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mercoledì 23 ottobre 2019

Alphonse Daudet

Alphonse Daudet

Alphonse Daudet nato a Nimes nel 1840 e morto a Parigi nel 1897 divise la sua esistenza tra la capitale e l'amata Provenza, le cui  tradizioni e le cui lingua in quegli anni erano state riportate a grande notorietà dal poeta Federico Mistral, senza voler ricordare al parte che la Provenza ebbe allora nella pittura di Cezanne e di Van Gogh, Daudet ha dedicato alla sua terra due libri, Lettere dal mio mulino (1866), racconti e bozzetti che da un vecchio mulino di Fontvieille presso Arles riattato a residenza estiva lo scrittore immagina di mandare agli amici  parigini  e il famosissimo Tartarino di Tarascona (1872) di cui riportiamo uno dei primi capitoli.
Il realismo di Daudet abbandona I toni duri e crudi di Flaubert e di Zola e preferisce quelli più amabili dell'ironia pacata e scintillante : dei  compaesani egli non scandaglia drammi intimi o crisi interiori nè descrive  fatiche, povertà, difficoltà materiali, monotonia e grigiore di vita, ma più superficialmente e semplicemente si limita a sbozzare caratteri singolari, a raccontare episodi grotteschi o stravaganti tramandandoci una galleria di tipi spacconi e meschini gaudenti e taccagni intriganti e ingenui ambiziosi e sprovveduti. Siamo ormai alla fine della grande letteratura realistica.
Il suo linguaggio è un linguaggio di chi ama la sua terra e la sua gente e non si pone problemi limitandosi a descrivere cose o persone d'ogni giorno con un sorriso pieno di affetto e venato di malinconia

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