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mercoledì 26 agosto 2015

FOSCOLO - le Odi

Sono particolarmente due le più note (all'amica risanata e A Luigia Pallavicini caduta da cavallo) che manifestano il superamento  da parte del poeta della crisi spirituale  in cui si dibatte  sono i grandi miti della bellezza serenatrice e della poesia eternatrice che aiutano il poeta a vincere con se stesso la dura e difficile lotta interiore appare chiara nelle Odi  la necessità avvertita dal poeta di temperare l'esuberanza romantica  del suo animo nella misura e armonia classica e di cantarla in contemplazione

A Luigia Pallavicini caduta da cavallo  è un'ode amorosa  si articola in 18 strofe ciascuna di sei settenari (versi di sette sillabe) di cui  il secondo e il quarto verso sdruccioli
la prima edizione comparve  in un Omaggio a Luigia Pallavicini  contenente cinque poesie di autori diversi di queste la quarta in ordine di  disposizione è l'Ode del Foscolo
Nelle strofe iniziali  nel momento della caduta e del ferimento della nobildonna genovese  cont
inui sono i richiami mitologici le Grazie  Citerea (Venere) Adone Apollo (Dio della medicina)
Nelle strofe che seguono c'è un misto di romantiche visioni (la danza  e la grazia della Pallavicini ) e di mitologia (Pallade che esce dal bagno ) per una similitudine  forse poeticamente poco riuscita, come del resto tutta la rimanente parte dell'ode, nella quale  il poeta rimprovera  alla "diva" di avere trascurato le occupazioni femminili  per dedicarsi a sport virili  come l'equitazione
Invece si salvano bene le  ultime strofe dell'Ode  anche se ancora cariche di richiami mitologici  nelle quali il poeta augura alla Pallavicini (che in realtà rimase deturpata da una cicatrice sul volto)
di diventare più bella di prima

La seconda Ode all'amica risata  è formata da sedici strofe di sei versi ciascuna  i primi cinque  sono settenari  il sesto è endecasillabo
Essa è dedicata alla contessa Antonietta Fagnani Arese
Il motivo dell'esaltazione  della bellezza  che non solo trasfigura i mortali  ma li rende anche eterni
l'amica guarita nell'immaginazione del poeta  da una lunga malattia ora abbandonati i farmaci è ritornata  alle danze e alla musica  con fascinosa grazi destando  gelosia nella dame sue amiche per i sentimenti  d'ammirazione e d'amore che ispira nei loro mariti
il poeta consapevole della funzione eternatrice e divinizzatrice della poesia le dedica quest'ode  perché anch'essa possa essere un giorno venerata e quindi venerate Bellona e Venere la prima dea della guerra e la seconda dea della bellezza

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