societa' borghese  contemporanea, discutendone spesso I problemi piu' scottanti  e dibattuti . Un posto a se' va riservato all-opera del russo Cecov uno spirito sottile e acuto un osservatore attento alle sfumature dell-animo  e dei sentimenti, in tutta la sua produzione  la realta' e' resa attraverso l'atmosfera  in cui si muovono I personaggi di una vicenda sostanzialmente statica
Dal teatro di questo periodo si sviluppera' il teatro moderno che affrontera' piu' consapevolmente  e co rinnovati mezzi espressivi e anche ardite soluzioni tecniche situazioni e problemi spirituali della societa' e dell'uomo del nostro tempo

venerdì 17 gennaio 2020

Anton Cecov

Anton Cecov

Anton Cecov (1860-1904)  nipote di un servo della gleba che con I guadagni del commercio aveva potuto riscattarsi, nacque in Ucraina , studiò medicina a Mosca, ma sin da giovane cominciò a scrivere racconti preferendo la letteratura alla professione di medico  che no esercitò se non saltuariamente e occasionalmente a  vantaggio di contadini e di deportati. Della sua vita , abbastanza tranquilla ma non felice, basterò ricordare I viaggi in Siberia  e a Nizza, la malattia e l'improvvisa morte  nel pieno della maturità artistica. Ci ha lasciato meravigliosi racconti  e drammi ancor oggi rappresentati per la loro toccante bellezze. La sua arte dà il senso della realtà e della vita con umanità e piena di aderenza  a tutte le sfumature  dell'animo . I suoi racconti   sono pervasi da una sottile  vena di ironia, che è  il suo modo di guardare gli uomini  e ale cose  nascondendo la profonda  amarezza che gli viene dai vizi e dalle debolezze umane ma soprattutto  dalla decadenza della società russa  nella quale l'assenza di volontà e la noia prendono gradualmente il sopravvento. Questa atmosfera um poco stanca caratterizza le opere teatrali  nelle quali apparentemente  non capita  nulla perché lo spirito  e della coscienza : della vita non è fatta di grandi cose ma di sentimenti e di stati d'animo  che risuonano nell0intrimo  e danno il senso della realtà  di ogni giorno e di sempre . E' una realtà amara grigia e senza conforto ; e perciò  la visione di Cecov  è sconsolata  e dolente  di un'angoscia  sottile e disperata.
Oltre ai racconti  (1889 - 1900)  ricordiamo I drammi più famosi il gabbiano ( '95) Zio vania ('96 )  le tre sorelle (1900 e il giardino  dei ciliegi (1903 = che possiamo considerare la prima testimonianza del teatro del '900

lunedì 13 gennaio 2020

Fjodor Dostojevskij

Fjodor Dostojevskij

Fjodor Dostojevskij (1821-1881) di Mosca, ebbe un adolescenza difficile ed una vita piena di difficoltà e di travagli. Ancora giovane si dedicò alla letteratura; tradusse in russo  Eugenia Grandet di Balzac a soli 25 anni  con il suo primo romanzo raggiunse la notorietà. Tre anni dopo, per aver aderito a un gruppo rivoluzionario, fu arrestato e condannato a morte ; la condanna con diusmana perfidia fu sospesa quando si trovava già davanti al plotone di esecuzione  e commutata in quattro anni di carcere duro in Siberia. Queste esperienze incisero profondamente sulle sue condizioni fisiche e spirituali.
Il suo primo lavoro Delitto e Castigo (1866), storia dello studente Raskonikov che in nome dell'assoluta libertà dell'uomo superiore  nei confronti delle comuni norme morali uccide una vecchia  usuraia e la sorella, ma, tormentato dal sentimento di isolamento e di distacco dall'umanità provato dopo il delitto, si costituisce alla giustizia  per riscattare la colpa attraverso  la sofferenza. Dopo un decennio penosissimo per difficoltà e dolori  di ogni genere, tornato in patria da un breve periodo trascorso in Germania, Francia, Svizzera e Italia e ritrovata una certa serenità materiale  e spirituale, Dostojevskij si dedicò interamente alla sua opera più impegnativa I fratelli Karamazov ( 1879-80) complessa storia di una famiglia nella quale ha qualche rilievo lo scavo psicologico delle contrastanti  personalità dei personaggi sconvolti da tremende passioni  e da insostenibili tensioni spirituali che li porteranno al delitto o alla pazzia ; l'unico a salvarsi è l'ingenuo e puro Alesa un'anima candidamente e sinceramente religiosa, ma anch'egli deve essere considerato un fallito non essendo riuscito a evitare  la rovina della famiglia.

giovedì 9 gennaio 2020

Lev Tolstoj

Lev Tolstoj

Lev Tolstoj (1828 - 1910) nacque da una antica e nobile famiglia nella tenuta di Jasnaja Poliana  nella Russia centrale. Dopo gli studi passò qualche anno di vita mondana a Mosca e a Pietroburgo e viaggiò per l'Europa arricchendo la conoscenza delle contemporanee letterature inglese e francese. Nel 1861 con l'abolizione della servitù della gleba si dedicò all'educazione  dei figli dei contadini ai quali  secondo I principi di Rousseau lasciava la più completa libertà nell'apprendimento. L'anno seguente  si sposò e ritornò alla letteratura  scrivendo I due capolavori Guerra e Pace e Anna Karenina che ne consacrarono  la fama di grande scrittore. Il profondo impegno  morale e sociale che aveva caratterizzato l'opera e l'esistenza di Tolstoj si sviluppò in chiave religiosa e determinò una crisi interiore che lo portò a un radicale mutamento di vita  per l'affermazione  di una dottrina etico-religiosa fondata sulla non violenza, sulla condanna della guerra e delle differenze sociali, sull'amore evangelico  del prossimo ; coerentemente rinunciò a tutti i piaceri terreni, si applicò a lavori manuali  progettò la distribuzione delle sue terre ai contadini. Ma questa attività messianica e riformatrice trovò contrasti dappertutto: presso le autorità zariste  la chiesa gli stessi contadini e la famiglia. Intanto continuava a scrivere; compose  il terzo grande romanzo Resurrezione ('99); ma il suo dramma non trovava pace. Mentre vagava per la pianura russa in pieno inverno a più di ottant'anni  durante una crisi di sconforto, morì per gli strapazzi subiti nella sperduta stazione ferroviaria di Astàpovo. Ai funerali partecipò una folla immensa malgrado il divieto delle autorità.
Guerra e Pace  è un romanzo epopea che, attraverso  la descrizione della società russa e la narrazione della vittoriosa resistenza  all'invasione napoleonica da una parte illustra e celebra il significato e il peso che hanno le grandi masse popolari nella storia dall'altra indaga I drammi e I conflitti le speranze e le delusioni l'ansia religiosa e I problemi eterni  che vivono nell'intimo  della coscienza di ogni personaggio, sollevando così la vicenda storica  ai grandi temi spirituali della vita umana.
Anna Karenina è la storia di un adulterio  naturato nell'ambiente aristocratico e perciò la rappresentazione è caratterizzata da un realismo più immediato  per la diretta conoscenza, da parte dello scrittore, del mondo descritto. I conflitti spirituali dei protagonisti si risolvono nella condanna dell'ipocrisia che regge la società aristocratica e nella consapevolezza che solo l'espiazione redime la colpa.
Resurrezione si concentra su due personaggi, un nobile e una giovane prostituta che egli ha sedotto e che dopo dieci anni ritrova ingiustamente accusata di omicidio; ritenendosi moralmente colpevole la vuole sposare e salvare dalla condanna. Ma la donna rifiuta il matrimonio offerto per riparazione  e scontando colpe  non commesse risorgerà  spiritualmente  contribuendo col suo esempio al rinnovamento interior del nobile che  l'ha seguita in Siberia.
La grandezza di Tolstoj  è universalmente  riconosciuta. La sua arte è indubbiamente  realistica per il linguaggio preso direttamente dal mondo rappresentato  per l'aderenza dei sentimenti  e alla psicologia dei personaggi  per la partecipazione ai problemi del tempo. Pochi  scrittori hanno saputo come lui dominare  una folla di personaggi  dando contemporaneamente il profilo interiore di ciascuno  e la visione  d'insieme della società e del tempo in cui sono collocati. I grandi temi  affrontanti appartengono storicamente alla sue età e alla Russia ma sono sollevati  dal contingente all'eterno  per toccare gli eterni problemi dell'uomo  legato al destino terreno e anelante alla divinità : per  questo motivo  Tolstoj deve essere considerato non solo un grande scrittore ma anche una delle grandi coscienze morali e religiose dell'umanità

l'oblomovismo

l'oblomovismo

nel romanzo Oblomov un angosciato pessimismo  trova la sua forma tipica. Originato dal convincimento  di quanto di apatico e inerte è nell'anima russa, questo pessimismo  si dilata sino ad acquistare  l'aspetto di una mistica disperata : l'uomo si inebria della sua incapacità stessa, ha quasi l'orgoglio  delle possibilità destinate  ad annichilirsi in lui. Già in Gogol, in Turgheniev, in  Lermontov e in non pochi altri grandi scrittori  russi aveva trovato forma il sentimento, squisitamente  russo dell'uomo buono e indolente  che non si può mai salvare, neppure se innamorato, dalla triste  inerzia che lo affligge e lo opprime; e questo gruppo di scrittori  tra il 1840 e l'80  avevano tutti offerto materia ad attacchi, per la loro tendenza a considerare la letteratura  come strumento di critica sociale che come libero fatto creativo.
Anche di Gonciarov si può affermare lo stesso; ma la potenza rappresentativa del suo quadro disperato è tale da assorbire ogni precedente, ed esaurirlo in quello che fece creare dal critico Dobroliubov un termine nuovo , l'oblomovismo  l'incarnazione stessa della pigrizia e della noncuranza russa