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martedì 11 settembre 2018

Gotthold Ephraim Lessing

Gotthold Ephraim Lessing

La battaglia illuministica contro le forme antiquate del pensiero e le strutture oppressive degli stati assoluti in nome di un totale rinnovamento della vita culturale, politica e sociale trova la forma più alta di espressione e di equilibrio in Gotthold Ephraim Lessing (1729-81) , vissuto a più riprese nella città natale di Berlino al tempo di Federico II, il sovrano illuminato amico e amministratore di Voltaire, in un periodo di grande fervore intellettuale, ma anche di guerre (quella dei sette anni) di contrasti di incomprensioni.
Lessing amò la verità però non come possesso sicuro e immutabile, ma come ricerca ininterrotta, perennemente insoddisfatta. Diceva che se Fio gli avesse offerto la verità chiusa nella mano destra e nella sinistra solo l'esigenza di ricercarla anche a prezzo di continui errori, egli avrebbe scelto il dono della mano sinistra perché la pura verità appartiene solo a Dio . Quello che conta no è dunque il possesso della verità, ma il bisogno di essa, la sincerità e la fede con le quali si va costantemente alla ricerca, e una coerente pratica di vita. In un'età in cui si venerò la ragione, ma ci si comportò spesso con incomprensione e intolleranza nei confronti di avversari e nemici (basterà  ricordare la durezza di certe polemiche e gli eccessi del Terrore per altro comprensibili nel clima della Rivoluzione) Lessing predicò la tolleranza e la fiducia nella ragione e nel conseguente progresso della civiltà umana, che si può ottenere se gli uomini hanno la forza di comprendersi e di operare in un clima di reciproco amore e rispetto. Questi principi  valgono anche per la religione, che pure aveva diviso spesso anche crudamente nei secoli  gli uomini per la differenza delle fedi.
Nel Nathan il saggio Lessing riprende con altro spirito una novella del Boccaccio : il Saladino chiede all'ebreo Nathan quale delle tre religioni l'ebraica, la cristiana e la mussulmana sia vera, e Nathan con una parabola gli dimostra che non è possibile saperlo, mentre è possibile giudicare la validità dei principi dai buoni risultati che ne conseguono nella vita pratica. Ogni religione dunque vale per la morale a cui ha saputo dar vita ed ogni uomo deve essere giudicato no per la religione (o per i principi ) che professa, ma per il suo modo di comportarsi e di operare, con spirito di giustizia  e di bontà per tutti. Al di sopra delle confessioni religiose Lessing auspica quella religione terrena e laica, feconda di civiltà e di progresso che è la religione dell'umanità e che soltanto la fede nella ragione e a ricerca della verità possono farci raggiungere. In questo consiste la novità e la perennità del suo insegnamento.
Il teatro di Lessing che fu in particolare nel Nathan il saggio  un mezzo efficace  per dibattere e diffondere delle idee. Attraverso il dialogo noi assistiamo alla progressiva conquista e affermazione di una verità : infatti i due interlocutori rendono concreto in tutti i suoi aspetti e momenti il procedimento  razionale per affrontare il problema della religione. Dal dubbio sulla verità si passa alla scelta della parabola come approccio figurato a giungere alla soluzione superando obiezioni e osservazioni fino al convincimento concretamente espresso dal Saladino.