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giovedì 6 settembre 2018

letteratura - il verso sciolto

letteratura - il verso sciolto

Per verso sciolto si intende il verso libero da ogni legame sia di strofa che di rima con gli altri della composizione poetica.
La scelta del verso sciolto nasce per lo più dall'esigenza di creare periodi ritmici originali  e liberi da condizionamento delle strofe e delle rime fisse : anche la versificazione sciolta crea quindi legami ritmici, però  tra serie variabili e non fisse di versi;  e di solito  usa l'endecasillabo, che meglio permette variazioni di armonia per la varietà dei suoi accenti; così come può usare l'enjambement per creare effetti nuovi attraverso la spezzatura del ritmo normale.
L'uso del verso sciolto risale al '500, ma è andato accentuandosi  ed ha come unica norma la successione di un unico tipo di versi (endecasillabo) nella composizione.

Nella poesia moderna è andato sempre più affermandosi l'uso della versificazione libera, in cui le successioni di versi non solo sono sciolte da ogni legame di rima e di strofa, ma altrettanto  serie successive di espressioni ritmiche libere, solo vincolate all'esigenza di corrispondere musicalmente al ritmo interiore dell'ispirazione.
Questo ha portato al rifiuto della metrica tradizionale e del suo complesso di norme, sentite come ostacoli e vincoli alla libera e originale espressione delle emozioni interiori, specialmente da parte dei preermetici e degli ermetici.
E' pur vero che, a valutare più attentamente alla tradizione metrica : ad esempio  nella nota immagine poetica di Ungaretti Soldati :

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.

Possiamo trovare due tradizionali settenari : si sta come d'autunno // sugli alberi le foglie.
Ma è cadenza della nuova versificazione che muta profondamente rispetto alla metrica tradizionale, perché non insiste più sul ritmo  dato dagli accenti ma sul valore fonico e sulle capacità evocative della parola sentita nella sua essenzialità.
E' un processo di ricerca di un'espressione poetica veramente intima e personale, che la vecchia metrica non riusciva a soddisfare perché sembrava ricondurre a echi convenzionali.
Proprio questo carattere di originalità ha tolto però all'espressione della poesia gran parte della funzione di comunicazione sociale che essa aveva assunto nei secoli scorsi. Riconoscendosi più facilmente nelle strofe e nelle rime tradizionali, il pubblico dei lettori trovava il momento più alto dell'esperienza raccolto nell'espressione poetica : dai versi di Parini, Foscolo, di Carducci  accettava di ricevere non solo l'eco sottile dei problemi individuali, ma moniti di vita morale, politica e sociale.
Oggi questa funzione pubblica è assunta prevalentemente dalla prosa : dai giornali, dalla saggistica, dalla narrativa e dai social.
Proprio l'estrema individualità del linguaggio poetico lo riserva ad un pubblico limitato e sensibile, mentre rende difficile una sua più ampia risonanza in un più vasto mondo di lettori.

mercoledì 5 settembre 2018

letteratura - il verso

letteratura - il verso

Il verso è una successione di sillabe di solito determinata e fissa, regolata da alcune fondamentali norme di continuità e di accento.
La distinzione dei versi avviene secondo il numero delle sillabe metriche che lo compongono, calcolate secondo criteri di lettura.
Accanto al numero di sillabe, l'altro elemento caratteristico è la disposizione degli accenti ritmici soprattutto  di quello dell'ultima parola: in corrispondenza a parole terminali piane sdrucciole o tronche, avremo versi piani sdruccioli o tronchi. Per esempio l'endecasillabo  il verso fondamentale della nostra metrica, non è ovviamente un insieme di undici sillabe normali, ma una successione di sillabe lette metricamente con l'ultimo accento ritmico sulla decima :

endecasillabo piano  : sempre caro mi fu quest'ermo colle
endecasillabo sdrucciolo : a egregie cose il forte animo accendono
endecasillabo tronco : sul verde cupo roseo brillò.

Data la prevalenza di parole piane nella nostra lingua possiamo considerare i versi piani la norma e gli altri due le eccezione, spesso ricercata per particolari effetti di timbro e di cadenza.
Si può inoltre tenere presente una ulteriore differenza tra versi parisillabi  e imparisillabi. I primi senari ottonari decasillabi hanno uniformità di ritmo data la collocazione costante degli accenti  che può essere ricercata per particolari effetti ripetitivi.
Molto più vari ed usati  i versi imparisillabi soprattutto il settenario e l'endecasillabo.
Il settenario è il verso che ha un accento ritmico fisso sulla 6° sillaba ed un altro variabile tra le prime quattro : ma la sua varietà è data soprattutto dalla facilità con cui può essere usato sia nella sua forma piana sia quella sdrucciola o tronca :

"l'ansia di un cor che indòcile (sdrucciola)
serve pensando al règno          (piana)
e il giunge, e tiene un prèmio
c'era follia speràr                    (tronca)

L'endecasillabo è come si è detto il verso principe della nostra letteratura : ciò che lo distingue è anzitutto la presenza dell'ultimo accento  ritmico sulla decima sillaba ; ma la varietà di ritmo rispetto a tutto glia altri versi è data dalla diversa collocazione degli accenti ritmici interni e delle pause.
Riguardo all'accento  tre sono gli schemi più usuali in cui si presenta :

1) accenti sulla 2° 6° e 10°
Nel mezzo del cammìn di nostra vita

2) accenti sulla 4° 7° e 10°
Zefiro torna e il bel témpo riména

3) accenti sulla 4° 8° e 10°
Fuggendo a piedi e insanguinando il piàno

Riguardo alla pausa interna (cesura ) essa può cadere :

1) dopo le prime sette sillabe (endecasillabo a maiore)
"che speranze, che cori// o Silvia mia";

2) Dopo le prime cinque sillabe (endecasillabo a minore)
"negli occhi tuoi // ridenti e fuggitivi "

La cesura può essere elemento importante per isolare una parola e porla in evidenza al centro della frase poetica.