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mercoledì 26 settembre 2018

Bonaparte liberatore - Foscolo

Bona parte liberatore - Foscolo

I versi di Foscolo tratti dall'ode Bonaparte liberatore scritta  nel maggio del 1797 e stampata a pubbliche spese per decreto della Giunta di difesa generale della Repubblica cispadana come ricorda l'autore, nell'atmosfera ardente di entusiasmo  suscitato  dalle strepitose vittorie di Napoleone che con la sua prima  campagna in Italia sbaragliò l'esercito sardo costrinse alla resa l'imperatore e dette vita alla Cispadana e ad altre repubbliche democratiche a imitazione della repubblica francese.
In questo periodo e in questa lirica Napoleone appare il campione della libertà contro la tirannide. L'ode esaltazione nello stesso tempo della libertà e di Napoleone ha una struttura nel gusto neoclassico del tempo e riflette la formazione  letteraria del poeta.
Dall'ode piuttosto lunga e pesante riportiamo pochi versi quelli nei quali la raffigurazione di Napoleone, malgrado  l'apparato retorico completamente estraneo al nostro gusto e alla nostra sensibilità, rivela pienamente l'entusiasmo e l'adesione del giovane Foscolo fremente di sincero ardore di libertà  per essa come sappiamo ha già dovuto esulare dall'amata Venezia e allontanarsi dalla adorata madre e dagli amici. Per comprendere meglio il testo si ricordi che nell'ode il poeta si rivolge direttamente alla libertà.

BONAPARTE LIBERATORE


[...]
E guerrier veggo di fiorente alloro
Cinto le bionde chiome
Su cui purpuree tremolando vanno
Candide azzurre piume; egli al tuo nome
Suo brando snuda e abbatte, arde, devasta;
Senno de' suoi corsier governa il morso 
Ardir li 'ncalza e de' marziali il coro
Genj lo irraggia, e dietro lui si stanno
In aer librate con perpetuo corso
Sorte, Vittoria, e Fama.
[...]
Deh ! mira, come flagellata a terra
Italia serva immobilmente giace
Per disperazion fatta secura :
E furor matto e improvida paura
Le movi  intorno di rapace guerra ? [...]
Ma tu, feroce Dea, non badi e passi
E a tuon de' bronzi e al fuminar tremendo
E a l'ululo guerrier perndonsi i carmi.
Cede Sabaudia, e in alto orribilmente
Del tuo giovin Campion splende la lancia;
Tutto trema e si prostra anzi i suoi passi,
E l'Aquila  real fugge stridendo
Ferita ne le penne e ne la pancia.
Gallia intuona  e diffonde
Di libertade il nome
E mare e cielo Libertà risponde :
l'Angel di morte per le imbelli chiome
Squassa ed ostende coronata la testa :
Liberà ! grida a le provincie dome.

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