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venerdì 27 dicembre 2019

lo stile di Gogol

lo stile di Gogol

La letteratura russa dell'Ottocento presenta due grandi correnti stilistiche  una che fa capo a Puskin e l'altra a Gogol.
Lo stile di Puskin può essere paragonato a un tempio greco, armonico, con le colonne e ogni particolare curato in modo da dare l'idea di assoluto ordine e di assoluta armonia, come in un capitello dorico o ionico. Lo stile di Gogol può essere paragonato a una lussureggiante chiesa barocca o, se si vuole, al capitello corinzio. Puskin preferisce I periodi brevi e lucidi, e la paratassi ; Gogol preferisce periodi lunghi, ricchi e l'ipotassi.
Questi due stili  troveranno seguito in altri scrittori, che spesso  li mescoleranno in modo autonomo : Cechov per esempio è sulla linea puskiniana. Dostojevskij su quella gogoliana, Tolstoj unisce l'uno e l'altro stile.

lunedì 23 dicembre 2019

Nikolaj Vasilevic Gogol

Nikolaj Vasilevic Gogol

Gogol (1809-1852) nacque in Ucraina da una famiglia di origine polacca di piccoli proprietari terrieri e scrisse le sue prime opere ispirandosi al folklore ucraino; dopo un breve periodo di insegnamento all'università di Pietroburgo si dedicò totalmente alla letteratura. Toccato dall'incomprensione dell'opinione pubblica colpita troppo duramente dalla sua satira, lasciò il paese e viaggiò per l'Europa, soggiornando anche per qualche tempo a Roma. Quindi travagliato da una profonda crisi religiosa, si recò in Palestina , ne tornò spiritualmente abbattuto e consumò gli ultimi anni in una cupa e abulica malinconia che gli distrusse lo spirito e il fisico.
Novelliere, romanziere e drammaturgo  Gogol ha lasciato opere fondamentali ;  ricordiamo  I Racconti di Pietroburgo ( tra cui il Cappotto del 1837)  la commedia L'Ispettore generale ( del '36 satira spietata di un ambiente di provincia sconvolto dall'arrivo di un falso ispettore generale)  e il romanzo incompiuto  Le anime morte ('42).
IL realismo  gogoliano tende al grottesco e alla caricatura; I tipi umani sbozzati con fine ironia, rivelano il dramma atroce e tragico dell'esistenza sullo sfondo  della decadenza e dello sfacelo della vecchia Russia  condannata a una fine inarrestabile.
Le anime morte descrivono  il viaggi di Cicikov, un'imbroglione che compra le anime morte, cioè I servi della gleba morti dopo l'ultimo censimento e quindi ancora vivi per lo stato, per trasferirli  in un altro distretto  dove il governo concedeva terre ai possessori di servi della gleba. I proprietari rovinati dalle carestie  per liberarsi dall'imposta sui servi  aderiscono volentieri alle sue richieste, meravigliandosi  anzi che I contadini morti possano interessare a qualcuno. Gogol dopo aver descritto I difetti del popolo russo avrebbe dovuto  illustrarne le virtù  ma l'opera rimase incompiuta perché lo scrittore ne distrusse il seguito prima di morire.
La narrazione costituisce un mirabile quadro realistico di situazioni tipi di figure mostruosamente grottesche e indimenticabili. Attraverso la vicenda e I personaggi Gogol volle bollare ferocemente la piaga della schiavitù contadina che sarebbe stata abolita solo nel 1861 dallo zar Alessandro II.