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martedì 7 novembre 2017

l'Infinito di Giacomo Leopardi

l'Infinito di Giacomo Leopardi

Sempre caro fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte lo sguardo esclude
ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella e sovraumani
silenzi e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo ove per poco
il cor non si spaura e come il vento
odo stormir tra queste piante io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando e mi sovvien l'eterno
e le morte stagioni e la presente
e viva il suon di lei così tra questa
immensità s'annega il pensier mio
e il naufragar m'è dolce in questo mare


Come si può valutare il primo verso dell'Infinito ( Sempre caro fu quest'ermo colle) ?

Come un verso stupendo nella sua elementarità familiare e affettuosa dei vocaboli e nella suggestione remota  che immediatamente da essa si propaga: il timbro è sommesso  il linguaggio parco e misurato eppure lo spunto modesto che esso contiene si allarga senza alcuno sforzo  nell'immaginazione  dell'infinito spaziale e temporale.

Quali sono le occasioni presenti che determinano per contrasto  l'immaginazione e dell'infinito e dell'eterno  ?

la siepe che precludendo la vista del panorama fino all'orizzonte e consentendo di contemplare solo una parte di cielo determina l'immaginazione degli interminati spazi del sovrumani silenzi e lo stormire delle piante mosse dal vento  che suscita l'immaginazione delle età trascorse e del perenne fluire del tempo.

E' lecito definire romantico l'Infinito ?

certamente . romantico  è il senso stesso dell'infinito  che nasce dai limiti del presente, romantica la suggestione di interminati spazi  e dei sovrumani silenzi da aggiungere però che tale momento spirituale ha trovato nei versi leopardiani - composti nel 1819 - un tono severo  e assoluto che esclude qualsiasi sentimentalismo  qualsiasi  troppo immediato  entusiasmo, qualsiasi caduta del pittoresco  : romanticismo maturo, quello del Leopardi  che si esprime in uno stile misurato e controllato sillaba per sillaba : uno stile che domina l'emozione originaria e dà ordine ad essa.

Che cosa esprime questo idillio : un concetto filosofico o una emozione sentimentale ?

Né l'una né l'altra cosa. E sarebbe fuori proposito  parlare di concetto filosofico se mai si dovrebbe parlare di un movimento del pensiero. Così pure emozione sentimentale direbbe qualcosa di troppo immediato  e istintivo  mentre i quindici versi  dell'idillio  sono esemplari per il controllo e la misura artistica.
In realtà  in questa lirica eccezionale il sentimento (sempre caro mi fu quest'ermo colle ; over per poco /il cor non si spaura e " il naufragar m'è dolce in questo mare" ) si lega all'immaginazione  dell'infinito e dell'eterno  ( "interminati /spazi .... e sovrumani /silenzi  e profondissima quiete..." "e mi sovvien l'eterno / e le morte stagioni ") in questa struttura ritmica che ah la solidità  di un severo processo  intellettuale  e insieme la pienezza affettuosa di un moto  del cuore intenso ma placato e raccolto. Pensiero e sentimento si fanno  qui musica grave e meditativa : musica che non indulge al cantabile  che non accarezza l'orecchio  : delicata e insieme profonda.
Il De Sanctis giudicava l'infinito  "contemplazione religiosa " "l'apertura musicale di una nuova era".



lunedì 6 novembre 2017

la poesia religiosa - San Francesco d'Assisi

La poesia religiosa

SAN FRANCESCO D'ASSISI (1182-1226). Nato ad Assisi da Pietro Bernardone, ricco mercante e da Madonna Pica di origine provenzale, condusse una giovinezza gaia e dissipata.
A 21 anni  Francesco combatté contro i Perugini ma, fatto prigioniero , rimase per oltre un anno in carcere a Perugia; tornato ad Assisi, soffrì di una grave malattia che gli procurò  indicibili pene fisiche e spirituali; arruolatosi infine tra gli armati di un cavaliere assisiate diretto in Puglia, provò  più che mai vivo il senso della vanità di ogni grandezza umana e giungo a Spoleto ritornò il giorno stesso ad Assisi completamente trasformato  nell'animo. Qui cadde in una profonda crisi religiosa che lo portò  a rinunciare davanti al padre e al vescovo d'Assisi Giudo a ogni ricchezza terrena.
Si ritirò a vita ascetica e cominciò  a restaurare la Chiesetta di S. Damiano; più tardi colpito dalla lettura di un passo del Vangelo di S: Matteo nella Chiesetta di S: Maria della Porziuncola ("andate per il modo annunciando che il Regno dei Cieli  è imminente, ecc. )  decise di raccogliere in torno a sé  alcuni seguaci, con i quali prese dimora in una casupola abbandonata, chiamata Rivotorto, ma poi, cacciato da un contadino, si rifugiò nella chiesetta della Porziuncola.
S. Francesco fondò 'ordine dei francescani o frati minori di cui la prima Regola più intransigente  fu approvata oralmente da Papa Innocenzo III nel 1210 e la seconda più mite per l'intervento della Chisa fu approvata per iscritto da Papa Onorio III (1223).
Ne 1219 si recò in Oriente ben accolto dal sultano Malek al Kamel ma non riuscendo a diffondervi come sperava la religione cristiana  tornò in Italia; qui  dopo aver ricevuto nel 1124 le stimmate nella solitudine della Verna (Toscana) morì  nella chiesa di S: Maria della Porziuncola il 3 ottobre 1226.
San Francesco  ha grandissima importanza nella storia del basso medioevo. La sua predicazione  contiene fervido il messaggio di amore e fraternità.
Per il suo  impulso nel campo religioso si ebbe una purificazione dei costumi ecclesiastici; nella vita  civile un invito alla pace e alla giustizia  sociale in nome della carità cristiana; nel campo artistico  un richiamo profondo all'interiorità di sentire che animò poi la pittura di Giotto  e la grande poesia di Dante.
Poco dopo la morte del Santo  si diffusero in Italia centrale soprattutto in Umbria  le compagnie dei flagellanti  (Laudesi, Disciplinati ecc. ) tra i quali erano i cosiddetti giullari di Dio  cui si deve la diffusione tra le masse popolari di una nuova poesia religiosa, la Laude.
Le laudi  erano componimenti in lode di Cristo  della Vergine, dei Santi  e in genere della tradizione cristiana  nelle forme metriche della ballata.
San Francesco scrisse il  Cantico di Frate Sole (o laudes creaturarum)  composto secondo una tradizione  che risale ai primi ingenui seguaci, dopo una notte passata nella celletta di S: Damiano in cui il Santo  tormentato dal ma d'occhi e da topi  parve udire una voce di celeste conforto.
E' un a rosa ritmata in dialetto umbro, una specie di salmo in cui il Santo invita tutte le creature il sole e la luna le stesse il vento l'aria e l'acqua la terra e il fuoco a lodare il Signore. L'ultima strofa per sora notra morte corporale fu forse composta negli ultimi giorni di vita alla Porziuncola.
Il Cantico ha un alto valore artistico : si tratta di un intimo messaggio di amore e fraternità  in cui si  riflette tutta la vita spirituale la cultura la fantasia di Francesco.
La bellezza del canto è nella sua fervida intonazione di preghiera modellata sui salmi  e sui cantici della Bibbia e, soprattutto  nella serena letizia delle immagini colorite e luminose.

venerdì 3 novembre 2017

letteratura italiana - le origini

letteratura italiana - le origini

Le lingua italiana deriva dal latino volgare. La lingua latina infatti presentava anticamente due forme una letteraria o scritta ( latino letterario) usata dai dotti e dalle persone  di condizione più elevata uan volgare o parlata ( latino volgare) usata dalla plebe  e dalle persone meno colte. Il latino volgare veniva indicato anche con il nome di sermo plebeius  rusticus militaris  cotiduanus ecc. mentre  il latino letterario diceva ad esempio equus os ignis edere il volgare diceva caballus bucca focus manducare

I coloni latini  esportarono nelle province il latino volgare che subì in tal modo numerose alterazioni a seconda delle lingue parlate  dalle popolazioni locali  così per esempio  tra le popolazioni celtiche della Gallia l'u accentato del latino volgare fu pronunciato in u"

Queste differenze locali si fecero naturalmente più accentuate con la caduta dell'Impero  spezzata l'unità politica  anche l'unità linguistica  andò  dal V secolo in poi gradatamente perdendosi; e dal latino  volgare sorsero le lingue romanze o neolatine ( cioè romanzate o nuove latine).

Le principali lingue neolatine sono sei : portoghese, spagnolo, francese, o lingua d'oi"l, provenzale o lingua d'oc (da cui l'aggettivo occitanico) rumeno e italiano.
Un'altra unità linguistica neolatina è costituita dai dialetti ladini  parlati  in tre zone distinte delle Alpi  Il Friuli  una parte del Trentino  il Cantone dei Grigioni.

I mutamenti principali subiti dal latino nella sua trasformazione in volgare furono :

la perdita del neutro
la perdita dei casi o declinazioni sostituiti dalle preposizioni
la scomparsa della forma passiva del verbo
l'aggiunta dell'articolo
l'instaurazione di una nuova forma di futuro  (amerò da amare habeo )

Non meno profonda fu la trasformazione subìta dalla metrica  antica.
La metrica antica era quantitativa cioè si fondava sulla quantità delle sillabe ( lunghe o brevi )  la metrica volgare è accentuativa cioè si fonda sull'accento delle sillabe.
Vengono  inoltre introdotte la rima e la strofa  già molto usate nei versi latini della decadenza.

I primi scritti del volgare italiano  risalgono al IX secolo e al X secolo  per quanto tracce di volgare si incontrino già in parole e frasi fin dal VI secolo. Tra i primi documenti delle lingua italiana si possono ricordare

1) l'indovinello veronese (IX secolo) :
 se pareba boves - alba pratalia araba - et albo versorio  teneba - et negro semen seminaba - ( Spingeva avanti i buoi  arava bianchi prati  e teneva un bianco aratro e seminava nero seme )  si tratta di un indovinello che indica l'atto dello scrivere scoperto in un codice della Biblioteca Capitolare di Verona. Si tenga presente che i buoi  sono le dita; il campo bianco è il foglio  il bianco aratro è la penna d'oca e il nero seme è l'inchiostro.

2) la carta capuana (960) un documento notarile che tratta una questione di proprietà tra l'abate di Montecassino e un certo Rodelgrimo  d'Aquino.
Eccone il testo " Sao ko kelle terre per kelle fini que ki  contene trenta anni le possette parte sancti Benedicti" (so che quelle terre entro quei confini  che qui si descrivono le ha possedute per trenta anni l'amministrazione del monastero di san Benedetto ).
Il documento è in latino ma la formula di giuramento che abbiamo riportato è scritta in una lingua che ormai risolutamente volgare.

Tra i primi documenti della letteratura italiana si possono ricordare 

1) Ritmo laurenziano (1150  circa)  una cantilena di un giullar toscano in onore di un vescovo  di Osimo.

2)  ritmo cassinese (fine del sec. XII) un dialogo in versi  intorno alla vita celeste e alla vita terrena.

Si tratta di componimenti  che dimostrano buona cultura e notevole abilità tecnica.
E' da osservare che tra i vari volgari di ambito regionale (il lombardo l'umbro il siciliano ecc.)  prevalse infine per ragioni storiche geografiche e letterarie il fiorentino  la lingua di Dante  e della Divina Commedia.

martedì 24 ottobre 2017

La rima

la rima

Due o più versi che terminano  con un gruppo di lettere uguali a partire dall'ultimo accento ritmico  si dicono rimati

Quale a mur quale a porte e quali altròve
tutti davan di sé lucide pròve

invece della rima si ha la consonanza quando  sono identiche le lettere finali

fior di ginestra
tutta infiora la campagna nostra
quando s'affaccia Rita alla finestra

si ha l'assonanza quando sono uguali le vocali ma non le consonanti

la cavallina grigia trotta
e il cane rosso al fianco le galoppa

secondo come sono disposte le rime si dicono

rime accoppiate

AA  BB  CC

rime alternate

AB AB AB

rime chiuse o incrociate

AB-BA

rime incatenate

ABA BCB C

rime ripetute

ABC ABC

rime invertite

ABC CBA

venerdì 8 settembre 2017

grammatica italiana - figure retoriche

grammatica italiana - figure retoriche

I principali modi di espressione del linguaggio figurato sono i traslati  quali la metafora l'allegoria la metonimia la sineddoche l'antonomasia  l'ironia il sarcasmo l'iperbole che indicano un trasferimento di significato parole o costrutti piegati ad esprimere  qualcosa di diverso da quello che in realtà significano; le figure quali la similitudine  la perifrasi  l'ipotiposi  la personificazione l'antitesi la reticenza l'interrogazione retorica  l'eufemismo  l'esclamazione  l'epifonema l'apostrofe : cioè modi particolari di foggiare il discorso e di disporre le parole in maniera tale che le cose rappresentate acquistino maggiore rilievo.

Per dare maggiore vigore all'espressione e renderla intensa suggestiva  il poeta o lo scrittore ricorre spesso alla metafora usa cioè una parola per esprimere una cosa che non è quella  da essa propriamente significata ma un'altra  la quale con quella ha però un rapporto di somiglianza.

questo luogo è un paradiso

La metafora è un'immagine e l'immagine dà vigore all'arte  dello scrivere e particolare colorito. Comunque bisogna usarla con parsimonia  e con buon gusto.

Talvolta in qualche circostanza  si varia efficacemente il discorso  dicendo l'opposto  di quello che si vuol significare ma facendolo capire attraverso il tono della voce  o un modo particolare di esprimersi  e si ha l'ironia :

Avete avuto proprio una bella idea !

e quando essa assume un tono amaro  aspro si ha il sarcasmo.

Se invece l'ironia in un primo momento fa sorridere per  la sua arguzia ma poi induce a un'amara meditazione sulle debolezze o sui vizi degli uomini si ha l'umorismo.

Altre volte si vuole dare al pensiero un rilievo drammatico tanto da creare in chi legge l'illusione di trovarsi  quali nell'azione descritta  o che questa si svolga davanti ai suoi occhi  si ricorre all'ipotiposi.

Non sempre sembra di essere sufficientemente espressivi nell'esposizione di un pensiero per meglio chiarirlo per renderlo più evidente  più intenso nel significato  si ricorre alla similitudine si pone a confronto  il pensiero espresso con un altro più comune il quale come il primo  abbia qualche somiglianza.

i ragazzi lo rincorrevano come un branco di segugi

Alla similitudine si avvicina la personificazione con la quale si dà vita e persona o cosa inanimata.

Per fare risaltare maggiormente una o più idee si possono porre queste riscontro con altre idee opposte dando luogo all'antitesi,

come pure interrompere il discorso in modo da far pensare più di quello che si può esprimere con l e parole e si ha la reticenza

ancora per variare il discorso  e dargli  movimento si è soliti talvolta ricorrere all'interrogazione retorica si rivolge cioè  una domanda a una persona  o cosa personificata non per averne una risposta  ma per affermarla con più forza e indurre altri al nostro stesso pensiero  oppure per manifestare un dubbio che ci tiene sospesi.

Se poi si ritiene necessario per sostenere il tono del discorso significare con un giro ampio di parole senza chiamarla con il suo nome si usa una perifrasi. La quale prende il nome  particolare di eufemismo qualora si voglia mitigare un pensiero che riuscirebbe doloroso o spiacevole o volgare se espresso con il suo nome e di litote quando  per affermare una cosa si nega il contrario

Una metafora continuata è un'allegoria  narrazione o descrizione che non intesa nel suo significato letterale ma interpretata nel significato che si nasconde sotto la lettera. Allegorie sono le favole di Fedro  e le parabole  tutta un'allegoria è la divina commedia.

Con la metonimia si ottiene una energica abbreviazione del linguaggio. Propriamente essa consiste nell'usare un sostantivo invece di un altro nell'esprimere : un rapporto  tra due idee causa effetto oppure un sostantivo astratto al posto di uno concreto  e viceversa oppure il nome dell'autore di un'opera al posto dell'opera oppure la materia di una cosa per la cosa composta con quella oppure il contenente per i contenuto oppure ancora l'epoca per le persone che vi vissero.

Quando sempre per dare colorito allo scritto  o al parlare si nomina il tutto per una parte e viceversa oppure il genere per la specie  oppure il plurale per il singolare e viceversa oppure il numero determinato per l'indeterminato  si dà origine  alla sineddoche trasposizione del significato  di una parola ad un altro con rapporto prevalentemente quantitativo.

Se invece si designa una personaggio famoso per mezzo di un nome comune  che può essere costituito dal paronimico  (Il Pelide = Achille)  dall'aggettivo derivato dal luogo di nascita  da una spiccata qualità o si estende a persona o cosa un nome celebre si ha  l'antonomasia.

una commozione dell'animo  preso dal timore dal dolore o da allegria da meraviglia trova la sua espressione nell'esclamazione o nella epifonema qualora l'esclamazione contenga una sentenza o massima morale.

Si usa l'apostrofe quando nella citazione del discorso o nella commozione dell'animo si rivolge la parola a cose inanimate o a persone assenti.

Qualora si senta il bisogno di snellire  l'espressione di donarle maggiore rapidità ed emotività si usano lo zeugma  e l'ellissi.

Lo zeugma consiste nel riferire a più complementi  un predicato  che si adatta invece a uno solo di essi.

L'ellissi consiste nell'omissione di qualche parola che si può facilmente sottintendere  senza danneggiare la chiarezza del discorso.

A rendere meno prosastica un'espressione ci soccorrono a volte l'ipallage con la quale si attribuisce ad alcune parole della frase ciò che conviene ad altre della frase stessa e l'anastrofe  che consiste nell'invertire l'ordine naturale delle parti del discorso per dare maggiore evidenza ad un altra parte sull'altre

Da evitare e in particolare modo nello scritto  alcune figure grammaticali che ricorrono spesso nel linguaggio familiare quali l'anacoluto ed il pleonasmo ridondanza di parole cioè parole inutili

mercoledì 6 settembre 2017

grammatica italiana - discorso diretto e indiretto

grammatica italiana - discorso diretto e indiretto

Cambiamenti nella struttura del periodo

Le proposizioni principali si mutano in subordinate di primo grado e precisamente

a) la proposizioni enunciative ed esclamative diventano oggettive rette da un verbo dire affermare ecc.

L'udienza è aperta                  dichiarò che l'udienza era aperta

b) le proposizioni imperative ed esortative si trasformano in proposizioni finali rette dai verbi  comandare ammonire ecc.

imputata alzatevi                    ordinò all'imputata di alzarsi

c)  le interrogative dirette si trasformano in indirette

cosa ha da dire l'imputata ?     chiese cosa avesse da dire l'imputata

Le proposizioni subordinate aumentano di grado.

cambiamenti nei tempi e modi

a) il presente in dipendenza del presente rimane immutato in dipendenza da un passato diventa imperfetto

l'udienza è aperta                             dichiarò che l'udienza era aperta
                                                         dichiara che l'udienza è aperta

b) Il passato in dipendenza del presente rimane immutato in dipendenza da un passato diventa trapassato

il furto c'è stato                        assicura che il furto c'è stato
                                                 assicuò che il furto  c'era stato

Quanto al mutamento dei modi  non esistono regole precise possiamo dire che

a) l'imperativo  si trasforma in infinito o congiuntivo
b) l'imperativo futuro in condizionale

nei pronomi e negli avverbi

La prima persona e la seconda dei pronomi personali e possessivi  degli aggettivi possessivi e dei verbi passano alla terza persona

io sono innocente                               affermò che essa era innocente

i dimostrativi questo costui  diventano quello  ciò per le cose colui

gli avverbi ieri oggi domani diventano  allora il giorno precedente quel giorno  i giorno passato
qui e qua  diventano lì  e là

 infine il complemento di vocazione si trasforma in complemento di termine

martedì 18 luglio 2017

la prosa - componimenti

la prosa - componimenti

La prosa si può distinguere in prosa narrativa, prosa didascalica, prosa oratoria, prosa epistolare, prosa d'arte, critica.

PROSA NARRATIVA  si espongono i fatti.
E' essa fra i generi della prosa quella che  tende ad essere più genuinamente artistica in quanto gli scopi pratici  sono nella narrazione di solito molto limitati o  secondari e più liberamente trova sfogo in essa la fantasia dell'autore.
Si distingue in più componimenti: la novella, la favola la fiaba, l'apologo, la parabola, il bozzetto, il romanzo, la trattazione  storica.

La novella  consiste in una narrazione breve ma particolareggiata di un fatto umano, interessante vero o verosimile.
Gli argomenti  che si possono trattare in una novella sono innumerevoli: una beffa, una burla, un poliziesco, un fatto di cronaca cittadina o nazionale un caso tragico, un fatto storico, un racconto fantastico, una vicenda erotica ..................
Mentre prima la novella era prevalentemente descrittiva  oggi investiga essa l'animo dei protagonisti  con aderenza alla realtà; il suo contenuto  è essenzialmente psicologico.

Se invece di raccontare s'intende descrivere soltanto e brevemente  dal vero una scena un ambiente o un tipo si ha il bozzetto, fra i più noti quelli contenuti nelle Opere Le Veglie di Neri  di Renato Fucini  e La Vita Militare di Edmondo De Amicis.

Una breve narrazione per lo più verosimile, con il fine di  porgere ammaestramenti morali è la favola. Questa assume il nome di fiaba, se la narrazione verte su fatti fantastici, i cui protagonisti sono personaggi soprannaturali quali maghi folletti ecc. o animali o cose inanimate e ha scopo di dilettare; di apologo se si tratta di un racconto  che adombra una verità morale per mezzo di un allegoria; di parabola se il racconto è immaginario ma verosimile dando  insegnamenti sotto forma allegorica ed i protagonisti sono uomini.

La differenza tra romanzo e novella è solo l'ampiezza; il romanzo  è una narrazione estesa di fatti veri (ma ricreati dalla fantasia) e immaginari (ma verosimili)  ed esposti con efficacia e vivacità. Si tratta di una situazione ben complessa rispetto a quella narrata nella novella. azione  unica è arricchita da numerosi episodi che da essa nascono e sono strettamente uniti: l'autore  deve saper muovere sapientemente le fila a volte complicate  di una vasta trama desunta per lo più dall'esperienza  sua e dalla comune vita degli uomini  con tutte le sue complesse tendenze; e deve sapere non solo suscitare l'interesse del lettore per la trama, ma parlare al suo cuore facendogli rivivere in pieno quanto narrato nel libro. Non ci devono essere capitoli  inutili  non strettamente legati al nucleo spirituale del racconto; le stesse descrizioni dei paesaggi devono avere corrispondenza con lo stato d'animo dei protagonisti  della vicenda.
Il romanzo  moderno è essenzialmente psicologico; la trama ha un'importanza secondaria. Particolarmente si sviluppa nell'Ottocento e predomina  nella letteratura  di oggi. Il  carattere dei personaggi si rivela a mano a mano che i giorni passano a mano a mano che le situazioni maturano; l'arte dello scrittore sta in gran parte  nel condurre alla rivelazione, alla scena capitale, evitando lentezze  non strettamente indispensabili.
Numerosi  i tipi in cui si differenzia un romanzo  in quanto esso è solito  procedere pari passo con lo sviluppo  ideale dello spirito umano  con particolari vicende storiche sociali umane del tempo.
Ricordiamo :
il romanzo storico  narrazione in parte immaginari collocati in un periodo storico o attribuiti a personaggi storici  (Promessi sposi, Le confessioni di un italiano)

il romanzo sociale  descrizione dei mali che affliggono la società  delle lotte economiche. Spesso diventa romanzo verista  rispecchiando la realtà (I Malavoglia, Mastro Don Gesualdo 

il romanzo d'ambiente  rappresentazione degli usi e costumi  di una regione o periodo storico (i romanzi di Grazia Deledda o Verga)

E' una definizione comunque un po' sottile  e non facilmente sostenibile in quanto specie nei migliori scrittori il romanzo  è difficilmente soltanto storico solo sociale o solo d'ambiente  ma può essere al tempo stesso tutti e tre insieme.

PROSA DIDASCALICA

Si propone un fine educativo comprende il trattato il dialogo il saggio.
Il trattato  è un'esposizione  ordinata e compiuta in una dottrina  arte o scienza: può avere come argomento  temi politici filosofici o morali ... ; il dialogo  è simile al trattato ma svolto sotto forma dialogica in cui gli interlocutori sono veri o immaginari.
Il saggio  è uno studio analitico di un particolare argomento filosofico scientifico letterario ....

PROSA EPISTOLARE

La lettera conversazione con persone lontane che può raggiungere un'elevazione artistica.

PROSA D'ARTE

Una prosa che ha valore principalmente stilistico, che dà vita, in forma limpida  e controllata ad un mondo di fantasia  una prosa densa anche di elementi riflessi che raggiunge momenti felici, la levità della poesia  e si risolve nella bella pagina.

PROSA POETICA

tende ai modi della poesia quasi una poesia in prosa; la prosa lirica  arieggia ai modi della poesia e si risolve in un breve componimento in prosa di un lirismo essenziale depurato di ogni elemento morale psicologico estraneo ad esso.

CRITICA

la scienza cioè che studia gli scritti di arte per spiegarli nelle loro particolarità  linguistiche storiche  ed estetiche e dare un giudizio  sul loro valore

il genere drammatico

Gli scritti per il teatro si differenziano dagli altri in quanto il loro autore  anziché  esprimere direttamente il proprio pensiero e sentimento li incarna in personaggi che parlano e si muovono in scena e rappresentano un atto, un episodio di vita se non vera verosimile. Si svolgono attraverso un intreccio di situazioni in un susseguirsi  di scene e di accorgimenti tecnici  e si basano  su un contrasto di passioni.
Il testo sia in versi che in prosa è dialogato 

TRAGEDIA 

Consiste nella rappresentazione di fatti grandiosi luttuosi e compassionevoli in cui i protagonisti sono personaggi illustri spesso Dei o eroi.
Nella veste classica dura cinque atti preceduti da un prologo separati da intermezzi lirici e chiusi da un epilogo. Solenne è il personaggio.

COMMEDIA

è la rappresentazione di un fatto  di un episodio che si ispira alla vita di tutti i giorni  ai sentimenti comuni ed è per lo più  a lieto fine. Può avere un intento satirico o umoristico  oppure un fine sociale o civile. L'anima uno spirito burlesco  oppure un più intimo e a volte pensoso studio di vita. Il dialogo è vivace e il linguaggio  si accosta per quanto disponibile  al parlare familiare. Può essere scritta anche in dialetto.

COMMEDIA DELL'ARTE

consiste in dialoghi che gli attori improvvisavano sulla scena dopo aver studiato lo svolgersi delle azioni  e delle scene su un "canovaccio". Ogni attore  di tale commedia si specializzava in un personaggio tipico dando origine alle maschere ( Pulcinella Arlecchino Colombina.....).

FARSA

breve commedia per lo più un atto solo  con intreccio semplice rappresentante un fatterello ridicolo e comico.

DRAMMA

rappresentazione scenica di un episodio i cui personaggi sono uomini di qualunque condizione sociale; l'azione  consiste essenzialmente in una vicenda dolorosa nascente di solito da un conflitto  che giunge al massimo della tensione.
Di solito scritto in prosa  e si distingue in dramma sentimentale, storico, psicologico, sociale, verista.

FAVOLA PASTORALE

rappresentazione scenica ove al dialogo si alternano brani lirici  collocata in un ambiente  campestre pastorale  e la cui trama  si svolge intorno a un tenue episodio d'amore a lieto fine

MELODRAMMA

azione drammatica accompagnata da musica  nato tra la fine del Cinquecento  e l'inizio del Seicento   e dopo un periodo di decadenza elevato  a dignità artistica nel Settecento  da Pietro Metastasio.

MONOLOGO

recita fatta  da un solo attore per intrattenere il pubblico durante gli intermezzi.