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giovedì 27 settembre 2018

il giovine eroe - Foscolo

il giovine eroe - Foscolo

L'entusiasmo di Foscolo per Napoleone venne meno dopo il trattato di Campoformio. Nel 1799 il poeta ripubblicò l'ode Bonaparte liberatore premettendole una lettera nella quale esortava Napoleone a non dimenticarsi la libertà che aveva portato ai popoli  e a meditare che, se l'avesse tradita per diventare un tiranno, il suo nome sarebbe infamato per l'eternità.
Il tormento per la passione politica delusa, anima, come si è visto le Ultime lettere di Jacopo Ortis : in esse si può leggere la pagina ferocemente antinapoleonica che riproduciamo.
Nella lettera del 17 marzo 1798 Jacopo sfoga con asprezza il suo sdegno contro Napoleone. Molti si fidano ancora di lui, ma non Jacopo, cioè Foscolo, il quale non può non diffidare di chi ha rivelato  animo volgare e crudele, ha deluso  con vile astuzia le speranze dei patrioti , ha sottoscritto una costituzione democratica per Venezia pur avendo  già ceduto la città agli Austriaci. Le leggi egoistiche della politica hanno ormai abituato gli uomini  ai vergognosi trattati che vendono i popoli come se fossero branchi di pecore, ma questo  pensiero non può consolare  che ha preso  la patria e ne piange il turpe tradimento. Non si dica che Napoleone è italiano di origine e quindi un giorno aiuterà la sua terra : Napoleone è un tiranno  e i tiranni non hanno patria.
E' una pagina ferma e polemicamente  efficace, ispirata da una sincera passione politica, da un dolente amor patrio e da un profondo risentimento morale.

"Moltissimi intanto si fidano nel Giovin Eroe nato di sangue italiano; nato dove si parla il nostro idioma. Io  da un animo basso e crudele, non m'aspetterò mai cosa utile ed alta per noi. Che importa ch'abbia il vigore e il fremito del leone, se ha la mente volpina, e se ne compiace ?  Sì basso e crudele - né gli epiteti sono esagerati. A che non ha egli venduto Venezia con aperta generosa ferocia ? Selim I che fece scannare sul Nilo  trenta mila guerrieri Circassi  arresisi alla sua fede, e Nadir Schah che nel nostro secolo  trucidò trecento mila indiani, sono più atroci  bensì meno spregevoli. Vidi con gli occhi miei una costituzione democratica postillata dal Giovin Eroe, postillata di mano sua, e mandata  da Passeriano a Venezia perché l'accettasse; e il trattato di Campoformio  era già  più giorni firmato e Venezia era trafficata, e la fiducia che l'Eroe nutriva in noi tutti ha riempito l'Italia di proscrizioni, d'emigrazioni e d'esili. - Non accuso la ragion di stato che vende, come branchi di pecore, le nazioni : così  fu sempre, e così sarà : piango la patria mia,
                                                  che mi fu tolta e il modo ancor m'offende
- Nasce italiano, e soccorrerà  un giorno alla patria : altri sel creda; io risposi e risponderò sempre  :
- la Natura lo ha creato tiranno: e il tiranno non guarda a patria; e non l'ha.

mercoledì 26 settembre 2018

Bonaparte liberatore - Foscolo

Bona parte liberatore - Foscolo

I versi di Foscolo tratti dall'ode Bonaparte liberatore scritta  nel maggio del 1797 e stampata a pubbliche spese per decreto della Giunta di difesa generale della Repubblica cispadana come ricorda l'autore, nell'atmosfera ardente di entusiasmo  suscitato  dalle strepitose vittorie di Napoleone che con la sua prima  campagna in Italia sbaragliò l'esercito sardo costrinse alla resa l'imperatore e dette vita alla Cispadana e ad altre repubbliche democratiche a imitazione della repubblica francese.
In questo periodo e in questa lirica Napoleone appare il campione della libertà contro la tirannide. L'ode esaltazione nello stesso tempo della libertà e di Napoleone ha una struttura nel gusto neoclassico del tempo e riflette la formazione  letteraria del poeta.
Dall'ode piuttosto lunga e pesante riportiamo pochi versi quelli nei quali la raffigurazione di Napoleone, malgrado  l'apparato retorico completamente estraneo al nostro gusto e alla nostra sensibilità, rivela pienamente l'entusiasmo e l'adesione del giovane Foscolo fremente di sincero ardore di libertà  per essa come sappiamo ha già dovuto esulare dall'amata Venezia e allontanarsi dalla adorata madre e dagli amici. Per comprendere meglio il testo si ricordi che nell'ode il poeta si rivolge direttamente alla libertà.

BONAPARTE LIBERATORE


[...]
E guerrier veggo di fiorente alloro
Cinto le bionde chiome
Su cui purpuree tremolando vanno
Candide azzurre piume; egli al tuo nome
Suo brando snuda e abbatte, arde, devasta;
Senno de' suoi corsier governa il morso 
Ardir li 'ncalza e de' marziali il coro
Genj lo irraggia, e dietro lui si stanno
In aer librate con perpetuo corso
Sorte, Vittoria, e Fama.
[...]
Deh ! mira, come flagellata a terra
Italia serva immobilmente giace
Per disperazion fatta secura :
E furor matto e improvida paura
Le movi  intorno di rapace guerra ? [...]
Ma tu, feroce Dea, non badi e passi
E a tuon de' bronzi e al fuminar tremendo
E a l'ululo guerrier perndonsi i carmi.
Cede Sabaudia, e in alto orribilmente
Del tuo giovin Campion splende la lancia;
Tutto trema e si prostra anzi i suoi passi,
E l'Aquila  real fugge stridendo
Ferita ne le penne e ne la pancia.
Gallia intuona  e diffonde
Di libertade il nome
E mare e cielo Libertà risponde :
l'Angel di morte per le imbelli chiome
Squassa ed ostende coronata la testa :
Liberà ! grida a le provincie dome.

venerdì 14 settembre 2018

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo (1778-1827) possono essere  considerate il primo romanzo italiano moderno. Furono scritte negli ultimi anni del '700 e pubblicate  nel 1802 durante l'esilio londinese ebbero la revisione definitiva. Opera sostanzialmente autobiografica  redatta in forma epistolare secondo l'uso  del tempo, nasconde le passioni e le delusioni di Foscolo sotto la figura del giovane Jacopo Ortis, uno studente che dopo il trattato di Campoformio deve abbandonare Venezia perché sospetto aglio Austriaci per le sue idee liberali e si rifugia su colli Euganei  dove conosce Teresa, infelicemente fidanzata per opportunità familiari se ne innamora e ne è ricambiato; però  come ha dovuto rinunciare al sogno di libertà per la patria, così deve rinunciare al sogno d'amore, e non potendo vivere in schiavitù  e senza Teresa dopo aver peregrinato per città  e regioni italiane  ove il ricordo del passato e la situazione presente alimentando  soprattutto la delusione politica alla notizia delle nozze di Teresa si uccide. le lettere sono indirizzate ad un amico Lorenzo Alderani che dopo la morte  di Jacopo le pubblicherà  per eternare i ricordo dell'infelice giovane.
Alla mente di Foscolo  fu certo presente la tragica vicenda di Werther, ma l'ispirazione delle due opere è profondamente diversa : infatti Werther si uccide solo per disperazione d'amore  mentre Jacopo, erede spirituale di Alfieri  e fremente dell'ardore di libertà, rinuncia alla vita perché incapace di sopravvivere alla duplice delusione politica e sentimentale. Il motivo  politico caratterizza, come vedremo, sin dall'inizio l'opera e ad esso è congiunto il tema della morte : per vivere da liberi e da forti bisogna imparare a poter liberamente e fortemente morire; l'amore di Teresa dapprima dà al giovane la forza di resistere all'obbrobrio della servitù e della viltà degli italiani, ma in seguito , quand'anch'esso con le nozze di Teresa appare definitivamente irrealizzabile, riconferma in Jacopo la convinzione che la vita non ha più senso per che la considera ormai senza valore. Come dice lo stesso Foscolo  commentando i proprio romanzo, nell'Ortis il vero contrasto sta tra la disperazione delle passioni e il naturale amore per la vita : i sentimenti, eccitati in lui dalla giovane che desidera e che non potrà mai sposare  e dalla patria che ha perduto e che inutilmente  anela di vendicare, forniscono  nuove armi ala disperazione superando il normale orrore per la morte. Il suicidio è già scontato  sin dalla prima lettera e non giunge perciò inatteso : come forma di protesta alfieriana e romantica ha un profondo valore spirituale perché nella evidenza della voluta esasperazione dei sentimenti e dei gesti simboleggia una condizione altamente virile e eroica : la vita è bella e amata dagli uomini a patto però che sia vissuta intensamente e in nome di nobili e generosi ideali, perché in caso contrario non è degna di essere chiamata vita.

sabato 5 settembre 2015

esercizi e questionari su Ugo foscolo

Che cosa si può dire delle poetica del Foscolo ?

la poetica del Foscolo  ha una evidente matrice classica  ma si evolve nell'iter del pensiero  e dello stile dell'autore  in motivi di  schietta arte romantica
per  meglio rendere il significato della poetica  foscoliana  si  può aggiungere  che in essa convivono  in perfetta armonia  la forma classica  e la concezione e la sensibilità romantica

Foscolo può definirsi romantico ?

definire Foscolo romantico dando al termine uno stretto significato  cronologico non è del tutto possibile 
Il romanticismo come corrente letteraria ufficiale in Italia inizia con la pubblicazione della lettera semiseria di Berchet nel 1816
a questa data il Foscolo  ha già composto e pubblicato opere di ispirazione romantica (l'Ortis  i Sonetti i Sepolcri
Il romanticismo  foscoliano quindi affonda le sue origini  nella concezione Vichiana  della storia  e della vita nel vasto movimento  romantico europeo  particolarmente occidentale (inglese e francese)

i sepolcri  hanno un contenuto patriottico ?

Il carme  dei Sepolcri  trova la sua causa occasionale nell'editto napoleonico di Saint  Cloud del 12 giugno 1804  contro cui è stato scritto  dal Foscolo
Napoleone  cantato dal poeta come liberatore (ode a Napoleone liberatore)  viene riconosciuto e additato  come tiranno  oppressore e predatore  alla generazione  risorgimentale  del nostro paese
In questo senso  il Liberal Carme assume un significato  di un canto patriottico  che si potrebbe definire  persino risorgimentale
c'è in esso chiaro incitamento  agli italiani  del tempo a compiere egregie cose

si potrebbe parlare di continuità  a proposito della poesia foscoliana ?

La continuità della poesia foscoliana  è agevolmente dimostrabile  se si tiene conto che tutte le sue opere sono pervase da pessimismo dal senso eroico della vita dall'amore  e dall'esaltazione  della bellezza dal costante  sentimento di morte  dalla passione patria  dall'ammirazione per la donna dalla celebrazione delle virtù e dei valori umani

Che cosa si può dire sul pessimismo foscoliano ?

IL pessimismo foscoliano  è di una realtà innegabile
egli cioè  non fa il pessimista non canta il dolore perché  vuole diventare un poeta alla  moda  è realmente  un pessimista  come dimostra con tutta la chiarezza  tutta la sua produzione poetica dall'Ortis alla Grazie
tutta la sua vita  dalla fanciullezza alla morte è la causa del suo pessimismo  e ad essa si aggiunge la sua formazione  culturale umana attraverso i classici latini e greci  la cui visione  se non completamente pessimistica non fu intonata all'ottimismo

mercoledì 2 settembre 2015

FOSCOLO - LE GRAZIE

Dovevano essere un poema nell'ideazione del Foscolo  e sono nella realizzazione soltanto tre inni
a Venere  (sentita lucreziamente cioè come simbolo  della natura generatrice  dea della fecondità e della bellezza)
a Vesta ( dea dell'intelligenza)
a Pallade (della  virtù)
 Nel primo inno  il poeta canta come per virtù  di bellezza e di amore  gli uomini  passino dallo stato di ferinità al consorzio civile la scena si svolge in Grecia
Nel secondo inno descrive il passaggio delle Grazie  dalla Grecia all'Italia  ed esalta la musica la poesia e la danza
Tre bellissime donne in veste di sacerdotesse   Eleonora Nencini  Cornelia Martinetti  e Maddalena  Bignami  che simboleggiano la musica la poesia e la danza sono guidate dal poeta  all'altare delle Grazie 
Nel terzo inno  il poeta celebra l'arte che libera l'anima  umana dalle passioni  ed infonde serenità La scena è collocata  nella favolosa Atlantide  qui la dea Pallade  fa tessere da diverse dee un velo che proteggerà le Grazie  dalle passioni
Il motivo  che ispira il poemetto del "Le Grazie" frammentario  e incompleto  è l'esaltazione della Bellezza  che sola riesce ad offrire ristoro ai mortali  nati a vaneggiare
E bellezza vuol dire forme perfette  ed atteggiamenti armonici  di una bella donna ma anche forme suggestive  di paesaggi naturali  ed artificiali
Le Grazie  sono insomma il poema della Bellezza intesa come armonia  che consola e rende gentile la vita

lunedì 31 agosto 2015

foscolo - i sepolcri

si accentua nel carme (epistola poetica dedicata al poeta Ippolito Pindemonte  autore dei Cimiteri)  il concetto della poesia eternatrice  ed inoltre si  introduce il mito della storia che vince il tempo  per cui l'opera dell'uomo  non solo  no è inutile ma rappresenta la perenne tradizione di  gloria e di civiltà  delle stirpi
Più largo posto  occupano i grandi miti (o illusioni9  dell'Amore che è conforto  all'umana sventura  terrena della Poesia della Patria  della Libertà e dell'Immortalità dello spirito
il carme è caratterizzato da  una intima disciplina  classica  è insieme solenne  eloquenza e solitaria meditazione passione accesa ed incontenibile  e contemplazione  statica e distaccata 
I carme racchiude tutti i motivi  già accennati nell'Ortis  elaborati  ed avvertiti  in una nuova concezione  spirituale  ed umana che è andata  maturandosi  nel poeta negli anni  che precedettero  immediatamente  la composizione del Carme
Il tema principale è la lotta dell'uomo  contro la materia che caratterizza e domina l'universo 
tutto trasforma il tempo  ed in questa  incessante ed universale  trasformazione  la materia trona ad essere materia quindi anche l'uomo  considerato  nella sua essenza corporea  materiale si trasforma e finisce per essere quello che era stato prima
Ma la vita  dell'uomo non cessa con la morte fisica  la vita rimane viva nel ricordo dei viventi specialmente quella degli uomini grandi  di coloro che si sono meritati  la stima per avere compiuto opere straordinariamente  insigni  perciò le loro azioni  ed essi stessi vengono resi immortali dalla poesia
Il carme deve perciò  essere considerato un canto di fede dei valori spirituali  del'operositù degli uomini 
si può affermare con fermezza che i Sepolcri  rappresentano una vittoria  dello spirito sulla materia  della storia sul tempo dell'universale sul  contingente  della libertà sulla tirannide 
Il carme ha un rilevante contenuto patriottico  se le gesta dell'uomo non vengono  dimenticate con la sua morte no è senza utilità la vita sulla terra e non è vano  sacrificare la vita per la patria
Un esempio  di valore e di eroismo  un sacrificio nobile e generoso  saranno di spone e di sollecitazione sempre all'azione del singolo cittadino e di tutto il popolo  In questo senso il Foscolo  con il Carme i Sepolcri  si colloca tra i poeti del Risorgimento  nazionale
Protagonista del Carme è lo stesso Foscolo che in più di un passo  parla in prima persona
Figure dominanti  sono quelle di Parini (simbolo della perfetto condotta  morale ) dell'Alfieri  (simbolo dell'amore  per la patria)  di Omero (simbolo  sublime della poesia)
Il carme  è antinapoleonico  e si svolge  con una palese connotazione liberale
Il tono è malinconico  in generale ma qualche volta assume tinte pessimistiche : l'uomo  vive nel ricordo  dei viventi è eternato dalla poesia ma è destinato lo stesso a morire
Ad eternarlo  c'è la poesia  questa è la grand
e illusione foscoliana illusione che gli consentì  di superare la concezione meccanicistica dell'Illuminismo  che tuttavia è presente nel Carme

giovedì 27 agosto 2015

FOSCOLO -I SONETTI

Possono definirsi la continuazione e lo sviluppo delle ""Ultime lettere di Jacopo Ortis"
i migliori  per contenuto  e per stile universalmente  riconosciuti sono :
Alla sera  in cui il poeta contempla  il paesaggio  su cui arrivano le tenebre  e quindi canta alla sera come momento  di serenità forse perché essa è l'immagine della  morte
malinconia che gradualmente  si traduce in una pena d'essere tutta romantica
In morte al fratello Giovanni tutto intriso di dolore  questo sonetto  riflette interamente la personalità e la fisionomia psicologica del poeta che mentre piange sul cenere muto del fratello corre col pensiero alla madre  che soffre e si strugge per  Giovanni morto e per Ugo lontano
Chiude il sonetto "sento gli avversi numi delle secrete cure che al viver tuo furon tempesta e prego anch'io  nel tuo porto (la morte) quiete"
ed appello  alle "straniere genti l'ossa mia rendete allora al petto della madre mesta "
A Zacinto   dove si riverbera il ricordo del poeta che si rivede fanciulletto  nella sua isola natale  bagnata dal quel mare Ionio  dalle cui acque  nacque intatta Venere  che con il suo sorriso  rendeva feconde le isole ionie tutte per cui il verso insigne a Omero  esaltò il paesaggio dello sventurato  Ulisse e  che alla fine baciò la sua petrosa Itaca anche questo sonetto si chiude con  con un tono  doloroso
I sonetti mentre vibrano di intenso  sentimento e quindi son un magnifico esempio di poesia romantica most
rano stile classico

mercoledì 26 agosto 2015

FOSCOLO - le Odi

Sono particolarmente due le più note (all'amica risanata e A Luigia Pallavicini caduta da cavallo) che manifestano il superamento  da parte del poeta della crisi spirituale  in cui si dibatte  sono i grandi miti della bellezza serenatrice e della poesia eternatrice che aiutano il poeta a vincere con se stesso la dura e difficile lotta interiore appare chiara nelle Odi  la necessità avvertita dal poeta di temperare l'esuberanza romantica  del suo animo nella misura e armonia classica e di cantarla in contemplazione

A Luigia Pallavicini caduta da cavallo  è un'ode amorosa  si articola in 18 strofe ciascuna di sei settenari (versi di sette sillabe) di cui  il secondo e il quarto verso sdruccioli
la prima edizione comparve  in un Omaggio a Luigia Pallavicini  contenente cinque poesie di autori diversi di queste la quarta in ordine di  disposizione è l'Ode del Foscolo
Nelle strofe iniziali  nel momento della caduta e del ferimento della nobildonna genovese  cont
inui sono i richiami mitologici le Grazie  Citerea (Venere) Adone Apollo (Dio della medicina)
Nelle strofe che seguono c'è un misto di romantiche visioni (la danza  e la grazia della Pallavicini ) e di mitologia (Pallade che esce dal bagno ) per una similitudine  forse poeticamente poco riuscita, come del resto tutta la rimanente parte dell'ode, nella quale  il poeta rimprovera  alla "diva" di avere trascurato le occupazioni femminili  per dedicarsi a sport virili  come l'equitazione
Invece si salvano bene le  ultime strofe dell'Ode  anche se ancora cariche di richiami mitologici  nelle quali il poeta augura alla Pallavicini (che in realtà rimase deturpata da una cicatrice sul volto)
di diventare più bella di prima

La seconda Ode all'amica risata  è formata da sedici strofe di sei versi ciascuna  i primi cinque  sono settenari  il sesto è endecasillabo
Essa è dedicata alla contessa Antonietta Fagnani Arese
Il motivo dell'esaltazione  della bellezza  che non solo trasfigura i mortali  ma li rende anche eterni
l'amica guarita nell'immaginazione del poeta  da una lunga malattia ora abbandonati i farmaci è ritornata  alle danze e alla musica  con fascinosa grazi destando  gelosia nella dame sue amiche per i sentimenti  d'ammirazione e d'amore che ispira nei loro mariti
il poeta consapevole della funzione eternatrice e divinizzatrice della poesia le dedica quest'ode  perché anch'essa possa essere un giorno venerata e quindi venerate Bellona e Venere la prima dea della guerra e la seconda dea della bellezza

sabato 22 agosto 2015

FOSCOLO : le ultime lettere di Jacopo Ortis

Il poeta descrive  tutto il suo sconforto conseguente alla caduta di tutte le illusioni illuministiche  e l'ansiosa speranza  di risolvere spiritualmente in se stesso la crisi psicologica che lo tormenta
il romanzo è scritto  sotto forma epistolare il Foscolo  che assume il nome di Jacopo Ortis  indirizza delle  lettere che parlano d'amore di Patria di morte  all'amico  Lorenzo Alderani
Lo stile è ampolloso e talvolta persino  fumoso ribollente  di un pessimismo non domato 
il tono è pessimistico
I morivi dominanti dell'opera sono : la fierezza di patriota e di uomo, l'esilio, gli affetti domestici, il desiderio di libertà spirituale e di indipendenza politica della patrio il concetto di poeta educatore di virtù patrie e custode di memorie la concezione della morte come ultimo riposo e della tomba lacrimata, la consapevolezza dell'alterna onnipotenza delle umane sorti e l'accenno alla divinizzazione della bellezza confortatrice  e serenatrice
Altri motivi : le figure dell'Alfieri e del Parini  il primo considerato  ideale di amore di patria il secondo esempio sublime di saggezza e di nobilità
C'è nell'opera un sicuro passaggio dalla  frantumazione illuministica alla costruzione nuova del Romanticismo 
Il  Foscolo nella sua adesione al Romanticismo  nella cui spiritualità vive ed opera non è da considerarsi  un romantico di scuola  o di maniera (si ricordi che Ortis è stato  iniziato  nel 1797  mentre il Romanticismo italiano di derivazione germanica e francese iniziò nel 1816 undici anni prima della morte di Foscolo)
Egli come romantico è contemporaneo di Lessing, Schiller, Rousseau, Goethe, Alfieri  e non Brechet  Pellico  ed in genere degli autori della letteratura  patriottica
Il romanzo può definirsi autobiografico (mi sono dipinto fedelmente con tutte le mie follie nell'Ortis diceva Foscolo)
Suggestive sono alcune pagine di questo romanzo quelle che descrivono il paesaggio
Per quanto attiene allo stile c'è da notare  che l'oratoria e l'esaltazione di sentimenti sono le caratteristiche dell'opera

giovedì 20 agosto 2015

Cenni biografici - UGO FOSCOLO

Niccolò Ugo Foscolo  nacque a Zante (Zacinto )  nelle isole Ioni  il 6 febbraio 1778  primogenito di quattro figlio (Rubinia, Giovanni  Dionigi, Angelo Giulio)  da padre veneziano Andrea Foscolo  medico e da madre greca Diamantina Spathis
Studiò da fanciullo  a Spalato  dove aveva preso dimora la famiglia  seguendo il padre nominato Direttore dell'ospedale di quella città  e quindi a Zante
Alla morte di Andrea Foscolo (1787) la moglie si era rifugiata a Venezia e Ugo la raggiunse
A Venezia si attuò la prima formazione nel periodo 1792-1796
Il giovane Foscolo studiò con serietà  e impegno  i classici latini e greci gli scrittori italiani antichi e quelli più vicini al suo tempo  gli ideologi e i filosofi del secolo XVIII e la medesima passione  si dedicò alla conoscenza delle lingue e delle letterature francese e inglese
Suoi autori prediletti furono Dante  e Alfieri Omero  Shakespeare  Swift  e Cervantes  Hobbes e Rousseau Gray e Gessner
La sua cultura  può dirsi  perciò classicamente radicata vivificata però da interessi e impegni straordinariamente moderni  talvolta contemporanei al poeta
Tra le opere giovanili sono degne di mensioen: l'ode "a Dante" (1795) l'ode "la verità" i quattro  sonetti in morte del padre (1795) "le ricordanze " il poemetto  "la Giustizia e la Pietà" (1797)  gli sciolti  "al sole" (1797)  e la tragedia "Il Trieste" di netta ispirazione  alfieriana
Nel 1796 con la prima discesa di Napoleone in Italia il Foscolo assunse apertamente  atteggiamenti liberali  auspicando la formazione di una repubblica democratica al posto  delle istituzioni politiche  veneziane  antiquate  e perciò non più rispondenti  alle esigenze di cittadini del suo tempo
Ma cadde in sospetto del governo  e fu costretto a rifugiarsi a Teolo  su colli Euganei  dove iniziò in una breve stesure il romanzo epistolare "le ultime lettere di Jacopo Ortis"
Nel 1797  a Bologna si arruolò con i gradi di tenente del corpo dei Cacciatori  a cavallo e scrisse l'ode "a Bonaparte  il liberatore"
Dal 1797 al 1815 Foscolo  seguì la carriera militare nella convinzione di difendere le istituzioni democratiche  e liberali  nonostante la soggezione di una potenza straniera
Nel 1797 il poeta potè ritornare a Venezia dove  era stato instaurato il regime democratico  che rispondeva alle sue esigenze  in campo politico 
Ma la delusione doveva venire di lì a poco  nello stesso anno infatti il 17/10/1797 Napoleone  con il contratto di Campoformio  cedette Venezia all'Austria  e i Foscolo ne fu oltremodo amareggiato
Deluso  si trasferì a Milano  dove conobbe Parini  e Monti 
Quale ufficiale dell'esercito napoleonico  combatté contro  l'esercito austro-russo  la campagna del 1799-ò1800  prese parte all'assedio di Genova  ed infine fu in Francia  dal 1804-1806 con l'esercito  che secondo il piano napoleonico  avrebbe dovuto sbarcare in Inghilterra 
Tornato a Milano  compose "i Sepolcri" nel 1806 che pubblicò l'anno successivo a Brescia 
Poi nominato  docente de eloquenza presso l'Università di Pavia vi tenne alcune lezioni  introdotte da una importante ed appassionata  prolusione "sull'origine  e l'ufficio della letteratura"
Ma la cattedra nel 1809 fu soppressa come quella di eloquenza in tutte le università del regno italico napoleonico
Nel 1811 alla Scala di Milano  fu rappresentata la tragedia  "l'Aiace"  che fu subito proibita perché vi scorsero  delle allusioni satiriche contro Napoleone
Dal 1809 inizia per il Foscolo un periodo difficile  e particolarmente duro dominato dalle persistenti ristrettezze economiche da turbinose vicende erotiche più che amorose  con donne talvolta non degne  e caratterizzato dalla violenta rottura dei suoi rapporti di amicizia con il poeta e letterato Vincenzo Monti
Ma più di tutto amareggiarono il Foscolo le  calunnie degli avversari ai quali non risparmiò  epigrammi  e satire infuocate d'ira  e di disprezzo 
Furono appunto  i suoi avversari con le loro illazioni malvage a far cadere alla Scala nel 1811 la tragedia l'Aiace
I poeta allora passò a Bologna  e poi a Firenze dove diede inizio al poemetto "le Grazie " e alla tragedia "la Ricciarda" rappresentata nel 1813 quando il poeta era tornato a Bologna 
L'esito  fu assolutamente mediocre
In quel tempo  frequentava il salotto  della contessa di Albany  dove corteggiò  varie donne  ma le sue maggiori attenzioni furono rivolte a Quirina Mocenni Magiotti che poi gli rimase fedele compagna durante l'esilio e passò clandestinamente in Svizzera  e per la rimanente parte della vita
Nel 1815 Napoleone veniva definitivamente  sconfitto a Waterloo dopo vane speranze nella possibilità di una salvezza dal naufragio generale della costruzione politico amministrativa di Napoleone del regno italico
La notte del 31 marzo del 1815  Foscolo prese la via dell'esilio  e passò clandestinamente in Svizzera  dove si fermò fin quasi tutto il 1816 tra insostenibili ristrettezze  economiche seppure aiutato dalla Mocenni Magiotti m a pur sempre  invischiato in amori 
qui accudì alla continuazione del poema "le Grazie" portò avanti  la traduzione dell'Iliade ristampò il  romanzo Ortis pubblicò "lHypercalypsis" operetta satirico polemica scritta in latino contro i suoi avversari  degli ambienti letterari di Milano
Si trasferì poi a Londra e visse in una continua altalena i speranze e sconforto di miseria e di effimero lusso 
Ma il poeta la cui caratteristica fondamentale era la sregolatezza e la dissipazione non riuscì a fruire della tranquillità economica
nel 1822 ritrovò la figlia  Floriana  nata dalla sua illecita unione con una suddita inglese
Gli ultimi tempi il poeta li visse da un rifugio all'altro  per sottrarsi alla ricerca di creditori vivendo di stenti  e di lavoro modesto ed avvilente
morì il 10/9 1827  confortato dalla figlia e dagli amici  nel villaggio  Turnham Green presso Londra le sue ossa furono portate a Firenze nella chiesa di S:Croce nel 1871

venerdì 7 agosto 2015

UGO FOSCOLO - PRESENTAZIONE

 nell'800 la nostra letteratura  è dominata da due correnti
la classica e la romantica
la prima ha come connotato una tradizione di forme e di contenuto assi sviluppato 
la seconda  invece trova le sue basi nel sentimento  tra cui domina l'amore per la Patria  nonché per la donna
Con un rapido sguardo  ci è possibile  esaminare le donne amate e cantate dai nostri poeti  a cominciare dalla Scuola poetica siciliana e finendo  con gli ottocentisti
Da questo esame  risulterà assai chiaro  i fatto che la domma prima indifferenziata nei suoi caratteri  somatici ma principalmente amorfa nei suoi connotati  spirituali va man mano spiritualizzandosi con i dolcestilnovisti  e via via umanizzandosi  con la poesia rinascimentale  per diventare in ultima analisi non compagna spirituale dell'uomo con il preciso compito di redimere ma per  costituire oggetto di ispirazione  di ammirazione e soprattutto essere vivo che vive la vita dei poeti nei suoi aspetti morali e materiai
li ottocentisti  fra i quali Foscolo ammirano ed esaltano quelle donne che  alla graziosa femminilità accomunano  la bellezza fisica la grazia  e la gaia spensieratezza della gioventù
Il Foscolo in particolare  ammira la bellezza ("Le Grazie" e "Le Lodi")  e di fronte al bello il suo atteggiamento  diventa perplesso ma non tanto da rendere il poeta timido anzi il suo spirito si esalta e la sua poesia eterna più per le forme della donna che per la psicologia della stessa
Per questa particolare caratteristica il Foscolo  si inserisce nella corrente dei romantici  tale affermazione apparirà ancora più evidente  se si tiene  presente l'atteggiamento  del Foscolo relativamente alle condizioni di soggezione in cui è tenuta la Patria e l'auspicio  da lui formulato per una riscossa che possa liberare le  varie classi sociali  italiane dai loro Sepolcri  rappresentati dalle corti dei principi stranieri
Il Foscolo  però è anche un ammiratore del mondo  classico  di quel mondo pagano  che fece cantare  con melodiosa armonia i poeti greci prima e quelli romani poi
Da loro egli prende principalmente la bellezza delle forme  la veridicità delle  situazioni e la spigliatezza dei sentimenti
Appunto per questo il Foscolo ci appare ed è i più completo dei poeti
Egli sa amare la patria  sa celebrare una donna e sa con una visione quasi mistica  esaltare i Bello 
Talvolta però i suo atteggiamento è scettico; questo scetticismo  è suggerito principalmente dalla impossibilità di poter fare nell'immediato presente qualcosa di veramente rilevante  che possa riscattare la Patria  in cui eventi  generali si ripercuotono sulla sua vita costringendolo ad esulare e a morire in esilio
La maggior parte dei suoi canti  sono un inno costante alle bellezze naturali della penisola all'altezza irraggiungibile della sua civiltà al genio dei suoi uomini  insuperati in arte in letterature e nel campo scientifico  e soprattutto  alle tradizioni di  sublime eroismo
attraverso lo studio della sua produzione poetica ci è stato agevole vedere questi aspetti spirituali  del compositore  dei Sepolcri carme che proietterà  "finchè il sole risplenderà sulle sciagure umane"per dirla  col Foscolo  stesso, la fama del suo canto  non solo "per terre abbraccia il grande padre oceano" ma  per innumerevoli  serie di secoli
non sarà superfluo ricordare che la poesia sepolcrale esisteva anteriormente e attualmente all'epoca di Foscolo  questa poesia indubbiamente servì da fonte (solo da fonte non da modello) perché nessuno  prima del Foscolo  aveva saputo fare con essa un carme che potesse dar visione completa  di un forte tono politico civile e sociale
"all'ombra de' cipressi e dentro l'urne /confortate di pianto  è forse  il sonno  /della morte  men duro ?"
con questo interrogativo il Foscolo  volutamente ci immette nel regno della morte  ma lo fa con un magistero inarrivabile
ma se il sonno della morte  non sarà  meno duro  all'ombra dei cipressi  quale allora sarà il valore di una tomba  di un sasso  che possa distinguere le ossa  del grande Parini  da quelle di colui che lasciò sul patibolo i suoi giorni
Ei Foscolo  afferma che solo  attraverso quel sepolcro si stabilisce una corrispondenza di amorosi sensi in virtù della quale noi viviamo  con l'estinto e l'estino vive con noi
visione veramente poetica questa cioè irreale
abolire la tomba significherebbe  togliere agli uomini quella meravigliosa illusione in virtù della quale  ci si conforta con il ricordo  di quanti cari verranno a inumidire con le loro lacrime la terra  su cui si elevano i cipressi
Foscolo è sicuro che nessuna domma innamorata si recherà presso la sua tomba a spargere lacirme e quindi i cipressi  per mancanza del pianto non diverranno mai alti
concludendo affermiamo che il sentimento che domina nei Sepolcri è la celebrazione  di questa Italia  che tante volte vinta e umiliata  risorge per una missione di civiltà che le è stata assegnata fina dal suo nascere per vivere in mezzo a tutti i popoli  che solo da essa hanno appreso i canoni della imperitura civiltà latino-cristiana