Translate

martedì 9 marzo 2021

italiano - schema riassuntivo aggettivo e pronome

 italiano schema riassuntivo aggettivo e pronome



l'aggettivo può essere :

                           positivo ( bello )

                                                   di maggioranza  (più bello)            

qualificativo       comparativo    di minoranza ( meno bello) 

                                                   di uguaglianza ( tanto bello quanto) 

                           superlativo      relativo ( il più bello) 

                                                  assoluto ( bellissimo)


dimostrativo  questo codesto quello 

                                              

                                    possessivo  mio tuo suo nostro vostro loro proprio altrui

                                    numerale  cardinale     uno due tre quattro ....................                    

                                                      ordinale   primo secondo terzo quarto .................

determinativo             indefinito  qualcuno, alcuno , un tale, ognuno, nessuno, parecchio, più..........

                                   interrogativo  che ?  chi ? che cosa ? quale ? quanto?

                                   esclamativo Che! chi ! che cosa! quale! quanto!


il pronome può essere 

                           singolare  di prima persona     io , me, mi

personale                             di seconda persona  tu, te, ti

                                            di terza persona egli, ella, esso, essa, lui, lei, lo, la, gli, sé, si, ne

                          plurale     di prima persona       noi, ce, ci 

                                          di seconda persona  voi, ve, vi 

                                         di terza persona essi, esse, loro, li, le, sé, si, ne


relativo    la quale, il quale, i quali, le quali, che, chi, cui ......................

dimostrativo  questi, codesto, quegli, colui, colei, coloro,  costui, costei, costoro, ciò,  lo, li, le, ce, ne

possessivo il mio, il tuo, il suo, il nostro, il vostro, il loro, il proprio, l'altrui

numerale  cardinale  uno due tre quattro .................

                 ordinale  primo secondo terzo quarto ..............................

indefinito  qualcuno, certuno, taluno, alcuno, ognuno, un tale, nessuno, niente, l'altro, chiunque........

interrogativo  chi ? che? che cosa?  quale? quanto?

esclamativo  chi! che! che cosa ! quale! quanto!


giovedì 18 febbraio 2021

il futurismo

 il futurismo 


il futurismo è un movimento d'avanguardia letteraria ed artistica che più clamorosamente  in Italia  ha assunto atteggiamenti  di rottura e di polemica rispetto alla tradizione.

Come  si è già visto , l'esigenza di sperimentare nuove  formule espressive più strettamente aderenti alla sensibilità ed alle intuizioni personali  aveva caratterizzato un po' tutte le nuove correnti  e le voci più significative  nell'ambito del decadentismo : nessuna però aveva assunto  quell'atteggiamento di rifiuto totale  e di polemica col passato e di novità dirompente che distinse le proposte dei futuristi.

Esse si possono sintetizzare in alcuni punti essenziali. La nuova civiltà prodotta dalla rivoluzione industriale stava dando vita ad una società profondamente diversa, in cui totalmente rinnovati erano i rapporti tra gli uomini , i modi di sentire, le abitudini; l'arte e la letteratura dovevano cogliere la voce di questo radicale mutamento in corso  rinnovandosi in modo rivoluzionario.

Si imponeva quindi un rifiuto  globale di tutta la tradizione le esperienze secolari del passato andavano respinte in blocco; la nuova arte e la nuova letteratura dovevano bandire ogni richiamo a sentimenti e ideali tradizionali per farsi interpreti di una nuova concezione della vita basata sul culto dell'energia spinto fino  alla celebrazione della violenza e della forza materiale, della guerra come ideali nuovi di vita.

Il linguaggio letterario doveva adeguarsi ad interpretare questi nuovi atteggiamenti : l'aspetto più vistoso  di questo rinnovamento  fu l'uso della parole in libertà, vale a dire  il rifiuto delle strutture sintattiche e grammaticali consuete , la rinuncia a quei termini (avverbi, congiunzioni ........) che nella frase svolgevano soprattutto una funzione di collegamento  logico, per concentrare la forza espressiva sulle voci più significative, chiamate a suggerire un'impressione, non a spiegare in modo logico un concetto; per rafforzare quest'impressione dovevano servire inoltre altre trovate come l'uso di pure espressioni foniche, a varietà  dei caratteri tipografici, gli spazi bianchi.

L'uso delle parole in libertà costituisce l'aspetto  più vistoso ed esteriore della polemica futurista: ed è un aspetto che si può  considerare esaurito con il momento della polemica più viva e dissacrante, e che per noi non costituisce altro che un motivo di curiosità. Più importanti  e ricche di conseguenze sono altre proposte derivate dall'esigenza della libera associazione delle parole, cioè  dell'abbandono di ogni legame razionale nell'espressione poetica : soprattutto l'uso dell'analogia come rapporto immediato tra due immagini che l'intuizione coglie in una loro continuità puramente evocata dalla fantasia creativa, aprirà  la via ad alcune delle più importanti tendenze della poesia del Novecento in Italia e in Europa.

Il movimento futurista non produsse, almeno in Italia una grande poesia, ma rilevante si può considerare la sua importanza culturale : fu il primo dei movimenti  di avanguardia che nei primi decenni del Novecento  agirono in polemica con al tradizione e per la creazione di nuove forme espressive  ed anticipò quindi certe affermazioni successive dell'espressionismo, del dadaismo, del surrealismo; per l'Italia poi rappresentò  un elemento di provocazione e di novità e contribuì alla diffusione di provocazione più innovatrici della cultura europea.

giovedì 14 gennaio 2021

i due fuchi - Giovanni Pascoli

 i due fuchi - Giovanni Pascoli 

Pubblicata nel 1887 accolta nella 2° edizione di Myricae e profondamente rielaborata nella 3°, la lirica svolge un tema tipico del Decadentismo : l'incomprensione del poeta da parte del pubblico ( i due fuchi incapace di produrre il miele e cioè di produrre e comprendere la poesia). Ma il titolo rischia di essere fuorviante, perché ignora l'importanza dei primi cinque versi, che enunciano con grande lucidità e sintesi una poetica. I commentatori richiamano opportunamente una frase di Baudelaire ( la natura non è che un ammasso incoerente di materiali che l'artista invitato ad associare e a mettere in ordine) ma nel testo pascoliano c'é qualcosa di nuovo. Si osservi:

a) l'affisarsi del poeta che indica una strenua volontà di penetrazione in un universo torbido : in un mondo che non può offrire di sé se non un'immagine caotica;

b) il cogliere e chiudere l'universo in una parola lucida (ossia luminosa) e in un verso  dolce  che indicano un porre un ordine  coerente in una realtà fluida e dispersa portandovi la luce dell'intelletto  e la dolcezza umanizzante del sentimento;

i due fuchi
c) il creare, da parte del poeta  un sentire umano, opposto  a una realtà d'incubo (ombre vane  spettri nudi ) di continuo  visitata e devastata dalla morte.

L'universo  magmatico è quello offerto al Pascoli dalla sua educazione positivistica, ma privato  della luce di razionalità che la scienza pensava di avervi ritrovato e ridotto a una perenne vicenda di forze incognite incessanti d'un flusso  vitale continuo  di metamorfosi  d'un continuo morire e rinascere (ma anche il nascere era per il poeta un nascere per morte  come ci dirà nel '99 nel darle un volto attraverso una molteplicità di simboli


Tu poeta, nel torbido universo
t’affisi, tu per noi lo cogli e chiudi
3in lucida parola e dolce verso;

sì ch’opera è di te ciò che l’uom sente

tra l’ombre vane, tra gli spettri nudi.
6Or qual n’hai grazia tu presso la gente?

Due fuchi udii ronzare sotto un moro.
Fanno queste api quel lor miele (il primo
diceva) e niente più: beate loro!

E l’altro: E poi fa afa: troppo timo !




sabato 9 gennaio 2021

Giovanni Pascoli - le concezioni

 Giovanni Pascoli - le concezioni 

Giovanni Pascoli


la concezione pascoliana della realtà è fondata sull'avvertita, dominante  presenza di un mistero insondabile al fondo della vita dell'uomo e del cosmo . Mentre il positivismo, fiducioso nella scienza, aveva relegato l'inconoscibile ai margini della conoscenza, conoscenza, concependolo tuttavia come una sorta di territorio ignoto da sottoporre progressivamente a una ricerca condotta con metodo sperimentale il Pascoli ne fa il centro, l'interesse dominante e, in sostanza, statico d'una sofferta meditazione. 

La scienza a suo avviso ha confermato la sanzione della morte ha ricondotto nel momento in cui riconosceva di essere impotente di fronte a essa e incapace di vincerla, la mente dell'uomo alla coscienza del suo destino inesplicabile. D'altra parte, ha infranto  l'antica fede religiosa, anch'essa, peraltro, fallita dal momento che in tanti secoli non è riuscita a distruggere il lievito cattivo, per il quale sono ora temute a un tempo guerre coloniali, nazioni ed etniche.

Queste parole scriveva il Pascoli  nel discorso L'era Nuova  allo scadere del secolo XIX(l'era di cui parlava era il Novecento ) aggiungendo al timore di guerre sterminatrici rese più cruente dalla potenza delle macchine, quello d'una dura rivolta sociale delle classi oppresse. Ma la condizione attuale di pena era poi quella di sempre. L'uomo  brancola da sempre nel buio ignaro della sua origine e delle finalità del suo vivere; è un  essere fragile mosso da impulsi spesso insondabili e ciechi che lo spingono spesso all'odio e alla violenza. L'atteggiamento del Pascoli di fronte alla realtà è di conseguenza caratterizzato dalla vertigine provata davanti al mistero dell'essere da una perplessità angosciosa davanti al problema insolubile del dolore, del male, della morte.

L'era nuova terminava esortando l'uomo ad abbracciare con lucida consapevolezza il suo destino di creatura mortale. Questa doveva essere la sua nuova religione, congiunta a una rinnovata solidarietà con altri nell'amore e nel dolore Ne deriva un messaggio di fraternità e di pace che si ritrova  in molte liriche pascoliane, come nei Due Fanciulli .

Si tratta di un messaggio vagamente cristiano privo però di un tema essenziale del Cristianesimo  ossia del riconoscimento della responsabilità individuale  e fondato d'altra parte sulla volontà  di una suprema giustificazione della vita e su una ricerca ansiosa del divino che rimasero nel Pascoli  sempre insoddisfatte.

Se mai  il messaggio pascoliano potrebbe essere paragonato a quello leopardiano della Ginestra se non che manca nel Pascoli  la volontà della lotta eroica contro la natura e il destino. La natura è per il Pascoli buona  è una madre dolcissima contemplata e amata sia nella quiete  e nella dolcezza dei paesaggi campestri sia negli spazi sterminati dei cieli. Se i primi sembrano sussurrare una parola arcana ma dolce, i secondi ispirano spesso un senso di vertigine e di smarrimento col continuo nascere e morire anzi crollare in lo di mondi  e per la loro infinità che sembra quasi annullare il limitato destino dell'uomo. Certo  quello del Pascoli è uno spazio sterminato senza una direzione dove l'infinitamente grande  e l'infinitamente piccolo  -l'astro e il filo d'erba  - si toccano partecipano egualmente  dell'unico mistero della vita ; ma questa col suo continuo essere e rinnovarsi  con la vastità infinita e imponderabile è amata e poeticamente vissuta  dal poeta.

giovedì 3 dicembre 2020

Giovanni Pascoli - la sua poesia

 Giovanni Pascoli - la sua poesia 


La modernità della poesia pascoliana è legata soprattutto ai caratteri originali della sua sensibilità  e della sua tecnica espressiva 

Anche per lui la poesia fu soprattutto la via per cogliere, negli aspetti consueti dell'esistenza nelle piccole cose comuni e quotidiane la rivelazione di una vita segreta, un  profondo mistero da cui l'uomo si sente avvolto. Per questo gli oggetti della realtà più comune acquistano nella sua poesia rilevanza simbolica, costituiscono un costante richiamo alla concezione generale che egli ebbe della vita. I riferimenti simbolici che più costantemente ritornano sono quelli che si ricollegano alla nostalgia della casa e degli affetti familiari, di un piccolo mondo chiuso e protetto come un nido.

La poesia di Pascoli è quindi pervasa di un senso di solitudine  della condizione dell'uomo che trova il solo conforto nel ripiegamento verso la natura : questa non è però mai descritta con un discorso disteso e completo, ma con brevi tocchi con impressioni appena accennate sensazioni visive o musicali attraverso un linguaggio che si distacca nettamente dalla tradizione ottocentesca.

Esso non mira a definire ed a descrivere con esattezza, tende a suggerire atmosfere indefinite, ed ha nella ricerca della suggestione musicale la sua caratteristica fondamentale. La particolare musicalità pascoliana nasce soprattutto dall'uso di parole  frasi scelte per il valore onomatopeico, cioè capaci di rendere con l'accento ed il suono l'immagine che viene evocata.

Anche la metrica è scelta in funzione di questa ricerca espressiva : predominano i versi brevi, le strofe sono semplici e le rime facili .

Così pure la lingua si distacca da quella poetica tradizionale : nel descrivere aspetti comuni della natura Pascoli abbandona le forme auliche, si avvicina alla lingua comune, talora ricorre ad isolate voci dialettali 

Questa apparente facilità della musicalità, della metrica, della lingua nono deve però trarre in inganno: l'insieme di questi elementi tende ad evocare un mondo di emozioni indefinite e complesse, attraverso cui il poeta cerca di cogliere il senso misterioso della vita, del dolore e della gioia, della morte in cui tutto senza rumore scompare e da cui talvolta qualcosa riaffiora per farci provare la dolcezza della nostalgia, l'amarezza della speranza delusa o del sogno svanito.

Le più belle liriche sono raccolte nei volumi Myricae, Primi e Nuovi poemetti, canti di Castelvecchio; la prima raccolta è caratterizzata da rapidi quadretti e suggestive impressioni, le altre ne riprendono i motivi approfondendo la ricerca dei significati simbolici attraverso un linguaggio più complesso ed allusivo. Vanno ricordate poi le raccolte in  cui Pascoli si avvicina con sensibilità moderna al mondo classico (I poemi conviviali ed i poemetti in latino, Carmina) ed alcune prose tra le quali è notissima quella che contiene la teoria poetica di Pascoli, intitolata Il fanciullino.

giovedì 12 novembre 2020

Giovanni Pascoli - la vita

 Giovanni Pascoli 

la vita 

Nacque a San Mauro di Romagna nel 1855, e della sua terra, scenario di meditazioni sconfinate e d'un muto, continuo colloquio con la natura. portò sempre vivo il ricordo. Nel '62 entrò nel collegio dei Padri Scolopi, a Urbino, rimanendovi fino al '71. Il  10 agosto de '67 accadde l'evento capitale della sua vita : il padre, agente dei principi Torlonia, fu assassinato da ignoti. Fu l'inizio, per la famiglia, d'un periodo di sventure l'anno seguente morì la sorella, poi, di seguito la madre e, più tardi i due fratelli. Questa precoce esperienza di morte rimase per il  poeta una ferita non chiusa che segnò il tramonto del mondo infantile d'innocenza serena e si venne progressivamente risolvendo sempre più nel senso sgomento dell'inesplicabilità del destino umano.

La prima reazione all'assassinio, rimasto impunito e coperto di omertà di chi seppe ma non volle dire, fu un senso di ribellione contro l'ingiustizia. Nel '73 il poeta vinse una borsa di studio all'Università di Bologna ( giudice della prova d'esame fu il Carducci)  dove s'iscrisse alla Facoltà di lettere, che frequentò per due anni con grande impegno. Ma nel '76 la morte del fratello Giacomo lo gettò in una cupa prostrazione. Abbandonò gli studi, perdendo così l'assegno concessogli dai Torlonia, e conobbe la povertà. In questi anni strinse amicizia con Andrea Costa, capo dell'anarchismo romagnolo e s'iscrisse all'Internazionale, partecipando ai primi moti socialisti. Nel '79, in seguito a dimostrazioni connesse all'attentato dell'anarchico Passannante contro Umberto I , subì alcuni mesi di carcere preventivo. Ne uscì assolto e con animo mutato, non più disposto a impegnarsi nella politica attiva, ma rafforzato nel suo umanitarismo e convinto che soltanto l'amore fra gli uomini potesse essere un conforto al loro oscuro destino. Nello stesso tempo nasceva in lui l'ideale di ricostruire il focolare domestico con le due sorelle Ida e Maria, di ritrovare al quiete e nell'intimità degli affetti nella fragile pace.

Riprese l'università e si laureò nell'82 e intraprese la carriera dell'insegnamento. Fu professore di latino e greco nei licei di Matera, Massa, Livorno, poi, dal 1898 al 1902, di letteratura latina all'Università di Messina dal 1903 a 1905 di grammatica greca e latina a Pisa, e infine, dal 190, successore di Carducci nella cattedra di letteratura italiana dell'Università di Bologna. Morì nel 1912 a Bologna e fu sepolto a Castelvecchio di Barga, dove aveva abitato dal'95 in una villa di campagna di Maria, la sorella fedelissima 

giovedì 22 ottobre 2020

Paul Verlaine

 Paul Verlaine 


Quella del francese Verlaine (1844-1896) fu la vita d'un poeta "maledetto" (sua è la definizione), con le squallide vicende dell'alcolismo, dell'equivoco rapporto con Rimbaud, i viaggi senza meta, la prigione, le conversioni e le ricadute : espressione di una crisi ideologica ed essenziale che s'esprime come rifiuto della civiltà borghese, come una rivolta senza approdo sicuro. La sua poetica è quella della sfumatura, dell'indefinito, della musica fra una stanchezza sensuale morbida e melanconica, che ispirerà tutto un filone della lirica contemporanea fino ai nostri Crepuscolari, e una ricerca simbolista, intesa a togliere ogni elemento ideologico dalla poesia per privilegiare la capacità musicali ed evocative del linguaggio come mezzo per raggiungere di là dal fenomeno, l'essenza delle cose. In tal senso la poesia di Verlaine si rivela originale sviluppo della tematica baudelairiana.