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martedì 4 agosto 2020

il decadentismo

il decadentismo 

Verso la fine del XIX secolo vengono a modificarsi  radicalmente in Europa  le condizioni della vita politica e sociale e gli atteggiamenti artistici e culturali. Nei rapporti tra i grandi stati europei si accentuano le tendenze imperialistiche che portano a contrapposizioni  sempre più marcate e sono alla base di crisi politiche che avvelenano le relazioni internazionali e che avranno come tragico sbocco la prima guerra mondiale.
Giunge al punto culminante l'espansione colonialistica, legata a grandiosi interessi economici ma giustificata attraverso il mito razzista della superiorità e della missione civilizzatrice della razza bianca e della sua cultura; nello stesso tempo però un ruolo nuovo  nella politica internazionale comincia a esser esercitato da parte di alcuni stati extra-europei (Stati Uniti, Giappone) e si prospetta la crisi dell'egemonia europea che si manifesterà a poco a poco nel XX secolo e diverrà definitiva dopo la seconda guerra mondiale.
La crescente espansione industriale e la complessità assunta dalla vita economica accentuano nei rapporti sociale il peso delle grandi masse popolari e dei movimenti e dei partiti che ne esprimono gli interessi. Attraverso forti tensioni sociali lo scontro tra le classi contrapposte si indirizza verso due opposti blocchi : la rivoluzione riformistica, che ha per obiettivo il suffragio universale e l'inserimento delle forze popolari nelle strutture del vecchio stato liberale.o la svolta rivoluzionaria capace di creare  con una violenza rigeneratrice nuove forme di vita politica e di rapporti sociali.
Per tutti  questi fattori  una grande crisi coinvolge i valori essenziali che erano stati espressi dalla civiltà europea dell'Ottocento : gli ideali di uguaglianza di libertà individuale e nazionale, di affermazione dei diritti naturali dell'uomo e della democrazia politica.
Nascono nuovi miti : il successo personale, economico e sociale, da conseguire con qualsiasi mezzo; la violenza come unica via per risolvere i problemi posti dalla storia, sia nella relazione tra gli Stati sia nei rapporti tra le classi sociali. Si diffondono ideologie che affermano la fatalità di una legge storica immodificabile per cui il mondo è dei forti che sanno far trionfare le loro esigenze sui deboli destinati a subire e servire.
La consapevolezza di vivere in una fase storica di crisi di transizione influenza profondamente la vita culturale. I  nuovi orientamenti spesso profondamente diversi e  contrapposti, hanno però come comune matrice la reazione al positivismo in filosofia al realismo ed al naturalismo in letteratura all'accademismo nelle arti figurative.
Essi sono genericamente raccolti sotto la comune denominazione di decadentismo, termine che inizialmente assunto da un gruppo di artisti e letterati parigini, fu via via  esteso ad indicare dei nuovi atteggiamenti  spirituali che dagli ultimi decenni dell'Ottocento  si proiettano fino alla prima metà del XX secolo 
Il decadentismo non è una dichiarata corrente letteraria e culturale come era stato per il romanticismo o il naturalismo; non si può definire come l'insieme degli atteggiamenti  culturali che nascono  dalla contrapposizione rispetto ai vecchi modelli morali , sociali e letterari, con  un'estrema varietà di atteggiamenti  e di tendenze che si possono richiamare ad alcuni punti fissi.
Il primo  e fondamentale è la svalutazione del ruolo attribuito alla ragione e alla scienza : la vita psichica  dell'individuo come l'immensa varietà delle manifestazione della vita naturale non può essere inquadrata e definita secondo precisi schemi  razionali , appare  come un mistero profondo in cui solo l'arte  e la poesia possono penetrare attraverso l'intuizione e la pura sensibilità. L'attenzione si rivolge soprattutto agli aspetti più profondi e segreti della vita interiore.Il precedente  tipo di uomo di cultura si proponeva come interprete di sentimenti e di aspirazioni  collettive si sentiva pienamente inserito nella società di cui faceva parte  e ne celebrava gli ideali; i nuovi intellettuali decadenti affermano il carattere individuale ed eccezionale del loro modo di sentire ed il loro distacco dalla massa degli uomini comuni. Baudelaire  fu l'anticipatore, Nietzsche il filosofo di questo atteggiamento  che espresse il nuovo eroe decadente: l'esteta raffinato e amorale.
Il poeta e l'artista tendono ad isolarsi rispetto alla società  circostante accusata di insensibilità  e di piatto conformismo, e vi  contrappongono la ribellione alle leggi morali, la fede  nell'arte  chiamata a penetrare nel mistero delle vita interiore il compiacimento  delle proprie esperienze eccezionali  D'Annunzio ne è l'esempio  più clamoroso  e discutibile non solo per l'Italia ma per l'intera Europa. Non sempre  però la contrapposizione dell'artist al mondo degli uomini comuni assume i toni della compiaciuta esaltazione delle propria splendida individualità : la sensibilità decadente della propria inettitudine e dell'incapacità di adeguarsi alle esigenze della vita pratiche che si sente diverso e tende a richiudersi nella solitudine della propria coscienza.
Con la distinzione un pò generica si può dire che nella fase finale dell'Ottocento  prevale nell'esperienza decadente il primo atteggiamento, con l'analisi compiaciuta e talora estenuata della propria sensibilità; man mano che si avanza nel nuovo secolo la consapevolezza della condizione di solitudine individuale e dell'impossibilità di dare un senso all'esistenza diventerà specie nella nuova poesia  e nella narrativa il sintomo della presa di coscienza della crisi che travaglia la civiltà occidentale.
In corrispondenza della novità del ruolo e dell'atteggiamento  del poeta e dell'artista si pone in modi nuovi il problema del linguaggio dell'espressione artistica. Le tradizionali forme espressive appaiono incapaci di adeguarsi al nuovo mondo di sensazioni e di rivelazioni. In tutte le nuove tendenze si manifesta in maniera più o meno diretta l'esigenza di ricercare una piena originalità do espressione.
Essa propone anzitutto nel campo della lirica attraverso la ricerca della poesia pura, cioè  libera da ogni svolgimento  narrativo e da ogni tesi morale, politica o sociale ed immediatamente aderente alle forme della vita interiore; ma si manifesta ugualmente nella ricerca di un nuovo modo di scrivere romanzi e di proporre testi teatrali ; così come nelle arti figurative si esprime nel rifiuto della millenaria tradizione di raffigurazione naturalistica per giungere a forme espressive che riproducano non la realtà come è vista comunemente, ma come  è sentita e interpretata dall'artista.
In moti casi abbattere le vecchie tradizioni espressive e costruire nuove strutture  ed il nuovo linguaggio divengono esigenze primarie lo sperimentalismo diventa carattere ricorrente carico di un significato esplicitamente polemico verso la tradizione precedente.
Così la società europea al culmine della sua espansione politica ed economica sul resto del mondo ma già presaga della crisi della sua supremazia politica e morale appare pervasa dalla consapevolezza di essere giunta al crepuscolo della sua grande stagione. Negli uomini di cultura questa consapevolezza diventa analisi della decadenza di una civiltà insieme ricerca di forme id rinnovamento 

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