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mercoledì 2 settembre 2020

Charles Baudelaire

 Charles Baudelaire 


Baudelaire (Parigi 1821-1867) è uno dei maestri della lirica europea contemporanea. Ebbe vita travagliata e sregolata, fra nobili aspirazioni ideali e abbandoni alle seduzioni del senso , fra ansia romantica di elevazione e ricerca di paradisi artificiali nel vino e nella droga, Visse il tema romantico dell'evasione, ora con atteggiamenti satanici, or con volontà di purezza e trasfigurazione della vita; sullo sfondo della metropoli (Parigi) , che egli chiamò "vasto deserto umano", avvertendo l'intima analogia fra le due contraddizioni del suo animo e lo squallido paesaggio urbano di brutture e dissonanze, di folla anonima e alienata. Le sue poesie sono raccolte nel libro I fiori del male (1857) che provocò un processo per una presunta offesa alla morale e al buon costume, In prosa scrisse I paradisi artificiali (1860) i Poemetti in prosa e il Mio cuore messo a nudo, postumi. Assai notevoli sono pure i suoi saggi critico-estetici (Curiosità letterarie; L'arte romantica) dove elaborò una idea nuova della poesia e rivelò una profonda comprensione della musica wagneriana, che avrà un importante influsso sulla cultura decadentistica come le opere di Poi che egli tradusse e diffuse in Europa.

Secondo l'estetica Baudelairiana, la poesia esprime l'anelito dello spirito verso una bellezza superiore come liberazione dallo spleen, cioè dalla noia che nasce dalla coscienza del relativo, E' una sorta di mistico approdo, di là dalla contingenza, dal dolore, dal male, a un modo più vero. La natura quale appare ai nostri sensi si fonda, infatti su un altro universo sopra sensibile, di cui le cose non sono che simbolo; è, dunque una foresta di simboli. Il poeta deve decifrarli, scoprire il loro senso riposto, la trama di analogie che essi intrecciano nella tenebrosa e profonda unità dell'universo. In tal modo la poesia diventa rivelazione metafisica superiore intuizione che consente un'intima partecipazione al mistero dell'essere.

La lirica baudelairaiana rifugge quindi dall'espressione di un messaggio concettuale definito, per affidarsi piuttosto alla fascinazione dei suoni, delle metafore, delle ardite trasposizioni analogiche, unico mezzo per evocare magicamente e suggestivamente un ignoto altrimenti inattingibile alla conoscenza umana. Sarà questo il principio fondamentale del simbolismo

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